Videointervista e testi: Kara Fox (CNN, 15 giugno 2019)
Traduzione italiana: Luca Velo
Il video:
https://edition.cnn.com/videos/travel/2019/06/14/cities-battle-with-overtourism-venice-lon-orig-travel-mkd.cnn?fbclid=IwAR0LA6HnEmUaCKGBYD1s9nkp6tx1NKqzzErnWcXdPE-MxNL0sLzl-6v_QO8
Il testo originale, consultabile a questo indirizzo:
https://edition.cnn.com/travel/article/venice-tourism-overcrowding-intl/index.html?fbclid=IwAR2RS9Fv2pDVEp16ihGmbSWvEZU2_Lpdzxbb0FgumSNmEuxbgbirZ25vbaM
“Venezia in prima linea contro l’iperturismo”
(Kara Fox, CNN) – Passeggiando per una calletta stretta nel sestiere di S. Marco, una coppia sosta di fronte una vetrina di articoli in pelle, uno tra i centinaia di negozi “autenticamente veneziani”che costellano le principali arterie turistiche della città. Tenendosi per mano, si fermano per ammirare il famoso Canal Grande. “Permesso!” urla loro un passante in fretta e furia, a loro che inevitabilmente si erano posti nel mezzo del passaggio. “Siamo in Europa, camminate tenendo la destra!”. È una scena ricorrente in giro per la città, una scena tanto famosa a Venezia come i suoi campielli medievali, la sua architettura, le sue opere d’arte ed i suoi canali nei quali fanno eco le canzoni dei gondolieri.
Venezia ha accolto più di 36 milioni turisti internazionali nel 2017, con un incremento del 10% rispetto l’anno precedente. Mentre i viaggiatori alimentano l’economia della città, essi sono anche la causa del problema più grande di Venezia: il sovraffollamento.
Da aprile a ottobre, secondo l’autorità portuale, un numero stimato di 32.000 croceristi giornalmente sbarca in città. In agosto, un numero ulteriore di 465.100 giornalieri attraversano la città, aggiungendosi al caos di un ulteriore 2,2 milioni di turisti che pernotteranno secondo le previsioni dell’Agenzia Nazionale del turismo. Molti veneziani sono del parere che tutti dovrebbero avere il diritto di fare l’esperienza della bellezza della loro città ma dicono anche che un costante incremento di turisti sta progressivamente rovinando questa esperienza per tutti.
Le navi da crociera hanno causato un danno ambientale significativo ai canali e alla laguna della città.
Le brevi visite turistiche mettono a dura prova le infrastrutture già sovraccariche della città e gli affitti brevi di Airbnb hanno stravolto il costo degli alloggi e delle condizioni di vita della popolazione locale, che alla fine decide di andarsene altrove.
Una fragile società anfibia
I turisti visitano Venezia dall’inizio del 1700 e sono sempre stati una parte vitale del paesaggio urbano della città. Ora però, come si può mantenere questa dimensione sostenibile ed il paesaggio urbano intatto per il futuro è un grande punto interrogativo. Luca Velo, ricercatore all’Università di Venezia, racconta a CNN Travel: “L’interrogativo principale oggi è l’assoluta assenza di una visione generale per il futuro. Noi oggi non riusciamo a dare una misura su quanto il turismo di massa impatterà il futuro di questa città, quello di noi cittadini e dello straordinario ambiente che qui abbiamo”.
Per anni le autorità locali sostengono di aver preso iniziative in questo senso. Nel novembre 2017, il Governo italiano annunciò di impedire l’accesso al bacino di San Marco, le navi da crociera con un peso superiore alle 100,000 tonnellate, consentendo loro invece di ormeggiare a Marghera, l’area industriale di Venezia sulla terraferma.
La scorsa primavere, le autorità locali introdussero degli accessi a forma di tornelli per contenere il passaggio nelle arterie più congestionate, soprattutto in corrispondenza dei fine settimana a bollino nero. Inoltre nell’alta stagione, degli assistenti-polizziotto in grado di parlare inglese, chiamati “angeli del decoro” piantonano in alcune delle aree più congestionate della città, a riprendere alcuni turisti con i piedi a mollo nei canali o sorpresi a bere o mangiare in luoghi vietati (ai turisti le multe possono ammontare fino a 500€).
Ora Venezia sta ipotizzando di imboccare una strada ancora molto controversa. A partire da settembre, una nuova delibera comuanle richiederà ai turisti giornalieri di pagare una tassa di sbarco di 10€. I turisti che pernotteranno a Venezia saranno esentati, dato che la tassa di soggiorno viene comunque richiesta I residenti, molti dei 30.000 pendolari giornalieri, studenti e bambini sotto i sei anni non saranno soggetti a tale tassa.
