Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivi per il mese di “marzo, 2019”

II° bando di gara per la casa: la graduatoria provvisoria

Visto il bando di gara pubblicato in data 1 febbraio 2019, che prevede l’assegnazione di due contributi pari a euro 3.000 per il primo classificato e 2.000 euro per il secondo;
Viste ed esaminate le domande di contributo ricevute nei termini indicati dal bando consultabile a questo indirizzo:
il Consiglio direttivo dell’associazione 25 aprile Venezia ha deliberato la seguente
GRADUATORIA PROVVISORIA, con le avvertenze riportate in calce alla presente delibera che ne costituiscono parte integrante:
1) DP 1958 (D): 130 punti
2) PP 1978 (U): 130 punti
3) ML 1954 (D): 110 punti
4) GZ 1978 (D): 110 punti
5) AC 1985 (D): 100 punti
6) ET 1977 (D): 90 punti
7) GG 1979 (U): 80 punti
Avvertenze:
  1. Per rispettare la privacy dei richiedenti, le loro generalità sono indicate soltanto con una sigla (corrispondente a nome e cognome) seguita da anno di nascita e dalla lettera U o D (uomo, donna). Una volta deliberata la graduatoria definitiva, del primo e del secondo classificato verranno rese note anche le generalità complete e il dettaglio dei punti ricevuti, al fine di garantire trasparenza totale alle modalità di assegnazione del contributo.
  2. La graduatoria comprende tutte e soltanto le domande con punteggio pari o superiore a 70 punti.
  3. La graduatoria provvisoria è stata formata applicando i punteggi definiti dal bando di gara, in base alle dichiarazioni degli interessati e con riserva di verifica documentale di quanto dichiarato per quel che riguarda i primi tre in classifica, che riceveranno comunicazioni individuali al proposito.
  4. A parità di punteggio è stato applicato l’articolo 6 del bando, a norma del quale: “A parità di punteggio complessivo, verrà data la precedenza a chi si trova in situazione di sfratto ai sensi dell’articolo 5 punto 1. In caso di parità fra più persone..  la precedenza verrà data a chi si trova anche nelle situazioni di cui al punto 2 e successivi, seguendo il medesimo ordine di preferenza”.
  5. La graduatoria provvisoria è suscettibile di modifiche in caso di difformità fra quanto dichiarato e quando successivamente documentato: come indicato nel bando iniziale,  i documenti necessari per comprovare la sussistenza dei requisiti in capo alle prime persone in graduatoria dovranno essere presentati  nelle quattro settimane successive alla pubblicazione della medesima, ossia entro il 22 aprile 2019.
  6. La mancata presentazione dei documenti da parte di un assegnatario determina decadenza dal beneficio e pubblicazione di una graduatoria aggiornata con subentro del secondo o terzo classificato e così via.
  7. Il termine tassativo per eventuali reclami è fissato al 22 aprile 2019. Entro tale termine, i diretti interessati potranno inviare commenti, obiezioni e osservazioni a: 25aprileVenezia@gmail.com indicando eventuali errori od omissioni involontarie da parte nostra: a tutti verrà data risposta entro il 25 aprile 2019, quando verrà pubblicata la graduatoria definitiva.

BandoGara 3 feb 19

Venezia “capitale verde europea” 2022?

Premessa numero 1: in guerra, in amore e in campagna elettorale tutto o quasi è lecito, e nulla vieta a un/una candidata di ricorrere alle promesse più fantasiose, compresa la candidatura di Venezia a capitale mondiale dello sci alpino, per raccogliere qualche voto. Se invece parliamo di candidare Venezia ad essere “capitale verde europea” un minuto dopo aver sostenuto – nella medesima conferenza stampa! – che l’aria è irrespirabile e la città invivibile a causa dell’iperturismo, come ha fatto qualcuno in questi giorni, allora diventa necessario fare chiarezza per evitare che il tutto si riduca ad una “boutade” o spot elettorale rovinando il potenziale di quella che poteva anche essere una buona idea: questo per noi è fare informazione, che è cosa diversa dal fare polemica o campagna elettorale.

