Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il tag “Carlo Beltrame”

Gli appuntamenti del mese di ottobre

Sabato 5 ottobre alle 18.30

Le Scuole Grandi nella vita quotidiana di Venezia

Conferenza di Francesca Ranieri sui luoghi e le funzioni delle Scuole Grandi, prima e lungimirante forma di “Welfare State”. Per molti secoli a Venezia la vita quotidiana è stata legata a quella delle scuole di Devozione: Le Scuole grandi, quelle per “Foresti” e quelle delle arti hanno modellato e regolato il lavoro, la società e l’identità dei veneziani, creando forme di mutuo soccorso che in parte sopravvivono ancora oggi. Nella foto, la Scuola Grande di San Teodoro. La conferenza si terrà nella Scoletta di San Giovanni in Bragora, di fianco all’omonima chiesa in campo della Bragora.

2012 agosto 20 Scuola Grande San Teodoro.jpg

Sabato 12 ottobre dalle 16 alle 23

Festa in Bragora per festeggiare il primo anno di attività dello spazio civico creato nei tre piani della “scoletta” di San Giovanni in Bragora.

Ore 16: apertura e mercatino libri usati.

Alle 18: “Il Mercato di Venezia”, a cura di Paolo Puppa e Maggie Rose. Monologanti: Paolo Puppa, Alberto Madricardo, Luca Bagnoli, Adriana Tosi, Guia Varotto, Cristina Valentini.

Alle 19,30: la musica del Soul Spritz Duo con composizioni inedite in veneziano (e nuovo CD In arrivo)! Aggiornamenti in corso su questa pagina e su quella dell’evento:

https://www.facebook.com/events/381337502742335/

Venerdì 18 ottobre alle 18

Presentazione del progetto Interreg “l’Arca Adriatica”, a cura di Carlo Beltrame e in collaborazione con Ca’ Foscari, che si articolerà in due cicli di incontri. Primo incontro del primo ciclo, venerdi 18 ottobre: “Gondolieri di casada, un mestiere dimenticato?” con Rita Vianello

Sabato 19 ottobre alle 18

Presentazione del libro “La mia Biennale sottosopra” di Angelo Bacci (locandina in corso di preparazione). Dialogo dell’autore con il prof. Toni Toniato.

Venerdi 25 ottobre alle 18

Per il ciclo #LibrinBragora, dibattito con il giornalista e scrittore Marco Zatterin. Locandina in preparazione. A questo evento e al libro che verrà presentato (a Padova il 24, e a Venezia il 25) dedicheremo una recensione a parte, in questo blog e sulla nostra pagina facebook:

https://www.facebook.com/veneziamiofuturo/.

Nel mese di novembre, in vista del referendum sull’assetto amministrativo del Comune di Venezia, le attività in Bragora verranno prevalentemente dedicate a incontri e dibattiti di approfondimento sulle implicazioni di questo referendum, che si terrà il primo dicembre.

 

 

 

Lettera aperta al Ministro Bonisoli

Si applichi subito il vincolo culturale al porto della Serenissima

In tutti i dipinti del 17° e 18° secolo che ritraggono il Molo di fronte a Palazzo Ducale è ben evidente un’imbarcazione a remi coperta con tiemo (telo) e prua rivolta alla sede del Governo (nell’immagine: il dipinto di Gaspare Van Vitelli 1697). Si tratta della fusta del Consiglio dei Dieci ossia di una galea di piccole dimensioni che, oltre ad avere il ruolo di punto di prima raccolta dei condannati al remo, era pronta in qualsiasi momento per difendere, anche con i suoi pezzi d’artiglieria, la stabilità dello Stato. Non è strano che una presenza del genere caratterizzi il panorama del Bacino di San Marco per tutta l’età moderna; il palazzo del governo di una Repubblica che si estendeva fino a Candia, costruito di fronte all’acqua, non poteva infatti che essere difeso da una nave militare, la massima espressione bellica del tempo.

Il Bacino di San Marco, forse già dal 9° secolo e fino a tutto il Settecento, fu il porto della Serenissima ospitando imbarcazioni locali e straniere di ogni genere. Le due colonne, come noto, seguendo un modello bizantino, simboleggiano l’ingresso alla città perché dal porto appunto si entrava nelle città di mare.

La splendida e fedelissima prospettiva a volo d’uccello di Jacopo De Barberi, del 1500, mostra in maniera chiarissima la vitalità del Bacino dove sfociava il rio dell’Arsenale da cui, fino al Settecento, uscivano le galee costruite e armate nel più famoso cantiere navale del Mediterraneo, dove, lungo l’attuale Riva Sette Martiri, erano collocati cantieri per la costruzione di navi tonde e dove, alla fonda, erano ormeggiate galee e navi da carico e dove transitavano continuamente barche di ogni tipo. Questa dimensione portuale e di importante via d’acqua, ormai in buona parte perduta, era integrata non solo dal Canal Grande ma anche dal Canale della Giudecca lungo le cui fondamenta erano insediati altri cantieri di barche (squeri) ed erano ormeggiate imbarcazioni e zattere impegnate specialmente nel trasporto di merci e legname arrivati dalla terraferma alle Zattere, appunto, per le vie d’acqua interne. La Punta della Dogana, ossia l’edifico triangolare tra Canal Grande e Canale della Giudecca, ospitava la dogana delle merci e, poco oltre, lungo le Zattere, le possenti tese dei Magazzini del Sale fino al Novecento hanno accolto per secoli i depositi del sale trasportato con le navi.

