Immaginiamo che stia per scoppiare un nuovo scandalo, a Venezia. Uno scandalo che ci tocca nella ragion d’essere di questa piattaforma civica: la difesa di chi ancora vorrebbe vivere in una città unica al mondo (e pertanto non “fungibile” con altre, in caso di trasloco) sempre più assediata dalla monocultura turistica e dai cambi di destinazione d’uso che sottraggono spazi fisici alla residenzialità, al ritmo di 200 unità immobiliari all’anno:
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/28-ottobre-2015/ogni-due-giorni-casa-diventa-hotel-ca-farsetti-difenderemo-residenti-2302108053384.shtml
Immaginiamo per un attimo, solo per un attimo, che una nota personalità politica del Consiglio comunale abbia un interesse privato o familiare, diretto o indiretto, nei cambi di destinazione d’uso attualmente proposti, con delibera urgente, in deroga al piano regolatore esistente e nonostante il voto contrario del Consiglio di Municipalità di Venezia (26 ottobre 2015).
Immaginiamo che la società che ha richiesto il cambio di destinazione d’uso sia direttamente ricollegabile al consorte di tale personalità politica, o magari (ma non vogliamo nemmeno pensarlo) che il nome del consorte appaia addirittura sulla carta intestata della società che ha formulato la richiesta; una società che a Venezia fa già affari d’oro con decine di appartamenti che hanno subito una sorte simile: sottratti alla residenzialità per essere offerti (a cifre proibitive per i residenti) sul mercato online delle locazioni di breve periodo, con un suo sito liberamente consultabile su internet.
Immaginiamo che, per raccogliere consensi elettorali in una città come Venezia dove il tema è cruciale, la personalità politica e il consorte si siano pure distinti nella creazione di una associazione che ha organizzato convegni e incontri pubblici in favore della residenzialità.
Immaginiamo infine che, per completare la burla, la personalità politica veneziana faccia parte dello stesso identico partito a cui appartengono i tre (TRE) esponenti politici che, citati nell’articolo, si sono sperticati in difesa della delibera “urgente”, magari anche arrampicandosi sugli specchi con argomenti di questo tenore:
- «La Municipalità da un punto di vista etico ha ragione e siamo tutti preoccupati – ha detto il capogruppo fucsia Maurizio Crovato – In questo caso però rischiamo i ricorsi al Tar»
- “De Martin e il sindaco Luigi Brugnaro si sono confrontati a lungo sulla richiesta di .. .. e hanno convenuto che non era il caso di bloccarla” e ancora:
- “Sulla residenza siamo più vicini di quanto si pensi – ha detto all’opposizione l’assessore Massimiliano De Martin (Urbanistica) – Dobbiamo creare le condizioni per favorirla, ma in questo non c’è speculazione, né invasione da fuori: sono realtà esistenti che migliorano il tessuto urbano».
Immaginiamo infine che quel partito-azienda costruito intorno ad un’unica figura carismatica disponga in Consiglio comunale, per effetto del premio di maggioranza, dei numeri sufficienti a fare approvare la delibera, nonostante il parere contrario della Municipalità di Venezia-Murano-Burano.
Immaginiamo per un attimo che l’incubo sia vero, e se fosse vero sarebbe lo scandalo dell’anno ma per noi sarebbe lo scandalo del secolo, perché sono i cambi di destinazione d’uso che stanno uccidendo i nostri sogni: il sogno di poter vivere a Venezia o di poterci ritornare, il sogno di vedere i nostri figli crescere in una città a misura d’uomo e di bambino, nel momento in cui già tanti segnali sembrano convergere nel sussurrare un unico messaggio implicito perché impronunciabile nella sua oscenità: “andatevene, idioti, non vedete che siete di intralcio alla speculazione immobiliare”?
Un appello vorremmo quindi rivolgere ai consiglieri comunali, alcuni dei quali sembrano avere tanta fretta di approvare un certo cambio di destinazione d’uso:
Cari consiglieri comunali,
Codici e leggi a parte, siete sicuri che la città capirebbe tanta pervicace ostinazione nel sottrarre spazi ulteriori alla residenza in questo modo ? A prescindere dell’uso attuale del bene, il cambio di destinazione d’uso è una strada senza ritorno perché aumenta il valore commerciale dell’immobile in misura tale che nessun proprietario sarebbe così folle da voler fare marcia indietro. Non uccidete i nostri sogni, date un segno di discontinuità immediato e tangibile con un passato che probabilmente cela molte altre storie simili a questa.
La richiesta di cambio destinazione d’uso è stata presentata il 4 febbraio di quest’anno, da società sulla cui carta intestata appare/appariva il nome del consorte di uno/una di voi, circostanza della quale molti di voi potevano anche NON essere edotti, benché Venezia sia piccola e anche i muri ne parlino, ma molti di voi (la stragande maggioranza) vive in terraferma il che vi dava il diritto di ignorare tale circostanza o coincidenza che sia, fino ad oggi.
Ci prendiamo noi la responsabilità di pubblicare questo appello, perché nessuno di voi un domani possa dire “ma io non sapevo”.. Noi ci limitiamo a sollevare un dubbio, come cittadini e contribuenti, voi che siete stati eletti per rappresentarci potrete approfondire e decidere, ma almeno lo farete con cognizione di causa e ne renderete conto alla città sul piano etico prima ancora che giuridico.
Sono “soltanto” tre appartamenti, dite? Chi ci conosce sa che di Venezia difenderemo ogni centimetro, perché 20 anni e più di speculazione non ci hanno lasciato altra scelta: è la ragion d’essere e la “ragione sociale” di questo gruppo, che domani si riunisce per decidere le iniziative da intraprendere su questa specifica vicenda .
Prendetevi il tempo di meditare, e magari di spiegarci meglio in cosa consista l’urgenza di quella delibera, in una città che già pullula di alberghi: a pensar male si fa peccato e noi non vogliamo peccare, pensando male di voi.
Riconoscente, la Città vi ringrazia.
