Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivi per il mese di “aprile, 2014”

Le nostre isole

In questa sezione parleremo delle nostre isole, perché i problemi di cui intendiamo occuparci (e le soluzioni che intendamo proporre) non riguardano solo i sestieri del “centro storico” e della Giudecca, ma anche le altre isole della laguna.

Nella prima foto, gli uffici comunali di quello che dal 1806 al 1923 fu il Comune autonomo di Burano. Anche Burano ha i suoi sestieri (sono cinque) e conosce un problema di spopolamento simile a quello dei sestieri veneziani: la sua popolazione stabile è ormai scesa sotto i 3.000 abitanti.

BuranoAnagrafe

Se alla popolazione residente nei sestieri veneziani (e alla Giudecca) aggiungiamo anche le altre isole, la popolazione residente in laguna si aggira intorno agli 86.000 abitanti, per quel che riguarda il Comune di Venezia, a cui vanno aggiunti quelli di Chioggia e di Cavallino-Treporti, per un totale che supera i 100.000 residenti. Si tratta di numeri che rappresentano ancora una “‘massa critica” sufficiente a tramandare uno stile di vita unico in Europa, ma per quanto tempo ancora?

La superficie della laguna è pari a 550 km², di cui l’8% circa sono terre abitabili: il resto è un reticolo di canali, barene e ghebi, piane di marea, paludi d’acqua, casse di colmata. Fra le isole che ricadono nel Comune di Venezia, le più popolate sono (nell’ordine): Lido, Murano, Pellestrina, Burano, Sant’Erasmo e Mazzorbo. Alle Vignole risultano residenti 69 persone, 25 a Torcello e 10 a Mazzorbetto. Fra le isole abitate vanno considerate anche quelle che tuttora ospitano conventi o altre istituzioni religiose: San Francesco del Deserto, San Lazzaro degli Armeni e San Michele, per un totale di una trentina di residenti.

Nella prossima foto, il capitello che adorna il canale di ingresso a San Francesco del Deserto, venendo da Burano:

Capitello SFD

Alla situazione di crisi che attualmente colpisce il “distretto del vetro” di Murano intendiamo dedicare un approfondimento specifico. Nel frattempo, rinviamo a:

http://rialtofil.com/2014/01/15/il-tesoro-ritrovato-parte-quarta-vetri-arsenico-e-segreti/

e

http://www.veneziaconmurano.it/sono-con-noi/pieralvize_zorzi/

Lavori in corso: le modifiche dell’assetto istituzionale

    1. L’articolo 133 della Costituzione italiana prevede che “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”.
    2. Il disegno di legge speciale per Venezia attualmente in discussione al Senato: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00699890.pdf
    3. La legge  56 del 2014,istitutiva delle città metropolitane (adottata in via definitiva il 3 aprile 2014): http://www.camera.it/leg17/465?tema=953&Interventi+su+province%2C+citt%C3%A0+metropolitane+e+unioni+di+comuni

Sono i tre testi su cui ritorneremo presto, con i nostri approfondimenti e le nostre proposte.

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La nostra prima “lettera aperta”

porte d'acqua

L’atto fondatore di questo gruppo: la nostra prima lettera aperta, pubblicata dalla Nuova Venezia l’8 aprile 2014 e citata anche (in pari data) dal Gazzettino e dal Corriere:

Venezia e Mestre. Quale futuro?

Viviamo in una regione che produce il 9% del PIL e il 14% dell’export italiano, con un reddito pro-capite paragonabile a quello delle regioni tedesche eppure sembra che il Comune unico di Venezia-Mestre sia perennemente in bilico sull’orlo del fallimento. Ancor più fallimentare è il saldo demografico, che nella città d’acqua conosce un esodo continuo e per la prima volta segna una perdita di abitanti anche a Mestre, in controtendenza rispetto al dato demografico della Provincia e della Regione.

