Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivi per il mese di “gennaio, 2015”

Risposta in italiano, allo “storytelling metropolitano”.

Estratto del programma elettorale del candidato Sindaco appoggiato da 99 correnti su 100 (il conto preciso delle correnti PD che si moltiplicano per partenogenesi compulsiva non lo ha mai fatto nessuno, ma i numeri più o meno sono quelli):

attuare una politica aggressiva di storytelling metropolitano abbinato a politiche di marketing urbano”.

“costruire almeno due hub lagunari per il trasporto di persone, dopo un confronto con la città e in stretto rapporto con i DUC”.

Un programma infarcito di marketing, hubs  e “quartieri metropolitani” in una città d’acqua che a noi piace ancora pensare in termini di sestieri e isole, unita da un ponte a Mestre e Marghera, Campalto e Chirignago? Cosa c’entra con noi, un candidato come quello? Uno che dall’alto della sua fondazione propone ricette infarcite di anglicismi pensando di impressionare il “popolino”? Questo gruppo parla inglese e lo maneggia anche bene ma preferisce dire “pane al pane, vino al vino” e ieri ha diramato (in italiano) il seguente:

Comunicato stampa del Gruppo25Aprile, con riferimento alle prossime elezioni comunali

Il Gruppo25Aprile accoglie con interesse e soddisfazione il comunicato stampa di Giovanni Pelizzato, candidato indipendente alle primarie del centro-sinistra, che sembra creare le condizioni per l’avvio di un percorso comune o comunque complementare, al di fuori dei recinti di partito.

Per l’evoluzione che hanno subito negli ultimi giorni, e alla luce dei programmi resi pubblici da alcuni candidati, le primarie rischiano di essere una gabbia per chi, candidandosi e sottoscrivendo quelle regole, si impegna a sostenere un candidato vincente che potrebbe essere portatore di una visione di città incompatibile e inconciliabile con la nostra: ad esempio, quella della PA-TRE-VE e dei “quartieri metropolitani” (in una città che è fatta invece di isole e sestieri) che pretende di omologare Venezia ad una qualsiasi altra realtà, e che ad ogni riga tradisce un approccio dirigista, centralista e sordo alle esigenze specifiche del territorio: quella del candidato Pellicani.

Le primarie sono importanti e non intendiamo disconoscerne l’importanza, ma un “non candidato” alle primarie avrà una libertà che i candidati perdenti non potranno avere e Venezia ne avrà bisogno, di voci libere. Quali scenari, in concreto?

  1. Insieme con altre realtà associative, il G25A è pronto a raccogliere la sfida e ad apportare sostegno esterno al candidato Sindaco che saprà interpretare le esigenze reali e concrete dei cittadini, impegnandosi su alcuni punti precisi, con un patto elettorale alla luce del sole.
  2. Se un candidato Sindaco con queste caratteristiche non dovesse emergere (dalle primarie del centro-sinistra o dalle altre formazioni politiche che ancora devono scegliere il loro), il G25A è pronto a contribuire alla formazione di una lista civica con un suo candidato Sindaco che sarà donna, in risposta all’incapacità del PD locale di indicare una candidatura femminile, fra i tanti nomi (tutti maschili) che hanno affollato la ridda che ha portato alle sue primarie.

In entrambi i casi, sarà una lista “trasversale” (e quindi rappresentativa) dal punto di vista anagrafico, sociale e territoriale, perché questo Comune si compone di realtà profondamente diverse e complementari, che non vanno usate “le une contro le altre” ma riconosciute come tali e messe in condizione di lavorare insieme per produrre soluzioni condivise.

Lista civica e non lista civetta: lista “civica” (da cives, cittadini) non è un politico di professione che si circonda di quattro portaborse sconosciuti ai più per presentarsi come il “nuovo”, o come stampella di un partito tradizionale, ma una lista capace di rappresentare la Venezia che lavora e produce (idee e manufatti, servizi e cultura) e non solo quella che vive di politica o di finanziamenti pubblici.

Una lista che non porterà il nostro nome perché il G25A rimarrà movimento di opinione, aperto e pluralista, ma alla quale forniremo candidati e supporto organizzativo (raccolta firme). Il G25A ne discuterà al suo interno con l’obiettivo di presentare i propri candidati il primo marzo (Anno Nuovo, more veneto) e chiama fin d’ora a raccolta le energie vive di Mestre, di Venezia e delle sue isole per avviare un percorso condiviso.

