Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il tag “Felice Casson”

Emergenza #bricole: l’incontro pubblico del 30 maggio

30 maggio, incontro pubblico con il Magistrato alle Acque.

Presentazione alla stampa della cartografia georeferenziata. Nella foto di Alberto Alberti, una delle 27 tavole in cui è stata suddivisa la Laguna di Venezia:

30maggio2016 zoomA destra nella foto, il capitano Andrea Siega che ha coordinato i rilievi effettuati dalla Polizia Lagunare, a cui va il nostro plauso e un doveroso quanto caloroso ringraziamento.

Il video dell’incontro è consultabile sul canale youtube di Loredana Spadon, a questo indirizzo. La qualità dell’audio alla fine dell’intervento è unicamente imputabile al microfono utilizzato in sala, e non alla brava Loredana:

In prima fila da sinistra a destra, nella prossima foto: Elisa Lorenzini (Corriere), Paolo Navarro Dina (Gazzettino) e Vera Mantengoli (Nuova Venezia); l’ing. Fabio Riva (dirigente MAV) e il capitano Andrea Siega (Polizia Lagunare); Alessandro Baglioni e Marco Sitran.

30maggio2016Public

Nell’ultima foto, la dirigente del Magistrato alle Acque Cinzia Zincone e il Senatore Felice Casson, al tavolo dei relatori:

Cinzia Zincone

L’incontro è stato organizzato da: Lista civica Casson, associazione Campo Aperto e Gruppo25Aprile

30 maggio: il Magistrato alle Acque incontra la cittadinanza

C’è chi ne rivendica le competenze e chi già ne rimpiange la terzietà, la serietà e le competenze che andrebbero cosí disperse. C’è chi ancora non ha dimenticato lo scandalo che ne ha intaccato l’immagine a causa di un servitore infedele ma ne valuta l’operato attuale sulla base dei fatti concreti e c’è chi pensa che averne cambiato il nome (da Magistrato a Provveditore) sia sufficiente per voltare pagina.

C’è chi dietro le quinte ne auspica lo smantellamento e chi alla luce del sole rivendica il ruolo indispensabile di una Istituzione unica al mondo in una città unica al mondo, che i nostri avi hanno creato e preservato nei secoli allo scopo di tutelare la Laguna e i suoi fragili equilibri al di là delle contingenze politiche del momento, tanto da chiamarla ancora con il suo nome storico: Magistrato alle Acque.

Noi siamo fra questi e al Provveditore in carica abbiamo chiesto di incontrare la cittadinanza. Appuntamento il 30 maggio alle 18, alla Scoletta dei Calegheri (campo San Tomà, Venezia):

Layout 1

Ghea podemo far.. fiasco?

Comunicato stampa

L’espressione “fare fiasco” (equivalente di “fare cilecca”) trae origine dalla vicenda di un artista che ogni sera si esibiva in simpatici monologhi, che condivideva con oggetti a cui si rivolgeva adoperando parole e smorfie divertenti.  Una sera – così si narra – decise di esibirsi in un monologo portandosi come compagno di scena un tipico fiasco da vino; invece di divertire il pubblico però, l’artista lo annoiò a tal punto che questo reagì e iniziò a fischiarlo a più non posso.

Impegnati com’erano nell’erogazione di spritz agli elettori, i vincitori delle ultime elezioni comunali (all’insegna dello slogan “ghea podemo far”) sembrano aver dimenticato l’origine dell’espressione e anche, en passant, i doveri fondamentali dell’esecutivo comunale. Pagina bianca, quella che tutti aspettavamo per poter valutare la nuova Giunta comunale:

http://consigliocomunale.comune.venezia.it/?pag=8

A ricordare quegli obblighi (che non sono affatto una formalità) ci ha pensato un’interpellanza urgente presentata al nuovo Sindaco, in data 5 ottobre, dalla lista Casson che in Consiglio comunale conta su cinque consiglieri eletti.

Nell’interpellanza, che il Senatore Casson ha inviato per conoscenza anche al Prefetto di Venezia, si ricordano due passaggi cruciali che sono alla base di tutta la dinamica istituzionale in quanto permettono al Consiglio comunale e alle Municipalità di svolgere il ruolo a cui sono preposti, e ai cittadini (nonché agli organi di stampa) di capire in quale direzione concretamente si muoverà l’amministrazione comunale.

I passaggi essenziali sono i seguenti, e il virgolettato è tratto dallo Statuto comunale di Venezia.

Articolo 10: “Entro sessanta giorni dalla nomina, ogni assessore/a presenta al Sindaco un programma di referato con l’analisi della situazione in atto, l’indicazione degli obiettivi annuali e pluriennali e quella degli strumenti operativi che si intendono attivare. Il Sindaco nei successivi trenta giorni, previo esame da parte della Giunta, trasmette i programmi di referato alle Commissioni competenti ed alle Municipalità”.

Articolo 5bis: “Entro tre mesi dalla prima seduta del Consiglio, il Sindaco, sentita la Giunta, consegna ai Capigruppo Consiliari il testo contenente le linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Entro il mese successivo il Consiglio esamina il programma di governo che viene sottoposto a votazione finale”.