Qualcosa va cambiato, e questo è chiaro a tutti: non siamo i primi e non saremo gli ultimi a dirlo: altri lo hanno già scritto e in molti lo pensano, ma crediamo che questo sia il momento di dirlo pubblicamente, e non solo in privato. Perché adesso? Perché la creazione della città metropolitana offre un’occasione unica per chiederci se certi problemi non siano in parte riconducibili ai meccanismi decisionali e all’articolazione territoriale delle istituzioni decretata quasi un secolo fa, funzionale alle oligarchie dell’epoca che invitavano Venezia a “voltare le spalle al mare” per abbracciare il suo nuovo e radioso futuro: Porto Marghera.

Nel giro di pochi decenni, Venezia ha perso decine di migliaia di abitanti mentre il territorio “di là dal ponte” è diventato un polo industriale raddoppiando i residenti, prima di ridursi a semplice serbatoio elettorale per il nuovo partito “dominante”, che per Mestre non ha mai saputo elaborare un disegno complessivo o una strategia alternativa di sviluppo: a quel petrolchimico che portava voti, i lavoratori hanno pagato un prezzo salato, in termini di salute e di vite umane, e la città ha subito per decenni un ricatto occupazionale odioso, per chiudere un occhio su certe emissioni; i posti di lavoro nel frattempo sono andati persi comunque, i terreni da bonificare e i costi umani sono rimasti (a carico del contribuente).

Nei prossimi mesi – occasione unica e inedita – avremo finalmente la possibilità di restituire a Venezia la competenza sui suoi canali  (con il disegno di legge speciale, in discussione al Senato) e anche quella di separare la città d’acqua da quella di terraferma valorizzandole entrambe, nell’ambito della futura città metropolitana che rende ancora più urgente il ripristino di Comuni distinti perché diversi sono gli interessi da tutelare, mentre la città metropolitana sarà l’ambito naturale in cui gestire i problemi la cui natura richiede un’azione congiunta: in altri termini, avremo finalmente l’occasione di ridiscutere l’assetto territoriale imposto negli anni venti, e gli errori che ne sono conseguiti.

Sappiamo bene che alcuni si opporranno perché nella situazione attuale possono praticare il “divide et impera” rendendo minoritarie (per la legge dei grandi numeri) le istanze di cambiamento che emergono nei territori rispettivi (Mestre e Venezia); il risultato è che in questo gioco, reso possibile dall’accorpamento effettuato nel ventennio fascista, Mestre e Venezia perdono entrambe: opportunità di sviluppo, possibilità di cambiamento e abitanti.

Diluito nel corpo elettorale del comune unico, il voto dei veneziani rimasti (al ritmo di spopolamento attuale) varrà tanto quanto quello dei panda alle elezioni per il direttore dello zoo comunale, perché questo rischia di diventare: uno zoo dove i turisti di passaggio lanciano le noccioline agli autoctoni sopravvissuti. Fra Comune ampio e città metropolitana, le decisioni che contano rischiano di passare sopra le nostre teste ed è il rischio che vogliamo evitare: già adesso, dietro parvenze di democrazia formale, il processo decisionale è opaco, discrezionale e omertoso, lontano dalle esigenze della città ma sempre supino rispetto alle esigenze di chi la sfrutta come vetrina o come slot-machine.

Su questi punti cercheremo di favorire, per quanto è nelle nostre possibilità di cittadini, l’aggregazione di uno schieramento ampio, il più ampio e trasversale possibile, nell’interesse della città e a prescindere da quelle che saranno le liste in campo nel 2015.

Stefano BRAVO

Matelda BOTTONI

Davide BOZZATO

Stefano CEOLIN

Roberta CHIAROTTO

Davide DEL NEGRO

Lorena DELLA TOGNA

Adriano DE VITA

Marco GASPARINETTI

Luana GHEZZO PIVETTA

Sebastiano GIORGI

Mauro MAGNANI

Enrico MANCOSU

Vincenza MONICA

Saverio PASTOR

Cesare PERIS

Robert PJEVALICA

Alessandra REGAZZI

Roberto « Bart » SCARPA

Matteo SECCHI

Cristina SENO

Marco SITRAN

Manuel TIFFI

Massimo TOMASUTTI

Davide UBIZZO

Nelli VANZAN MARCHINI

Marco VIDAL

Maurizio ZENNARO

Venezia, 6 aprile 2014

 