Venezia, 29 gennaio 2015

Il nostro registro di voto

Il Gruppo25Aprile non è un’entità virtuale: siamo persone in carne ed ossa, ci riuniamo regolarmente e a volte votiamo. Il nostro registro di voto viene utilizzato a fini interni ma abbiamo deciso di renderlo pubblico perché può dare qualche indicazione anche a chi ci segue su queste pagine, senza avere formalmente aderito al Gruppo.

Un dato su tutti, in vista delle primarie che si avvicinano. Abbiamo chiesto agli iscritti di rispondere (con voto palese e nominativo) a questa domanda: “Come gruppo stiamo preparando una lista di domande per i candidati Sindaco, e alcuni li vorremmo anche incontrare, per parlarne a voce. Voi chi vorreste incontrare, fra i candidati probabili?” Risultato: in cima alle preferenze figura Felice Casson con 53 voti, in coda Nicola Pellicani, con zero voti. (fra i due, ad una certa distanza ma con un buon risultato, i candidati del M5S e la “non candidata” della Lega: Francesca Zaccariotto). Pochi, tanti? Siamo un movimento di opinione e come in tutti i movimenti di opinione, il voto interno del “direttivo” informale (gli attivisti) è solo la punta dell’iceberg.

A questo punto, la domanda che sorge spontanea è: se le primarie del centro-sinistra le vincesse Pellicani, che nel voto interno ha ricevuto zero preferenze, il Gruppo cosa farebbe?

Si tratta di uno scenario che abbiamo discusso in riunione il 25 gennaio, e siamo pronti a quell’eventualità, anche se crediamo di poter contribuire ad evitarla. Come? Chi ci segue su queste pagine lo capirà presto; nel frattempo troverà qui in calce il risultato del voto che rappresenta anche il “mandato” all’interno del quale il suo portavoce si muoverà, nei prossimi giorni.

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Registro di voto Gruppo25Aprile

  • Scavo del Canale Contorta

Votanti: 87

Scavo Contorta SI: zero voti

Scavo Contorta NO : 87 voti.

  • Pubblicazione lettera da Londra (« restituite le chiavi »)

Votanti : 46

Sfavorevoli alla pubblicazione : zero voti

Favorevoli alla pubblicazione con tagli : zero voti

Favorevoli alla pubblicazione integrale senza commenti : 14 voti

Favorevoli alla pubblicazione con « endorsement » iniziale : 32 voti.

  • Dimissioni di Paolo Costa

Votanti : 82

Favorevoli alla richiesta di dimissioni immediate: 74

Vada in pensione (ne ha già tre) e si occupi dei nipotini : 8

Rimanga al suo posto : zero voti.

  • Quali candidati Sindaco vogliamo incontrare ?

Felice Casson : 53 voti

Elena La Rocca : 38

Davide Scano : 26

Francesca Zaccariotto : 22

Jacopo Molina : 17

Enrico Zanetti : 6

Nicola Pellicani: zero voti.

Questione di lungimiranza

La citazione del giorno:

“Venezia senza residenti non è appetibile per i turisti. Per proteggere i loro investimenti, i titolari degli interessi economici che controllano Venezia hanno interesse a sostenere politiche che rendano Venezia vivibile per i veneziani”.

“A Venice without residents is not desirable to tourists. To protect their investment, the commercial interests that control much of Venice will eventually have to support policies that keep Venice habitable for Venetians”.

A scriverlo non è un veneziano, ma qualcuno che conosce bene il “business” del turismo sostenibile:

http://www.ogvenice.com/blog/fight-or-flight-the-venice-residents-conundrum-and-why-it-matters-to-everyone

Questione di buon senso e di lungimiranza: quella che a volte manca, in Italia. Ben vengano allora gli incoraggiamenti dall’estero, quando sono lucidi e argomentati come quelli di questo articolo.

Il ParaDosso del PD, e l’incognita della società civile

Vox populi a Tessera (VE), 26 gennaio 2015. Pubblicare la foto di questa scritta non significa condividerne i contenuti, ma semplicemente esercitare il diritto di cronaca per porsi una domanda, in vista delle elezioni: se il PD locale viene percepito in questo modo da una parte della popolazione, con una forzatura dialettica che comunque esprime la rabbia incosciente di chi ha vergato queste parole in un’area ben sorvegliata dalla telecamere (quella dell’aeroporto), cosa c’è che non torna, nell’immagine di un Partito che si definisce Democratico e quindi per essenza antitetico rispetto all’epiteto della scritta?