Premessa numero 2: quello di “capitale verde europea” (European Green Capital) è un titolo onorifico della durata di un anno, che viene riconosciuto dalla Commissione UE alle città che sanno proporsi come modello o esempio virtuoso per le altre (“The city’s capacity to act as a role model, inspiring other cities, promoting best practices and further raising awareness” – fine citazione). La capitale verde per il 2019 è Oslo; la procedura di selezione per il 2022 segue un calendario ben preciso e regole altrettanto precise. Vediamo di riassumerle, basandoci sulla procedura pubblicamente consultabile?

  1. Maggio 2019 apertura del concorso; luglio 2019: workshop per le città candidate; ottobre 2019: deposito delle candidature con tutti gli allegati (piano di azione e strategia di comunicazione, in particolare). Novembre 2019 – Marzo 2020: valutazione delle candidature: aprile 2020: pubblicazione della “shortlist”; giugno 2020 (vigilia di elezioni comunali, nel caso di Venezia): proclamazione della capitale verde europea per il 2022.
  2. Ad essere candidato può essere soltanto un Comune nella sua interezza, e non sue singole parti o articolazioni territoriali (Municipalità); il Comune in questione deve avere popolazione pari o superiore a 100.000 residenti. Il Comune di Venezia nel suo insieme è un modello o esempio virtuoso?

Alla luce dei due punti che precedono, correttezza istituzionale vorrebbe che eventuali candidature per il 2022 venissero proposte al Sindaco in carica, unico abilitato a candidare il Comune nei termini sopra indicati (cioè entro il mese di ottobre 2019) anziché annunciate in una conferenza stampa con la tecnica di chi tira fuori un coniglio dal cappello, tanto per raccogliere qualche “ooh” di meraviglia e approvazione.

Se invece quanto annunciato alla stampa è il risultato di un involontario errore o refuso, sarebbe bene che chi vuole candidare Venezia a capitale verde europea dicesse anche qual è il suo progetto, e magari si candidasse direttamente a fare il Sindaco per attuarlo al fine di rimuovere le cause ostative alla candidatura, che saranno qui riassunte nel modo più semplice e sintetico possibile:

  1. La valutazione delle candidature è basata su 12 indicatori ambientali da coprire sulla base di a) un piano di azione e b) una strategia di comunicazione che illustri da un lato il coinvolgimento dei cittadini e dall’altro le azioni da promuovere come ambasciatori verdi (“Citizen communication and involvement to date in relation to the 12 environmental indicators” e “How they intend to fulfill their role of EU Ambassador, inspiring other cities” – fine citazione); il tutto entro il mese di ottobre.
  2. Fra le cause ostative alla proclamazione, se guardiamo alle edizioni precedenti, figura la “litispendenza” intesa come esistenza di procedure di infrazione della legislazione europea in uno o più dei 12 temi ambientali assunti ad indicatore, ed è qui che il quadro si fa drammatico, per Venezia. Limitandoci alle procedure che sono già in fase avanzata, basterà citarne tre per capire quanto sia velleitaria una candidatura “prematura”:

I) Qualità dell’aria: lo sforamento sistematico e da molti anni del valore limite giornaliero per le PM10 sul territorio comunale (tutte le centraline, nessuna esclusa) è già stato oggetto di una prima sentenza di condanna ed è attualmente oggetto della Causa C-644/18 (Corte di Giustizia dell’Unione europea) senza nessuna prospettiva di miglioramento alle porte, come dimostrano i dati dei primi due mesi dell’anno;

II) Il trattamento delle acque reflue (fognature), su cui sta per partire una seconda causa europea come riportato anche dalla stampa locale pochi giorni fa, e anche in questo caso Venezia è nella lista dei Comuni inadempienti;

