Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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Trilogia demaniale, capitolo terzo: Poveglia per tutti, conferenza stampa 10 novembre

Poveglia non è proprietà dello Stato, ma, come da tempo ha affermato lillustre amministrativista Massimo Severo Giannini, è proprietà del popolo veneziano. Si tratta di proprietà collettiva demaniale e il Demanio è solo gestore e tutore dellintegrità di questo luogo. Poiché lisola risulta abbandonata e priva di cure, i cittadini veneziani, veri proprietari dellisola, ai sensi dellultimo comma dellart. 118 della Costituzione, possono svolgere attività dirette a salvare lisola, secondo il principio di sussidiarietà. Direi che non occorre una specifica autorizzazione, ma solo una preventiva comunicazione da parte di un gruppo di cittadini, che agiscano come parte dellintera cittadinanza veneziana, nella quale si spieghi cosa si ha intenzione di fare. In caso di mancata risposta entro un congruo termine indicato nella comunicazione, si dovrà ritenere che il Demanio è daccordo in base al principio, oramai generale per lordinamento giuridico italiano, del silenzio-assenso. In caso di risposta negativa, occorrerà impugnare il rifiuto davanti al TAR. Ma a questo punto, i funzionari del Demanio si assumerebbero una grave responsabilità per danno alla Collettività veneziana.

Paolo Maddalena

Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale

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Nella conferenza stampa convocata per domani 10 novembre alle 11.30, l’associazione Poveglia per tutti darà conto degli ultimi sviluppi di una vicenda che ci sta a cuore, incluse le risultanze di un’istanza di accesso agli atti che vi riserverà qualche sorpresa.

Per chi non avesse seguito la vicenda, un breve riepilogo delle “puntate precedenti” potrà essere di aiuto:

  1. Nel 2014, per fare cassa, il demanio dello Stato italiano decise di “valorizzare” alcuni beni della collettività fra cui l’isola della foto, pubblicando un’asta per la concessione novantanovennale (99 anni) dell’isola, che ha una superficie di 7 ettari e mezzo, di cui 4.855 di superficie coperta. Base d’asta: zero euro (!) con il rischio concreto che un’isola intera finisse per pochi spiccioli in mano all’ennesima speculazione immobiliare, con benefici scarsi o nulli per le casse dello Stato che si diceva di voler “risanare”. Le cronache di quei giorni registrarono infatti l’offerta di un misterioso Mister X che si sarebbe aggiudicato l’isola per 513.000 euro (il prezzo di un appartamento) se un gruppo di cittadini non avesse creato un’associazione (“Poveglia per tutti”) che con una campagna di sottoscrizioni sulla rete riuscì in poche settimane a raccogliere una cifra sufficiente per partecipare all’asta, benché inferiore (di poco) a quella offerta da Mister X. Come avremmo successivamente appreso dalla stampa, in data 13 maggio, Mister X era l’imprenditore Luigi Brugnaro, che un anno dopo sarebbe diventato Sindaco di Venezia.
  2. Con lettera del 14 maggio 2014, il Gruppo25Aprile (che come tanti altri aveva aderito alla sottoscrizione) scrisse al Demanio per denunciare l’incongruità dell’offerta rispetto al valore storico e architettonico dell’isola, invitando la “commissione di congruità” demaniale ad esercitare i suoi poteri che in casi come questo (“invito pubblico ad offrire”) permettono di non aggiudicare il bene al privato qualora l’offerta massima ricevuta non sia congrua rispetto al valore del medesimo: https://gruppo25aprile.org/?s=lettera+demanio L’offerta del Mister X venne infatti dichiarata incongrua, con decisione contro la quale venne introdotto ricorso: un ricorso che Luigi Brugnaro si è impegnato pubblicamente e solennemente a ritirare, quando ha deciso di candidarsi alle elezioni comunali, onde evitare almeno questo conflitto di interessi. Nei mesi successivi, “Poveglia per tutti” ha introdotto una richiesta di concessione per 6 anni (anziché 99) che potrete leggere qui: http://www.povegliapertutti.org/wp/tecnico/la-richiesta-di-concessione/

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Tale lettera, datata 6 maggio 2015, non ha ancora ricevuto risposta nel merito dal Demanio, che si è limitato a rigettare l’istanza in virtù di non meglio precisati “altri interessi” (o manifestazioni di interesse) per l’isola. L’associazione “Poveglia per tutti” ha quindi indirizzato la lettera che qui riproduciamo al direttore dell’Agenzia del Demanio, al Presidente del Consiglio, al Ministro Franceschini e al Sottosegretario all’economia Baretta:

Dott. Roberto Reggi

Dott. Matteo Renzi

Dott. Dario Franceschini

Dott. Pier Paolo Baretta

Oggetto: Lisola di Poveglia.