20150126_104820Il PD governa il Comune di  Venezia, direttamente o per interposta persona, dal 1993. Non proveremo qui a fare un bilancio di questi 22 anni di governo, ma ci limiteremo a dire che in questo periodo non c’è stata nomina o promozione, ai vertici della macchina comunale e delle numerose partecipate (le ex “municipalizzate”) su cui questo partito non abbia avuto un “diritto di riguardo” – per usare un gentile eufemismo – a volte trattando le nomine con gli altri partiti della coalizione (e a volte anche con l’opposizione, con il premio di consolazione rappresentato da qualche impiego ben retribuito al Casinò), a volte con un Sindaco “esterno” al partito ma pur sempre “dipendente” dai voti del PD in Consiglio comunale.

Nel bene e nel male, di quanto fatto e di quanto non fatto a Venezia negli ultimi 22 anni il partito porta una certa responsabilità e della situazione di bilancio che lascerà in eredità al prossimo Sindaco porta una responsabilità schiacciante, comunque si voglia esaminare la questione: se il bilancio disastrato è colpa del patto di stabilità con il Governo centrale, perché quel governo “sordo” è comunque targato PD e si fregia di due sottosegretari veneziani all’economia; se invece è il risultato di scelte sbagliate o clientelari a livello locale, in quelle scelte il PD ha avuto un ruolo preponderante.

Come uscirne, garantendo il necessario rinnovamento? Fino a poche settimane fa, le “primarie” più volte rinviate (e già questo dovrebbe fare riflettere) vedevano in campo 6 contendenti potenziali, fra cui un candidato esterno al partito e due che (pur essendo iscritti al partito) si presentavano all’insegna della “discontinuità” con l’amministrazione uscente (quella commissariata a seguito dello scandalo del MoSe). Una candidatura renziana (di un renziano della primissima ora) e una candidatura all’insegna della legalità: quella del Senatore Felice Casson che aveva (invano) chiesto elezioni anticipate per evitare alla città l’agonia di un commissariamento lungo un anno, in cui i “poteri forti” non avrebbero (e non hanno) trovato nessun contrappeso politico e avrebbero (hanno) approfittato della situazione per “spingere” alcuni costosi progetti a loro cari, come ad esempio lo scavo del Contorta. In queste primarie, che si dicono “aperte”, partecipa anche un candidato della società civile: Giovanni Pelizzato, proprietario della libreria più antica di Venezia (la Toletta) e neo-eletto Presidente regionale della ALI (Associazione Librai Italiani).

Tre candidature nel segno della (necessaria) rottura con il passato: un passato dominato dai finanziamenti di un’oligarchia di imprese e faccendieri che, mentre il Consiglio comunale dibatteva delle cose più disparate, si occupavano delle cose “serie”: quelle che gonfiano il portafoglio (il loro e accessoriamente, come abbiamo appreso, quello di alcuni politici e funzionari conniventi o compiacenti) grazie ai finanziamenti dell’ignaro contribuente italiano e a strani meccanismi denominati “aggio”, “concessionario unico” et similia. Mentre i pochi si arricchivano, Venezia perdeva altri 4.000 residenti (dal 2010 a oggi) e per la prima volta cominciava a perdere abitanti anche Mestre, con la crisi del commercio di vicinato (sacrificato sull’altare dei grandi centri commerciali) e altri effetti collaterali su cui ritorneremo, nelle prossime settimane.

In questi lunghi mesi, la società civile si è trovata a svolgere un ruolo di “supplenza” inaspettata e ha saputo sorprendere la classe politica a più riprese: opponendosi ad alcune alienazioni immobiliari (l’isola di Poveglia, villa Heriot) e creando una mobilitazione senza precedenti quando, in reazione al “blitz” agostano dell’Autorità portuale, ha creato in brevissimo tempo un movimento di opinione inedito e trasversale per difendere la Laguna di Venezia dall’ennesimo scempio.

Tradizionalmente, a Venezia, la società civile dimostra una grande capacità di mobilitazione sulle singole battaglie ma alla fine dei conti, quando si tratta di votare, preferisce “delegare” la politica ai partiti, fingendo di non sapere che ogni problema nasce da un contesto e quel contesto lo determina la politica: con gli strumenti di pianificazione territoriale, le scelte di bilancio e quelle edilizie, con le nomine negli enti che contano e nella macchina comunale che gestisce gli aspetti pratici del vivere quotidiano. Stavolta poteva/potrebbe essere diverso, perché quel meccanismo di delega in bianco si è inceppato.