III) Bonifiche e discariche abusive, a causa delle quali siamo in fase di pagamento delle  multe UE per non avere ottemperato alla sentenza precedente: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2018/12/04/con-bonifica-28-discariche-risparmiati-11-milioni-multa-ue_c9df6d09-11cf-4fc1-ba72-12a102c48ef7.html

Dato che fra gli indicatori figurano anche l’acqua e la biodiversità, si potrebbe aggiungere che il piano morfologico e ambientale della Laguna di Venezia, obbligatorio in base alla legislazione europea è stato “respinto al mittente” dal Ministero dell’Ambiente, stando a quanto riportato dalla stampa locale e anche dal documento ufficiale che ne chiede una profonda revisione ed è scaricabile a questo indirizzo: https://va.minambiente.it/it-IT/Comunicazione/DettaglioUltimiProvvedimenti/1302

In queste circostanze, chi candida Venezia ad essere “capitale verde europea” avrà l’onere di spiegare come intende rimuovere le cause ostative alla proclamazione, se non vuole coprirsi e coprirci di ridicolo. Al momento siamo certamente conosciuti come capitale europea dell’overtourism, a cui stiamo sacrificando proprio oggi un migliaio di alberi per permettere l’ampliamento dell’aeroporto. Chi ci ha candidati a “capitale verde” sarà presente anche oggi?

Conclusione

Candidare il Comune di Venezia a “European Green Capital” potrebbe essere una buona idea?

Sì, nonostante tutte le difficoltà del percorso potrebbe esserlo anche secondo noi, ma a tre condizioni:

  1. Un arco temporale più lungo, che non sia strumentale alla campagna elettorale per le europee ma al conseguimento dei risultati necessari: è la differenza fra progettualità al servizio della Città e “siparietto” o teatrino al servizio del singolo candidato, il cui palco rischia di crollare non appena se ne verificano le basi, come nel caso di una candidatura veneziana per l’anno 2022 (che non regge, per i motivi sopra esposti).
  2. La capacità di catalizzare uno slancio corale e non di parte o di fazione o di corrente di un singolo partito, coinvolgendo tutte le forze politiche di buona volontà e le molte realtà che per l’ambiente stanno facendo qualcosa di concreto, a Venezia. Un programma fatto di impegni precisi e non fumosi, che veda come obiettivo intermedio le elezioni del 2020 ed eventualmente una candidatura di Venezia per il 2025, quando i cambiamenti necessari avranno portato i frutti necessari – se ci sarà la volontà per attuarli.
  3. La capacità di creare un percorso partecipato in cui la cittadinanza capisca i vantaggi ma anche i sacrifici necessari (e li accetti) perché l’operazione abbia successo; a giudicare dalla grande mobilitazione giovanile in corso, non è una missione impossibile ed è proprio a questi ragazzi e a queste ragazze che dobbiamo essere riconoscenti per la grande lezione che ci stanno dando in questi giorni: la lezione è che mobilitazioni di massa così ampie sono possibili soltanto se i suoi protagonisti non si sentono “usati” da altri e se nessun partito, sindacato o associazione cerca di metterci sopra il suo “cappello”.

Venezia, 19 marzo 2019

Fonti citate:

http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/index_en.htm

Nell’immagine: le città candidate per il 2021 (il termine scadeva nell’ottobre 2018, e la “capitale” verrà proclamata a giugno di quest’anno). Copyright Commissione europea

Green Capital 2021

 

 

 

 

#Bragora: 5 mesi vulcanici e un sondaggio

Domani 7 marzo festeggiamo i primi 5 mesi di attività dello spazio civico che abbiamo inaugurato nel cuore di Venezia: la scoletta di San Giovanni in Bragora.

Un cuore pulsante che ha complessivamente già visto più di 1.300 presenze ai molteplici eventi organizzati con cadenza settimanale. La primavera si avvicina e per aiutarci a programmare le prossime attività abbiamo creato un piccolo sondaggio; votatelo numerosi e ci aiuterete a rispondere alle vostre attese.

