Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per la categoria “#AcquaAlta”

Acqua alta 1 mese dopo

In questa pagina abbiamo sempre cercato e cercheremo di tenerci a distanza da due estremi: il “piangerci addosso” come se nulla fosse stato fatto in questi 30 giorni, e l’eccesso opposto che consiste nel “minimizzare” come se non fosse successo niente o anche, come dice un video che circola sui social, come se questa fosse stata soltanto “l’ennesima acqua alta”. No, non lo è stata e l’entità dell’evento eccezionale ha superato ogni previsione.

La macchina dei soccorsi ha funzionato, quella dei rimborsi si è messa in moto e chi vorrà chiedere un contributo per il ripristino della funzionalità dei luoghi (cosa diversa dal risarcimento dei danni, che è esplicitamente escluso) può farlo grazie all’ordinanza n. 616 del 16 novembre, pubblicata in G.U. del 21 novembre ad opera del Capo del Dipartimento della Protezione Civile.

La modulistica è stata approntata dal Commissario Delegato nella figura del Sindaco e, per la prima volta, sportelli decentrati sul territorio stanno dando assistenza per la compilazione dei moduli (in occasione dell’acqua alta precedente lo avevamo fatto noi a titolo gratuito, stavolta sarebbe stato semplicemente impossibile viste le migliaia di persone coinvolte). Di questo abbiamo dato atto al Commissario delegato e ai suoi uffici, nella lettera con cui ieri abbiamo chiesto una proroga dei termini che salvo decisione contraria scadono il 20 dicembre alle 13.

Quello che segue non è quindi un “cahier des doléances” ma un semplice e sicuramente incompleto censimento delle criticità che persistono ad un mese di distanza dalla seconda acqua più alta di tutti i tempi. Se ce ne sono altre potete segnalarcele a: 25aprileVenezia@gmail.com

Per domande relative ai contributi pubblici (scadenza tassativa per le richieste di contributo: 20 dicembre alle 13) potete invece scrivere a: segreteria@commissariodelegato.venezia.it o telefonare allo 041/041 per fissare un appuntamento in tempo utile (prima del 20 dicembre).

Esempi di criticità non ancora risolte

Le più clamorose sono due:

Ca’ Pesaro al freddo e al buio che manda i Klimt a Vicenza, e

i bambini di Dorsoduro costretti ad andare alla XXV aprile di Sacca Fisola (!!!) perché la scuola Santa Teresa è ancora chiusa.

Dato che ne ha parlato anche la stampa quotidiana, per questi due casi rinviamo alla rassegna stampa.

Fra le situazioni critiche segnalate all’interno del gruppo ci sono:

  • i danni all’Archivio librario del Centro Internazionale della Grafica di Venezia: molti libri di queste edizioni curate artigianalmente sono andati perduti.
  • Stamperia di Paolo Olbi al collegio Armeno di Ca’ Zenobio, ha avuto molti danni. Ci sono macchinari storici per la stampa.
  • Falegnameria dietro S. Giacomo dell’Orio: “La Bottega del Falegname” persi macchinari e materiale per diverse decine di migliaia di euro.
  • I pontili ACTV ancora inattivi, come Santa Maria del Giglio e Arsenale (il primo dicembre, data del referendum, erano molti di più e quelli complessivamente danneggiati erano venti); i pontili S.Elena e Giardini chiusi per metà, per cui saltano alcune corse come il 6.
  • Ascensori e riscaldamento fuori uso al distretto sanitario Giustinian.
  • Vaccini antinfluenzali andati sott’acqua e non più disponibili presso alcuni ambulatori di medici di base.
  • Uffici postali:  ancora chiusi quelli di via Garibaldi e quelli di fondamenta del Gaffaro.
  • Giudecca e Murano: Bancomat Poste fuori uso in entrambi gli uffici postali.
  • Banca Intesa in riva martiri distrutta o quasi , la riva da largo marinai d’Italia fino a S Elena mura e colonnette incartate e transennate con il nastro, la cornice marmorea del monumento alla Partigiana ancora in acqua sui cubi.
  • Filiale Unicredit delle Zattere chiusa compreso sportello bancomat; filiale Banca Intesa di via Garibaldi, compreso bancomat, non ancora agibili.
  • Palestra scuola Sanudo inagibile fino a data da destinarsi. La scuola di danza Edda Marcialis chiusa per 2 settimane.
  • La ludoteca di Villa Groggia a Sant’Alvise è ancora chiusa.
  • Nel negozio di parrucchiere in campo della Lana, dove era stato fatto un restauro completo lo scorso anno, danneggiato l’arredamento, saltate le porte in legno, la lavatrice buttata, danni all’ impianto elettrico.. e 10 giorni di mancato incasso per le continue acque alte dei giorni successivi al 12 novembre – gli esempi come questo sono numerosi, purtroppo.
  • Molti panifici hanno dovuto chiudere in quei giorni, e alcuni non hanno più riaperto.
  • I piani terra di molte abitazioni sono tuttora inagibili, alcuni iscritti al gruppo hanno trovato ospitalità da altri ma il dramma umano vissuto in alcune case di proprietà comunale dove vivono persone particolarmente fragili meriterebbe un capitolo a parte.