Questa dimensione squisitamente portuale del Bacino di San Marco può dirsi ridimensionata solo nel pieno Ottocento quando il porto di Venezia si sposta sempre più, e gradualmente, verso la terraferma, come ci insegna Massimo Costantini nel suo “Porto Navi Traffici a Venezia 1700-2000”; ma per il Canale della Giudecca questo ruolo portuale non solo non verrà meno ma si rinforzerà ospitando, per tutto l’Ottocento, navi di ogni tipo e imbarcazioni da carico e da pesca come i trabaccoli e i bragozzi del popolo di pescatori chioggiotti che, fino alla metà del Novecento, trovavano a Venezia, e proprio lungo le Zattere, il mercato più importante per lo smercio del loro pesce o di altre mercanzie, come il sale appunto.

La narrazione del Bacino di San Marco come porto e quindi ingresso urbano della più longeva Repubblica della storia potrebbe proseguire all’infinito perché nelle sue acque hanno ormeggiato e sono transitate imbarcazioni che hanno fatto la storia del Mediterraneo, e non solo, per dieci secoli.

Eppure, questa relativa ovvietà, che chiunque conosca le basi della storia di Venezia da come scontata, non sembra sufficiente al Comune di Venezia che ha voluto opporsi al vincolo culturale che finalmente – ma ci chiediamo perché si sia aspettato tanti anni … – questo 31 gennaio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso la sua soprintendenza locale, ha posto su questa via d’acqua rinforzando drasticamente quello che, fino a quel momento, era solo un vincolo paesaggistico. Le motivazioni dell’impugnazione si basano infatti sulla negazione dell’importanza culturale del Bacino e, in particolare, della negazione di questo spazio come via d’acqua storica a favore del solo vincolo paesaggistico in un tentativo quindi, piuttosto palese, di bloccare un’operazione statale di rafforzamento dello strumento vincolistico su questa area della città.

Il Codice dei Beni Culturali infatti, su cui si basa il vincolo ministeriale, effettivamente presenta una clamorosa lacuna ossia la menzione delle vie d’acqua come possibile paesaggio/manufatto di interesse storico-culturale. Il MIBAC, d’altra parte, ha giustamente respinto il ricorso confermando che: “i bacini, i canali ed i rii storici di Venezia, sui quali peraltro si affacciano importantissimi monumenti del patrimonio architettonico della città, sono vie d’acqua che potrebbero essere riconducibili alle ipotesi di cui all’art. 10, comma 4, lett. G) del Codice” ossia quali “pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse storico o artistico”. “Le parole del Legislatore non consentono, infatti, di escludere le vie e gli spazi che siano costituiti da corsi d’acqua” riconoscendo nella spazio dei canali urbani e dei circostanti edifici monumentali un “insieme e un tutt’uno indivisibile”… “punti eminenti della riconoscibilità materiale ed identitaria di Venezia”. Il MIBAC quindi ha non solo esteso l’interpretazione della definizione di via alle “vie d’acqua”, ma ha anche richiamato e rivendicato un concetto di visione complessiva del paesaggio culturale composto non solo dai monumenti e dalle piazze ma anche dagli specchi d’acqua secondo una moderna concezione del bene culturale. In realtà il MIBAC avrebbe potuto anche argomentare l’opportunità del vincolo richiamando la funzione storica del bacino, da noi appena presentata, ossia la funzione portuale e di porta urbica esercitata per un millennio.

Non paga però l’amministrazione comunale di Venezia, per iniziativa dell’assessore Paolo Romor, a fine marzo ha minacciato (e supponiamo concretizzato) un ricorso al TAR per ribadire l’opposizione al decreto del MIBAC anche se con motivazioni ora di tipo gerarchico. L’assessore Romor infatti ha dichiarato che “i provvedimenti del Mibac rappresentino una pesante, inutile ed inefficace invasione nelle competenze che altrimenti, e di regola, sarebbero attribuite al Comune per la tutela degli interessi dei residenti.”

Ora, dopo il gravissimo incidente e mancato disastro navale della Marittima e il successivo scampato secondo disastro del 7 luglio, le parole del Primo cittadino, che si erge improvvisamente a paladino della difesa di San Marco e a primo sostenitore della necessità di estromettere le navi dal Bacino, appaiono certamente benvenute ma quanto mai sorprendenti e contraddittorie rispetto alla guerra contro il decreto MIBAC dichiarata dal suo fedele assessore.

Se quindi l’amministrazione di questa città non riesce a cogliere il valore culturale attribuibile al porto storico di Venezia non possiamo che accogliere, a braccia aperte, il decreto del Ministro Bonisoli a cui chiediamo che, per il tramite del suo Soprintendente, applichi ora la nuova normativa pretendendo la salvaguardia di questo spazio urbano nella sua interezza.