Cos’è che non piaceva ad alcuni, in questo scenario? Non erano abbastanza ligi a certi interessi, i tre candidati di cui sopra? Sta di fatto che l’apparato del PD si è affannosamente messo alla ricerca dell’ennesimo candidato esterno ma politico (come lo erano stati Paolo Costa e Giorgio Orsoni) da presentare come candidato “di sintesi” (fra chi e cosa? o fra chi e chi?) artificialmente individuato nella figura del segretario generale di una fondazione principalmente nota per l’organizzazione di un “festival della politica” a Mestre. Che il tentativo sia riuscito, in apparenza almeno, lo dimostra l’impressionante sfilza di correnti che si sono prontamente schierate con il candidato di sintesi (errata corrige: le correnti nel PD non esistono, come non esistono le nomine pilotate e gli appalti teleguidati – ci scusiamo quindi per questo involontario refuso). Fossimo al posto del candidato esterno (quello vero: Giovanni Pelizzato, uomo libero e di grande cultura) ci chiederemmo, a questo punto, se i giochi non siano già fatti e decisi a tavolino, e se sia il caso di prestarsi a fare da “foglia di fico” per permettere al Partito di affermare che le primarie erano “aperte” alla società civile (opportunamente confinata in un angolo e messa in condizione di non nuocere ai manovratori, ovviamente).

Comunque vada a finire, la prima uscita pubblica del “candidato di sintesi” ha raggiunto vette ineguagliabili di ironia involontaria: all’ingresso, un grande pannello con la scritta “Nicola Pellicani Sindaco. Cambiamo insieme”; all’interno, i protagonisti del “cambiamento”: una mezza dozzina di assessori comunali uscenti e tutta la nomenklatura del PD locale. Fra le dichiarazioni virgolettate riprese dalla stampa locale (Nuova Venezia del 25 gennaio), questa perla di bravura: “Ho implementato il programma del PD che condivido” (implementato, strano anglicismo che in lingua inglese corrisponde a “ho attuato, realizzato”). Segno di bravura (programma di 80 pagine, già realizzato prima ancora di insediarsi) o atto di sottomissione del candidato “esterno”? A qualche chilometro di distanza (Lido di Venezia) parlava il Senatore Casson, che al PD è formalmente iscritto; molti cittadini e rappresentanti dei comitati spontanei che hanno difeso il territorio in questi mesi, assente la nomenklatura che era invece schierata ad ascoltare l’esterno “designato” (il terzo, dopo Paolo Costa e Giorgio Orsoni). Sono i paradossi del PD locale: il partito ParaDossale.

Nulla di nuovo sotto il sole, ma con una grande e inedita incognita: la società civile stavolta cosa farà? Se ne starà seduta sugli spalti a sgolarsi, dividersi in opposte tifoserie per poi ritrovarsi unanime a brontolare 6 mesi dopo, come da tradizione, o deciderà finalmente di mettersi in gioco, nella consapevolezza che le circostanze stavolta sono diverse e irripetibili? Se rinnovamento deve essere, lo delegherà al partito che da 22 anni ininterrotti governa la città o si farà carico della sua parte di responsabilità? Da questa incognita dipenderà, in larga misura, l’esito di queste elezioni.. che scontato non è, contrariamente a quanto vorrebbero farci credere.

Gruppo25Aprile: i nostri primi 9 mesi.

Venezia, 25 gennaio 2015

Il Gruppo25Aprile ha festeggiato oggi i suoi primi nove mesi di attività, con una riunione interna che ha gettato le basi per i prossimi mesi e qualche solido ponte in direzione di chi si occupa, con pari amore e passione, della città di terraferma. Un Comune che spazia da Campalto a Pellestrina e da Marghera a Burano merita più attenzione alle istanze specifiche del territorio, e con gli amici di Mestre abbiamo avviato un dialogo che nei prossimi mesi verrà intensificato.

VeniceRoofs

Cronologia breve di questi primi 9 mesi di attività:

8 aprile 2014: la nostra prima lettera aperta, pubblicata da la Nuova Venezia.

25 aprile: il nostro “manifesto del 25 aprile”, volantinato in Piazza San Marco e pubblicato dalla stampa locale (Gazzettino, Nuova Venezia e Corriere Veneto).