 

 

Венеция, 25 апреля 2014

25 апреля — день, в который на протяжении уже двенадцати веков Венеция

чествует своего покровителя, Святого Марка, и несколько десяилетий как

отмечает День освобождения, символизирующий окончание Второй мировой

войны. Эта дата особо близка нашим сердцам, и мы хотим отмечать ее и в этом

году, но как это возможно, когда доходы уникального города, производящего

головокружительные экономические обороты, уходят из него, в то время как

касса муниципалитета пуста. В такой ситуации не до праздника.

Когда население города, который на протяжении веков предоставлял

возможность вести достойную жизнь 150.000 горожанам, опускается ниже 57.000,

и данная негативная тенденция продолжает свое развитие со скоростью 1.000

жителей в год, при этом отсутствуют какие-либо сигналы, которые бы позволили

бы горовить о смене ее вектора на позитивный, на празднование больше нет

времени. Остается лишь засучить рукава и спросить себя: в какой момент мы

совершили ошибку? Как мы можем изменить ситуацию, пока еще не слишком

поздно? Сколько времени осталось до того критического момента, когда могут

закрыться городская больница, школы и детские сады?

Тех, кто хочет обеспечить будущее этому городу, богатому своим прошлым,

мы просим выйти вперед и сформулировать конкретные предложения по

тому небольшому количеству пунктов, которые должны объединить всех нас,

несмотря на политические взгляды. Нам нужны конкретные предложения

и решения, а не привычная закулисная болтовня. У тех, кто забавляется

церемонностями вопроса о «городе-метрополии» в ключе романа «Леопард»

Джузеппе Томази ди Лампедуза, а именно «пусть все изменится с тем, чтобы

ничего не изменилось», мы просим всего лишь три вещи: принять во внимание

факт провала политики последних лет, вернуть островной Венеции возможность

решать свою судьбу, выбирая самостоятельно представителей независимого

Муниципалитета, и предоставить такую же возможность Местре, городу,

достойному равноценного права.

“Особый устав” Венеции уже частично признан специальным законом,

изменения к которому обсуждаются Сенатом. Тем, кто над ним работает,

мы предоставим конкретные предложения с тем, чтобы данная уникальная

возможность не была упущена. Особый устав позволил бы Венеции

удовлетворить существующие экстраординарные потребности островного

города и оставлять себе существенную часть налогов, полученных от локальной

экономической деятельности, что позволит повысить уровень социальных услуг,

предоставляемых жителям островного города, стимулировать деятельность

действующих на его территории предприятий и/или ввести временные

налоговые льготы для кустраного и промышленного производства на базе

модели «зоны франка» – беспошлинной зоны, которая была реализована

некоторыми европейскими странами на соответствующих островных

территориях.

 

Группу 25 апреля

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Traduzione: Ksenia Fedulova

Primi firmatari:

  1. Marco Gasparinetti
  2. Roberto “Bart” Scarpa,
  3. Giorgio Omacini,
  4. Sebastiano Giorgi,
  5. Alberto Baffa,
  6. Franco Filippi,
  7. Stefano Soffiato,
  8. Davide Bozzato,
  9. Paolo Lanapoppi,
  10. Massimo Tomasutti,
  11. Nicola Tognon,
  12. Lorenzo Greco,
  13. Marco Sitran,
  14. Simonetta Cordella,
  15. Matelda Bottoni,
  16. Giuliana Longo,
  17. Andrea Fasolo,
  18. Enrico Mancosu,
  19. Stefano Bravo,
  20. Manuel Tiffi,
  21. Vincenza Monica,
  22. Lorena Della Togna,
  23. Mauro Magnani,
  24. Davide Ubizzo,
  25. Ginevra Bottoni,
  26. Werner Roskosch,
  27. Bruno Politeo,
  28. Giovanni Vio,
  29. Mauro Dardi,
  30. Lucia Santini,
  31. Giuliana de Gobbis,
  32. Marco Vidal,
  33. Maurizio Zennaro,
  34. Gian Luigi Vianello,
  35. Mario Heinz,
  36. Saverio Pastor,
  37. Alberto Toso Fei,
  38. Cesare Peris,
  39. Paolo Valdisserri,
  40. Matteo Secchi,
  41. Elena Barinova,
  42. Jacopo Gottardo,
  43. Nicola Bergamo,
  44. Roberta Chiarotto,
  45. Cristina Seno,
  46. Robert Pjevalica,
  47. Luana Ghezzo Pivetta,
  48. Jaclyn Adamowicz Reding,
  49. Matteo Freschi,
  50. Marica Fabbro,
  51. Michela Scibilia,
  52. Barbara Rossi,
  53. Margherita Bravo,
  54. Nelli-Elena Vanzan Marchini (associazione Venezia Civiltà Anfibia)
  55. Davide Del Negro (associazione “i Giovani Veneziani”)
  56. Carla Sitran
  57. Kyvin Sant
  58. Laurie Hussissian
  59. Riccardo Domenichini
  60. Bruno Gorini
  61. Maurizio Del Maschio
  62. Ksenia Fedulova
  63. Giuliano Dalla Venezia
  64. Gianni Darai
  65. Walter Fano
  66. Gilberto Penzo
  67. Adriano De Vita
  68. Sergio Corduas
  69. Pieralvise Zorzi
  70. Alessandro Ervas
  71. Ermanno Ervas
  72. Cristina Marson
  73. Veronica Scarpa
  74. Alice Veronese
  75. Alessandro Bozzato

Venedig, 25. April 2014

SanMarco

Venedig, 25. April: das ist der Tag, an dem Venedig seit 12 Jahrhunderten SAN MARCO feiert, und seit einigen Jahrzehnten auch der Jahrestag der Befreiung; es ist für uns ein besonders bedeutsames Datum und wir würden es auch dieses Jahr gerne feiern,

Aber wie können wir das?

Wenn diese in der Welt einmalige Stadt einen schwindelerregenden Umsatz erzeugt und dieser Reichtum irgendwo verschwindet, während die Kassen der Stadtverwaltung leer sind, dann gibt es nicht viel zu feiern.

Wenn eine Stadt, die für Jahrhunderte ermöglichte, das 150.000 Bewohner angemessen leben konnten, unter die Schwelle von 57.000 Bewohnern sinkt und weiterhin durchschnittlich 1000 Einwohner pro Jahr verliert, ohne irgendein Signal, das auf eine Trendwende hindeuten könnte, dann ist keine Zeit mehr zu feiern, jedoch zum Ärmel hochkrempeln!
Und man muss sich fragen:

Wo haben wir uns geirrt? Was ist es, das wir ändern können, bevor es zu spät ist?

Nach jeder Pestepidemie (von 143.000 auf 98.000 Bewohner bei der Epidemie von 1630) waren unsere Vorfahren in der Lage, wieder aufzustehen und Energie zu finden, die in wenigen Jahren die Stadt wieder auf ihre ursprüngliche Bevölkerungszahl zurückbrachte.

An welcher Epidemie sind wir erkrankt, dass wir seit der Befreiung von 1945 bis heute 100.000 Einwohner verloren haben, davon fast 4.000 in den letzten 5 Jahren?
Wie viel Zeit bleibt uns noch, bevor wir den kritischen Punkt unterschreiten, der die Schließung unseres Krankenhauses bewirken könnte sowie von Schulen oder Kindergärten für unsere Kinder – als Hommage an die nächste kommunale Ausgabenprüfung?
Wem will man noch eine Zukunft für diese Stadt garantieren, die in der Vergangenheit so reich war?
Das fragen wir, und wir wollen vorangehen und bezüglich einiger Punkte konkrete Vorschläge formulieren, die uns alle verbinden müssten:

Vorschläge und konkrete Lösungen, nicht das übliche Geschwätz und auch nicht die gewohnten effekthaschenden Slogans, die so nichtssagend und leer sind.