Sperando di fare cosa gradita abbiamo pensato di passare in rassegna gli eventi organizzati in questi primi mesi, anche per ringraziare i “Bragora’s Angels” che li hanno organizzati, Alessandra Vitalba che li ha “interpretati” con i suoi disegni e gli ospiti di prestigio che hanno creduto in questa scommessa: docenti di Ca’ Foscari e dello IUAV, scrittori e giornalisti come Francesco Erbani, Gregory Dowling, Francesco Jori e Stefano Zecchi, registi come Marco Milioni, il presidente dell’autorità portuale Pino Musolino e quello dell’associazione Piazza San Marco Claudio Vernier, i 6 consiglieri comunali intervenuti al dibattito sulla tassa di sbarco – per citarne soltanto alcuni.

20 Jan Lillo Vianello

Bragora, i primi 5 mesi:

7 ottobre: Inaugurazione, con l’attore e regista Alessandro Bressanello.

Bragora Fullin

14 ottobre: “Gigetto il vaporetto”, in presenza dell’autrice Flavia Antonini. La presentazione del suo libro illustrato di filastrocche è stata l’occasione per parlare di trasporto acqueo con Dario Vianello e Marco Ziliottto, il creatore della « app » più amata dai veneziani: “CheBateo”.

21 ottobre: “Quale futuro per l’area realtina” – a cura di Nicoletta Frosini, con la partecipazione degli operatori Gabriella Giaretta, Andrea Vio, Gino Mascari e Maya Pirona.

28 ottobre: assemblea generale associazione “25 aprile Venezia”.

4 novembre: “CineBragora”, Venezia e le sue battaglie nei documentari di Loredana Spadon.

11 novembre: #VeneziaGioca, a cura di Andrea Pavan, seguita dall’affollatissimo dibattito su « residenzialità e nuova legge regionale sulle locazioni turistiche » a cura di Marco Gasparinetti, con Roberta Bartoloni, Lorenzo Dorigo, la ricercatrice Margherita Belgioioso e la partecipazione straordinaria del giornalista e scrittore Francesco Erbani.

Francesco Erbani

16 novembre: incontro con il Presidente dell’Autorità Portuale Pino Musolino

16 nove Musolino

18 novembre: « Venezia città abitanti e turisti », incontro-dibattito con Giulio Luca Velo e Laura Fregolent (IUAV)

25 novembre: Presentazione alla stampa del calendario 2019 – a cura del Gruppo25Aprile.

Calendari 26 nove 18 NV

30 novembre: “Non solo grandi navi: l’impatto del traffico acqueo locale”- a cura di Dario Vianello.

Vitalba traffico acqueo

2 dicembre: Quale futuro per la voga? A cura di Saverio Pastor.

8 dicembre: Conversazioni con l’autore – a cura di Aline Cendon: Gregory Dowling incontra il poeta John Francis Philimore.

9 dicembre: CineBragora – in prima visione assoluta, proiezione di “La città perduta” di Marco Milioni e dibattito con l’autore.

9 dic Marco Milioni

16 dicembre: La tutela penale dell’ambiente – pillole di diritto – a cura dell’avv. Elio Zaffalon.

21 dicembre: mercatino e auguri natalizi.

21 12 18

13 gennaio: presentazione del libro « La storia del Veneto » e dibattito con l’autore Francesco Jori.

13 jan Francesco Jori

20 gennaio: « Tassa di sbarco, pro e contro » – a cura di Marco Gasparinetti, dibattito con Claudio Vernier, Stefano Zecchi e Giampietro Pizzo.

20 jan 1

27 gennaio: riunione del Gruppo25Aprile, finalizzazione del II° bando di gara per la residenzialità.

1 febbraio: Presentazione alla stampa del II° bando di gara per la residenzialità – a cura del Gruppo25Aprile.

10 febbraio: “Chi erano I primi abitanti di Venezia?” – conferenza del prof. Diego Calaon con prefazione di Carlo Beltrame (Ca’ Foscari).