Per concludere questo censimento provvisorio, proponiamo due testimonianze. Quella di una bottega artigiana e quella di una famiglia.

I) In campo Santa Maria Mater Domini l’hanno vissuta così:

“Con circa 65 cm di acqua dentro la tipografia abbiamo perso le due macchine storiche da stampa Heidelberg una tipografica e una litografica offset rispettivamente di 73 e 53 anni, con cui stampiamo ancora circa il 50 per cento dei nostri lavori.
Non ti posso spiegare cosa proviamo noi per queste due bestiacce.

Anche una discreta parte dei caratteri di piombo non si è salvata, ma questo è meno grave visto la frequenza con cui li usiamo…

Purtroppo anche la stampante digitale (un investimento che abbiamo rinnovato all’inizio di quest’anno) da cambiare totalmente. Poi il bromografo (macchinario per impressionare le lastre di stampa offset) completamente allagato e da cambiare.

Anche il tagliacarte, macchinario al pari degli altri indispensabile. Ma non so ancor dirti se ha subito danni.

Tantissima carta, gran parte dei lavori in consegna, montaggi dei lavori quasi tutti persi.

In più una parte di impianto elettrico da rifare.

Non avendo riserve di denaro come tante attività artigianali, ci tenevamo a galla giusti giusti”

II) Alla Giudecca abbiamo invece raccolto questa testimonianza:

Quota 120, Giudecca. Le onde alle 22.45 del 12 novembre hanno sfondato la porta e sono entrate dalle finestre rendendo ovviamente vano il sistema di pompe normalmente utilizzato durante le acque alte. Il livello dentro l’appartamento è ben segnato dalla tuta da lavoro appesa. Tutto il mobilio si è ribaltato tra le onde. La foto è scattata a riordino inoltrato. Sono occorsi 9 volontari e tre giorni di lavoro per svuotare completamente l’appartamento, che è tuttora inagibile ad un mese di distanza.

Giudecca

Post Scriptum:

Un invito a chi volesse inviare aiuti o lo avesse già fatto: chiedete che il loro utilizzo venga rendicontato nel dettaglio, perché sarebbe veramente triste se in queste circostanze ci fosse chi trova il modo di speculare sullo slancio di solidarietà provocato dalle immagini televisive. Al tempo stesso, evitate di pensare che “tutto è già a posto” perché cosi non è: il massimale dei contributi pubblici su cui possiamo attualmente contare è di 5.000 euro per le famiglie e 20.000 per le attività economiche, che arriveranno solo fra qualche mese e dopo presentazione di “fatture quietanzate”. In alcuni casi, come quello delle grafiche ellemme qui segnalato, il massimale è chiaramente insufficiente.

Per chi volesse fornire un aiuto diretto e senza intermediari alle grafiche ellemme, lo strumento da utilizzare è questo:

https://www.gofundme.com/f/venice-help-grafiche-ellemme?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=p_cp+share-sheet&fbclid=IwAR0AGp2Y0Vst_HjZZEp9LpPXDbIrhh3fA1InNoAsSi2jHqMrcZGhZngGBtI

 

Comunicado de prensa acerca de las inundaciónes “excepcionales” de Venecia

Con los 187 cms grabados a las 22:55, la acqua alta del 12 de noviembre ha sido la inundación “excepcional” más perjudicial después de la del 4 de noviembre del 1966, y bajo muchos aspectos ha sido también la más diferente de las anteriores: por la velocidad y el fuerte impacto con lo cual ha entrado a la fuerza en nuestras casas, en nuestras tiendas y en nuestros almacenes.