An die, die sich mit der Haarspalterei der Großstadt beschäftigen – als logischer und opportuner Entwicklung von „alles verändert sich weil sich nichts verändert“ – diejenigen fragen wir ab jetzt drei Dinge:

Nehmt das Versagen der Politiker in diesen Jahren (mit der Finte der Dezentralisierung des Stadtrates) zur Kenntnis, gebt uns die Möglichkeit, für Insel-Venedig die Richtung zu entscheidenden, seine Repräsentanten in einer autonomen Gemeinde zu wählen und all dies auch entsprechend für Mestre, dass die gleiche Wertschätzung verdient.

Die spezielle Verfassung von Venedig ist schon in Teilen als spezielles Recht anerkannt und seine Veränderungen werden aktuell im Senat diskutiert;

Ihr, die ihr arbeitet, euch wollen wir mit unseren konkreten und präzisen Vorschlägen erreichen, um diese außerordentliche Gelegenheit nicht zu versäumen.

Eine spezielle Verfassung für Venedig – unter Beachtung europäischer Normen – würde tatsächlich zulassen, den spezifischen und besonderen Anforderungen und Bedürfnissen entgegenzukommen. Man könnte die Steuern für die Produkte der örtlichen Ökonomie in den Kassen der Kommune behalten und in Dienstleistungen und Anreize für die Bürger und die Unternehmen investieren, die in der Lagunenstadt ihren Sitz haben und tätig sind. Ebenfalls könnte man die kunsthandwerklichen Aktivitäten durch eine zeitlich begrenzte Freistellung von Steuern unterstützen – nach dem Modell eines „Zollfreigebietes“ – wie bereits in anderen Ländern zur Lösung der Probleme eingeführt, die ihnen am Herzen liegen.

Die grundsätzliche Frage ist nicht das Ziel und das Ende, aber die Hälfte des Weges, die Einzigartigkeit von jedem zu wahren, konkrete Lösungen für die jeweiligen Kommunen zu finden und zwei Realitäten zur Geltung zu bringen, die es brauchen, dass ihre Eigenständigkeit mit ihren legitimen Ansprüchen zur Geltung kommt. Andernfalls vermischt sich alles in einem Kessel einer zukünftigen Großstadt.

(Übersetzung: Werner Roskosch)

Die Gruppe „25 April:

  1. Marco Gasparinetti
  2. Roberto “Bart” Scarpa,
  3. Giorgio Omacini,
  4. Sebastiano Giorgi,
  5. Alberto Baffa,
  6. Franco Filippi,
  7. Stefano Soffiato,
  8. Davide Bozzato,
  9. Paolo Lanapoppi,
  10. Massimo Tomasutti,
  11. Nicola Tognon,
  12. Lorenzo Greco,
  13. Marco Sitran,
  14. Simonetta Cordella,
  15. Matelda Bottoni,
  16. Giuliana Longo,
  17. Andrea Fasolo,
  18. Enrico Mancosu,
  19. Stefano Bravo,
  20. Manuel Tiffi
  21. Vincenza Monica,
  22. Lorena Della Togna,
  23. Mauro Magnani,
  24. Davide Ubizzo,
  25. Ginevra Bottoni,
  26. Werner Roskosch,
  27. Bruno Politeo,
  28. Giovanni Vio,
  29. Mauro Dardi,
  30. Lucia Santini,
  31. Giuliana de Gobbis,
  32. Marco Vidal,
  33. Maurizio Zennaro,
  34. Gian Luigi Vianello,
  35. Mario Heinz,
  36. Saverio Pastor,
  37. Alberto Toso Fei,
  38. Cesare Peris,
  39. Paolo Valdisserri,
  40. Matteo Secchi,
  41. Elena Barinova,
  42. Jacopo Gottardo,
  43. Nicola Bergamo,
  44. Roberta Chiarotto,
  45. Cristina Seno,
  46. Robert Pjevalica,
  47. Luana Ghezzo Pivetta,
  48. Jaclyn Adamowicz Reding,
  49. Matteo Freschi,
  50. Marica Fabbro,
  51. Michela Scibilia,
  52. Barbara Rossi,
  53. Margherita Bravo,
  54. Nelli-Elena Vanzan Marchini (associazione Venezia Civiltà Anfibia)
  55. Davide Del Negro (associazione “i Giovani Veneziani”)
  56. Carla Sitran
  57. Kyvin Sant
  58. Laurie Hussissian
  59. Riccardo Domenichini
  60. Bruno Gorini
  61. Maurizio Del Maschio
  62. Ksenia Fedulova
  63. Giuliano Dalla Venezia
  64. Gianni Darai
  65. Walter Fano
  66. Gilberto Penzo
  67. Adriano De Vita
  68. Sergio Corduas
  69. Pieralvise Zorzi
  70. Alessandro Ervas
  71. Ermanno Ervas
  72. Cristina Marson
  73. Veronica Scarpa
  74. Alice Veronese
  75. Alessandro Bozzato