12 maggio: inaugurato il nostro “contatore” dei residenti in laguna: https://gruppo25aprile.org/quanti-siamo/

14 maggio: adesione alla campagna “Poveglia per tutti” e lettera aperta al Demanio: https://gruppo25aprile.org/?s=lettera+al+demanio

16 maggio: risposta del Demanio; al termine dell’asta, il Demanio dichiarerà la non congruità dell’offerta presentata da un gruppo privato, che con 513.000 euro si sarebbe vista attribuire l’isola.

8 giugno: il G25A chiede le dimissioni di Sindaco e Giunta: https://gruppo25aprile.org/?s=dimissioni

13 giugno: dimissioni del Sindaco Orsoni.

11 agosto: creazione del movimento di opinione contro lo scavo del Contorta. In poche settimane, il gruppo facebook appositamente creato raggiunge i 1.300 iscritti: https://www.facebook.com/groups/271896219684184/

26 agosto: 18.000 firme raccolte contro lo scavo del Contorta: https://gruppo25aprile.org/?s=settis

6-7 settembre: quota 32.000, con i banchetti di raccolta firme nei sestieri in occasione della Regata Storica: https://gruppo25aprile.org/2014/09/10/7-settembre-2014-regata-storica-in-tutti-i-sensi/

1-16 Ottobre: elaborazione e presentazione delle nostre osservazioni in sede VIA sul progetto di scavo del Contorta: https://gruppo25aprile.org/2014/10/31/valutazione-di-impatto-ambientale-via-le-nostre-osservazioni/

14 novembre: richiesta di INCHIESTA PUBBLICA sull scavo del Contorta; la richiesta è stata accolta il 23 dicembre: https://gruppo25aprile.org/category/duriibanchi-la-battaglia-del-contorta/

22 novembre: la “beffa della Fenice”: https://gruppo25aprile.org/2014/11/25/anteprima-fenice-rassegna-stampa-provvisoria/

25 novembre: adesione all’appello contro la vendita di Villa Hèriot

26 novembre: “dalle proteste alle proposte”, le nostre domande ai candidati Sindaco: https://gruppo25aprile.org/2014/11/26/dalle-proteste-alle-proposte-le-nostre-prime-domande-ai-candidati-sindaco/

30 novembre: incontro con il Senatore Felice Casson: https://gruppo25aprile.org/2014/12/03/il-g25a-incontra-il-senatore-casson/

22 dicembre: la nostra prima cena annuale.

20 gennaio 2015: la Commissione nazionale VIA recepisce molte delle nostre critiche al progetto di scavo del Contorta e invia all’Autorità portuale una richiesta di integrazioni che suona come una sonora bocciatura.

25 gennaio 2015: la riunione in cui abbiamo: deciso il programma di lavoro per i mesi che ci separano dalle elezioni comunali e festeggiato questi primi nove mesi di attività, con la torta della foto.

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Chi ha paura delle primarie?

I renziani a Venezia avevano già un candidato Sindaco: Jacopo Molina, renziano della prima ora anzi l’unico renziano DOC quando tutti gli altri nel PD locale erano bersaniani (per convinzione o per opportunismo, a seconda dei casi). Il primo a candidarsi, alla luce del sole e con un programma da “rottamatore” calcato sulla formula del Renzi degli inizi. In politica, lealtà e coerenza non contano: più di ogni altra cosa conta l’opportunismo elettorale e fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Più sorprendenti le motivazioni con cui la stampa locale spiega l’affannosa ricerca di un (ulteriore) candidato di “maggioranza” quando in lizza ce n’erano già diversi e lo spettrometro copriva tutte le “correnti”: quasi tutte concordi, a partire da oggi, a sostegno di un candidato presentato come “l’anti-Casson” ovvero (si direbbe) maldestramente unite dalla paura di Felice Casson: il candidato anti-corruzione.

Un candidato anti-anti. Perché?

Per favorire questa candidatura tardiva, le primarie “aperte” del centro-sinistra (“aperte” ma non troppo?) sono state rinviate da dicembre a gennaio e poi a febbraio anzi no adesso si faranno a marzo, con un “tempismo” curioso se si considera che la città è commissariata da luglio e sarà rimasta priva di bussola politica per nove mesi. Chi aveva paura delle primarie? Gli stessi che non volevano elezioni anticipate e che spingono per accelerare certe decisioni (come lo scavo del Contorta) prima che a valutarne la congruità siano un Consiglio comunale e un Sindaco eletti?