Per quanto attiene al secondo obbligo, la prima seduta del Consiglio comunale si è tenuta in data 2 luglio e i tre mesi sono scaduti senza che al Consiglio comunale venisse trasmesso uno straccio di programma. Per quel che riguarda il primo, che è propedeutico al secondo, i termini sono ampiamente trascorsi e l’interpellanza chiede di sapere “se e quando si intendano rispettare tutti i termini legislativamente fissati”.

Lo Statuto comunale è la Magna Charta dell’attività istituzionale cittadina. Come piattaforma civica ci auguriamo che ai ritardi eventuali venga posto rimedio al più presto, essendo a tutti evidente la necessità di una strategia di governo e di una visione complessiva dei molti problemi che quotidianamente tocchiamo con mano.

Venezia 6 ottobre 2015

VeniceRoofs

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Elezioni comunali: chi ha vinto, chi ha perso?

Davide Scano: 0,33. Luigi Brugnaro: 9,06. A cosa ci riferiamo, e come siamo arrivati a questo dato?

L’analisi costi-benefici è un metodo di lavoro caro a questo gruppo, che da tempo propone di utilizzarlo anche per le scelte strategiche che riguardano il futuro di Venezia, dall’individuazione della rotta ottimale per le grandi navi alla gestione dei flussi turistici (proposta Scurati, Pass4Venice e altre che potrebbero emergere, stante l’urgenza di far respirare una città ormai soffocata dal turismo di massa, con le conseguenze evidenziate ieri nell’articolo di Alberto Vitucci, sulla Nuova Venezia).

Mettendo a confronto costi e benefici di tutte le opzioni disponibili, l’applicazione di quel metodo ci avrebbe risparmiato scelte sbagliate e sprechi piccoli e grandi quali ad esempio il ponte di Calatrava e annesse ovovie o i palabuchi del cinema e altri scempi al Lido di Venezia, per non parlare del MoSe affidato ad un concessionario unico e senza bando di gara per la “modica” cifra di 5,6 miliardi pari a 100.000 euro per ogni veneziano rimasto, manutenzione esclusa.

Il concetto di analisi costi-benefici, invece, è rimasto sostanzialmente estraneo alla cultura politica di una città che, diversamente da altre, negli anni delle vacche grasse poteva contare sulle entrate della legge speciale e di un Casinò con la bellezza di due sedi (100 milioni di euro versati ogni anno alle casse comunali, negli anni d’oro) e tuttora può contare su un flusso turistico di proporzioni tali che, qualora correttamente amministrato, potrebbe generare redditi che poche città al mondo possono sognare. Finiti i tempi delle vacche grasse per le casse comunali (mentre quelle di certi privati traboccano di dobloni d’oro), è un metodo di lavoro che andrebbe applicato così come viene praticato da decenni in altri Paesi e anche, a livello intuitivo, da qualsiasi buon padre di famiglia.

Quando si parla di costi e benefici, occorre ovviamente distinguere fra costi (o benefici) diretti e costi (o benefici) indiretti, ed è qui che le cose si fanno più complicate. In materia ambientale, ad esempio, si parla di “internalizzazione dei costi” per indicare quel metodo che permette di quantificare i costi indiretti di una determinata scelta: in materia di mobilità e turismo, a titolo di esempio, è intuitivo che l’utilizzo di determinati mezzi di trasporto rispetto ad altri comporta dei costi per la collettività (inquinamento e cure sanitarie per le patologie legate all’inquinamento), che possono ormai essere quantificati con l’ausilio di modelli matematici e vengono utilizzati regolarmente nelle valutazioni di impatto ambientale introdotte dalla legislazione europea, che ci ha costretti ad imparare qualcosa dagli altri Paesi (così come altri Paesi hanno imparato qualcosa da noi, in altre materie). Alla voce “benefici”, si possono considerare i posti di lavoro direttamente creati e quelli dell’indotto che ne dipendono, e via discorrendo.

A rischio di semplificare una realtà complessa, abbiamo voluto provare ad applicare quel metodo di analisi alle ultime elezioni comunali, per cominciare con un esempio facile e comprensibile a tutti. Con quali risultati?

Campo San TomàAlla voce “costi”, abbiamo ovviamente considerato le spese elettorali dichiarate (come la legge impone) dai candidati Sindaco che si sono confrontati alle ultime elezioni: questi sono definibili come “costi diretti”. Sulla congruità delle cifre dichiarate possiamo nutrire qualche dubbio e lo abbiamo fatto sapere, ieri:

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/09/29/news/brugnaro-una-campagna-elettorale-da-315-mila-euro-1.12175367?ref=hfnvveec-19

Fino a prova contraria, tuttavia, prenderemo per buone le cifre dichiarate dai singoli candidati e così riassunte dal Corriere veneto di ieri:

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/politica/2015/29-settembre-2015/caramelle-penne-fucsia-spot-tv-costi-sindaco-quattro-volte-casson-2301983063120.shtml

Alla voce “benefici” diretti abbiamo considerato i voti ricevuti, dato che questo è l’obiettivo di chi si candida alle elezioni. Il rapporto costi/benefici, se ci limitiamo a costi  e benefici diretti, si ottiene pertanto dividendo le spese sostenute (rectius: dichiarate) in campagna elettorale e i voti ricevuti alle elezioni, tenendo bene a mente che l’obbligo di rendicontazione si riferisce soltanto agli ultimi 30 giorni (quelli successivi alla convocazione dei comizi elettorali) e che i costi sono quindi sottostimati per tutti i candidati ma soprattutto per quelli che erano partiti “in anticipo”, acquistando pagine a pagamento sui quotidiani nelle settimane antecedenti (marzo e aprile, senza obbligo di rendicontazione).