Chiediamo quindi che vengano escluse immediatamente navi di tonnellaggio superiore alle 40.000 tonnellate di stazza lorda – applicando quindi il ragionevole decreto Clini-Passera – che, con il loro impatto visivo e ambientale offendono la città storica e con la loro stazza incontrollabile, dato oramai accertato, se mai ce n’era bisogno, dai recenti drammatici fatti (queste navi hanno poca deriva – per poter entrare in ogni porto-, un’enorme superfice esposta al vento – per aumentare il numero delle cabine – e un baricentro altissimo che le espongono allo scarroccio e le rendono instabili), possono in qualsiasi momento mettere a repentaglio l’incolumità di fondamenta e palazzi e della stessa Piazza San Marco con i suoi preziosi e unici monumenti. La mancata applicazione in questi termini del vincolo non solo apparirebbe a tutti come una beffa ma potrebbe configurarsi come una grave omissione che, almeno in termini morali, nessun veneziano, ma forse non solo, potrebbe comprendere e accettare.

Carlo Beltrame

Insegna Archeologia marittima all’Università Ca’ Foscari di Venezia

#BragoraNews – Avviso importante

Vista l’affluenza straordinaria al nostro incontro di ieri, ci scusiamo innanzitutto con le molte persone che, arrivando dopo le 17, non hanno trovato posto in una sala stracolma – e ringraziamo per la pazienza i presenti che hanno seguito la “diretta” al primo piano con mezzi di fortuna (nell’immagine, la Nuova Venezia di oggi, servizio di Eugenio Pendolini).

Bragora 11 nove 18

A titolo sperimentale per i prossimi incontri, abbiamo quindi deciso di introdurre un sistema di registrazione preventiva via email che ci permetterà di evitare questo tipo di inconvenienti, nel limite dei posti disponibili.

Come funzionerà?

Le persone interessate ai prossimi appuntamenti in Bragora (elencati in calce a questa pagina) sono cortesemente invitate ad “iscriversi” con almeno 24 ore di anticipo indicando semplicemente la data di loro interesse. Per farlo basterà scrivere a:

25aprileVenezia@gmail.com

Quando le iscrizioni ricevute via posta elettronica esauriscono i posti disponibili, lo indicheremo in tempo utile su tutti i nostri canali (facebook compreso).

A chi si è iscritto in tempo utile verrà ovviamente data precedenza nell’attribuzione dei posti a sedere. Quello che perderemo in spontaneità guadagneremo in efficienza e qualità dell’accoglienza.

Grazie a tutti per la comprensione!

A partire da questa settimana, comunichiamo che la sede sarà aperta anche il sabato dalle 16 alle 19 come luogo di aggregazione, con la sua sala lettura e lo spazio kids, anche in assenza di eventi particolari (che salvo eccezioni si svolgono di domenica e venerdì).

Il calendario degli eventi per il 2019 è in corso di stesura, per chi ha proposte o suggerimenti l’indirizzo è lo stesso sopra indicato.

I prossimi appuntamenti in Bragora:

Venerdì 16 novembre alle 18.30:

Incontro con il Presidente dell’Autorità Portuale Pino Musolino

Domenica 18 novembre alle 17:

Venezia, città abitanti e turisti: conversazioni con Luca Velo e Laura Fregolent (IUAV)

Domenica 25 novembre alle 15:

Conferenza stampa di presentazione del calendario 2019 e del secondo bando di gara per la residenzialità, ad esso collegato – con contestuale inaugurazione della mostra fotografica.

Venerdì 30 novembre alle 18:

“Non solo grandi navi: l’impatto del traffico acqueo locale”- a cura di Dario Vianello.

Domenica 2 dicembre alle 17:

Il ruolo della voga nel nostro quotidiano e nel nostro futuro: dibattito con Saverio Pastor, Osvaldo Zucchetta e Rocco Rumonato.

Sabato 8 dicembre alle 18:

Gregory Dowling, veneziano di adozione e autore di vari romanzi ambientati a Venezia, conversa (in italiano) con John Francis Philimore.

Domenica 9 dicembre alle 17:

#CineBragora presenta: “La città perduta”, docufilm di Marco Milioni, alla presenza dell’autore – seguito da dibattito a cura di Carlo Beltrame.

Domenica 16 dicembre alle 17.30:

La tutela penale dell’ambiente – pillole di diritto – a cura dell’avv. Elio Zaffalon.

———–

Nella prossima foto: un’immagine del dibattito di ieri (in primo piano: Roberta Bartoloni e Francesco Erbani).

 

 

 

Venezia e il “processo di Bisanzio” (Istanbul, 14 luglio 2016)

“l’Accusa” (relatore UNESCO):

Gioiello per il patrimonio mondiale, il sito comprende Venezia E la sua laguna. Visita ispettori svolta dal 13 al 18 ottobre 2015.

Rapporto ispettori inviato al governo italiano e al Comune per raccogliere commenti e osservazioni, il 9 giugno 2016. Nessun errore è stato contestato dalle autorità italiane.