Felice Casson può piacere o non piacere, ma ci sono alcune qualità che nessuno gli può negare: perseveranza, integrità e rispetto della parola data (quella data agli elettori, anche quando questo lo ha messo in contrasto con il suo partito). Una persona fedele a certi princípi, che proprio per questo potrà non piacere ad alcuni (e ad altri non piace per altri motivi) ma in una città decapitata (e disgustata) dallo scandalo del MoSe rischiava di vincere proprio lui: il candidato “anti-corruzione” per eccellenza. L’alternativa era Jacopo Molina, il rottamatore. Come candidato esterno al partito c’era già Giovanni Pelizzato, proprietario della libreria più antica di Venezia (la Toletta) e facevano tre. Cos’è che non piaceva ad alcuni, in questo scenario? Non erano abbastanza ligi a certi interessi, i tre candidati?

Cos’è che tanto spaventa l’oligarchia locale, al punto di spingerla a calare dall’alto una candidatura incolore, inodore e insapore come quella di un figlio d’arte, segretario generale di una fondazione intitolata al padre e ignoto ai più, con l’eccezione degli addetti ai lavori del “festival della politica” che organizza ogni anno a Mestre con qualche talento da cerimoniere (Maestro delle cerimonie)? Misteri del PD ma un dubbio a questo punto è legittimo: siamo sicuri che la “base” e la città siano disposti a sostenerla, una candidatura nata in questo modo maldestro e con queste caratteristiche?

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/01/20/news/e-deciso-e-nicola-pellicani-l-anti-casson-1.10705080?ref=fbfnv

La domanda del giorno

In vino Veritas?

Dalla stampa quotidiana apprendiamo che Veritas si appresta a chiudere il bilancio 2014 con 5 milioni di utile. Ottima notizia ma allora perché aumentare le tariffe che tutti paghiamo, con delibere retroattive in corso d’anno (il 2014)? L’ex municipalizzata, ora “partecipata” opera in regime di monopolio il servizio idrico integrato e si occupa dei nostri rifiuti senza che l’utente-contribuente (azienda o famiglia che sia) possa rivolgersi ad altri, il che rende legittima una domanda: se l’obiettivo in questi casi dev’essere l’equilibrio di bilancio e il monopolista realizza (con i nostri soldi) un utile così consistente, cosa mai se ne farà?

Trattandosi di annata elettorale, con le elezioni comunali alle porte, le proposte già si sprecano: anziché procedere alla solita maniera, con sponsorizzazioni elettorali discutibili quanto discrezionali, perché non fare felice il popolino nel modo più semplice? Dall’alto dei 5 milioni di utile, ce n’è di che far sgorgare Prosecco al posto dell’acqua, in tutte le fontane pubbliche di Venezia, con un vantaggio non secondario: il Prosecco del Sindaco farà affluire in città qualche altra milionata di turisti e curiosi all’insegna dello slogan: “in vino Veritas”.

Il Gruppo25Aprile preferirebbe una revisione al ribasso delle tariffe e dei balzelli variamente denominati (TIA TASI e TARI, in ordine cronologico) ma con i tempi che corrono si accontenterebbe anche di qualche parola di spiegazione, prima che ci vengano rifilati altri aumenti retroattivi come quelli dell’anno scorso. Se la nostra amata Veritas vorrà risponderci, l’indirizzo del gruppo è: 25aprile2015@gmail.com

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La frase del giorno

Venerdi 6 marzo: “stiamo facendo un progetto di recupero lagunare con all’ interno un canale e non viceversa”!

“Martedi’ presenteremo le integrazioni sull’ impatto ambientale che ci sono state richieste riguardo allo scavo del canale Contorta e potremo cosi’ dimostrare che stiamo facendo un progetto di recupero lagunare con all’ interno un canale e non viceversa“. Paolo Costa (Presidente Autorità Portuale) citato dall’ANSA.

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Devastare la laguna per poi “ricuperarla” richiama alla memoria il fulgido esempio di un Imperatore romano che fece dar fuoco alla città per ricostruirla meglio, dopo l’incendio. Ci creda chi vuole crederci, a Paolo Costa vorremmo sommessamente far notare un piccolo dettaglio: se le cose stessero come lui dice, l’Autorità Portuale non avrebbe nessuna competenza in materia (di ricupero lagunare); se invece è l’ennesima presa per i fondelli, la archivieremo alla voce “propaganda”. Provaci ancora, Paul..

Domenica 22 febbraio: “io non ho mai fatto politica”!

