Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il giorno “settembre 2, 2014”

BREAKING NEWS: Dove e quando firmare, a Venezia?

Raggiunte le 24.000 firme in una settimana, con la petizione internazionale lanciata su change.org, la nostra campagna ritorna “a casa” in vista della Regata Storica che ne segnerà il culmine.

Dove firmare, in questi giorni? La raccolta firme è già in corso in alcuni negozi dei sestieri storici (la lista completa è stata diffusa dal nostro gruppo facebook) e anche:

a Mestre (piazzetta Coin) dove si stanno già alternando 7 volontari (i nostri “maginifici sette”)!

al Lido di Venezia (Lidolibri, Via Isola di Cerigo: laterale del Gran Viale, a 20metri da Santa Maria Elisabetta);

alla Giudecca (bar Palanca, fermata Palanca).

Dove firmare sabato 6 e domenica 7 settembre? Nei banchetti per la raccolta firme, regolarmente autorizzati, la cui lista verrà resa pubblica (anche su questa pagina) fra mercoledi e giovedi. Per ogni sestiere abbiamo designato uno o più coordinatori, e la risposta della città è stata straordinaria: le firme continuano ad affluire ad un ritmo tale che per il momento è semplicemente impossibile darne conto in tempo reale !!!

Non sarete a Venezia in questi giorni? Potete firmare qui e inviare questo link ai vostri contatti:

http://www.change.org/p/stop-the-plan-to-dredge-the-maxi-canal-contorta-in-venice-before-it-s-too-late

Il totale delle firme raccolte in questa prima fase di “campagna” verrà reso noto il 7 settembre. #DURIIBANCHI#lagooncalling! A presto su questi schermi.

https://www.facebook.com/groups/271896219684184/

SestieriVenezia

Valutazione di Impatto Archeologico, per il Contorta

Perché chiederemo, come Gruppo25aprile, che il progetto di scavo del Contorta venga sottoposto a Valutazione di Impatto Archeologico? Perché riteniamo che tale valutazione andasse già fatta in fase di progetto preliminare? Le ragioni le riassume qui il il Prof. Carlo Beltrame, Docente di archeologia marittima e archeologia preventiva all’università di Venezia (Ca’ Foscari).

——————————————-

Gli articoli 95 e 96 del DLgs 163/2006 prevedono che le stazioni appaltanti, assieme al progetto preliminare di un’opera pubblica, consegnino alla Soprintendenza per i Beni Archeologici un documento elaborato e firmato o da un archeologo specializzato o dottorato o da un dipartimento universitario inseriti in un elenco del MiBAC di abilitati. In questo documento (preliminare), in seguito a studi di tipo archivistico, bibliografico, analisi geomorfologiche, ricognizioni sul campo e analisi delle fotografie aeree, va dichiarato il “rischio” che l’opera, nel corso delle lavorazioni, possa incontrare evidenze di tipo archeologico.

La valutazione può essere positiva (ossia esiste un rischio) oppure negativa. Nel primo caso la soprintendenza dovrà richiedere ulteriori indagini sul campo (a questo punto dirette da lei stessa) (prima fase) quali carotaggi, indagini strumentali, ulteriori sopralluoghi (quindi immersioni), saggi di scavo ecc. ecc. mentre nel secondo caso il professionista si assume il rischio e i lavori procedono senza ulteriori approfondimenti (fino ovviamente ad eventuali ritrovamenti in corso d’opera). Logicamente è raro che un professionista sia nelle condizioni di dare un via libera incondizionato. Nel caso della laguna, l’esperienza insegna che la fase preliminare è particolarmente difficoltosa e poco risolutiva; semplici studi archivistici o letture di foto aeree o anche immersioni e sondinature non permettono infatti di escludere presenze sotto i sedimenti perlomeno se lo scavo previsto è superiore a poche decine di centimetri.

Il soprintendente quindi ha tempo 90 giorni per chiedere di passare alla prima fase sul campo: in questo caso lunga, complessa e ancora piena di incognite (e quindi non risolutiva! ma solo indicativa). Nel caso del progetto di scavo del Canale Contorta, vista la vastità dell’area e la profondità di scavo e, in particolare, la condizione di sommersione, le indagini possono essere solo indicative. Nel caso specifico poi l’area di indagine non potrà essere limitata a quella interessata dallo scavo dato che l’erosione provocata dal passaggio delle navi, come evidente lungo il Malamocco-Marghera, si manifesta per alcune centinaia di metri per lato. Quindi la buffer zone sarà molto estesa.

Alla prima fase sul campo ne può seguire una seconda, richiesta ancora dal soprintendente, per scavi archeologici in estensione nel caso di rinvenimenti significativi. A questo punto il soprintendente, malgrado gli scavi, può comunque emettere un provvedimento di tutela che può comportare la modifica del tracciato dell’opera o addirittura l’impossibilità alla sua realizzazione.

In attesa di uno studio completo, appare importante osservare come il canale attuale sia storicamente molto importante perché di collegamento tra l’entroterra e la città già in età medievale e quindi le aspettative (non mi piace parlare di rischio) che esso conservi all’interno o lungo il suo percorso importanti testimonianze archeologiche è alto oltre al fatto che lui stesso è una testimonianza storica di per sé in quanto importante via d’acqua medievale. Il nuovo canale poi andrebbe a lambire due isole dall’importanza storica notevole e mai indagate archeologicamente (S. Giorgio in Alga e S. Angelo di Contorta, quest’ultima monastero dall’XI secolo… e prima chissà) il cui “rischio” archeologico è scontato.

Carlo Beltrame

Università Ca’ Foscari Venezia

Navigazione articolo