Se consideriamo le due coalizioni in campo, considerato che il M5S non ha dato indicazioni di voto per il ballottaggio, il risultato è il seguente.

Utilizzando i dati pubblicati dal Corriere, la coalizione che ha sostenuto Luigi Brugnaro avrebbe speso (o dichiarato, per il periodo di rendicontazione obbligatoria) un totale di 362.994 euro; quella che ha sostenuto Felice Casson ne avrebbe spesi (dichiarati, per il periodo di rendicontazione obbligatoria) 70.547. I voti ottenuti dai rispettivi candidati al ballottaggio sono stati 54.405 e 47.838:

http://elezioni2015.comune.venezia.it/

Il rapporto costi/benefici riferito al secondo turno è dunque il seguente:

Brugnaro: 6,67 euro per voto ricevuto.

Casson: 1,47 euro per voto ricevuto.

Se invece volessimo applicare il ragionamento al primo turno, e limitandoci ai cinque candidati Sindaco più votati, otterremmo una forbice ancora più ampia, in termini di “efficienza” della spesa sostenuta. La classifica dei candidati che più hanno speso era questa:

  1. Brugnaro
  2. Casson
  3. Zaccariotto
  4. Bellati
  5. Scano

..ma la classifica dei candidati più votati al primo turno è stata:

  1. Casson
  2. Brugnaro
  3. Scano
  4. Bellati
  5. Zaccariotto

..e ciascuno potrà divertirsi a calcolare “quanti euro costa un voto” o meglio quanti voti ha ottenuto il singolo candidato per ogni euro speso. Semplice curiosità? Non solo: in linea di principio e con le dovute eccezioni, quando la disparità fra le forze in campo è evidente come lo è stata in questo caso, i voti ottenuti da chi ha “speso poco” (in rapporto ai voti ricevuti) possono essere interpretati come un segnale di maggior radicamento nel territorio e di “base” elettorale più solida e/o stabile rispetto a chi si affida alla propria capacità di spesa per convincere gli elettori, facendo intravedere una sorta di Paese della cuccagna in cui lo spritz scorre a fiumi e gratis, e il successo imprenditoriale del candidato si tradurrà automaticamente in benessere individuale per tutti. Quando poi la realtà si incarica di smentire l’esistenza del Paese della cuccagna, infatti, l’elettorato di quel tipo tende a dissolversi come neve al sole.. e a volte è lo stesso che poi lancia monetine in direzione del malcapitato politico di turno, perché si sente “tradito” nelle aspettative.

Vogliamo provare a stilare la classifica di chi ha vinto e chi ha perso le elezioni, in termini di costi/benefici (euro spesi per ogni voto ricevuto)? Classifica inedita e “fuori dal coro”, ma proviamoci pure:

  1. Davide Scano: 0,33 euro
  2. Gian Angelo Bellati: 1,17 euro
  3. Felice Casson: 1,51 euro
  4. Francesca Zaccariotto: 3,67 euro
  5. Luigi Brugnaro: 9,06 euro

A voi la parola, per i commenti: rimarranno visibili su questa pagina, senza censure. Quanto ai costi e ai “benefici” indiretti ipotizzabili nel caso di specie, meriterebbero un capitolo a parte, che ci riserviamo di aprire più avanti. Trattandosi di un imprenditore prestato alla politica, che con le giunte precedenti ha firmato qualche contratto in corso di esecuzione, è lecito immaginare che abbia fatto bene i suoi conti.

Fonte utilizzata per i risultati del primo turno:

http://elezioni2015.comune.venezia.it/risultati/comune-di-venezia/30241/riepilogo-comune-di-venezia

Operazione #Trasparenza, per Venezia

https://twitter.com/25aprileVenezia

Nota per chi volesse approfondire: la nozione di “cost-benefit analysis” nasce negli anni venti, e “l’idea alla base del metodo è quella di un’analisi comparata dei vantaggi, in termini di miglioramenti del benessere collettivo, e dei costi, in termini di prezzi ombra delle risorse, relativi ai diversi possibili interventi pubblici, siano essi progetti di investimento o generica attività di regolazione normativa”; è un metodo che fra gli altri vantaggi ha quello di sdrammatizzare il dibattito “ideologico” su certe scelte che, in assenza di parametri oggettivi, rischiano di essere altrimenti affidate a logiche puramente ideologiche o di “cordata” politica  e a volte clientelistiche o, peggio ancora, contaminate dai fenomeni corruttivi ai quali in Italia siamo particolarmente sensibili. Come anticipato in premessa, ne faremo uso quando si tratterà di parlare di flussi turistici e nuove rotte (o nuovi scavi) per le grandi navi che solcano la nostra Laguna.

