Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il giorno “febbraio 26, 2016”

Competenze dell’ex Magistrato alle Acque: lettera alla Presidenza del Consiglio

Sulle spoglie dell’ex Magistrato alle Acque di Venezia (MAV) volteggiano volatili di ogni tipo, forse animati da nobili intenzioni o forse da più prosaici appetiti.

Nel rendere pubblica la lettera inviata alla Presidenza del Consiglio in merito alle competenze del MAV, aggiungiamo un’unica avvertenza: la legislazione in vigore NON prevede che le medesime possano essere trasferite all’Autorità Portuale, così come NON prevede alcun obbligo che vengano trasferite alla città metropolitana: in attesa di un riassetto organico della materia che la nuova Legge Speciale per Venezia potrebbe auspicabilmente fornire, l’iniziativa che abbiamo preso di concerto con altre associazioni va letto come un invito a frenare certi appetiti e a non improvvisare rimedi frettolosi, che potrebbero rivelarsi peggiori del male.

Venezia, 25 febbraio 2016

Spettabile Presidenza del Consiglio

Alla Segreteria del Capo Dipartimento

PEC: affariregionali@pec.governo.it

Spettabile Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Alla c.a. del Direttore generale dott. Enrico Maria Puija

PEC: dg.tm@pec.mit.gov.it

Per conoscenza:

Provveditore Ing. Roberto Daniele

PEC: oopp.triveneto@pec.mit.gov.it

Sindaco Città Metropolitana Venezia

PEC: protocollo.cittametropolitana.ve@pecveneto.it

 

Oggetto: Trasferimento delle funzioni del soppresso Magistrato alle Acque di Venezia

 

Da notizie di stampa apparse sul Gazzettino in data odierna (allegato 1), apprendiamo o per meglio dire troviamo conferma di una lettera che il Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia avrebbe indirizzato alle persone e ai Ministeri in indirizzo, con alcune richieste che consideriamo sorprendenti in quanto esorbitanti e/o ultronee rispetto alle competenze del Prof. Paolo Costa che le avrebbe firmate.

Considerato il periodo in cui la lettera è partita, potremmo anche pensare ad uno scherzo di Carnevale e tale ci auguriamo che sia, ma se così non fosse formalmente chiediamo alle Amministrazioni in indirizzo di considerare quanto segue.

Da quel che abbiamo letto, il Presidente dell’Autorità Portuale cerca di farsi attribuire competenze che la Legge riserva ad altri e che, così attribuite, perpetuerebbero “ope legis” quella confusione di ruoli fra controllore e controllato che tanti danni ha già fatto in Laguna, con lo scandalo a voi noto.

In particolare si tratterebbe delle competenze in materia di:

  1. rilascio di autorizzazioni per escavi canali portuali;
  2. rilascio di autorizzazione per gli scarichi nei canali portuali;
  3. rilascio di autorizzazione opere su aree demaniali portuali.

Se abbiamo capito bene la natura e le conseguenze eventuali delle richieste di cui sopra, il Presidente dell’Autorità Portuale in sostanza chiede di poter autorizzare se stesso a fare ciò che gli aggrada in quanto unico interprete del “superiore pubblico interesse”.

A nome delle associazioni firmatarie, che rappresentano più di duemila cittadini residenti nella città metropolitana di Venezia, ci permettiamo di dissentire alla luce dell’esperienza maturata in tempi recenti. Ci si potrà forse obiettare che la confusione di ruoli all’origine dello scandalo del MoSe era dovuta a debolezze umane agevolate da flussi illeciti di denaro (corruzione) già accertati dalla Magistratura; ma se la proposta dell’Autorità Portuale venisse accolta sarebbe ancora peggio perché fra controllore e controllato si verrebbe a creare una commistione inestricabile, costruita sulle macerie istituzionali di quello che fu il Magistrato alle Acque.

Inoltre, il Presidente dell’Autorità Portuale rivendica anche una competenza ulteriore e ultronea rispetto alle sue necessità istituzionali:

  1. il “rilascio di concessioni spazi acquei in ambiti lagunari”.

