In memoria del N.H. Alvise Zorzi, decano degli storici veneziani
«Stava ritto tutto armato a prua della sua galera, con davanti lo stendardo di san Marco, ordinando a gran voce ai marinai di portarlo prestamente a terra, o li avrebbe puniti a dovere; sicché quelli approdarono subito, e sbarcarono con lo stendardo. Tutti i veneziani seguirono il suo esempio: quelli che stavano nei trasporti dei cavalli uscirono all’aperto, e quelli delle navi grandi salirono sulle barche e presero terra come meglio poterono » (Geoffroi de Villehardouin).
Sono le parole con cui viene ricordato il Doge Enrico Dandolo già novantenne alle porte di Costantinopoli; rispettosamente vorremmo dedicarle al N.H. Alvise Zorzi (Venezia 10 luglio 1922 – Roma 14 maggio 2016) che già novantaduenne seppe mobilitare la città contro lo scavo del Contorta, nelle calde giornate dell’agosto 2014, in un momento in cui la città era priva di Sindaco e toccava a noi tutti il compito di portare lo stendardo vilipeso dallo scandalo del MoSe mentre la Laguna di Venezia era minacciata da un progetto di scavo devastante.
“Aderisco con entusiasmo all’appello che spero possa salvare dalla cecità dei politici la nostra Laguna“ – scrisse il 19 agosto 2014.
“Con entusiasmo” impugnò lo stendardo indicando la strada che ci avrebbe portato alla vittoria, e aveva già 92 anni. Altri seguirono il suo esempio, vincendo pavidità e convenienze, calcoli di opportunità e reticenze. Che la sua lezione possa essere di esempio per tutti coloro che dicono di amare Venezia.
R.I.P. Alvise Zorzi, nobile di cuore e di lignaggio