El sistema de alarma calibrado en 140 cms se ha revelado totalmente inadecuado, mientras la isla artificial del “Mose” podría haber sido responsable de la velocidad con la cual la cantidad de agua, forzada en dos secciones más restringidas en la entrada del puerto de Lido, tiene acceso a la Laguna: la desviación de las corrientes causada por las obras está percibida por cualquiera que vaya en un bote.

El “Mose”, una obra (incumplida desde hace 16 años) que ha costado 6 billones de Euro al contribuyente italiano, en vez de solucionar el problema ¿lo empeora?

Los pronósticos de los expertos de cambio climático a nivel mundial dicen que tendremos que acostumbrarnos a estas inundaciones y que el término “excepcional” perderá su significado.

Estamos efectuando un censo de los daños y de los malestares sufridos ayer. No hablamos de Venecia por rumores y no utilizamos a Venecia como una vitrina: estamos a su servicio porque aquí vivimos, en los sestieri [los barrios de Venecia] y en las demás islas de las cuales se habla demasiado poco.

Al próximo político de profesión o candidato alcalde que nos pide de “mantener los pies en la tierra” le contestaremos con los videos y las fotos de anoche.

Mantener los pies en la tierra” es un lujo que nos ha sido denegado, por el cambio climático en progreso y por decisiones humanas malvadas, dictadas por codicia y corrupción. Venecia necesita decisiones valientes y pasión en oposición al cinismo de los negocios, precisa personas honestas y capaces, y es el opuesto de lo que hemos visto a la obra en las últimas dos décadas.

Marco Gasparinetti

Portavoz

Gruppo25aprile [Grupo 25 de Abril]

Levantando los derechos de 80.000 personas que aún viven en la laguna de Venecia desde el 2014 (el año del “escándalo Mose”)

Press release on the Venice floods of 12th November

Venice, 13th November 2019

At 187 cm (just over 6ft), recorded at 10.55pm, last night’s acqua alta was the most serious ‘exceptional’ high tide since the historic one of November 4th 1966, but in a number of respects it was also different from previous ones, in particular for the speed and violence with which it rushed into our homes, our shops, our warehouses.

The city’s advance warning system, signalling 140cm (4 ft 7 inches), proved inadequate to the task, while the artificial island of the Mose no doubt played its part in contributing to the speed with which the mass of water, forced into two narrower inlets at the Lido, entered the Lagoon: the change in the currents caused by the works in progress can in any case be readily seen by anyone who gets around by boat.

The Mose flood barrier, a project still unfinished after 16 years, has cost the Italian taxpayer 6 billion euros and instead of solving the problem for which it was conceived, seems if anything to aggravate it.

Global climate change experts predict that we will have to get used to more of these high waters and that the term “exceptional” will come to lose its meaning.

We are already carrying out a census of the damage and inconvenience suffered yesterday. Ours is not a Venice of myth and hearsay and we don’t use Venice as a showcase for tourism: we fight on its behalf because we live here, in the 6 sestieri of the city and in the other islands which we generally hear too little about.

To the next petty career politician or candidate for mayor who asks us to “keep our feet on the ground” we will reply with videos and photos from last night.

Staying with your feet on the ground” is a luxury that is denied to us, by ongoing climate change and cynical human decisions, dictated by greed and corruption. Venice needs courageous choices, passion opposed to commercial opportunism – and that is the opposite of what we have seen at work over the last two decades.

Marco Gasparinetti

Spokesman of

Gruppo25Aprile,

standing for the rights of the 80,000 people who still live in the Venice Lagoon, since 2014 (year of the “Mose scandal”)

Acqua alta 12 novembre – comunicato stampa

Con i 187 cm registrati alle 22.55, quella di ieri sera è stata l’acqua alta “eccezionale” più grave dopo quella del 4 novembre 1966, ma per molti aspetti è stata anche diversa dalle precedenti: per la velocità e la violenza con cui è entrata nelle nostre case, nelle nostre botteghe, nei nostri magazzini.

Il sistema di allerta tarato sui 140 cm ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza, mentre l’isola artificiale del Mose potrebbe non essere estranea alla velocità con cui la massa d’acqua, costretta in due sezioni più ristrette alla bocca di porto del Lido, entra in Laguna: la modifica delle correnti causata dai lavori in corso è del resto sotto agli occhi di chiunque vada in barca.