Gentile Dott. Reggi,

Apprendiamo da fonti di stampa che martedì 20 ottobre lei avrebbe incontrato il Comune di Venezia anche per discutere la questione Poveglia, e che attenderete ‘alcune settimane’ per capire se detto ente locale abbia o meno qualche interesse per l’isola.

Pare strano doverlo ricordare, ma una comunità rappresentata da 4.478 persone di tutte le estrazioni sociali e culturali ha ben manifestato la propria disponibilità a prendersi cura di questo bene. Questa comunità attende una risposta non evasiva da 170 giorni. Ci sembra che escludere a priori la sussidiarietà orizzontale prevista dall’art.118 della Costituzione sia un cattivo costume di tempi passati, capace di leggere la nostra carta fondativa solo a righi alterni. Dov’è finita la prospettata ‘capacità ricettiva di istanze locali’? Ci sembra invece continui l’eterno rimestare di rimandi, rimpalli, dilazioni, dissanguamento di buone volontà e scialacquio di competenze. Si arrenderebbe dinnanzi a tanta palude anche il più ostinato dei volenterosi.

Ci permetta di ricordarle che l’ultima funzione sociale dell’isola risale al 1968. In 47 anni, tra tentativi di vendita (1985, prezzo richiesto in valuta corrente 50.000 euro), tentativi di concessione a colossi turistici (1983, 1997), rinuncia del Comune alla prelazione a titolo gratuito (2013) e nuovi tentativi di vendita (2014), quella statale si è rivelata, nel complesso, una gestione fallimentare di questo bene della collettività. L’isola che vi è stata consegnata in ottimo stato è oggi ridotta ad un cumulo di macerie.

Certo non gliene facciamo personale carico, lei è direttore generale da 396 giorni, ma ‘alcune settimane’ per chiarire l’interesse di chi non lo ha manifestato (date le finanze dissestate) ci sembra, francamente, altro tempo perso. Sono 170 giorni che offriamo 400 mila euro a fondo perduto (raccolti con una colletta popolare che ha fatto parlare di noi tutto il mondo) al fine di avviare un percorso di investimenti, fosse anche per mezzo d’una concessione sperimentale, per la tutela di questo polmone verde della laguna ed il riscatto di un bene al quale la città è affezionata.

Noi contiamo, in questi pochi anni, di dar vita ad un processo virtuoso, che attirerà investimenti e quindi nuovi restauri e concessioni sull’edificato, ovvero contiamo di avviare uno startup sociale che dimostri che la comunità può laddove lo Stato non è riuscito. Contiamo di dimostrare che tra abbandono ed alberghi vi sono terze vie praticabili. La burocrazia può, se preferisce, scommettere sul fatto che che non ci riusciremo, ovvero che manterremo a nostre spese un bene pubblico per poi restituirlo riqualificato. Ma rinunciare pregiudizialmente ad ogni via nuova col gioco del rimpallo dilatorio è poco innovativo, dura da mezzo secolo. L’asta è fallita un anno e mezzo fa, una bolla di sapone dall’ingente costo erariale, un tentativo di vendere ciò che per i cittadini, palesemente, non andava venduto. Lasciate che adesso sia il turno d’una comunità ritrovata. Abbiamo dimostrato trasparenza, metodi partecipativi, capacità di coinvolgere soggetti associativi di tutte le categorie produttive, una città oltre gli steccati.