Chi l’ha detto, nella memorabile intervista al Gazzettino in edicola oggi? Nicola Pelicani, candidato Sindaco. Lo stesso che da anni organizza il “Festival della Politica” di  Mestre? http://www.festivalpolitica.it/sedi.aspx

Strana concezione del termine, quella del candidato che da sempre fa politica (con il festival di Mestre) e adesso si candida come se quegli ambienti non li avesse mai frequentati, lui che ne è il segretario generale. “Io non ho mai fatto politica” – prendiamone atto.

Immediata la solidarietà di Toto Cotugno, che ha diffuso il seguente comunicato: “Anch’io non ho mai fatto canzoni: cantavo solo al festival di San Remo”!

Domenica 22 fabbraio: “Il crocierista non è turista”!

Titolo sorprendente, per l’intervento di Paolo Costa (Presidente Autorità Portuale) in prima pagina sul Gazzettino di oggi. Per capirne il senso occorre leggerlo per intero ed ecco svelato l’arcano, nelle parole di Costa: “La crociera è un turismo ma è un turismo che impiega sempre più il suo tempo libero in nave e, comunque, lontano da Venezia”.

Ottima notizia: significa che i tempi sono maturi per la soluzione offshore, dato che il crocierista comunque resta sulla nave (dove tutto è organizzato per farlo sentire a suo agio) e dunque all’economia locale cosa lascia, oltre alle emissioni solforose? All’economia locale non porta affatto il contributo che si pensava, ma quello descritto da Costa stesso che di queste cose se ne intende: “a Venezia le navi caricano  le provviste per l’intera crociera e vi acquistano i servizi e le manutenzioni”.. tutte cose che possono continuare a fare senza bisogno di sfrecciare nei nostri canali.

Mercoledi 28 gennaio: innovazione o Monarchia?

Mi ha fatto riflettere, qualche giorno fa, leggere che la mia era una candidatura “di testimonianza”: il rischio concreto, in una competizione serrata come quella che si prospetta, è di ridurre a una battaglia di minoranza un’ipotesi che – invece – vorrebbe portare per la prima volta al governo della città un’idea innovativa. Di questa idea ho deciso di farmi portatore, per mobilitare le energie vive della città: l’obiettivo rimane, ma non è detto che la mia candidatura alle primarie sia il modo migliore per aggregare la società civile”. Giovanni Pelizzato, Presidente dei librai veneti e candidato indipendente alle primarie del PD.

Con sincronismo perfetto, un osservatore attento come Jan van der Borg denuncia il rischio di una deriva monarchica del PD veneziano, nell’articolo che qui riproduciamo: Italia e Olanda

Domenica 25 gennaio: “ho implementato il programma”!

In linea di principio, il Gruppo25Aprile diffida di chi utilizza anglicismi quando non sono necessari, e ancor più quando li utilizza in modo improprio.

“Ho implementato il programma del PD che condivido” – dichiara il candidato Sindaco Nicola Pellicani alla sua prima uscita pubblica, con riferimento al programma che il PD ha faticosamente partorito in vista delle prossime elezioni (il virgolettatto l’abbiamo preso da “la Nuova Venezia” del 25 gennaio).

Ha implementato, quindi l’ha già realizzato? Caspita! Trascurando il fatto che detto programma è volutamente generico e starà ai candidati Sindaco riempirlo di contenuti, superare le ambiguità e convincere l’elettorato, ci inchiniamo al cospetto dell’unico Candidato Sindaco che quel programma l’ha già decodificato e attuato (“implementato”) prima ancora di essere eletto. Ai suoi “spin doctors”, consigliamo l’utilizzo di qualche buon dizionario e segnaliamo che (per chi va di fretta) ne esistono anche versioni online: http://it.dicios.com/enit/implementation

Mercoledí 21 gennaio: il Patto dei Lazzaroni

“Se si va avanti cosí i cittadini non eleggono più le Province, non eleggeranno il nuovo Senato e neppure i parlamentari”. Vannino Chiti, Senatore PD, con riferimento ai “capilista bloccati” fortemente voluti dall’asse Berlusconi-Renzi nella riforma elettorale in corso di adozione, che fa parte del “pacchetto” concordato fra i due.

La prima e la seconda non sono più ipotesi da “conspiracy theory” ma norme di legge, la terza lo sarà presto. Commento di Stefano Folli (su Repubblica): “L’Italicum nascerà da un partito in frantumi“. Commento dei Senatori 5 stelle: “Il Paese sappia che oggi nasce una nuova maggioranza, con Forza Italia che diventa indispensabile alla sopravvivenza del governo. Il Patto del Nazareno è ormai un partito politico”. Commento anonimo veneziano: patto del Nazareno o patto dei Lazzaroni?