10 feb Calaon

17 febbraio: #VeneziaGioca, a cura di Andrea Pavan.

24 febbraio: « Tassa di sbarco, si vota » – dibattito con i consiglieri comunali Rocco Fiano, Sara Visman, Silvana Tosi, Ottavio Serena, Monica Sambo e Elena La Rocca, a cura di Marco Gasparinetti.

24 feb Consiglieri 2

3 marzo: « Omaggio a Bruno Ganz », proiezione del film « Pane e tulipani ».

Domenica 10 marzo la sede verrà utilizzata per l’assemblea ordinaria dell’associazione 25 aprile; per domenica 17 invece stiamo preparando una sorpresa di cui vi anticipiamo il titolo:

“L’ultimo temperatore”

Vi aspettiamo in Bragora: uno spazio di libertà per la città, nel cuore della città!

Assemblea ordinaria 10 marzo

L’assemblea ordinaria dell’associazione 25 aprile Venezia è convocata per domenica 10 marzo alle ore 16 con il seguente ordine del giorno:

1) Approvazione bilancio 2018 e destinazione dell’avanzo di gestione;

2) Nuovi soci: fondatori, onorari e sostenitori;

3) Bragora: conferma sede e progetti di autofinanziamento;

4) Progetto residenzialità 2019:

a) vendita calendari (bilancio);

b) domande di contributo pervenute;

c) progetto calendario 2020;

5) Iniziative per il 2019;

6) Varie ed eventuali.

L’assemblea si terrà al civico 3811B del sestiere di Castello, nella scoletta di San Giovanni in Bragora. Insieme scriviamo una nuova pagina della nostra “storia” (nella foto, un estratto del libro di Francesco Erbani: “Non è triste Venezia”).

Erbani pagina 86

 

Per chi non era presente, l’assemblea precedente ha eletto il nuovo direttivo che resta in carica dal primo gennaio al 31 dicembre 2019 ed è così composto:

Dario Vianello, Presidente

Nicoletta Frosini, Vicepresidente

Marco Gasparinetti, portavoce con delega alle questioni internazionali

Donata Olivieri, tesoriera

Stefano Bravo e Luca Giulio Velo.

Iperturismo: il nostro intervento al Festival del cinema di Oslo

Il Festival internazionale del cinema documentario di Oslo, giunto alla sua undicesima edizione, ha invitato il Gruppo25aprile a portare la sua testimonianza nella giornata conclusiva, dedicata al tema dell’iperturismo (“overtourism”) – unici ospiti italiani in una rassegna di alto livello che quest’anno ha premiato “The silence of others” di Almudena Carracedo (Spagna, 2018):

Spunto per il dibattito era la proiezione di un documentario di Antje Chris dal titolo provocatorio “Tourist go home”,  che mette a confronto le realtà di Barcellona, Venezia e Dubrovnik con interviste ai sindaci rispettivi e anche, nel caso di Venezia, a gruppi di attivisti come il Comitato “No Grandi Navi”. Canto e controcanto piuttosto nitidi (viste le opposte posizioni) anche se le interviste sono “datate” e non riflettono gli sviluppi più recenti quali ad esempio la tassa di sbarco o “contributo di accesso” a Venezia.

Il tema del dibattito – in lingua inglese – non era limitato alle grandi navi (che nel caso di Venezia sono l’aspetto più “mediatico” e facilmente comprensibile nel loro contrasto anche visivo con la delicatezza del tessuto urbano e ambientale). Trattandosi di una piattaforma civica che da quasi 5 anni lavora “a 360 gradi” ci era stato chiesto di fare una presentazione a tutto campo e ci abbiamo provato, nei limiti di tempo accordati.

Quella che segue è una sintesi dei punti toccati dal nostro portavoce Marco Gasparinetti.