Trascinare ogni naviglio nelle secche del grigiore, deperendo vie nuove, è triste, veramente triste. Avete la possibilità di firmare questa concessione a “Poveglia per Tutti” e vi è offerta, ad esempio, dal terzo comma dell’art.2 del DPR 13 settembre 2005, n. 296. Sappiamo che potete farlo. Lasciate ai veneziani e agli amici di questa città la cura di quello che lo Stato ha abbandonato, il mercato non ha comprato, il Comune non ha richiesto. Persistere su strade sbagliate azzoppa questo paese.

Con cordialità, l’Associazione Poveglia per tutti.

4.478 soci, una città, 170 giorni dopo.

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Conferenza stampa di Poveglia per tutti domani 10 novembre alle 11.30, per essere aggiornati sugli ultimi sviluppi del “caso Poveglia”.

La pagina dell’associazione: http://www.povegliapertutti.org/wp/

e l’omonimo gruppo facebook: https://www.facebook.com/povegliapertutti/?fref=nf

Per informazioni: associazionepoveglia@gmail.com

Affinità elettive

Pagina in costruzione – stay tuned!

A) Siti internet:

http://venipedia.it/

http://www.italianostra-venezia.org/

http://resetvenezia.it/

http://www.venessia.com/

http://www.veneziaviva.it/

http://www.veniceboats.com/

B) Blogs:

http://winckelmann.wordpress.com/

http://www.vanzanmarchini.com/index.php/venezia/11-venezia-civilta-anfibia

http://salviamovenezia.wordpress.com/

http://veneziavive.wordpress.com/

http://ytaba36.wordpress.com/

C) Gruppi e pagine Facebook:

https://www.facebook.com/venipedia.enciclopedia.di.venezia

https://www.facebook.com/groups/271896219684184/

https://www.facebook.com/povegliapertutti?fref=ts

https://www.facebook.com/groups/masegni/

https://www.facebook.com/groups/luoghi.meno.noti/687117264691857/?notif_t=group_activity

https://www.facebook.com/venessiacom?fref=ts

 

 

 

 

 

 

Poveglia. La nostra lettera aperta al Demanio

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Con riferimento all’esito del bando di gara (invito pubblico ad offrire) relativo all’isola di Poveglia, il gruppo 25 aprile:

– premesso di aver sottoscritto (da posizione distinta e autonoma) il fondo di scopo appositamente creato dall’associazione “Poveglia per tutti”;
– essendo fermamente convinto che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna passa anche dalla difesa delle sue isole minori;
1) esprime perplessità sulla congruità del miglior prezzo offerto per la proprietà superficiaria (della durata di 99 anni) del compendio immobiliare denominato Isola di Poveglia e Ottagono;
2) sottolinea la sua preoccupazione per l’assenza di indicazioni in merito all’uso del bene demaniale da parte del miglior offerente, la cui identità è stata resa nota in data 13 maggio, alla luce di quanto già avvenuto in altre situazioni (scuola grande della misericordia);
3) confida nella competenza e integrità della commissione che dovrà ora pronunciarsi sulla congruità del prezzo offerto;
4) senza pregiudizio o preclusione alcuna nei confronti delle persone fisiche o giuridiche offerenti, ritiene che tale valutazione non possa prescindere dall’interesse storico e architettonico dell’isola di Poveglia e dall’interesse pubblico alla fruibilità di tale patrimonio, già appartenente alla Repubblica di Venezia, che lo Stato italiano ha acquisito in virtù del principio di successione fra Stati (norma di diritto internazionale consuetudinario) al pari di molti altri compendi immobiliari;
5) nelle more dell’aggiudicazione eventuale, invita il Demanio (civile e militare) nelle sue varie articolazioni a farsi carico delle sue responsabilità in relazione a questo e ad altri beni immobiliari ubicati nella laguna di Venezia (ad esempio: fortezza di Sant’Andrea), al fine di evitare il ripetersi di situazioni come questa di Poveglia, in cui la “dismissione definitiva da parte del Ministero della Sanità nel 1979 con la conseguente rovina dei fabbricati, mai più utilizzati”, si pone in evidente contrasto con la tutela del bene comune che lo Stato è tenuto a perseguire. In relazione a questo ed altri beni demaniali dello Stato, il Gruppo 25 aprile auspica inoltre la piena applicazione del federalismo demaniale, nei limiti e nelle forme della legislazione applicabile ( “de jure condito” e “de jure condendo”).