Venezia corre un pericolo reale, dobbiamo agire rapidamente. Necessaria una nuova campagna “Salviamo Venezia” come quella avviata alla fine degli anni 60.

La “difesa” (ambasciatrice italiana presso l’UNESCO):

L’Italia ha già speso tanti soldi per Venezia.

Fidatevi di noi, guardate come abbiamo gestito il sito UNESCO di Pompei.

il 27 luglio adotteremo un piano nazionale per il turismo sostenibile.

Gli interventi “ad adiuvandum”

Europa Nostra, a nome di tutte le ONG aderenti, sollecita intervento immediato e senza proroghe da parte di UNESCO e UE. Chiede un “piano radicale che coinvolga la società civile per la più bella città del mondo”: “a radical plan with involvement of civil society for the most beautiful city in the world”.

Il verdetto:

“Si raccomanda pertanto allo Stato contraente (l’Italia) di attuare tutte le misure urgenti sottolineate nel rapporto di missione e di sottoporre alla Commissione del Patrimonio Mondiale un rapporto dettagliato sullo stato di conservazione entro il primo febbraio 2017 in modo tale che, nel caso in cui non siano stati realizzati miglioramenti sostanziali entro tale data, la Commissione valuterà l’iscrizione del sito (Venezia e la sua Laguna) nella Lista dei siti del Patrimonio dell’Umanità in Pericolo in occasione della sua 41a sessione nel 2017”.

Adottato, all’unanimità.

EugeniaMorpurgo

Il bailo:

L’intervento di Francesco Bandarin, nato a Venezia, alto funzionario UNESCO:

“There is a risk: Venice seems to have lost its capacity to define its future, and can become the pray of sectorial interests, be they called mass tourism, the harbour economy, infrastructures, boat and ship traffic, the exploitation of the natural environment.

A number fully epitomises the situation: last year, the city received over 25 million visitors. On an average  day in the spring or summer, you can have over 100,000 visitors, in a city that has now around 50,000 registered residents.

Is this our fate? Is Venice doomed to become a tourist village?  Surely, the population of Venice has declined to historical minima, and the local powers are unable to cope with the new challenges.  Surely, the global trends, climatic, economic, demographic, could make the situation even worse in the future”.

 

Venezia/Bisanzio, 14 luglio 2016

Foto: Eugenia Morpurgo

Trascrizione e sintesi: Carlo Beltrame e Marco Gasparinetti

 

Le nostre proposte: 7) Isole dimenticate, di Carlo Beltrame

Atti dell’incontro pubblico del 26 aprile 2015 (Palazzo Da Mula, Murano)

Relatore: Carlo Beltrame

Il futuro delle isole dimenticate della laguna

Carlo Beltrame

Molte isole minori sono state smilitarizzate e quindi abbandonate negli anni ’70 e da lì sono state sottoposte a devastazione. Negli anni ’80 e ’90, è partita una corsa al restauro (definita salvaguardia) senza purtroppo una programmazione del destino di questi luoghi. Ancora oggi manca una progettazione a lungo termine, manca una visione globale. Soluzione unica in hotel di lusso oppure abbandono con conseguente sciacallaggio di ogni cosa asportabile.

Lavori promossi dal MAV ed eseguiti dal CVN con costi altissimi. Lavori in alcuni casi sovradimensionati e uso frequente di materiali considerati da molti specialisti non idonei e incompatibili con l’ambiente lagunare (cemento, cemento armato, palancole larsen…): esempio di Torcello dove il sen. F. Casson, allora magistrato, aprì un’inchiesta per danno al patrimonio e teorizzò per la prima volta l’illegalità del sistema chiuso controllore e controllato espresso dal CVN. Tutto ciò è stato spiegato molti anni dopo dalle dichiarazioni che P.G. Baita ha fatto ai magistrati: “prima del 2003 il CVN non sapeva come spendere i soldi e si inventava i lavori”…

Dal 2003, anno in cui il governo Prodi sdogana il MOSE, i lavori di salvaguardia in Laguna vengono chiusi per concentrarsi sulle bocche di porto dimenticandosi delle isole.

Su moltissime isole non si è ancora intervenuto ma esse avrebbero bisogno di un intervento di salvaguardia e di arginamento del fenomeno dello sciacallaggio: solo come esempi, si veda l’isola di S. Giorgio in Alga, vero gioiello di grandissima importanza storica, l’isola di San Secondo, in posizione strategica, lungo il ponte della Libertà; l’isola di S. Giuliano (che era la punta di S. Giuliano, quindi legata alla terraferma), che sta scomparendo per erosione.

Malgrado tutto, questi lavori hanno permesso anche di accumulare molte conoscenze, sia storiche sia ambientali, collazionate dal Servizio Informativo del CVN.

Informazioni storiche: acquisite durante attività di assistenza archeologica e ricerche storiche compiute da professionisti e ditte specializzate (Torcello, Burano, S. Cristina, Certosa ecc.).

Informazioni di tipo ambientale (sulle barene, sulle variazioni climatiche, sul livello del mare…).

