2016, l’anno della svolta?
Con #Veneziamiofuturo partecipiamo alla Mostra fotografica “1966-2016, Ricordi e Speranze”, organizzata dalla Municipalità di Venezia con la collaborazione nostra e di Confartigianato.
Lo facciamo perché dopo 50 anni consecutivi di calo demografico, ci sembra il momento simbolico giusto (e forse anche l’ultimo) per lanciare le basi di un’inversione di tendenza. La campagna di opinione “Venezia mio futuro” è nata con questo obiettivo, e dal nostro rifiuto di arrenderci a chi dice che il nostro futuro è “di là dal ponte”.
La mostra fotografica, curata dai bravissimi Manfredo Manfroi e Maria Angela Riva, verrà inaugurata sabato 29 ottobre alle 11:
Per il nostro contributo documentale abbiamo fatto una scelta simbolica: fra le foto del 1966 ci sono quelle di Vittorino Boaga che all’epoca aveva 17 anni, mentre fra quelle del 2016 (che sono centinaia) abbiamo privilegiato quelle di Althea Pauletto che ha compiuto 18 anni quest’anno: due generazioni che a mezzo secolo di distanza manifestano il loro attaccamento a questa città unica al mondo, per dire che Venezia ha ancora un futuro.
La passione e la pazienza di Maria Angela Riva, la bravura e l’esperienza di Manfredo Manfroi, presidente del circolo fotografico la Gondola, hanno fatto il resto in una selezione che per forza di cose sarà parziale ma si distingue per il carattere inedito dell’accostamento fra i “ricordi” del 66 e le “speranze” del 2016. In virtù di questa scelta, l’esposizione non entra in “concorrenza” con altre mostre fotografiche che, potendo attingere agli archivi storici istituzionali e potendo contare su un’impressionante platea di sponsor, hanno ovviamente ben altre ambizioni. A loro lasciamo il compito della commemorazione ufficiale, a noi spetta quello della testimonianza dal basso: quella dei semplici cittadini.
Nella sezione dedicata al 2016 troverete alcune foto della campagna di opinione “Veneziamiofuturo“, iniziata con la mobilitazione lampo che il 2 luglio ha addobbato finestre e balconi, case e scuole, statue e ponti in tutti i sestieri e continua con gli incontri sestiere per sestiere di cui vi diamo conto su questa pagina, oltre che sulla pagina facebook “dedicata”:
https://www.facebook.com/Veneziamiofuturo-Venicemyfuture-1386457084717794/
Quella mobilitazione lampo, basata unicamente sul passaparola e senza pubblicità di alcun tipo (giornali o social networks) per preservarne la spontaneità e l’effetto “sorpresa”, non sarebbe mai stata possibile senza il lavoro e la passione civica di decine e decine di persone (più di cento), che sarebbe difficile ringraziare individualmente. Considerato che la mostra fotografica potrà darne conto soltanto in minima parte, nei prossimi giorni pubblicheremo una galleria fotografica del “backstage” (i preparativi) sperando di raggiungere in questo modo anche chi non sarà fisicamente presente all’inaugurazione, che è anche occasione per ringraziare chi ci ha dato una mano in quelle tre settimane (tanto sono durati i preparativi).
Per chi non sarà presente all’inaugurazione, la mostra resterà aperta fino al 9 novembre in sala San Leonardo, grazie alla Municipalità di Venezia Murano Burano il cui Presidente Andrea Martini sarà presente all’inaugurazione, insieme ai curatori e al portavoce di #Veneziamiofuturo. Al 2016 sono dedicati 5 dei 25 pannelli, altre foto le troverete qui – nelle didiscalie useremo soltanto i nomi di battesimo, dato che non tutti gli interessati desiderano apparire con nome e cognome, e quello che abbiamo fatto non l’abbiamo fatto per “apparire” ma per agire, in difesa della nostra Città.
OK, questo non è il portavoce che ha perso i capelli a causa della vernice ma Francesco, una delle colonne portanti del gruppo25aprile fin dalla sua creazione. Niente cognomi, chi lo conosce lo riconoscerà comunque.
Questo adorabile pesciolino è opera di Marina in arte “Manin”, che ha personalizzato molti dei nostri nizioi con un tocco di classe in più, e tanta pazienza!