(c) foto credits: Francesca Palermo-Patera

Il fucsia che avanza, in diretta su ReteVeneta

Venezia 15 giugno Mezzanotte e un quarto, in diretta su ReteVeneta. Alla vittoria del nuovo Sindaco inneggiano, in ordine di apparizione:

  1. Ugo Bergamo, ex assessore UDC nella Giunta precedente, già Sindaco democristiano e ViceSindaco e tante altre cose ancora, di qua o di là a seconda delle convenienze ma sempre in sella da 40 anni esatti (1975-2015). Esulta, parla di “novità reale” e necessità di sbarazzarsi della “vecchia classe dirigente”. Lui dov’era, in questi 40 anni?
  2. Roberto Panciera, già assessore nella Giunta precedente, inneggia alla “grande svolta”, parla di rinnovamento e di grande città metropolitana.
  3. Renato Boraso (ex Forza Italia, in politica da sempre e campione di preferenze nelle elezioni precedenti) inneggia al Rinascimento che il voto odierno rappresenterebbe e sottolinea il “merito del cittadino che ha scelto il cambiamento”; i numeri dicono che le sue preferenze si sono dimezzate rispetto alle elezioni precedenti, ma quello che conta è il Boss e il nuovo Boss ha vinto.

Mezzanotte e quaranta, il discorso del nuovo Sindaco Luigi Brugnaro che ringrazia nell’ordine: lista Boraso, Forza Italia e UDC, e poi tutti gli altri. Eccola servita, la svolta annunciata da angeli un po’ attempati e già provati da lunga militanza politica.

Quanti voti ha ottenuto il nuovo Sindaco? 54.405 pari al 53,21% dei votanti.. e quanti elettori hanno votato, al ballottaggio? 103.827 persone pari al 48,94% degli aventi diritto. 54.000 persone circa sui 211.000 aventi diritto hanno oggi votato Luigi Brugnaro, e a lui vanno le nostre congratulazioni.

Calcolatrice alla mano, il 53,21% del 48,94% sono circa un quarto dei veneziani con diritto di voto, e meno di un quinto della popolazione residente. Vuol dire che al conto del “vincitore” mancano i tre quarti della popolazione con diritto di voto; vittoria di Pirro?

Da parte nostra, come piattaforma civica, intendiamo dare voce anche agli oltre 100.000 elettori che stavolta non hanno votato (quasi 110.000, per essere più precisi) ma comunque contribuiscono con le loro tasse al bilancio comunale, e la cui vita quotidiana (come del resto quella dei pendolari non residenti) dipende da servizi pubblici la cui qualità è minacciata dalla situazione di bilancio; ignorarli con il pretesto che non hanno votato sarebbe eticamente scorretto, oltre che politicamente stupido.

Da quel 48,94% che ha votato, per completezza togliamo anche le 1.200 schede nulle (annullate appositamente: la scheda elettorale stavolta non presentava particolari complicazioni, dato che c’erano solo due candidati) più 376 schede bianche.. e ci faremo un’idea della Caporetto. No, non quella di un candidato Sindaco o dell’altro: quella della politica locale, senza eccezione alcuna. L’ex maggioranza e l’ex finta opposizione, e i gattopardi stasera riuniti nel festeggiare davanti agli schermi televisivi inneggiando a chissà quale Rinascimento, quando a molti era ormai chiaro che si erano abilmente e silenziosamente distribuiti “di qua e di là”, per fare in modo che tutto cambi senza che nulla cambi.

Ultima annotazione: Luigi Brugnaro ha vinto ovunque, sul territorio del Comune ampio che tante volte abbiamo criticato su questa pagina, con una significativa eccezione: quella di Venezia-Venezia. Nei sestieri il risultato del voto è stato: Felice Casson 51,17% Luigi Brugnaro 48,83%; eccezione altamente simbolica e tuttavia priva di conseguenze pratiche perché il Sindaco di Venezia ormai NON si decide più a Venezia ma nel Comune ampio in cui siamo stati diluiti molti anni fa.

Tutti i dati qui riportati sono definitivi e sono tratti dal sito ufficiale del Comune di Venezia-Mestre: http://elezioni.comune.venezia.it/risultati/ballottaggio-comune-di-venezia/20201/Venezia-Centro-Storico

Di questo editoriale mi assumo io ogni responsabilità e pertanto lo firmo, cosa che generalmente non faccio; se non vi piacerà o se dovesse “rovinare” la festa e il tripudio fucsia (“una settimana di festeggiamenti”, ha testualmente promesso in TV il nuovo Sindaco) prendetevela solo ed esclusivamente con me.

Marco Gasparinetti, 15 giugno 2015

2211 volano

Comunicato del gruppo elezioni, 12 giugno 2015

12 giugno 2015Resoconto provvisorio del gruppo elezioni, in vista del ballottaggio del 14 giugno:

Al primo turno non abbiamo fatto dichiarazioni di voto individuali o collettive, ma potevamo scegliere fra nove candidati Sindaco, adesso non più: al ballottaggio ne sono rimasti soltanto due e nessuno di noi intende lavarsene le mani come Ponzio Pilato: chiunque vinca queste elezioni domenica ce lo dovremo tenere per un pezzo, e chiunque vinca potrà fare danni ulteriori o rimediare a quelli passati, a seconda delle sue caratteristiche e della squadra di cui si circonderà.