La competenza dell’ex magistrato alle Acque in materia è estremamente ampia “ratione loci” dato che si estende su tutte le isole minori della Laguna veneta, compresi moltissimi rii e canali su cui l’Autorità Portuale non può rivendicare alcun interesse legittimo dato che mai potrebbero essere adibiti alla navigazione di unità navali: per profondità e larghezza, tali rii e canali sono ovviamente riservati alla circolazione di imbarcazioni locali e la concessione di spazi acquei è funzionale alle esigenze della popolazione e delle attività produttive ivi insediate (cantieristica minore, in particolare). Salvo errore di formulazione, tale richiesta appare sorprendente e “ultra vires” rispetto ai compiti istituzionali affidati all’Autorità Portuale di Venezia, in un ambiente delicato come quello della Laguna di Venezia dove la medesima Autorità Portuale si è già più volte scontrata con amministrazioni comunali, associazioni e comitati di cittadini a causa di una sua certa tendenza ad “allargarsi” oltre il necessario.

Ad ogni buon conto, percezioni a parte quello che conta è il disposto normativo e la normativa in vigore è quella che segue:

Articolo 18 comma 3 del D.L 90/2014 convertito in legge 11 agosto 2014 n° 114.E’ soppresso il magistrato delle acque per le province venete e di Mantova, istituito ai sensi della legge 5 maggio 1907, n. 257. Le funzioni, i compiti e le attribuzioni gia’ svolti dal magistrato delle acque sono trasferiti al provveditorato interregionale per le opere pubbliche competente per territorio. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, sono individuate le funzioni gia’ esercitate dal citato magistrato delle acque da trasferire alla citta’ metropolitana di Venezia, in materia di salvaguardia e di risanamento della citta’ di Venezia e dell’ambiente lagunare, di polizia lagunare e di organizzazione della vigilanza lagunare, nonche’ di tutela dall’inquinamento delle acque. Con il medesimo decreto sono individuate, altresi’, le risorse umane, finanziarie e strumentali da assegnare alla stessa citta’ metropolitana in relazione alle funzioni trasferite“.

Nel caso in cui si voglia dare attuazione al disposto normativo, è dunque alla citta’ metropolitana di Venezia e non all’Autorità Portuale che le competenze di cui sopra potrebbero eventualmente essere trasferite.

Ai destinatari della missiva del Presidente dell’Autorità Portuale, datata 15 febbraio 2016 con numero di protocollo 35350/SG-LEG/2818, formuliamo dunque una richiesta molto semplice: respingerla al mittente, nel caso in cui le proposte di cui sopra siano state effettivamente formulate, o rassicurarci che si trattava soltanto di uno scherzo di carnevale.

Venezia, 25 febbraio 2016

Marco Gasparinetti, portavoce Gruppo25Aprile

Mirco Bodi, portavoce Gruppo Diportisti Laguna Veneta

Veronica Scarpa, Presidente Associazione “L’Altra Venezia”

24febbraio2016 NavarroDina

 

 

 

Traffico acqueo e cavoli di consultazione fucsia

Nella sua personale concezione di “democrazia partecipata”, il Sindaco in carica ha introdotto la simpatica consuetudine dei “tavoli di consultazione” riservati ai simpatizzanti della sua lista personale (lista Brugnaro); come abbiamo potuto constatare, sono ammessi ai tavoli anche gli adepti di recente conversione e altri spettatori plaudenti, a condizione di non fare troppe domande: “Mi so’ el sindaco democraticamente eletto. E ti te la magni, se no te va ben, ti va fora” è stato il cortese invito rivolto a un partecipante più scettico degli altri, tanto per chiarire a tutti che se non sono applausi son “cavoli” amari più che tavoli.

Un’eccezione alla regola di cui sopra poteva essere la “conferenza” pomposamente convocata sul traffico acqueo, a cui non è estranea l’indagine conoscitiva avviata dalla Procura della Repubblica a causa della pressione ormai insostenibile che le esigenze del turismo di massa fanno gravare su rii e canali che erano stati pensati per imbarcazioni a remi e in cui il rispetto delle regole sembra essere diventato un “optional”. Abbiamo provato a crederci e al Signor Sindaco abbiamo indirizzato una richiesta garbata che potrete leggere in calce. Alla richiesta non è stata data risposta e la “conferenza” sul traffico acqueo si è svolta ieri mattina a porte chiuse, con una assenza ingombrante: quella dei residenti, che rispetto alle esigenze di cui sopra sono forse considerati come un fastidio di troppo.

Se pubblichiamo il testo che non ha ricevuto risposta, è per rivendicare il nostro diritto ad avere voce in capitolo e anche perché ciascuno possa valutare la ragionevolezza della posizione e delle proposte che, illusi, gli avevamo inviato. Nel caso in cui qualcuno in futuro volesse rimediare alla dimenticanza prendendo almeno nota di questi spunti di riflessione, magari eviterà il nomignolo che in città è già stato affibbiato a questi “cavoli di consultazione” che servono solo come foglia di fico, in perfetta continuità con pratiche anteriori che almeno non avevano la pretesa di spacciarsi come innovative.