Il Mose: un’opera (incompiuta da 16 anni) costata 6 miliardi di euro al contribuente italiano e che, invece di risolvere il problema per cui era stata concepita, lo aggrava?

Le previsioni degli esperti di cambiamento climatico a livello mondiale dicono che a queste acque alte dovremo abituarci al punto che anche il termine “eccezionale” perderà di significato.

Stiamo effettuando un censimento dei danni e disagi subìti ieri, di Venezia non parliamo per sentito dire e Venezia non la usiamo come vetrina: siamo al suo servizio perché ci viviamo, nei sestieri e nelle altre isole di cui troppo poco si parla.

Al prossimo polticante di professione o candidato sindaco che ci chiederà di “restare coi piedi per terra” risponderemo con i video e le foto di ieri sera.

“Restare coi piedi per terra” è un lusso che a noi è negato, dal cambiamento climatico in corso e da decisioni umane scellerate, dettate da avidità e corruzione. Venezia ha bisogno di scelte coraggiose, di passione contrapposta al cinismo affaristico, di persone integerrime e competenti – ed è il contrario di ciò che abbiamo visto all’opera negli ultimi due decenni.

Marco Gasparinetti

Portavoce

 

 

Acqua alta 29/10/2018: come segnalare i danni

Quella del 29/10/2018 è stata un’acqua alta eccezionale di gravità simile o superiore a quella del primo dicembre 2008, che aveva portato il Comune a creare un fondo per il risarcimento dei danni subíti da famiglie e operatori economici.

Come piattaforma civica riteniamo che altrettanto debba essere fatto in questa circostanza, e invitiamo gli interessati a procedere segnalando la loro situazione “entro 30 giorni dal verificarsi dei danni”, come suggerisce il sito della protezione civile:

https://www.comune.venezia.it/it/content/post-emergenza

(Foto: Pietro Tessarin)

29.10 Tessarin Fenice

I danni possono essere segnalati a:

Protezionecivile@comune.venezia.it

Per farlo è sufficiente una email e allo stato attuale non esiste un modulo “standard”. Quello che mettiamo a disposizione di tutti potrà essere adattato a seconda delle specifiche esigenze di ciascuno:

Oggetto : acqua alta eccezionale 29/10/2018

 Il sottoscritto/la sottoscritta

Nato/a il ../../….  a ………..

Residente in .. .. .. (Venezia)

Visto il DPGR 139/2018 con cui il Presidente della Regione Veneto ha dichiarato lo stato di crisi a seguito delle condizioni meteorologiche eccezionali che hanno colpito tuto il territorio regionale;

Vista la legge Regionale n.° 4/1997 “Interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali” e le successive circolari,

PREMESSO CHE

L’acqua alta eccezionale del 29 ottobre 2018 ha avuto caratteristiche di gravità e intensità simili o superiori a quelle del primo dicembre 2008, che avevano determinato l’istituzione di un fondo per il risarcimento dei danni da acqua alta con relativo stanziamento ad opera del Comune di Venezia,

CONSIDERATO CHE

Nel caso sopra richiamato il Comune di Venezia ha provveduto al risarcimento dei danni subíti da parte di famiglie e operatori economici, previa redazione di una graduatoria dei casi più gravi.

Considerato anche che, come contribuente, il sottoscritto ha già fatto la sua parte nel finanziare l’opera chiamata MoSe che avrebbe dovuto porre Venezia al riparo dalle acque alte eccezionali entro l’anno 2011, come dichiarato dal Governo in carica all’epoca della posa della prima pietra,

SEGNALA A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE, compresi quelli interruttivi della decadenza o prescrizione :

Di avere subíto i danni qui sommariamenti descritti e documentati in allegato, come conseguenza diretta dell’acqua alta eccezionale del 29 ottobre 2018 e con riserva di produrre ulteriori prove documentali :

DICHIARA

Di avere adottato, con la diligenza del buon padre di famiglia, le seguenti misure precauzionali al fine di evitare o limitare i danni sopra elencati :

….

Alla luce di quanto precede,

RICHIEDE

l’attivazione del fondo comunale per il risarcimento dei danni cagionati dall’acqua alta eccezionale del 2018, e rimane a disposizione dei tecnici comunali per quantificare il danno individuale subíto.

ALLEGATI (fotografie, preventivi o stime peritali) : N° ..

 

 

 

 

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