Cosa non abbiamo chiesto, a cosa abbiamo rinunciato e cosa abbiamo ottenuto?

1. Come movimento di opinione non avremo consiglieri comunali eletti, dato che i nostri candidati hanno rinunciato ai posti in lista che ci erano già stati garantiti da un candidato Sindaco, per prendere le distanze da una scelta di fondo che non abbiamo condiviso e tuttora non condividiamo. A quel candidato Sindaco, venute meno le condizioni per una collaborazione diretta abbiamo chiesto altro e lo abbiamo potuto fare con totale libertà di manovra e da posizione di assoluta autonomia, ribadita con la neutralità osservata al primo turno di queste elezioni comunali.
2. Come piattaforma civica non abbiamo chiesto poltrone ma abbiamo chiesto e ottenuto che gli assessori (nel caso di una sua vittoria alle elezioni) vengano scelti per quello che sanno fare e non per amicizia o tessera di partito: “squadra completamente nuova”, “scelta di squadra ampia”, “uscire completamente dalla logica dei partiti”,  assessori scelti sulla base di “professionalità, merito e competenza” (Felice Casson 10 giugno, alla Nuova Venezia). Se questo impegno (pubblicamente ribadito) verrà rispettato, sarà una rivoluzione copernicana rispetto al metodo lottizzatorio fin qui seguito. Inoltre, questo impegno pubblicamente ribadito segna una netta differenza di metodo rispetto all’altro candidato Sindaco, che ha già concluso accordi politici di tipo spartitorio per la ripartizione degli assessorati.
3. Coerentemente con gli impegni presi in occasione dell’incontro pubblico del 7 marzo, il candidato Sindaco Casson ha confermato che “casa e residenza sono il tema fondamentale per Venezia”,  e il “come riportare vitalità economica e sicurezza lo sono per Mestre”. Chi ci legge da tempo sa che casa e residenzialità, in una città d’acqua che continua a perdere quasi a 1.000 residenti all’anno, sono le questioni centrali intorno alle quali si è costituito il Gruppo25Aprile, così come la difesa delle attività produttive e artigianali. Quella delle residenzialità è una questione che va affrontata dando un segno di discontinuità radicale con le inefficienze e il clientelismo del passato, prendendo di petto il problema dei cambi di destinazione d’uso e utilizzando il potenziale del patrimonio residenziale in mano pubblica. Su questi temi in particolare, il Gruppo25Aprile eserciterà un ruolo di vigilanza attiva e propositiva, o di opposizione agguerrita e determinata se il problema non verrà affrontato alla radice.

4. In attesa del decreto Enti Locali che è stato puntualmente adottato dal Consiglio dei Ministri giovedi 11 giugno, il candidato Sindaco Casson ha dichiarato che i 7 milioni in arrivo da Roma verranno destinati a revocare alcuni dei tagli (che altri hanno definito “macelleria sociale”) decisi dalla gestione commissariale, con precedenza a stipendi e asili nido.
5. Alla luce delle sorprendenti dichiarazioni del candidato Sindaco Brugnaro che intende spostare il traffico delle Grandi Navi sul canale Vittorio Emanuele (a ridosso del Ponte della Libertà) sostenendo che per farlo “non serve scavare”  il candidato Sindaco Casson ha confermato di essere contrario non soltanto allo scavo del Contorta (contro il quale ci siamo sempre battuti, raccogliendo 30.000 firme) ma anche a quello del canale Vittorio Emanuele.

In occasione del confronto pubblico dell’11 giugno, il candidato Sindaco Brugnaro ha nuovamente ribadito che per farci passare le Grandi navi “non serve scavare”, pur essendo notorio come la larghezza e la profondità di quel canale siano attualmente insufficienti rispetto alle dimensioni delle navi da crociera che si vorrebbero colà “dirottare” per farle arrivare alla Marittima attuale.

Per chi volesse conoscere la proposta del candidato Sindaco Brugnaro, rinviamo a questo video:

Per chi volesse seguire la discussione nell’apposito gruppo facebook, l’indirizzo è:

https://www.facebook.com/groups/271896219684184/

Le nostre proposte: 5) Tutela dell’artigianato tipico lagunare

Atti dell’incontro pubblico del 26 aprile 2015 (Palazzo Da Mula, Murano)

Relatori: Stefano Bravo e Saverio Pastor

“Tutela e promozione dell’artigianato tipico lagunare”

Viviamo un periodo pluridecennale durante il quale ben poco si è fatto per l’artigianato proprio mentre esso aveva già iniziato a sprofondare in una profondissima crisi locale e strutturale; nell’indifferenza della politica si è lasciata ai singoli imprenditori ogni iniziativa per la sua (e loro) sopravvivenza.

Non dimentichiamo che in città le attività artigiane, ed in particolare quelle dell’artigianato artistico, sono state perno dell’economia cittadina e hanno offerto grandi opportunità di lavoro. Esse fanno parte integrante della nostra cultura e della nostra storia.

Dobbiamo invertire la tendenza al declino e puntare sulle imprese artigiane in modo che siano protagoniste del rilancio socio-economico e culturale della nostra città.