 

Venice, 25 April 2014

SanMarco

April 25th is the day that celebrates the past twelve centuries of Venice’s patronage under Saint Mark (San Marco), as well as the anniversary of Italy’s liberation more than six decades ago. It is a date particularly dear to Venetians, and while we would like to be able to celebrate this year, some cannot help but ask how can we? When such a unique city generates dizzying revenues, the wealth of which goes elsewhere while the coffers of the city remain palpably empty, there can be but very little to celebrate.

For centuries, Venice was a city that provided home and haven for up to 150,000 residents. In recent years, however, that population has declined below the threshold of 57,000 residents, and sadly, continues to lose its citizens at the rate of 1,000 per year. With no indication that might suggest a reversal of the this worrying trend, it cannot be a time to celebrate. Instead, we can but roll up our sleeves, and ask:

“Where did we go wrong?”

“How can we change it before it is too late?”

And perhaps most significantly,

“How much time do we have before our numbers fall below the critical threshold that would lead to the closure of our hospital, or our schools and kindergartens for our children?”

For those who wish to ensure a future for this city – as a city that is so rich in its past – we ask you to come forward with solid and viable ideas on these few points that should unite us all, beyond political borders, and give a voice to sensible proposals and practical solutions, not the usual backroom chatter. For those who can conceive of a more byzantine outlook for our metropolitan city, instead of the habitual “all talk, no action,” we ask you now three things: take note of the failed policies in recent years, give back to Venice the authority to decide her own fate in electing its own municipal representatives, allow similar authority to Mestre, which deserves equal consideration, work out a “statuto speciale” for the Lagoon.

The “special status” of Venice is already partly recognized by the particular law for which changes are even now being debated in the Senate. We must embrace this moment to present concrete proposals to those who are involved, so as not to waste this amazing opportunity.

A “special status” for Venice would allow for the specific and unique needs of this island city, such as allowing it to hold the majority of the taxes generated by the local economy, so that it may be used to sustain local services, as well as offer incentives for both citizens and businesses to live and work in the lagoon city. Additionally, we would call for the consideration of tax benefits for native craftsmen and producers, similar to the “free zone” introduced by other European countries in their respective insular regions, all aimed at reviving and preserving that unique Venetian identity.

Translated by: Jaclyn Reding

Signed by:

  1. Marco Gasparinetti
  2. Roberto “Bart” Scarpa,
  3. Giorgio Omacini,
  4. Sebastiano Giorgi,
  5. Alberto Baffa,
  6. Franco Filippi,
  7. Stefano Soffiato,
  8. Davide Bozzato,
  9. Paolo Lanapoppi,
  10. Massimo Tomasutti,
  11. Nicola Tognon,
  12. Lorenzo Greco,
  13. Marco Sitran,
  14. Simonetta Cordella,
  15. Matelda Bottoni,
  16. Giuliana Longo,
  17. Andrea Fasolo,
  18. Enrico Mancosu,
  19. Stefano Bravo,
  20. Manuel Tiffi,
  21. Vincenza Monica,
  22. Lorena Della Togna,
  23. Mauro Magnani,
  24. Davide Ubizzo,
  25. Ginevra Bottoni,
  26. Werner Roskosch,
  27. Bruno Politeo,
  28. Giovanni Vio,
  29. Mauro Dardi,
  30. Lucia Santini,
  31. Giuliana de Gobbis,
  32. Marco Vidal,
  33. Maurizio Zennaro,
  34. Gian Luigi Vianello,
  35. Mario Heinz,
  36. Saverio Pastor,
  37. Alberto Toso Fei,
  38. Cesare Peris,
  39. Paolo Valdisserri,
  40. Matteo Secchi,
  41. Elena Barinova,
  42. Jacopo Gottardo,
  43. Nicola Bergamo,
  44. Roberta Chiarotto,
  45. Cristina Seno,
  46. Robert Pjevalica,
  47. Luana Ghezzo Pivetta,
  48. Jaclyn Adamowicz Reding,
  49. Matteo Freschi,
  50. Marica Fabbro,
  51. Michela Scibilia,
  52. Barbara Rossi,
  53. Margherita Bravo,
  54. Nelli-Elena Vanzan Marchini (associazione Venezia Civiltà Anfibia)
  55. Davide Del Negro (associazione “i Giovani Veneziani”)
  56. Carla Sitran
  57. Kyvin Sant
  58. Laurie Hussissian
  59. Riccardo Domenichini
  60. Bruno Gorini
  61. Maurizio Del Maschio
  62. Ksenia Fedulova
  63. Giuliano Dalla Venezia
  64. Gianni Darai
  65. Walter Fano
  66. Gilberto Penzo
  67. Adriano De Vita
  68. Sergio Corduas
  69. Pieralvise Zorzi
  70. Alessandro Ervas
  71. Ermanno Ervas
  72. Cristina Marson
  73. Veronica Scarpa
  74. Alice Veronese
  75. Alessandro Bozzato

Venezia, 25 aprile 2014

SanMarco

25 aprile: è il giorno in cui da 12 secoli Venezia festeggia San Marco, e da qualche decennio anche l’anniversario della liberazione; è una data a noi particolarmente cara e vorremmo poterla festeggiare anche quest’anno, ma come possiamo?

Quando una città unica al mondo genera un fatturato da capogiro e questa ricchezza se ne va altrove mentre le casse del Comune sono vuote, c’è poco da festeggiare.

Quando una città che per secoli ha dato da vivere decorosamente a 150.000 abitanti scende sotto la soglia dei 57.000 residenti e continua a perderne al ritmo di 1.000 all’anno in media, senza nessun segnale che possa far pensare a un’inversione di tendenza, non è più tempo di festeggiare ma di rimboccarsi le maniche e chiedersi: dov’è che abbiamo sbagliato? Cos’è che possiamo cambiare prima che sia troppo tardi?

Dopo ogni epidemia di peste (da 143.000 a 98.000 abitanti, con l’epidemia del 1630) i nostri avi erano stati capaci di rialzarsi e attirare nuove energie, riportando in pochi anni questa città alla sua popolazione naturale. Di quale epidemia siamo malati, se dalla liberazione del 1945 a oggi abbiamo perso 100.000 abitanti, di cui quasi 4.000 negli ultimi 5 anni? Quanto tempo ci rimane prima di scendere sotto quella soglia critica che porterebbe alla chiusura del nostro ospedale, delle scuole e degli asili per i nostri figli, in omaggio alla prossima « spending review »?

A chi vuole garantire un futuro per questa città così ricca di passato, chiediamo di farsi avanti e formulare delle proposte concrete sui pochi punti che dovrebbero accomunarci tutti, al di là degli steccati di partito: proposte e soluzioni concrete, non le solite chiacchiere da salotto e nemmeno i soliti slogan ad effetto, generici quanto vuoti.

A chi si trastulla con i bizantinismi della città metropolitana nella logica gattopardesca del “tutto cambi perché nulla cambi”, chiediamo fin d’ora tre cose:

  1. prendere atto del fallimento delle politiche di questi anni (con il finto decentramento delle municipalità);
  2. restituire alla Venezia insulare la possibilità di decidere del suo destino eleggendo i suoi rappresentanti in un Comune autonomo e dare analoga opportunità a Mestre, che merita pari dignità;
  3. lavorare a uno “statuto speciale” per la Venezia insulare.