Come sono “nati” i nizioi che sventolavano da finestre e balconi il 2 luglio? Fatti a mano e su misura, uno per uno: farli stampare altrove sarebbe stato troppo facile.. fatti a mano e made in Venice, con una base logistica principale che è questa della foto. Turni di lavoro massacranti (considerato il caldo che faceva) e come potremmo non ringraziare le persone la cui presenza in cui giorni era più assidua? Un grazie particolare a Magda, Anna, Veronica, Flavia, Lorena, Aline, Gildo e Signora.. a rischio di dimenticare in questo momento qualcuno, ma rimedieremo nei prossimi giorni (chi pubblica queste prime foto già si aspetta delle solenni e meritatissime tirate di orecchie): la galleria è “work in progress”, verrà aggiornata nelle prossime ore e prima dell’inaugurazione della mostra fotografica.
Studenti e residenti uniti come non succedeva da anni: a lavorare in quei giorni non erano solo gli “adulti” per addobbare finestre e balconi, ma anche gli studenti degli istituti superiori di Venezia. In questa foto (credits: Nicoletta Frosini) gli studenti del Fermi!
Quando le braccia e le gambe non bastavano più, alla pennellata finale hanno pensato i nostri gatti, come quello della foto. Mai sottovalutare i gatti veneziani, che per secoli hanno tenuto alla larga dalle nostre case altre (e meno simpatiche) creature a quattro zampe!
..e chi non ha più casa a Venezia ma voleva partecipare ai preparativi come ha fatto? In questa foto (credits: Alberto Alberti) un esempio illuminante: quando i “writers” migliori sono al servizio di una buona causa, guardate cosa ne esce:
.. uno striscione da 12 metri, che il 2 luglio sventolava in Canal Grande:
Qualche immagine inedita dai nostri laboratori di produzione:
I nostri arnesi da scasso.. pardon i nostri arnesi da lavoro. Per decorare i “nizioi”, c’è chi ha utilizzato pennello e colori, chi si è destreggiato con bombolette spray e per i meno esperti ci è venuta in soccorso la tecnica dello “spugnato”, che non riveleremo mai nemmeno sotto tortura.
L’età dei partecipanti? Dai 16 ai 90 anni. Gli ultranovantenni sono stati dispensati dalla chiamata alle armi, anche se a Venezia rappresentano la bellezza di 1.067 persone (su meno di 55.000 residenti).. segno che in Laguna si campa a lungo, voi esodati cosa aspettate a tornare? A Venezia la vita sedentaria non è un’opzione, fra ponti e palazzi senza ascensore ci teniamo sempre in forma!
Segni premonitori di quello che sarebbe successo il 2 luglio? Nessuno, bocche cucite ed è stato uno dei piccoli miracoli di una squadra numerosa quanto coesa al suo interno. Mantenere un segreto a Venezia è difficile? Verissimo, ma ci siamo riusciti, e l’unico indizio visibile nelle settimane precedenti era questa scritta in gesso, opera di Alex, in Corte Amaltea.
..e i veneziani che non erano a Venezia in quei giorni, come hanno fatto? Presenti anche loro, come in questa foto scattata in Svizzera, a 2.284 metri sul livello del mare, oppure questa, scattata da Paola:
Oltre alle case e alle scuole, quel giorno abbiamo “vestito” anche i ponti:
..e il tutto è stato ripreso da una squadra di registi e fotografi, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, grazie al canale youtune inaugurato per l’occasione.
Miracolo dei miracoli, anche le statue hanno parlato: dopo secoli di silenzio, il gobbo di Rialto ha ripreso lo scambio epistolare con il Pasquino di Roma,e nei vernacoli rispettivi hanno dato voce alla “vox populi” come usavano fare (molto) tempo addietro.
“Veneziamiofuturo” o “Venezia è il nostro futuro” ( ma anche “residenti resistenti”) l’abbiamo declinato in tutte le forme e dimensioni: dagli 80 centimetri dei “nizioi” più piccoli ai 12 metri di quello più grande, perché ognuno era fatto su misura per le nostre finestre o i nostri balconi. Lo abbiamo declinato in varie lingue, tante quante sono le anime che hanno fatto la grandezza di Venezia: una città cosmopolita ma con salde radici, perché mettere radici in Laguna non è stata una scelta facile né scontata, per chi ci ha preceduto: a volte erano popolazioni in fuga come gli ebrei cacciati dalla Spagna per volere di un re potente quanto ottuso e bigotto.
Nostro compito è fare in modo che quelle radici profonde e feconde continuino a dare buoni frutti: dei nostri alberi ci prenderemo cura; è la nostra promessa a Venezia, e siamo solo all’inizio.