Attività di ricerca ambientale e di archeologia preventiva, o di emergenza, costate molti milioni di euro ogni anno che devono restituire qualcosa alla collettività.

Chiuso il Servizio Informativo, tutta la documentazione è stata immagazzinata e rischia di andare perduta.

Anche le ricerche compiute negli ultimi anni dall’Università Ca’ Foscari (a San Lorenzo di Ammiana, La Cura-S.Ariano, S. Giacomo in Paludo, Torcello, Lazzareto Nuovo) e dalla Soprintendenza Archeologica (a S.Francesco del Deserto, Torcello, Burano, Murano (conterie) potrebbero essere valorizzate.

Murano ha l’opportunità di offrirsi come punto di riferimento, volano per un turismo culturale e ambientale delle isole.

Propongo quindi la creazione di un centro accoglienza visitatori (più che un museo tradizionale) da collocare in una delle tante fornaci o conterie dismesse. Centro moderno, con supporti multimediali, per raccontare la storia di Venezia (a cui manca un museo “della città”) e in particolare degli insediamenti nelle isole, dalle origini ad oggi, e delle attività produttive di questi luoghi.

Nel centro si potrebbero sviluppare molti temastismi: dalla storia dei lazzareti alla storia delle difese militari, dalla Repubblica alla Secondo Guerra Mondiale, solo come esempi.

Storia strettamente intrecciata con lo sviluppo dell’ambiente, ambiente molto dinamico, variato nei secoli.

Da Murano potrebbero partire imbarcazioni a basso impatto dirette al Lazzareto Nuovo, S. Giacomo in P., S. Lorenzo di Ammiana per una visita dei luoghi nel loro ambiente accompagnati da guide specializzate.

Progetto sostenibile anche attraverso fondi europei e realizzabile anche attraverso le potenzialità locali, ossia le università, il CNR, le soprintendenze e altri enti di ricerca.

Il Comune deve tornare ad essere interlocutore unico per progetti sulla laguna; deve essere messo in grado di coordinare e gestire progetti europei e ovviamente di ricevere fondi.

Esempi virtuosi di musei che funzionano e progettati in maniera intelligente e moderna, che ci vengono invidiati in tutto il mondo, non mancano e sono, ad esempio, il Museo di Storia Naturale. Sotto il cappello del Comune, ispirati anche da queste realtà di successo, pensiamo a richiamare i turisti nell’isola di Murano attraverso l’istituzione di una realtà divulgativa di questo tipo.

Le nostre proposte: 2) Arsenale e lavoro

Arsenale, quale futuro?

Premessa:

Il prossimo Sindaco, per rendere possibile la creazione di posti di lavoro che non siano soltanto quelli legati alla monocultura turistica, dovrà affrontare seriamente la questione Arsenale. L’Arsenale occupa tuttora una delle superfici più ampie della città ed è in buona parte inaccessibile alla cittadinanza. Della necessità di ridare vita allo storico cuore industriale di Venezia, con proposte e idee non sempre condivisibili, si parla da decenni ma nemmemo l’onda di entusiasmo dei primi anni del 2000 che proponeva la creazione di un grande museo del mare è arrivata a nulla. Il risultato di quella stagione fu un bando europeo della Marina Militare, con richieste assolutamente insostenibili, andato deserto. Fatto sta che allora venne persa una grande occasione in un periodo non ancora toccato dalla crisi economica che ora ci attanaglia. Alla prossima amministrazione comunale, oltre ad un dialogo costante con le associazioni riunite nel “forul futuro arsenale”, chiediamo fin d’ora:

  1. Accelerazione nell’applicazione del disegno complessivo espresso nel Documento Direttore dell’Arsenale (da ora DDA) del 2014. Ogni azione e progetto proposto dovranno rientrare in un disegno globale di apertura al pubblico di tutto l’Arsenale nella sua interezza. L’Arsenale è sempre stato un impianto industriale unitario, talmente unitario da essere stato organizzato anche per un armamento seriale delle imbarcazioni militari. Questo concetto è espresso chiaramente anche nel primo decreto di vincolo posto dal MiBAC nel 1986 e poi allargato dai successivi decreti alla parte nord.

A differenza di quanto previsto dal DDA, la percorribilità del complesso non dovrà essere spezzata ma unitaria, priva quindi di barriere. Andrà quindi trovato un accordo con la Marina Militare per aprire al pubblico anche gli spazi di proprietà demaniale militare (edifici sulla darsena grande e Arsenale Vecchio) il cui immenso valore storico impone di trovare una soluzione per una loro fruizione libera dagli attuali vincoli.

Le singole realtà istituzionali e imprenditoriali presenti nell’Arsenale dovranno garantire la circolazione al pubblico senza barriere anche negli interni più significativi.