Venezia, 14 maggio 2014

Perché questa lettera? I fatti, in sintesi:

Cosa sta succedendo? Succede che per fare cassa, il demanio dello Stato italiano ha deciso di alienare alcuni beni della collettività fra cui l’isola della foto, mettendoli all’asta. Base d’asta: zero euro (!) con il rischio concreto che un’isola a noi cara finisca per pochi spiccioli in mano all’ennesima speculazione immobiliare, con benefici scarsi o nulli per le casse dello Stato che si dice di voler risanare (e questo sarebbe veramente il colmo). Per evitare che questo accada, un gruppo di cittadini ha creato un’associazione (“Poveglia per tutti”) che ha aperto una campagna di sottoscrizioni per partecipare all’asta.

Il gruppo 25 aprile (che riunisce più di 180 persone) ha aderito alla sottoscrizione con qualche decina di quote individuali da 99 euro e una quota collettiva intestata al gruppo. La sottoscrizione “Poveglia per tutti” ha permesso di raccogliere una somma superiore ai 400.00 euro, significativa (anzi straordinaria, visti i tempi ristrettissimi) ma non sufficiente a superare l’offerta presentata da un imprenditore che per l’isola di Poveglia (e l’ottagono adiacente) ha offerto 513.000 euro. Chiusa la seconda fase dell’asta (in data 13 maggio), la parola spetta ora alla “commissione di congruità” demaniale che avrà un mese di tempo per pronunciarsi sulla congruità dell’offerta; è il motivo per cui il gruppo 25 aprile ha scritto questa lettera aperta al Demanio, alla quale daremo (e vi preghiamo di dare) la più ampia diffusione.

A presto su queste pagine e/o sulla nostra pagina facebook:

https://www.facebook.com/groups/1499740350248934/

 

Da dove veniamo.. e dove vogliamo andare?

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Da dove veniamo? Da una tradizione millenaria di auto-governo (697-1797) e successivamente (perso lo status di Repubblica indipendente) di autonomie locali che si è interrotta soltanto negli anni 20: quando con due distinti decreti (e senza alcuna consultazione popolare) vennero aboliti i Comuni esistenti per farne un Comune unico, funzionale agli interessi dei gerarchi dell’epoca che stavano sviluppando il mega-progetto chiamato Porto Marghera. Fu in quel momento che Venezia venne invitata a voltare le spalle a quel mare da cui aveva tratto la sua ricchezza, e con il quale tuttora celebra ogni anno il suo “sposalizio”, nel giorno della Sensa; ma il futuro, si disse allora, era quello che si preparava nel petrolchimico “di là dal ponte”.

Dove vogliamo andare? Verso un Comune a statuto speciale (come “speciale” è la legge per Venezia e la sua laguna) che sia nuovamente padrone del suo destino, in grado di affrontare i suoi problemi specifici (come la mobilità acquea, che ha ben poco a che vedere con il trasporto su gomma) e finalmente capace di far valere la sua unicità di comunità lagunare (compresi i costi che questo comporta, per le attività produttive e per la residenzialità) in Italia e in Europa.

Dove ci porterebbe invece l’inerzia? Sul piano inclinato di una dicotomia perdente, che ormai è sotto gli occhi di tutti ed è quella fra una città bronx (Mestre) e una città museo (Venezia), unite da un ponte ma disunite su tutto il resto, perché la politica attuale pratica il vecchio “divide et impera”, utilizzando la prima come serbatoio elettorale (per poi dimenticarsene il giorno dopo le elezioni) e la seconda come semplice “esca” per investimenti e speculazioni i cui profitti finiscono altrove, anziché essere destinati alla manutenzione e alla sopravvivenza del corpus sociale di questa città unica al mondo. I residenti nella città-museo sono di troppo, in questo disegno? Si farà di tutto per farli traslocare “di là dal ponte” anche loro, come i 100.000 (centomila!) che li hanno già preceduti negli ultimi 50 anni, prendendoli per stanchezza (come? con il costo della vita alle stelle, il trasporto acqueo al collasso, la trasformazione delle case in alberghi, la mancanza di opportunità di lavoro che non siano quelle legate alla monocultura del turismo di massa). A meno che..