Ricordiamo anche che basta un decennio per perdere secoli di conoscenze e di saper-fare; che mentre UNESCO e cultura internazionali cercano di salvaguardare il Patrimonio Culturale Intangibile i nostri politici si sono fin qui dimostrati sordi e distratti davanti alla drammatica evidenza di queste problematiche.

Saverio Pastor

Vogliamo qui affrontare alcuni problemi riguardanti queste attività produttive con attenzione particolare per quella fascia di artigiani definiti “della mano e della mente” o più comunemente Artistici.

Come artigiani dell’Associazione El felze pensiamo alla gondola e a tutti i mestieri ad essa collegati, ma ricordiamo anche il vetro e i lavori ad esso connessi ei lavori antichi della città, alcuni dei quali sono già andati persi: oresi, argentieri, gioiellieri, tappezzieri, ebanisti, decoratori e laccatori. I restauratori che ci permettono di conservare il passato, di trasmetterlo come patrimonio: dai mobili, alle opere artistiche, all’edilizia: dai pavimenti agli stucchi, dalla pietra al metallo.

Pensiamo però che il più grande problema dell’artigianato veneziano sia la diminuzione degli abitanti (residenza) e quindi chiediamo al candidato sindaco di cercare di invertire drasticamente la tendenza all’esodo e di aumentare la residenzialità. A questo si è impegnato nell’incontro pubblico del 7 marzo dedicato ai sestieri, ed è un impegno che non ci stancheremo mai di sollecitare e sentirgli ripetere, anche in questa sede.

Come chi vive in città, gli artigiani subiscono poi i drammi connessi ad un mercato immobiliare impazzito che va governato con sapienza.

Ricordiamo anche che all’interno dell’Arsenale lavorava una buona fetta di questa tipologia di artigiani, infatti il dibattito sulla riqualificazione dell’Arsenale li mette spesso al centro delle ipotesi future; anche il velleitario progetto di ricostruzione del Bucintoro potrebbe essere un’occasione di rilancio delle manifatture cittadine. Chiariamo però da subito che non si può immaginare alcuna attività in quel complesso se esso non viene riaperto realmente e decisamente alla città e, comunque, se alcune imprese lì troveranno una sede ciò non dovrà comportare l’impoverimento del tessuto urbano di artigiani, che dovranno invece presidiare comunque la città.

GONDOLA, CANTIERISTICA E ATTIVITA’ COLLEGATE.

L’Istituzione per la Conservazione della Gondola e la Tutela del Gondoliere da anni si è appiattita su quest’ultimo obiettivo (la tutela del gondoliere) dimenticando i costruttori della più famosa barca del mondo. Mentre ben due gondolieri siedono in Cda l’insieme dei costruttori deve proteggersi da sé muovendosi tra mille asperità: dalla ricerca di un laboratorio, ad un capitale, spesso cospicuo, investito in materie prime, attrezzature e personale.

Servono ormai regole certe. Non è possibile che il regolamento comunale decida come debba essere addobbata una gondola e l’abbigliamento del gondoliere, ma non come debba essere costruita la barca e i suoi accessori. Sta dilagando il compensato marino e presto si perderà la capacità di costruirla in legno massiccio. Forcole e ferri da prua rischiano di essere costruiti al di fuori delle tradizioni, senza manualità né personalizzazione, come da sempre si è fatto. Il regolamento comunale sul servizio va rivisto implementando disciplinari per la costruzione di gondola ed accessori DOC. Se non possiamo vietare il compensato, potremmo incentivare le barche in massiccio con finanziamenti e premi per chi costruisce e per chi acquista.

Alle gondole è stata recentemente imposta una targa rilasciata dal Comune. Proponiamo che essa serva per avere una scheda della gondola: anno di costruzione, cantiere e tutti gli artigiani che ci hanno lavorato, dall’intagliatore, al fonditore al remèr. Proponiamo quindi una tracciabilità degli oggetti a garanzia di costruzione fatte seguendo disciplinari condivisi tra Istituzione. gondolieri e artigiani.

Ricordiamo ciò che di buono offrivano le corporazioni: persone autorizzate per la loro capacità ad esercitare un lavoro e prodotti certificati da fatture e marchi; ogni “bottega” avrà un suo Marchio che servirà a contraddistinguere e garantire un prodotto di alta qualità.

Dobbiamo poi rilanciare il vero trasporto tipico veneziano con la ripresa dei “traghetti da parada” oggi in parte dismessi e fortemente ridotti. Anche su questo punto, al candidato Sindaco chiediamo un impegno preciso per salvaguardare un servizio pubblico che, oltre a fluidificare la mobilità pedonale alleggerendo la pressione sui ponti che collegano le due rive del Canal Grande, fa parte integrante e irrinunciabile della nostra identità di città d’acqua. Oltre a questo impegno, che richiede semplicemente la manutenzione dei pontili a carico del Comune, al candidato Sindaco chiediamo anche di considerare l’ipotesi di ripristinare analogo servizio a Murano, dove storicamente esisteva e dove la domanda turistica è in espansione costante, anche come occasione per creare occupazione in un’isola dove il settore del vetro continua a perdere posti di lavoro: con la tariffa attualmente in vigore a Venezia per i non residenti (2 euro) si tratta di un servizio di trasporto pubblico che si auto-sostenterebbe, collegando le fermate ACTV “Faro” e “Navagero” e accorciando i tempi di percorrenza anche per i residenti.