  1. La Biennale dovrà garantire la visitabilità del complesso nei periodo di chiusura dell’attività espositiva. Un esempio felice è senza dubbio l’iniziativa di apertura nel Carnevale. Per sostenere i costi potrà chiedere un biglietto di ingresso. Gli spazi della Biennale dovranno essere organizzati con pannellistica e altri supporti anche multimediali in grado di raccontare al visitatore la storia dei singoli edifici. Particolarmente importante sarà curare questi aspetti per le Corderie, le Fonderie e le Sale d’Armi visto il loro immenso valore storico, perlopiù dimenticato dalle amministrazioni. La Biennale dovrà però anche liberare l’ingresso presso le Fonderie trattandosi dell’accesso migliore al complesso, previsto peraltro nel progetto di Museo del Mare.
  1. La complessità storica dell’Arsenale e il suo interesse culturale mondiale impone la costituzione di un organismo scientifico di alto profilo di consulenza che esprima pareri sulle scelte da prendere. Ogni azione e progetto dovranno essere vagliati quindi da un comitato di esperti che fornisca pareri tecnici alla Soprintendenza BAA e al Comune.
  1. La fruizione degli edifici non ancora restaurati dovrà ovviamente passare per una fase di risanamento per metterli perlomeno in sicurezza. Particolarmente urgente appare, per l’importanza storica, un celere intervento sulle tese delle Galeazze.

A questo proposito appare fondamentale accedere anche ai finanziamenti europei.

  1. All’ingresso dell’Arsenale (qualunque sarà la via di accesso scelta ma sicuramente la migliore è quella delle Fonderie) dovrà essere allestito un centro per l’accoglienza dei visitatori con ampio ristorante, bookshop e vendita di merchandisings; supporti multimediali dovranno spiegare al visitatore dove si trova e cosa sta per visitare facendogli percorrere virtualmente i 1000 anni di storia di questa parte della città.
  1. L’Arsenale non dovrà limitarsi a diventare un percorso museale ma dovrà essere vivo. A questo scopo dovrà essere favorito l’insediamento di istituzioni, di attività imprenditoriali e artigianali e associazioni sportive e culturali compatibili con il complesso. Andrà quindi favorito l’insediamento di:

– istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla conservazione del patrimonio storico di Venezia e del Mare;

– istituzioni preposte alla ricerca e alla salvaguardia nel campo marino;

– attività imprenditoriali nel settore della piccola nautica con preferenza per la cantieristica tradizionale e tutto il settore artigianale legato alle imbarcazioni; a differenze di quanto prescritto dal DDA le attività cantieristiche tradizionali dovranno essere insediate nella parte sud.

– attività imprenditoriali impegnate nel settore della ricerca e della conservazione nel settore dei beni culturali e degli studi sul mare (es. imprese che operano nel campo del monitoraggio dell’ambiente marino, dell’archeologia, del restauro ecc.);

– associazione sportive e culturali compatibili (ad es. remiere, associazioni di studi storici);

Andranno favorite quelle attività che possano integrarsi anche nel percorso di visita per la particolare attinenza alla funzione storica dell’Arsenale.

Sarà opportuno prevedere la creazione di servizi comuni come in una sorta di incubatore di imprese e istituzioni così da permettere l’abbattimento dei costi e facilitare il superamento dei problemi burocratici particolarmente forti in questo luogo sottoposto a vincolo dal MiBAC.

Andrà infine favorito l’insediamento di grandi istituzioni di ricerca internazionali che potrebbero portare competenze di alto livello, posti di lavoro e un buon indotto a tutto il quartiere di Castello.

  1. Tra i progetti compatibili potrà rientrare anche quello di costruzione del Bucintoro ma solo dopo attenta valutazione dell’aspetto storico-filologico dell’iniziativa che dovrà portare alla costituzione di un laboratorio storico navale nella fase di costruzione. Va detto comunque che a questo progetto sarà certamente da preferire quello di recupero, documentazione, studio, consolidamento ed esposizione della galea trecentesca di S. Marco in Boccalama il cui interesse scientifico è indiscutibile e il cui richiamo turistico sarà probabilmente meglio spendibile. E’ bene che tutti sappiano che si tratta dell’unica galea medievale conservata, di un relitto in ottieme condizioni e forse del più importante ritrovamento archeologico-navale in assoluto: Il mondo si chiede come è possibile che non sia già stata recuperata. Il progetto di recupero della galea, di intesa con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, andrà comunque sostenuto con la costituzione di una Fondazione in grado di raccogliere i fondi privati necessari. La collocazione del relitto, nella parte sud, era già prevista nel progetto di constituzione del Museo del Mare, allora coordinato dalla Marina Militare, curiosamente ignorato del tutto nel DDA. Parte della progettazione dell’operazione, con studi di fattibilità, è già disponibile da tempo in uno studio commissionato dal CVR.
  1. Il Museo Storico Navale, di proprietà della Marina Militare, dovrà essere rilanciato sulla base di un accordo tra Ministero della Difesa e Comune. La sua collezione è straordinaria ma il suo allestimento è anacronistico e del tutto inadeguato e va quindi ripensato anche sulla base del progetto elaborato per il Museo del Mare dell’Arsenale. Il rilancio dovrà passare per un progetto di restauro, rilievo e studio delle barche utile per la creazione di un percorso espositivo adeguato.

Il Museo Storico Navale e il Padiglione delle Navi vanno integrati nel percorso di visita dell’Arsenale.