Lunedi 19 gennaio: Primarie per pochi intimi?

“il partito non vuole che si facciano male, il consiglio che arriva da Roma è quello di fare una sintesi, le primarie non devono creare ferite e spaccature”. Marco Stradiotto, segretario provinciale PD, dalle pagine de la Nuova Venezia ci spiega perché i candidati alle primarie devono essere “due, al massimo tre”.

Che le segreterie di partito trattassero gli elettori come bambini era cosa nota, ma che a Venezia trattino come bambocci anche i loro candidati alle primarie è una simpatica novità, che ci riempie di tenerezza. Pensandoci meglio, tuttavia, la tenerezza cede il posto ad un duplice dubbio: dando per scontato (come fa il PD) che chi vincerà le primarie ha già vinto le elezioni, perché limitare la scelta dei cittadini in questo modo, nelle segrete stanze di un singolo partito? E una volta lanciate le primarie, che diversamente dalle elezioni vere e proprie non sono controllate da presidenti e scrutatori  “terzi” rispetto al partito, quali garanzie abbiamo che non si ripeta anche a Venezia lo scenario già visto in Liguria? Piccola annotazione per capirci meglio: scrutatori e rappresentanti di lista ai seggi elettorali rivestono la qualifica di pubblici ufficiali e possono incorrere nei reati specifici contemplati dalla normativa elettorale, ma per le cosiddette “primarie” è nebbia fitta, anzi “caígo” come si dice in laguna.. e il caígo non è propizio alla navigazione. Muniamoci dunque di radar, per le primarie prossime venture..

Domenica 18 gennaio: Sindaco di chi?

Non sarà facile per il nuovo sindaco di Venezia, che sarà anche Sindaco della Città metropolitana, amministrare un territorio vasto e con esigenze diverse che va da Portogruaro a Cavarzere passando per Chioggia. Figurarsi se poi la città metropolitana dovesse estendersi anche a Padova e Treviso“.

La “punturina” domenicale di Roberto Bianchin (Nuova Venezia) ci ricorda la posta in gioco alle prossime elezioni comunali, con il Sindaco della città capoluogo che ex lege diventa Sindaco della città metropolitana. Fra gli effetti collaterali della riforma Delrio c’è anche questo, e si capisce perché sia stata ribattezzata legge Delirio. In attesa delle elezioni, a Venezia si registra infatti la più alta concentrazione di Prefetti in Italia: oltre al massimo tutore dell’ordine pubblico (che in questo ruolo è unanimemente apprezzato) la città commissariata si fregia di un Prefetto facente funzioni di Sindaco, Consiglio e Giunta comunale (come faccia a fare tutto questo è un mistero, dato che cumula le predette funzioni con quelle di Prefetto a Gorizia) e ora, grazie alla riforma Delirio, di un terzo Prefetto che gestisce la defunta ma non troppo Provincia: “Con decreto prefettizio del 12 gennaio 2015 il dott. Cesare Castelli, prefetto, è stato nominato Commissario per la provvisoria amministrazione della Provincia di Venezia sino all’insediamento del Consiglio metropolitano”.

Popolazione residente e dipendenti comunali al 31/12/2014

Pianta organica del Comune di Venezia (partecipate escluse): 3.146 dipendenti

Popolazione residente nel Comune di Venezia:

264.934 persone, di cui

139.899 femmine

125.035 maschi

132 ultracentenari

4.175 ultranovantenni

9.569 bambini da 0 a 4 anni

20.250 bambini da 0 a 9 anni.

Mila Esmeralda

Età media: 47 anni

Fascia anagrafica più numerosa: 45-49 anni (21.759 persone)

Popolazione residente suddivisa per Municipalità:

Venezia Murano Burano: 64.419

Lido Pellestrina: 20.754

Marghera: 28.507

Mestre centro: 88.439

Favaro: 23.812

Chirignago Zelarino 39.003

Popolazione straniera residente nel Comune, suddivisa per nazionalità (top 3):

1) Bangladesh (5.379 persone)

2) Moldova (5.010 persone)

3) Romania (4.343 persone).

Popolazione straniera residente nella Municipalità di Venezia Murano Burano (top 5):

1) Filipppine: 529

2) Moldova: 503

3) Romania: 449

4) Cina: 406

5) Ucraina: 374

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Nella foto: Mila Esmeralda, nata a Venezia il 20/10/2012

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