Per rilanciare la cantieristica si dovrà pensare non solo alle gondole ma anche alle altre tipologie di barche tradizionali. Questo si può fare anche ripensando il regolamento della concessione spazi acquei con l’agevolazione e la gratuità per gli ormeggi delle barche tradizionali e in legno: che senso ha tutto il dibattito sui pali in legno o in plastica se poi ai pali –dinanzi a palazzi vincolati obbligatoriamente in legno- si consente l’ormeggio a un ferro da stiro in plastica?

Si coinvolga la regione del Veneto con il rifinanziamento e miglioramento della legge regionale 1/96 che qualche merito lo ha avuto.

EDILIZIA E RESTAURO

Altro settore questo fondamentale; in esso si incrociano profondamente il sapere e la conoscenza con l’utilizzo dei materiali. Dalla costruzione al recupero filologico; qui identifichiamo la capacità di conservare e trasmettere alle generazioni future quel che riceviamo come patrimonio: dal palazzo al mobile, alla pietra al marmo, dal legno al metallo ai pavimenti.

Siamo all’anno Zero. Nessuna iniziativa pubblica, nessun tipo di coordinamento; una mappatura; un reale controllo sulle capacità di chi esercita tali lavori. Anche qui servono poche ma certe regole scritte.

Magari si può riprendere quanto fatto –e dannatamente dimenticato- con la Scuola Europea del Restauro a San Servolo dove si concentravano da tutta Europa stuccatori, terrazzieri, decoratori, marangoni e fabbri di primordine. Va fatto ogni tentativo per far tesoro degli ultimi artigiani ancora in attività.

Inoltre la nuova edificazione dovrebbe restare un miraggio mentre è concreta e quotidiana la necessità di interventi di restauro e di riqualificazione edilizia ed urbana (questo dovrebbe essere un punto fondamentale del programma per prossimi 5-25 anni).

VETRO
Certo il vetro ha una serie di problemi che sembra impossibile districare, ma bisognerebbe sempre ricordarsi che a Murano era attiva una vera e propria industria, che tuttora impiega un migliaio di addetti. Un rilancio deve per forza unire allo stesso tavolo Imprenditori e Amministrazioni, a tutti i livelli.

Sul punto rinviamo alla relazione di Lucia Cimarosti, che parlerà fra poco.

Anche qui, come del resto in tutti i settori, serve la coscienza che da soli non se ne esce. Se uno chiude, non è un concorrente in meno. Capiamo che il restare vivi e attivi dipende dall’unicità del prodotto fornito.

SGRAVI CONTRIBUTIVI

Nell’immediato, va assolutamente affrontata a livello nazionale ed europeo la questione della restituzione degli sgravi contributivi, che si trascina da 20 anni con risvolti kafkiani e nell’immediato (non fra 6 mesi o fra un anno!) rischia di portare alla chiusura di decine di aziende da Burano a Chioggia passando per Murano e i sestieri; su questo rinviamo alla nota trasmessa dal Gruppo25Aprile in data 9 aprile 2015 e all’analogo appello rivolto da Confindustria sulle pagine della stampa locale in occasione della visita (rinviata) del premier Matteo Renzi.

Murano 26 aprile 2015

ALTRI ARTIGIANI

Non meno importanti sono altri settori dove troppo spesso tutto è lasciato ad una volontà individuale degli imprenditori: dal mantenere uno spazio alla formazione del personale.

Il Tessile: ormai ci sono le due grandi imprese Bevilacqua e Rubelli con connotazioni e modalità diverse. Mentre il secondo ha accettato una sfida internazionale e si è inserito nel mercato, Bevilacqua ha continuato la lavorazione antica di secoli ma ancora di nicchia.

Il Merletto: sembra ormai una semplice illusione. O si è in grado di offrire un futuro a chi ci lavora oppure una sua sopravvivenza sembra impossibile. Se a Burano e Torcello si continuerà a mescolare il prodotto artigianale con quello industriale, quello locale con quello d’impostazione, non si vede un futuro. Forse la strada può essere quella di istituire dei corsi o sostenere le donne che avrebbero qualche modesta velleità imprenditoriale.

Ricordiamo anche i Bocaleri e i Mascherai che difendono una loro dignità e cercano una loro certificazione di qualità.

Crediamo si debba fare l’impossibile per rilanciare l’artigianato, anche trovando il modo di far conoscere e appassionare i giovani a queste attività; esse sono arte, cultura e storia della nostra città e possono garantire redditi dignitosi.

Sono possibili nuovi rapporti con le Istituzioni culturali della nostra città: dalla Biennale alle Università dall’Accademia di Belle Arti ai Licei Artistici: si possono avviare progetti culturali con gli artisti internazionali e nei corsi di laurea legati alle tematiche proposte e avviare anche stage estivi per ragazzi delle superiori.

In conclusione anche in questo settore, come in molti altri in città bisogna riscrivere le regole, e farle rispettare.

