Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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17 febbraio, Giornata Comunale dell’Ipocrisia?

Il Consiglio comunale del 17 febbraio è chiamato ad approvare lo statuto di una Fondazione denominata “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”.

“Venezia Capitale mondiale”, dell’ipocrisia? 

Scopo di questa ennesima Fondazione è promuovere Venezia come “modello di eccellenza e di sostenibilità sociale, economica e ambientale”, attirando finanziamenti pubblici e privati. A patto di non ridursi ad operazione di immagine, in palese e stridente contrasto con la realtà soggiacente, la creazione dell’ennesima Fondazione potrebbe essere valutata con favore, come motore di cambiamento.

I proclami vanno quindi calati nel mondo reale, e la realtà dei fatti vede Venezia: 

  1. Ai primi posti in Italia per inquinamento da PM10; 
  2. Agli ultimi posti in Italia per la raccolta differenziata dei rifiuti (34% nella Venezia insulare, dato che risente anche della difficoltà di educare l’utenza turistica e non residenziale); 
  3. Agli ultimissimi posti in Italia e in Europa per il trattamento delle acque reflue, che nel 60% del territorio finiscono direttamente in Laguna; 
  4. In grave e cronico ritardo per le bonifiche di Porto Marghera e anche per i marginamenti che dovrebbero tutelare la Laguna dagli sversamenti di un’area che per inquinamento storico è seconda soltanto a quella dell’ex ILVA Taranto; 
  5. In grave e cronico ritardo per la transizione ecologica della mobilità lagunare, con il trasporto acqueo che dipende interamente da motorizzazioni obsolete e altamente inquinanti. 

Se queste sono le condizioni di partenza, interrogarsi sull’utilità di una Fondazione che si aggiunge alle molte Istituzioni pubbliche che già si occupano di Venezia e della sua Laguna o dovrebbero farlo, come l’istituenda Autorità prevista dal “decreto agosto”, è un esercizio di onestà intellettuale dovuto e necessario. 

Il voto sullo statuto di questa Fondazione si accompagna a un piano di azione del Comune o della Regione per risolvere le molte criticità?  

La risposta è NO: i proclami sono soltanto un “PowerPoint” allegato alla delibera regionale. 

Le linee di indirizzo contenute nel “PowerPoint” sono assistite da un cronoprogramma? La risposta è NO. 

Esiste almeno un Piano Economico e Finanziario? La risposta è NO. La Fondazione per la “sostenibilità” rischia di essere insostenibile in partenza sul piano economico – per i costi che comporterà: vedasi capitolo II. 

In queste condizioni e con le premesse sopra enumerate da 1 a 5, il giudizio di chiunque abbia ancora una qualche libertà di giudizio non può che essere impietoso: al Consiglio comunale viene chiesto di candidare Venezia a “capitale mondiale” sì, dell’ipocrisia. 

A tale valutazione concorrono le scelte del Comune sul grattacielo di Viale San Marco e quelle della Città Metropolitana, guidata dallo stesso sindaco, che invece di attingere ai fondi del PNRR per progetti di transizione ecologica intende farlo per finanziare una cittadella dello sport a Tessera, con il consumo di suolo che ne consegue[1]

Una Fondazione per chi? 

Questa fondazione è sicuramente utile per le aziende che ne sfrutteranno il brand in quello che definiscono come “luogo iconico perfetto per attirare grandi eventi mondiali”, o per promuovere i loro prodotti (idrogeno in primis) ma la sua utilità per la città e per chi ci vive è tutta da dimostrare. ENI, ENEL e SNAM sono soci disinteressati? Difficile crederlo visti gli interessi molto concreti che rappresentano. 

Questa fondazione è sicuramente e soprattutto utile per soddisfare le vanità di alcuni, vista la pletora di poltrone che distribuisce: 

  1. il Presidente della Fondazione, che è anche Presidente del Consiglio di Indirizzo; 
  2. i due Vice Presidenti del Consiglio di Indirizzo; 
  3. il Consiglio di Indirizzo, con 15 componenti a titolo gratuito;  
  4. il Presidente del Comitato di Gestione, che è anche Direttore Generale 
  5. il Comitato di Gestione, con 5 componenti retribuiti; 
  6. il Comitato Tecnico Scientifico (anche “CTS”) con 10 componenti retribuiti; 
  7. il Collegio Sindacale, composto da 3 sindaci effettivi e 2 supplenti, ovviamente retribuiti; 
  8. il Revisore legale dei conti 

In totale sono 37 cariche da distribuire. Chi pagherà per questo carrozzone, che oltre ai compensi (allo stato attuale ignoti) si farà carico anche di molte spese di viaggio e di rappresentanza? 

L’articolo 5 comma 4 dello Statuto sancisce che “Il patrimonio della Fondazione è costituito in via maggioritaria da risorse provenienti da soggetti di diritto privato”, ma il Comune di Venezia contribuisce con un versamento iniziale di 50.000 euro per il “fondo di dotazione iniziale”, che va considerato soltanto come gettone di ingresso. I costi futuri della struttura sono ignoti, non ne esiste nemmeno una proiezione dato che la Fondazione determinerà i compensi delle cariche retribuite una volta insediata. 

Il grande Bluff: la Fondazione come catalizzatore dei fondi del PNRR 

Stupisce innanzitutto il ritardo con cui il Consiglio comunale di Venezia viene investito di una questione che la Regione ha liquidato con deliberazione di Giunta Regionale del 12 marzo 2021, quasi un anno fa. 

Stupisce soprattutto che alle molte enunciazioni di principio contenute nella delibera regionale, e nel suo allegato A, non abbia fatto seguito alcuna progettualità volta a intercettare i fondi europei del PNRR: allo stato attuale, nessuna delle grandi idee enunciate nel marzo 2021 trova riscontro in progetti cantierabili o anche soltanto finanziabili, e il dubbio che sorge è quello di un grande BLUFF: in un Paese che a quasi due anni di distanza dalla sua creazione non ha ancora nominato i vertici della “Autorità per la Laguna di Venezia” (istituita con il “decreto agosto” del 2020), vorrebbero farci credere che i vertici e gli organi statutari di questa Fondazione saranno nominati in tempo utile per le scadenze ravvicinate del PNRR? A intercettare tali fondi dovrebbe essere il Comitato di Gestione, che però deve essere nominato dal Consiglio di Indirizzo (politico). Qualcuno si illude che possa essere operativo in tempi brevi? 

E infine: perché delegare a una Fondazione quelli che sono i compiti di indirizzo della Pubblica Amministrazione e degli Enti Territoriali? Perché delegare le grandi scelte sulla transizione ecologica ad aziende che da quelle scelte possono trarre utili colossali, come tre dei soci già individuati e sopra elencati? 

Marco Gasparinetti, consigliere comunale

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