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..a meno che Venezia non riprenda in mano il suo destino, e Mestre non si riappropri del suo, ognuna eleggendo i suoi rappresentanti in Consigli comunali distinti, anziché trastullarsi con il finto decentramento di “municipalità” ricche di poltrone per gli allocchi ma prive di poteri reali: “meno poltrone e più poteri reali”, è la chiave di volta della nostra proposta.

Sarà difficile? Un consiglio agli scettici: mai sottovalutare l’orgoglio di questa città, che nei momenti più disperati si è già dimostrata capace di un colpo di reni inaspettato: come nel 1848-49, con il governo provvisorio guidato da Manin e Tommaseo, e pochi decenni fa, dopo l’acqua alta eccezionale del 1966, con il “Fronte per la difesa di venezia e della laguna” formatosi intorno a “Italia nostra” e a figure di prestigio come Indro Montanelli, che con le sue iniziative a volte clamorose, ma sempre pacifiche, è all’origine della “legge speciale” finalmente ottenuta nel 1973.

Anche quando l’acqua in superficie sembrava quieta, questa città d’acqua non ha mai smesso di interrogarsi sul suo futuro. Nel 2009, Nelli-Elena Vanzan Marchini scriveva:

“Considerare Venezia come un quartiere della più grande città metropolitana Mestre-Venezia è un clamoroso errore culturale e antropologico perché vi è discontinuità territoriale fra la terra-ferma e la terra incerta in cui è stata inventata la città anfibia, Questo errore porta alla omologazione di due realtà diverse e degne di una loro diversa dignità, senza la quale nessuna delle due potrà avere uno sviluppo compatibile con la propria identità”.. e ancora:

“i diritti umani dei veneziani che vogliono continuare a vivere tale specificità coincidono con il diritto della comunità internazionale di preservare come un bene dell’umanità questa mirabile simbiosi di natura e cultura che si chiama Venezia e che solo la vita dei residenti può perpetuare. Solo i “cives” per scelta e per amore, foresti o nativi che siano, come sempre è accaduto nella nostra storia, potranno difendere la civiltà anfibia”. (“Venezia civiltà anfibia”, Cierre edizioni, 2009).

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..e allora, partiamo forse da zero, con questo gruppo? Pensarlo o darlo a credere sarebbe sbagliato e presuntuoso: nonostante il declino demografico, la società civile a Venezia continua a dar prova di una vitalità straordinaria (dimostrata anche in questi giorni, con l’iniziativa “Poveglia per tutti”) e negli ultimi anni ha fatto “palestra” sia nei social networks, dove si è articolata in gruppi “tematici” di cui daremo conto in queste pagine, sia vincendo alcune battaglie  su problemi specifici ; in entrambi i casi ha già dimostrato una capacità di mobilitazione (segno di attaccamento alla città) fuor dal comune.

Quello che a volte le manca è la capacità di “fare sistema”, ma i pali ci sono già, e le fondamenta per costruire anche: se c’è una cosa che a Venezia non manca sono le intelligenze, la capacità di analisi e di mobilitazione sui singoli problemi. Quello che a volte ci fa difetto, a noi tutti, è la capacità di sintesi e di aggregazione sul lungo periodo e a questo proveremo a porre rimedio in queste pagine, anche per valorizzare le piccole grandi vittorie già conseguite dai gruppi “tematici” dei quali, a titolo individuale, alcuni di noi fanno già parte: vinte alcune battaglie (gli esempi ci sono) a noi tutti resta da vincere un’unica grande “guerra”, ed è quella per la sopravvivenza di questa città intesa come civitas di persone. “Civitas est hominum multitudo societatis vinculo coniuncta; nomen trahit a civibus” (Isidoro di Siviglia).

A presto su queste pagine..

il gruppo 25 aprile.

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Nell’ultima foto: la casa di Sebastiano Venier, Capitano General da mar della flotta veneziana nella battaglia di Lepanto (1571). La meridiana della seconda foto è opera di Giovanni Vio, artigiano in Venezia e firmatario del nostro appello del 25 aprile:

https://gruppo25aprile.org/2014/04/24/venezia-25-aprile-2014/

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