Gli artigiani de el felze e il Gruppo25Aprile

Comunicato stampa: Elezioni 2015, appuntamento al secondo turno

28aprilevs25Aprile

Venezia, 28 aprile 2015

In punta di piedi e senza “rabbia” o polemiche, ma con il fair play che ad altri è mancato, il Gruppo25Aprile in quanto tale esce da una campagna elettorale che era partita bene e si è incagliata nelle sabbie mobili della vecchia politica, ferma restando la libertà degli iscritti di “correre” a titolo individuale nelle singole liste in cui riterranno di farlo, senza l’appoggio del gruppo e senza poterlo rappresentare.

Le ultime 48 ore sono state caratterizzate da colpi bassi e colpi di scena che andavano innanzitutto comunicati, argomentati e spiegati, per poter essere capiti dall’opinione pubblica, dai nostri iscritti e dai quattro candidati che avevamo deciso di prestare alla politica, pur consapevoli del rischio di esserne fagocitati.

Come gruppo abbiamo provato a portare, nel corso di questi dodici mesi, un metodo partecipato e un contributo di idee, proposte e soluzioni che nelle ultime settimane sono state discusse nel corso di tre incontri pubblici con il candidato Sindaco che ci sembrava potesse dare garanzie di rottura con il passato recente e con i vecchi metodi che hanno portato la città nello stato in cui si trova. Dal punto di vista etico e dal punto di vista del bilancio che saremo tutti chiamati a risanare come contribuenti, ci sembrava nostro dovere di cittadini provarci, pur consapevoli di tutte le difficoltà e delle critiche a cui ci saremmo esposti, nel prendere posizione.

Le condizioni che avevano portato a questa scelta, per la quale abbiamo già pagato un prezzo elevato, sono venute meno ieri 27 aprile con la presentazione della lista del candidato Sindaco in cui i nostri quattro candidati si sono ritrovati come capolista una personalità (ex avversaria alle primarie) di cui non si era mai parlato fino al giorno prima e che nel corso delle primarie aveva espresso una visione della città per molti versi antitetica rispetto alla nostra.

Nel tentativo di ricucire lo strappo, una riunione con tutti i candidati, il nuovo capolista e il candidato Sindaco si è tenuta oggi 28 aprile. Nonostante la buona volontà dei presenti e la durata della riunione, che si è prolungata oltre il previsto proprio per esplorare tutte le piste possibili, lo strappo non è stato ricucito perché non è tanto una questione di persone quanto di metodo e di fiducia che è venuta meno e nel modo più inaspettato, dal nostro punto di vista.

Essendo venute meno le premesse di trasparenza e di rinnovamento che erano state fin qui mantenute, il Gruppo25Aprile in quanto tale ritira il suo appoggio alla lista Casson, il cui capolista è stato cambiato in questo modo assurdo e nel quale non ci riconosciamo, fermo restando che i singoli candidati renderanno note in totale autonomia le loro decisioni individuali.

Appuntamento al secondo turno (ballottaggio), che a questo punto ci pare probabile e anche auspicabile.

28aprile2015

24 aprile 2015: Diamo un Futuro a Mestre

MestreVenerdi 24 aprile, alle ore 17.30

Centro culturale S.ta Maria delle Grazie (Via Poerio 32, Mestre)

Incontro pubblico con Felice Casson

organizzato dal Gruppo25Aprile

Moderatore:

Marco Gasparinetti

Proposte, domande e risposte sui seguenti temi, che verranno introdotti dai relatori designati:

Nicola Tognon: “Sicurezza e decoro come premesse necessarie per il rilancio di Mestre e del suo tessuto commerciale”;

Miriam Bruson: “Fare impresa a Mestre”;

Andrea Bortoluzzi (Basket Mestre): “Fare sport a Mestre”;

Selina Zampedri: “La mobilità acquea Mestre-Venezia: prospettive e proposte per il futuro”.

L’incontro è aperto a tutti, senza distinzione di affiliazione o credo politico; per dare spazio alla partecipazione attiva del pubblico, ad ogni relazione farà seguito una sessione di domande e proposte al candidato Sindaco Felice Casson.

Credits foto:

Nicola Tognon. Nella seconda foto, la Chiesa di San Girolamo (la più antica di Mestre: edificata nel 1269, sul luogo in cui sorgeva la cella di un eremita, all’interno della cerchia di mura di Castel Nuovo).

MestreSanGirolamo

26 aprile 2015: Diamo un Futuro alle nostre Isole?

Burano byTagliapietra

Incontro pubblico con il Senatore Felice Casson,

organizzato dal Gruppo25Aprile

Palazzo da Mula (Murano)

26 aprile 2015 alle ore 15

Moderatore:

Marco Gasparinetti

Relatori:

Stefano Bravo e Saverio Pastor: “Tutela e promozione dell’artigianato tipico lagunare”.

Francesco Zane (Burano): “La rinascita dell’Arcipelago Torcellano”.

Carlo Beltrame: “Il futuro delle isole dimenticate della Laguna”.

Cesare Peris: “Diritto alla mobilità e Parco Laguna Nord”.

Lucia Cimarosti: Murano cambia; produttività e vita in isola.

Credits foto:

Alessandro Tagliapietra

L’incontro è aperto a tutti, senza distinzione di affiliazione o credo politico; per dare spazio alla partecipazione attiva del pubblico, ad ogni relazione farà seguito una sessione di domande e proposte al candidato Sindaco Felice Casson, che ringraziamo per avere accolto l’invito.

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