Lo “statuto speciale” di Venezia è già in parte riconosciuto dalla legge speciale le cui modifiche sono attualmente in discussione al Senato; a chi ci sta lavorando facciamo pervenire delle proposte concrete e precise per non sprecare questa straordinaria opportunità. Uno statuto speciale per Venezia consentirebbe infatti, nel rispetto delle normative europee, di venire incontro alle specifiche e straordinarie esigenze della città insulare, trattenendo nelle casse del Comune buona parte delle imposte prodotte dall’economia locale, così da poterle impiegare in servizi e incentivi per i cittadini e le imprese che risiedono e operano nella città lagunare, e/o introducendo esenzioni fiscali temporanee per le attività artigianali e produttive, sul modello della “zona franca” introdotta da altri Paesi europei nelle rispettive regioni insulari.

https://www.facebook.com/groups/1499740350248934/

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Volete aderire a questo appello aggiungendo il vostro nome a quello dei firmatari? Potete comunicare la vostra adesione con un semplice commento in calce, o via email a questo indirizzo:

25aprile2015@gmail.com

I) Firmatari (in ordine alfabetico):

  1. Jaclyn ADAMOWICZ REDING
  2. Alberto BAFFA
  3. Elena BARINOVA
  4. Stefano BARZIZZA
  5. Nicola BERGAMO
  6. Ginevra BOTTONI
  7. Matelda BOTTONI
  8. Alessandro BOZZATO
  9. Davide BOZZATO
  10. Margherita BRAVO
  11. Stefano BRAVO
  12. Roberta CHIAROTTO
  13. Simonetta CORDELLA
  14. Sergio CORDUAS
  15. Giuliano DALLA VENEZIA
  16. Gianni DARAI
  17. Mauro DARDI
  18. Giuliana DE GOBBIS
  19. Adriano DE VITA
  20. Lorena DELLA TOGNA
  21. Maurizio DEL MASCHIO
  22. Davide DEL NEGRO
  23. Riccardo DOMENICHINI
  24. Alessandro ERVAS
  25. Ermanno ERVAS
  26. Marica FABBRO
  27. Walter FANO
  28. Andrea FASOLO
  29. Ksenia FEDULOVA
  30. Franco FILIPPI
  31. Matteo FRESCHI
  32. Marco GASPARINETTI
  33. Luana GHEZZO
  34. Sebastiano GIORGI
  35. Bruno GORINI
  36. Jacopo GOTTARDO
  37. Lorenzo GRECO
  38. Mario HEINZ
  39. Laurie HUSSISSIAN
  40. Paolo LANAPOPPI
  41. Giuliana LONGO
  42. Mauro MAGNANI
  43. Enrico MANCOSU
  44. Cristina MARSON
  45. Giorgio OMACINI
  46. Saverio PASTOR
  47. Gilberto PENZO
  48. Cesare PERIS
  49. Robert PJEVALICA
  50. Bruno POLITEO
  51. Alessandra REGAZZI
  52. Werner ROSKOSCH
  53. Barbara ROSSI
  54. Kyvin SANT
  55. Lucia SANTINI
  56. Roberto “Bart” SCARPA
  57. Veronica SCARPA
  58. Michela SCIBILIA
  59. Matteo SECCHI
  60. Cristina SENO
  61. Carla SITRAN
  62. Marco SITRAN
  63. Stefano SOFFIATO
  64. Manuel TIFFI
  65. Nicola TOGNON
  66. Massimo TOMASUTTI
  67. Alberto TOSO FEI
  68. Davide UBIZZO
  69. Paolo VALDISSERRI
  70. Nelli-Elena VANZAN MARCHINI
  71. Alice VERONESE
  72. Gian Luigi VIANELLO
  73. Marco VIDAL
  74. Giovanni VIO
  75. Maurizio ZENNARO
  76. Pieralvise ZORZI

 

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