Tralasciamo volutamente – perché chi ci legge già la conosce – la parte dell’intervento dedicata ad illustrare al pubblico internazionale la “storia” e la ragion d’essere del Gruppo25aprile, nato nell’anno dello scandalo del “MoSe” (2014) anche come reazione cittadina alla sfiducia nei partiti tradizionali che da quello scandalo erano usciti screditati. Piattaforma civica pluralista e apartitica – che non vuol dire “apolitica”, dato che chiunque si occupi della “polis” fa in qualche modo politica – ma soprattutto gruppo di persone profondamente innamorate di Venezia e della sua Laguna.

Oslo 1 Gasp

Oslo, 3 marzo 2019

Venezia è il paradosso vivente di una città pedonale i cui livelli di inquinamento hanno ormai raggiunto quelli di Milano, mentre i residenti sempre meno numerosi continuano a sobbarcarsi tutti gli svantaggi della città pedonale senza più vederne i benefici in termini di salute. Non solo a causa delle grandi navi (assenti o quasi nel periodo invernale), ma di un traffico acqueo locale impazzito per rincorrere le necessità di un turismo sempre più invadente: lo dimostrano i dati sul biossido di azoto (che diversamente dalle PM10 sono meno sensibili all’inquinamento “di fondo” e riflettono da vicino le fonti emissive locali) registrati dalla centralina ARPAV in rio Novo.

Ma questo è soltanto uno dei paradossi di una città che dopo avere “inventato” il turismo e averne tratto anche grandi benefici sembra aver perso completamento il controllo della sua creatura – un po’ come nella storia di Frankestein, volendo fare una citazione cinematografica. Per riprendere in mano la situazione gli strumenti ci sarebbero e lo strumento cardine è quello indicato in un celebre quanto inapplicato studio di Ca’ Foscari: la soglia o “capacità di carico”. Inapplicato o disapplicato per molti motivi ma soprattutto per mancanza di un requisito chiave: la volontà politica.

La politica locale negli ultimi anni si è dimostrata incapace di offrire una visione di lungo termine o anche soltanto un “progetto” di città, limitandosi a rincorrere il voto delle singole categorie e in particolare di quelle più rumorose o influenti, che non necessariamente rappresentano la maggioranza della popolazione ma sono meglio attrezzate per fare quadrato e per fare attività di lobby, non sempre alla luce del sole.

“Soglia di carico” dovrebbe essere il punto di partenza della governance cittadina mentre il “contributo di accesso” (che sarebbe più corretto chiamare “biglietto di ingresso”) frettolosamente adottato in questi giorni è una cortina fumogena che non risolve nessuno dei problemi sul tavolo: l’apertura a getto continuo di nuovi alberghi sui due lati del ponte dimostra che la giunta in carica predica una cosa (ridurre i flussi) e fa il suo contrario. Stesso discorso per grandi navi e lancioni gran turismo, che il sindaco in carica non ha nessuna intenzione di limitare; idem con il raddoppio dell’aeroporto che porterà moltitudini di nuovi turisti pernottanti e quindi esenti dal “contributo di accesso”. Se veramente si volessero limitare gli accessi è da qui che si inizierebbe il percorso: “a monte” e non a valle del processo.

Anziché affrontare il problema alla radice o potare l’albero, si taglia qualche ramoscello a caso (quelli più deboli: gli ospiti dei residenti) per occultare il vero progetto politico, che è al servizio delle grandi catene alberghiere e delle compagnie di navigazione (piccole e grandi). Venezia non più città ma “museo a cielo aperto” con biglietto di ingresso, per l’appunto. E i residenti?

Sulle spalle dei residenti grava tutto il peso (ignoto a chi decide per noi vivendo altrove) e i molteplici impatti dei singoli fattori di “pressione” turistica. A titolo di esempio:

  • difficoltà di trovare casa (che non dipende dagli escursionisti ma dalla trasformazione della città in albergo diffuso);
  • difficoltà di trovare un lavoro che non sia legato alla monocultura turistica, con conseguente “brain drain” (esodo del segmento di popolazione più giovane ed istruita, costretta a cercare lavoro altrove);
  • trasporti pubblici al collasso (questo sì a causa degli escursionisti);
  • perdita di identità e trasformazione del tessuto commerciale con appiattimento e omologazione verso il basso dell’offerta, che si adatta alla domanda (fenomeno comune a tutte le località dove fanno scalo le navi da crociera e/o l’escursionismo di giornata);
  • perdita di “saperi” e di attività artigiane che nel caso di Venezia avevano raggiunto punte di eccellenza irripetibili. Una volta perse sono molto difficili da ricostruire.