Conclusioni:

  1. Il nostro gruppo propone che il Documento Direttore dell’Arsenale, redatto dal Comune nel 2014, venga attuato nelle sue grandi linee in tempi rapidi. Questo documento, condivisibile nell’impostazione generale, appare lacunoso sulla questione dei rapporti tra Comune e Biennale e del rapporto tra quest’ultima e il complesso arsenalizio. La nostra proposta è che si arrivi a quell’unitarietà del percorso di visita dell’Arsenale, raccomandato dal Documento Direttore, chiedendo alla Biennale di liberare l’ingresso delle Fonderie e di rendere percorribili gli spazi occupati semestralmente (almeno le Corderie e le Sale d’Armi) nei mesi di chiusura delle attività espositive.
  2. Il nostro gruppo propone che in Arsenale, anche nella parte resa di recente disponibile dalla Marina Militare, vengano ospitate istituzioni nazionali ed internazionali di prestigo possibilmente legate al mare e ai beni culturali, e che si attraggano aziende ed imprese artigianali, compatibili con il complesso storico, nell’ottica che l’Arsenale non debba diventare solo un grande museo ma anche un complesso storico vivo in cui sia possibile creare posti di lavoro sia nel settore turistico-culturale sia in altri ambiti.

Relatore : Carlo BELTRAME

Nato a Venezia nel 1969 dove ho sempre vissuto. Laureato a Padova, specializzato a Trieste e dottorato ad Haifa. Insegno Archeologia all’Università Ca’ Foscari dove, tra le altre cose, mi occupo della storia e dell’archeologia della navigazione veneziana. Per molti anni sono stato libero professionista. Per ricerca ho organizzato missioni in Italia e all’estero. Ho lavorato volontariamente sul progetto di museo del Mare in Arsenale voluto dalla Marina Militare. A Venezia ho organizzato convegni e corsi che hanno visto la partecipazione di studenti e studiosi da tutto il mondo. Per lavoro ho avuto modo di conoscere bene la laguna e le sue isole: un ambiente perfetto per compiere opere inutili e costose fuori dagli sguardi indiscreti che andrebbe invece salvaguardato con meno cemento e più materiali tradizionali.

Non mi sono mai candidato in precedenza nè ho mai militato in un partito. Sono fortemente convinto che nella politica cittadina sia prioritario concentrare le energie per bloccare l’emorragia di residenti; per fare questo sono convinto che sia necessario promuovere attività lavorative qualificate, forme di incentivo e defiscalizzazione, il recupero degli immobili inutilizzati per farne abitazioni, il blocco immediato dei cambiamenti d’uso e verifiche capillari e severe delle forme di affittanze turistiche.

30aprileCarloBeltrame

5 candidati in uscita dalla lista Casson. Comunicato stampa 30 aprile 2015

BREAKING NEWS ore 16.20

Al comunicato stampa aderisce anche Elisabetta Lombardi che, dopo aver appreso dai Social la notizia, ha immediatamente rinunciato alla candidatura, venendo meno quei presupposti per cui si era resa disponibile: una lista civica, appunto, formata da persone digiune di politica, ma piene di impegno civico.

COMUNICATO STAMPA

Venezia, 30 aprile 2015

Facendo nostre le istanze del Gruppo 25 Aprile, in rappresentanza del quale ci eravamo candidati alle elezioni comunali di Venezia, abbiamo deciso a malincuore ma concordemente di rassegnare la nostra rinuncia alla candidatura all’interno della lista Casson.

La scelta del Senatore Felice Casson – con cui abbiamo condiviso un percorso di campagna elettorale importante e intenso – di inserire nella lista “civica” come capolista il suo “ex” antagonista alle primarie Nicola Pellicani, scavalcando Giovanni Pelizzato, ha colto del tutto di sorpresa sia noi che gli altri candidati della lista essendo stato presentato come un fatto compiuto solo alla mattina di lunedì quando sono iniziate le raccolte delle firme per la presentazione delle liste. Questo gesto è apparso subito, sia a noi che a tutta la piattaforma civica, come una beffa che ha fatto venire meno la fiducia riposta in Casson. Pur non avendo nulla di personale nei confronti di Pellicani, siamo convinti che la mossa di inserire, all’ultimo momento, l’ex sfidante come capolista sia stata non solo scorretta nel metodo ma anche sbagliata nei contenuti. Pellicani infatti, nel corso delle primarie, aveva manifestato idee profondamente divergenti rispetto a quelle di Casson, e in particolare del tutto indifferenti alla città storica e alla laguna. L’inserimento di Pellicani, avvenuto con i metodi della peggiore politica e con motivazioni grigie, è per noi un atto di snaturamento della lista civica che, per coerenza con lo spirito che ha mosso il Gruppo in questi mesi, non possiamo accettare e da cui intendiamo prendere le distanze.

Il nostro impegno civico quindi continuerà fuori lista da dove saremo attivi con proposte e vigileremo perché la città di Venezia abbia degli amministratori degni del suo nome e degni della sua Storia.

