12 agosto: sestier de Santa Crose, “angolo degli oratori” ai Giardini Papadopoli. Il motivo di un’iniziativa organizzata alla vigilia di ferragosto, e nonostante questo “partecipata” oltre ogni previsione, l’abbiamo riassunto qui:
Per dare un seguito all’iniziativa e andare oltre il “recinto” dei singoli gruppi, comitati e associazioni, nei giorni successivi viene lanciata la pagina facebook “Veneziamiofuturo”:
..il resto è “storia recente”: sono gli incontri pubblici organizzati nei sestieri di Cannaregio (13 ottobre) San Polo (27 novembre) e Dorsoduro (16 dicembre) per finire l’anno in bellezza con l’ironica “presa della Misericordia” (31 dicembre).
Anno denso di iniziative, il 2016: contando anche l’assemblea sul futuro della fortezza di Sant’Andrea (sala San Leonardo strapiena, a gennaio) e la conferenza con il Magistrato alle Acque (scoletta dei Calegheri, il 30 maggio), lo sforzo organizzativo del Gruppo25Aprile ha permesso di realizzare 7 incontri pubblici in 12 mesi. Un grazie di cuore alle decine e decine di attivisti che hanno reso possibile questo piccolo miracolo, interamente auto-finanziato.
Semestre molto intenso, farne una sintesi non è cosa facile e per renderla più “agile” l’abbiamo divisa in più parti; per chi non avrà il tempo o la voglia di leggerci c’è un piccolo “cammeo” natalizio, sul canale youtube inaugurato proprio il 2 luglio 2016:
Dunque, alla fine della prima parte ci eravamo lasciati con il mese di giugno quando nel silenzio più assoluto preparavamo l’operazione a sorpresa che il 2 luglio avrebbe addobbato finestre e balconi delle nostre case, statue e ponti di Venezia, otto istituti scolastici superiori e pure un vaporetto in corsa! A futura memoria, la mappa di case, scuole e “statue parlanti” del 2 luglio era questa:
Riassumere l’enormità del lavoro fatto in quelle settimane è quasi impossibile: per farlo ci vorrebbe un libro (un giorno chissà..) ma per ripercorrere a ritroso la macchina del tempo di #Veneziamiofuturo potete utilizzare questo link (che permette di ritrovare anche le foto del “backstage” e il segreto di fabbricazione dei nizioi):
Per poter effettuare le riprese rispettando i limiti di velocità, avevamo organizzato una piccola “flotta” di cinque imbarcazioni che seguendo percorsi diversi hanno coperto tutti i sestieri, ed il momento è arrivato per ringraziare le persone che ne hanno preso i comandi: Dario, Lillo, Giulia, Fabio e Giorgio!
Ad effettuare le riprese video e fotografiche, distribuiti sulle varie barche, una squadra eccezionale: Stefano Soffiato, Philippe Apatie, Marco Secchi, Alessandro “Bibi” Bozzato, Althea Pauletto. Dietro le quinte, una batteria di lancio per fare in modo che le immagini arrivassero anche nelle redazioni.
Per le riprese dei “nizioi” che non erano visibili dai canali, i nostri “fanti da mar” Loredana Spadon e Max Vianello hanno percorso chilometri di ponti, calli e campielli alla ricerca dei più nascosti.
Risultato? All’ora di pranzo, le redazioni di giornali e telegiornali avevano già ricevuto decine e decine di immagini come queste. Non una sfilata di bandiere tutte uguali, ma tele di stoffa tagliate su misura ( i nostri “nizioi”) con parole d’ordine declinate e decorate secondo la sensibilità individuale di ognuno di noi, che coprivano tutti i sestieri e le tipologie di case: dagli 80 centimetri delle finestre più piccole ai 12 metri di certi balconi sul Canal Grande, è stato un lavoro da “sartoria” artigianale.