Per far passare il “contributo di accesso” si è voluta spacciare come verità assoluta l’equazione “pernottanti” = turisti buoni, escursionisti = “turisti cattivi”. Visione semplicistica: se a Venezia non troviamo più case è forse colpa dei non pernottanti, unico “target” del contributo di accesso? Ogni fattore di pressione genera un impatto, il problema quando i fattori si moltiplicano è il loro effetto cumulativo.

Pernottanti ed escursionisti creano pressioni diverse con effetti cumulativi sulle comunità locali, compito della politica è anticiparle per trovare il giusto equilibrio. Anticiparle e non subirle o rincorrerle con pastrocchi improvvisati e slegati da ogni tentativo di pianificazione.

Come gruppo25aprile non ce l’abbiamo con i turisti (“they are not to blame if they want to see Venice”) ma con le scelte politiche che stanno trasformando noi e loro in vacca da mungere (“milk cow”), con il duplice risultato di peggiorare la qualità della vita per i residenti e la qualità dell’accoglienza turistica che storicamente era invece elevata, a Venezia – e il rischio di creare tensioni simili a quelle già viste a Barcellona, che hanno ispirato il titolo del film (“Tourist go home”).

Il risultato, che qualsiasi ristoratore o albergatore potrà confermare è la perdita del turismo di qualità a profitto di quello da attirare e magari spennare una sola volta (perché difficilmente ritornerà). Per alcuni operatori (pochi ma grandi, quelli che lavorano con i grandi numeri) questo può tradursi in maggiori guadagni: per la maggioranza significa invece “lavorare di più per guadaganare di meno”. Il recentissimo studio della Confartigianato, presentato all’Ateneo Veneto pochi giorni fa, è ricco di indicazioni al proposito.

Quello con l’iperturismo è un patto faustiano: dietro a parole come “valorizzazione” e “sviluppo” rischia di celarsi un baratto in cui le comunità locali vendono l’anima (delle città) e anche i polmoni (di chi ci vive) Per l’aldilà c’è ancora tempo, ma i polmoni presentano il conto molto prima.

Oslo 2 panel

Il dibattito successivo è stato particolarmente ricco di spunti e ha permesso di affrontare le varie opzioni astrattamente percorribili: dalla “congestion charge” (che a Londra esiste dal 2003) applicandola ai vettori più inquinanti come fattore di internalizzazione dei costi – e con reinvestimento del gettito nel miglioramento dei servizi di trasporto, come nel caso di Londra – a un sistema di prenotazioni obbligatorie come quello applicato nelle Galapagos, previa definizione della soglia di carico.

Nel corso del “panel” è stato evidenziato come la natura onerosa o gratuita delle prenotazioni sia secondaria dal punto di vista della gestione quantitativa dei flussi, mentre quella qualititativa richiede invece strumenti più sofisticati, che includono anche tecniche di marketing o demarketing, e non si riducono al solo biglietto di ingresso. Chi paga un biglietto di ingresso si aspetta qualcosa in cambio, e trasformare l’ospite in acquirente ha le sue controindicazioni comportamentali: un oligarca non ha problemi a pagare cifre anche elevate, ma dopo averle pagate si comporterà da “padrone” in casa altrui – e la buona educazione non è sempre proporzionale allo spessore del portafoglio.

Un grazie particolare al moderatore del dibattito: Stig Arild Pettersen, Editor at Store Norske Leksikon, and host of foreign policy podcast Du Verden!

Per le foto, grazie a: Giulia Brighenti!

 

 

 

 

 

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