Carlo Beltrame, Veronica Scarpa, Nicola Tognon, Selina Zampedri

Selina ZampedriSelina

30aprileCarloBeltrameCarlo

30aprileNicola Nicola

30aprileVeronicaScarpaVeronica

Con l’adesione di:

Elisabetta Lombardi

30aprileElisabettaLombardi

26 aprile 2015: Diamo un Futuro alle nostre Isole?

Burano byTagliapietra

Incontro pubblico con il Senatore Felice Casson,

organizzato dal Gruppo25Aprile

Palazzo da Mula (Murano)

26 aprile 2015 alle ore 15

Moderatore:

Marco Gasparinetti

Relatori:

Stefano Bravo e Saverio Pastor: “Tutela e promozione dell’artigianato tipico lagunare”.

Francesco Zane (Burano): “La rinascita dell’Arcipelago Torcellano”.

Carlo Beltrame: “Il futuro delle isole dimenticate della Laguna”.

Cesare Peris: “Diritto alla mobilità e Parco Laguna Nord”.

Lucia Cimarosti: Murano cambia; produttività e vita in isola.

Credits foto:

Alessandro Tagliapietra

L’incontro è aperto a tutti, senza distinzione di affiliazione o credo politico; per dare spazio alla partecipazione attiva del pubblico, ad ogni relazione farà seguito una sessione di domande e proposte al candidato Sindaco Felice Casson, che ringraziamo per avere accolto l’invito.

25 aprile 2015: primo compleanno. Festeggiamo?

riva schiavoni..e certo che festeggiamo, ma un giorno solo non basterà, visto il cammino già percorso. Calendario provvisorio dei festeggiamenti operosi:

Venere 24 aprile alle ore 17.30, Santa Maria delle Grazie (Mestre)

Incontro pubblico con Felice Casson, candidato Sindaco

Proposte, domande e risposte sui seguenti temi, che verranno introdotti dai relatori designati:

Nicola Tognon: “Salute, sicurezza e decoro come premesse necessarie per il rilancio della Civitas mestrina”;

Miriam Bruson: “Fare impresa a Mestre”;

Guglielmo Feliziani (Presidente Basket Mestre): “Fare sport a Mestre”;

Selina Zampedri: “La mobilità acquea Mestre-Venezia: prospettive e proposte per il futuro”.

Sabo 25 aprile alle ore 20, Ristorante al Giardinetto (Venezia LIDO)

Cena di festeggiamento del primo anno di attività del gruppo:

NB prenotazione obbligatoria via email (per chi non l’avesse ancora fatto)!

Costo della cena completa, bevande incluse 50 euro; i posti disponibili sono 50 e le prenotazioni verranno chiuse al raggiungimento del 50° iscritto.

Come prenotare? Srivendo una email a: 25aprile2015@gmail.com

Domenega 26 aprile alle ore 15, Palazzo da Mula (Murano):

Incontro pubblico per le isole della LAGUNA NORD:

Relatori:

Stefano Bravo e Saverio Pastor: “Tutela e promozione dell’artigianato tipico lagunare”.

Francesco Zane (Burano): “La rinascita dell’Arcipelago Torcellano”.

Carlo Beltrame: “il futuro delle isole dimenticate della laguna”.

Cesare Peris: “Mobilità acquea e Parco Laguna Nord”.

Rio dei Vetrai

Su questa pagina troverete gli aggiornamenti eventuali, ma nel frattempo segnatevi le date: per festeggiare il nostro primo compleanno, lo sforzo organizzativo è considerevole (tre eventi in tre giorni). Contiamo su di voi per il passa-parola affinché la partecipazione sia all’altezza delle energie profuse, a titolo assolutamente gratuito, da tutte le persone che stanno contribuendo all’organizzazione dei tre eventi, alle quali va fin d’ora (a titolo di acconto) il più sentito dei ringraziamenti!

Quale futuro per Venezia? Incontro pubblico, sabato 7 marzo

7marzo2015 LocandinaPer preparare questo incontro, abbiamo elaborato alcune schede tematiche che verranno rese pubbliche dopo l’incontro. In particolare, al Senatore Casson intendiamo rivolgere domande e proposte sui seguenti temi:

  1. Arsenale, inteso anche come opportunità di insediamento per attività imprenditoriali, artigianali, istituzionali e associative;
  2. Casa e residenzialità (edilizia pubblica e privata);
  3. Mobilità acquea e Parco Laguna Nord;
  4. Salute, sicurezza e decoro urbano;
  5. Commercio, con particolare riferimento alle problematiche di Mestre.

Moderatore:

Marco Gasparinetti

Relatori:

Carlo Beltrame, Veronica Scarpa, René Seindal, Nicola Tognon, Alessandra Regazzi

Interventi:

Paolo Apice (sociologo), Paolo Lanapoppi (Italia Nostra),

Alice Veronese (Servizio Disabili Sensoriali della Provincia di Venezia)

NB l’incontro è aperto al pubblico e alla stampa; considerate le numerose adesioni già ricevute raccomandiamo puntualità a chi volesse trovare posto a sedere: la sala ha una capienza limitata.

Gruppo25Aprile e LiberaVenezia

Navigazione articolo