Simultaneamente, analoghe foto cominciano a piovere sui tavoli delle redazioni da Parigi e da Varsavia, dal Brasile e dalla Svizzera dove sventolano lenzuola prodotte “in loco”, e le scuole di Venezia si presentano cosi:
Senza pubblicità sui giornali, senza proclami su facebook, senza partiti né sindacati alle spalle, il passaparola fra semplici cittadini ha funzionato e l’effetto sorpresa garantito, tanto che il risultato sorprenderà anche i quotidiani nazionali:
Il 2 luglio 2016, parlano pure le statue! Dopo secoli di silenzio, il gobbo di Rialto a Venezia e il Pasquino di Roma riprendono il dialogo a distanza interrotto ai tempi di Pietro l’Aretino:
Sorpresa nella sorpresa: a mezzogiorno ritrova la parola la statua di Carlo Goldoni in campo San Bortolo, con un cartello di satira pungente che conserviamo fra le nostre “reliquie”, e simultaneamente parlano le statue di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, in campo Manin e in campo Santo Stefano, scambiandosi le loro impressioni sullo stato attuale della res publica:
Le nostre “volanti” guidate da anonimi eroi con piglio risorgimentale hanno fatto miracoli, quel giorno !!! Peccato non poterli ringraziare con nome e cognome: se non lo facciamo è per non metterli in imbarazzo ma il gruppo ha buona memoria e non dimentica.
7 luglio: #Veneziamiofuturo si appella all’UNESCO, con una lettera alla direttrice generale Irina Bokova.
Il testo in discussione a Istanbul è quello che per primi avevamo diffuso e tradotto in italiano, il 3 luglio:
14 luglio (anniversario della presa della Bastiglia): nonostante i tentativi di rinvio e alla vigilia di un tentativo di colpo di Stato (l’UNESCO si riuniva in Turchia!) la Risoluzione viene adottata senza modifiche e occuperà le pagine dei giornali il giorno successivo; in stile “Radio Londra”, siamo noi i primi a darne notizia in tempo reale, sul nostro canale youtube:
Conclusa con successo la mobilitazione lampo (“flashmob”) del 2 luglio, incassata la risoluzione che a gran voce avevamo sollecitato all’UNESCO, avremmo potuto “staccare la spina” per qualche settimana e goderci la copiosa rassegna stampa, che sarebbe impossibile riprodurre qui per intero.
.. e invece no: il riposo non faceva per noi, in quel luglio caldissimo: 16 luglio 2016, seconda “mobilitazione lampo” coordinata da Nicola, Anna e Philippe, con il supporto tecnico di Cesco e Alessandra:
“Col Redentor Venessia se stua” – diceva il vecchio adagio (“con la festa del Redentore Venezia si spegne”, nel senso che la gente parte in ferie).
Veramente? Nel caso del Gruppo25Aprile non è andata proprio cosi: la mobilitazione lampo #Veneziamiofuturo si avviava a diventare campagna di opinione, con incontri pubblici in tutti i sestieri (quello conclusivo si terrà il 20 gennaio): una scommessa mai tentata prima, nata ai giardini Papadopoli il 12 agosto; una scommessa che siamo riusciti a vincere, perché le promesse si mantengono e la parola data per noi è sacra, ma di questo parleremo nella prossima puntata (la terza parte di “2016, un anno in sintesi”).
Se tutto questo è stato possibile, è perché intorno all’idea iniziale si sono aggregate le migliori energie che sotto la cenere forse attendevano un evento catalizzatore, come un fuoco mai spento, attizzato anche dalla infelice dichiarazione di un Sindaco che aveva detto “il futuro di Venezia è a Mestre, dove c’è la gente che vive”.
#Veneziamiofuturo è stato uno scatto di reni corale che ha coinvolto più di 300 attivisti, e siamo solo all’inizio: la pagina facebook creata nelle settimane successive ha già superato i 3.500 iscritti e fra di loro ci sono sicuramente altre persone in grado di darci una mano alla prossima occasione, se lo vorranno:
Cronologia di un anno straordinario sotto molti aspetti, tanto che pur selezionando le notizie abbiamo dovuto dividerla in tre parti. Questa è la prima, la seconda verrà pubblicata a breve.
30 gennaio: il gruppo25aprile organizza e coordina una pubblica assemblea in cui 20 associazioni e comitati prendono posizione contro il progetto di delibera sulla concessione della fortezza di Sant’Andrea; la delibera, adottata dal consiglio comunale pochi giorni dopo, a notte fonda e fra le proteste del pubblico presente, verrà successivamente annullata dal tribunale amministrativo regionale (v. cronologia del mese di maggio).. segno che forse non avevamo tutti i torti.