Simone Venturini, assessore comunale e consigliere economico, racconta a CNN Travel che gli introiti di tale tassa convergeranno a sostenere i costi per lo smaltimento di rifiuti e per far fronte a garantire la sicurezza urbana. Dei pendolari che beneficiano dei servizi della città senza alcuna spesa dentro la città stessa, dice: “almeno potranno lasciare un contributo che permetterà alla municipalità di diminuire i costi che al momento sono sulle spalle dei cittadini”.
“Crediamo che quelli che vengono qui dovrebbero stare qualche giorno potendo fare esperienza della città lentamente, perdersi per i canali di Venezia e apprezzare tutte le isole e i luoghi che forse sono meno famosi rispetto a San Marco e il Ponte di Rialto”. Venturini poi aggiunge che il turismo “deve essere gestito non chiudendo i portoni e bloccando la città, ma incentivando un turismo di qualità”.
Ne frattempo le autorità municipali sostengono che la tassa aiuterà a rendere la città più sostenibile per turisti e cittadini, altri dicono sia antidemocratica, un sistema non inclusivo che paragonaVenezia ad un parco divertimenti.
In giro per l’Europa molte città stanno compiendo sforzi considerevoli nella lotta al sovraturismo.
In Belgio, Bruges sta eliminando gli annunci pubblicitari per le visite giornaliere e sta riducendo il numero di attracchi di navi da crociera nel porto di Zeebrugge.
L’impennata nel numero di visistatori di Amsterdam ha raggiunto i 18 milioni nel 2018, suggerendo all’ufficio del Turismo dei Paesi Bassi di bloccare le campagne pubblicitarie, sostenendo che il focus al momento non è promuovere la “destinazione” ma la “gestione”.
A che ora chiude Venezia?
Marco Gasparinetti, avvocato ambientalista e portavoce del più grande gruppo di attivisti di Venezia, il Gruppo 25 Aprile, ha raccontato a CNN Travel che talvolta i turisti americani gli chiedono a che ora chiude Venezia.
Gasparinetti ritiene che la tassa di sbarco non risolva il vero problema di Venezia con l’iperturismo e pensa che di fatto non scoraggerà i turisti. Il suo gruppo, la cui missione principale è quella di preservare la residenzialità in modo da evitare che la città diventi un “parco tematico”, chiede invece di definire un tetto massimo o soglia di carico: “Venezia, per essere apprezzata dai turisti, ha bisogno anche di esistere come luogo della vita quotidiana. Cinquant’anni fa, ci vivevano circa 150.000 persone. Ora, solo 53.000 residenti sono rimasti. Tra una popolazione anziana e una popolazione giovane, con alti livelli di istruzione che cerca opportunità di lavoro al di fuori del settore turistico, Venezia annualmente vede una perdita netta annua di abitanti di 1.000 unità.
“Abbiamo bisogno di creare alla gente le condizioni per rimanere” Gasparinetti dice, aggiungendo che non esistono a Venezia occasioni lavorative per giovani laureati “fatto salvo che non si voglia fare il cameriere o il venditore di paccotiglia turistica nei chioschi”.
Nonostante tutto la città ogni anno accoglie qualche nuovo residente ma questi tendono ad essere estremamente benestanti, Gasparinetti osserva che la città sta progressivamente perdendo la sua classe media.
Nel frattempo, molti veneziani che lasciano che i loro appartamenti vengano affittati su Airbnb che, come dicono in molti, incoraggia l’arrivo di sempre nuovi turisti che la città non è più in grado di gestire.
L’artista Deirdre Kelly, che vive qui da 15 anni, crede che al posto di introdurre una tassa turistica, l’amministrazione comunale dovrebbe provare a gestire Airbnb e gli altri canali di affitti brevi.
Una gallina dalle uova d’oro
Il turismo, e il settore lavorativo turistico, sono la base della vita per molti residenti. Il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Pino Musolino, dice che se le navi da crociera affollano le calli con i migliaia di pedoni che scaricano, alla fine esse creano fino a 6.000 posti di lavoro per la popolazione locale. “30 milioni e più di turisti annui sono come una gallina dalle uova d’oro e un modo molto ma molto semplice per fare soldi”. Musolino racconta a CNN Travel. “Alla fine è sempre guadagno e mai perdita” lui dice.
Ancora, Musolino crede che sia il tempo ormai per iniziare a pensare a creare lavoro fuori dal settore turistico, convenendo sul fatto che limitare il numero di viaggiatori in certi momenti dell’anno potrebbe essere d’aiuto. “Non è perché vorremmo chiudere la città o sbarrare i cancelli” Musolino aggiunge, ma per la sfida che coincide con l’idea che Venezia è un museo a cielo aperto, dice:“Non penso proprio che qualcuno sarebbe felice di vivere in una città che appaia come un contenitore bellissimo completamente vuoto all’interno”.
Nella foto: un’immagine scattata durante le riprese
