Venezia, 6 gennaio 2017
Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dall’ARPAV (Agenzia Regionale per l’Ambiente del Veneto) al Gazzettino oggi in edicola, il Gruppo25Aprile sottolinea che:
- Ad essere in discussione non è il numero complessivo di stazioni di monitoraggio per la qualità dell’aria (“centraline”) presenti nel territorio comunale o zonale ma la loro ubicazione nella città d’acqua (Venezia e isole), dove l’unica centralina presente in 500 km² di Laguna è classificata come “stazione di fondo”, che per definizione registra valori più bassi, mentre la normativa europea richiede che ve ne sia anche una di traffico per valutare l’esposizione effettiva della popolazione rispetto alle fonti locali di inquinamento, che nel caso di Venezia comprendono il traffico acqueo (con un contributo pari a quasi il 50% delle polveri sottili o PM2.5).
- Se all’ARPAV sta a cuore la salute dei cittadini – cosa di cui non dubitiamo – non si capisce perché per fare ciò che da anni viene chiesto occorra aspettare che ad ordinarlo sia l’Europa: di prescrizioni dovrebbero bastare quelle dei medici di base e pediatri di Venezia che anche quest’anno hanno sottolineato la gravità del problema e le sue ripercussioni in termini di salute dei singoli (bambini e anziani in particolare) i cui costi si scaricano sul servizio sanitario che è competenza regionale.
- Il costo medio di una stazione di monitoraggio in Europa si aggira sui 20.000 euro, cifra risibile in confronto ai costi umani ed economici del trattamento delle patologie causate o aggravate dall’inquinamento atmosferico (asma e altre patologie respiratorie, maggiore incidenza di incidenti cardiovascolari, tumori) secondo le risultanze ufficiali dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Se i costi umani di tali patologie gravano sulle famiglie, quelli economici gravano anche sulle casse regionali; il Gruppo25Aprile intende pertanto investire della questione il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, da cui dipendono le nomine ai vertici ARPAV e la supervisione sull’operato dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente.
L’articolo del Gazzettino:

..e quello del giorno precedente, che dava conto della nostra posizione:

La prima foto è tratta da:
https://gruppo25aprile.org/?s=la+laguna+chiede
L’appello dei medici:
APPELLO DEI PEDIATRI DI FAMIGLIA DI MESTRE E VENEZIA
Come pediatri di famiglia siamo molto preoccupati per l’aumento dell’inquinamento
atmosferico nella nostra città, con continui superamenti dei valori massimi consentiti, in modo ripetuto e persistente.
Da anni sono noti gli effetti nocivi di un ambiente inquinato sulla salute umana, soprattutto
nelle fasce più fragili, come i bambini, per le loro caratteristiche particolari.
L’OMS stima che circa un terzo delle malattie che colpiscono l’infanzia, dalla nascita ai 18
anni, sia da attribuire ad un ambiente insalubre o insicuro.
Nei primi anni di vita alcuni organi, come il cervello e i polmoni, si trovano in una fase di rapida crescita e di sviluppo incompleto, perciò possono essere danneggiati più
facilmente.
L’immaturità delle vie metaboliche del bambino comporta una minore capacità di eliminare
le sostanze nocive, mentre in proporzione alla sua massa corporea egli ne assume di più:
per esempio un piccolo di un anno scambia un volume d’aria doppio rispetto ad un adulto.
Inoltre i bambini, per la loro altezza, respirano in un’atmosfera peggiore, perché entro un metro dal suolo si concentrano sostanze nocive come i gas di scarico delle auto ed un piccolo in passeggino respira proprio all’altezza dei tubi di scappamento.
Nei bambini è dimostrata con certezza la correlazione tra livelli di inquinamento
atmosferico e basso peso alla nascita, aumento di polmoniti e bronchiti, asma, tosse
secca notturna, riduzione della capacità respiratoria.
E’ noto inoltre che le particelle più piccole tra le polveri sottili possono attraversare la
placenta, veicolando veleni che creano danni irreversibili all’embrione.
Dato che la maggior parte dei neuroni cerebrali si forma entro i due anni, l’assorbimento di
sostanze neurotossiche può creare lesioni permanenti e minare lo sviluppo psicomotorio.
Ci sono poi, se possibile ancor più temibili, gli effetti a distanza, visto che i bambini
saranno esposti agli effetti nocivi per un tempo più lungo.
Le evidenze scientifiche sembrano purtroppo trovare conferma in questo periodo nei nostri
piccoli pazienti.
Non è un caso se, oltre alla comune patologia stagionale, nelle ultime settimane ci
troviamo a fronteggiare moltissimi casi di tosse intrattabile e persistente, particolarmente
grave nei numerosi bambini asmatici, ma presente anche in soggetti finora sani.
La salute dei nostri bambini non può essere affidata alla speranza della pioggia, ai capricci
di un clima così modificato dal deteriorarsi delle condizioni del pianeta.
Quindi, come ci impone il nostro codice deontologico, chiediamo con forza alle Autorità
competenti e alle Amministrazioni di prendere con urgenza provvedimenti contro questa
emergenza sanitaria, sia immediati, sia strutturali nel più lungo periodo.
I PEDIATRI DI FAMIGLIA DI MESTRE E VENEZIA