13 febbraio: continua la “battaglia delle bricole” lanciata a dicembre di concerto con altre realtà associative fra cui il gruppo diportisti Laguna veneta. Prima tappa, lettera al prefetto Cuttaia che ci risponde nel giro di 24 ore, a conferma della gravità del problema da noi sollevato, oltre che della serietà di un Prefetto Gentiluomo al quale formuliamo i più sinceri auguri di successo nel suo nuovo e prestigioso incarico a Roma.
Seconda tappa: diffida al ministro Delrio e al Provveditore interregionale per le opere pubbliche (ex Magistrato alle Acque) che da lui dipende.
23 marzo: primo successo nella “battaglia delle bricole”, con la circostanziata risposta del Provveditore alla nostra diffida: primi fondi in arrivo e censimento completo di tutte le bricole lagunari, suddivise in tre tipologie a seconda delle necessità di manutenzione o sostituzione, di cui nessuno ancora conosceva il numero esatto.
1-31 marzo: il gruppo25aprile pubblica una serie di articoli sulla galassia di imprese che fanno capo al sindaco in carica e a volte fanno buoni affari con le partecipate comunali; le nostre denunce trovano eco anche nella carta stampata:
La reazione del sindaco, vista dalla satira:
..ma la realtà supera la satira, e la previsione di cui sopra si è puntualmente avverata, con l’inedito caso di un sindaco che “blocca” decine di cittadini dal suo profilo twitter. Lezione per il futuro: mai mettere il naso negli intrecci di interessi fra pubblico e privato, anche se la mappatura da noi pubblicata era semplicemente il risultato di visure camerali accessibili a tutti.
13 aprile: emergenza bricole, terza tappa. Incontro con il Provveditore alle opere pubbliche, ing. Roberto Daniele che con il suo staff ci presenta i risultati del censimento effettuato e i problemi di finanziamento, che trovano subito ampio risalto nella stampa locale:
Emergenza bricole, quarta tappa: i risultati del censimento e le cartografie realizzate vengono presentati in un incontro pubblico con la cittadinanza alla scoletta dei calegheri:
Emergenza bricole, la nostra battaglia continua con un blitz a sorpresa: delle bellissime bricole in scala ridotta, prodotte a spese nostre, che a sorpresa compaiono sui banchi del consiglio comunale il 14 aprile a sostegno della mozione presentata dal gruppo consiliare M5S e approvata all’unanimità (!!!) grazie anche alla nostra visibile presenza in aula.
29 aprile: la nostra reazione al “blitz” con cui il sindaco aveva appena portato in consiglio comunale una sorprendente mozione in cui si spacciava lo scavo delle tresse come il “progetto scelto dai cittadini veneziani”, mentre in campagna elettorale ci era stato esplicitamente garantito che no, non serviva affatto scavare nuovi canali:
26 maggio: il tribunale amministrativo regionale accoglie il ricorso di Italia Nostra e annulla la delibera da noi contestata, con riferimento alla Fortezza di Sant’Andrea, per mancata consultazione della Municipalità di Venezia il cui Presidente Andrea Martini aveva fatto mettere a verbale questo macroscopico vizio di procedura, in occasione del dibattito sulla delibera contestata.
29 maggio, il sindaco di Venezia (!!!) dichiara “il futuro di questo Comune non è Venezia, è Mestre dove c’è la gente che vive” e per noi si apre un capitolo nuovo. La città si sente tradita, sembra quasi senza parole, da più parti ci viene chiesto di organizzare una risposta forte: siamo o non siamo quelli che a sorpresa sono riusciti nella “beffa della Fenice”? Siamo o non siamo il gruppo che ha coordinato la memorabile campagna contro lo scavo del Contorta?
La nostra risposta cova sotto la cenere, si organizza con il passaparola e prende forma poche settimane dopo: si chiama “il nostro futuro è Venezia”, si concretizza in una mobilitazione lampo senza precedenti e segna l’inizio di una campagna di opinione dal nome #Veneziamiofuturo, ma di questo parleremo nella seconda parte della cronologia di un anno fuori dal comune, dove ci sarà spazio anche per i doverosi ringraziamenti a chi l’ha reso tale.