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Egregio Signor Sindaco,

a nome del Gruppo Diportisti Laguna Veneta e del Gruppo25Aprile, che rappresentano più di 2.000 iscritti, Le rivolgiamo questo appello facendo seguito ai contatti intercorsi con il capogruppo dott. Maurizio Crovato.

La Sua decisione di convocare una conferenza con le categorie interessate in vista dell’adozione di un nuovo piano per il traffico acqueo ci trova assolutamente favorevoli e disponibili a fornire un contributo costruttivo in termini di osservazioni e proposte.

Nel convocare soltanto le categorie professionali interessate, che sicuramente hanno legittimi e corposi interessi da difendere, il rischio sarebbe quello di trascurare il punto di vista dei residenti che sono parimenti interessati sotto un triplice profilo:

  1. in quanto titolari di diritti reali e/o personali di godimento sui beni immobili che quotidianamente vengono aggrediti dal moto ondoso e ne subiscono i danni;
  2. in quanto utenti dei servizi di trasporto acqueo, ai quali riconosciamo tutta l’importanza che meritano per il buon funzionamento della città;
  3. in quanto proprietari di imbarcazioni da “diporto” che vorrebbero poter continuare a vivere la città in barca come sempre hanno fatto per generazioni, senza esser silenziosamente “espulsi” per mancanza di ormeggi o per un eccesso di regolamentazione che a volte produce effetti indesiderati.

Alla luce di questa premessa, Le chiediamo di poter partecipare alla conferenza del 25 febbraio con tre osservatori, per poter fornire a Lei in quanto Sindaco e Sindaco della città metropolitana la possibilità di aprire un canale di comunicazione diretto con tutti gli stakeholders e di assumere in assoluta autonomia di giudizio le decisioni che meglio corrispondono all’interesse generale, essendo evidente che la ricerca di un punto di equilibrio passa dal bilanciamento e dal contemperamento di tutti gli interessi in gioco.

In via preliminare e per chiarire il nostro approccio, non chiediamo tanto nuove regole quanto la semplificazione e l’applicazione di quelle esistenti, che sono ampiamente ignorate per tre motivi: la frammentazione delle competenze, la mancanza di controlli, la complessità del corpus normativo che si è stratificato nel tempo, da cui deriva una scarsa conoscibilità delle regole applicabili.

Con riserva di produrre osservazioni scritte più dettagliate, Le anticipiamo con la presente gli assi di intervento che a nostro modo di vedere sono assolutamente prioritari:

  1. uno studio dei flussi aggiornato, essendo a tutti evidente che alla base di decisioni difficili, in materia complessa come questa, ci debba essere la conoscenza dei flussi attuali suddivisi per tipologia di trasporto, mentre il dibattito sui giornali è basato su dati vecchi e mai aggiornati; “conoscere per decidere” (knowledge based approach) ci sembra una premessa necessaria perché Lei possa prendere decisioni condivise e accettabili.
  2. l’ottimizzazione del trasporto merci, che a Venezia è caratterizzato da inefficienze di vario tipo, già sottolineate dalle stesse categorie ed evidenziate anche dagli studi di Fabio Carrera.
  3. la libera circolazione dei residenti, che di fatto è ostacolata dalla scarsità di ormeggi e dalla progressiva scomparsa (per incuria o altro) degli anelli da ormeggio che da sempre caratterizzano il nostro paesaggio urbano consentendo ai residenti di poter condurre una vita normale: portare i figli a scuola, fare la spesa senza doversela caricare sulle spalle, accompagnare a casa i genitori anziani, tenendo ben presente la vecchia regola che per ogni riva o fondamenta richiedeva la presenza di anelli da ormeggio che con preoccupazione vediamo diradarsi o scomparire.
  4. nelle more dell’adozione di nuove regole e/o della semplificazione di quelle esistenti, i danni creati dal moto ondoso vanno contrastati con gli strumenti già disponibili, primo fra tutti il sistema ARGOS di cui Le chiediamo di assicurare il pieno funzionamento: prima ancora di pensare al GPS, alla luce delle recentissima sentenza del TAR Veneto, ci meraviglia il fatto che il Comune disponga di una tecnologia che al momento attuale è utilizzata al 10% delle capacità.
  5. Limiti di velocità: se dovessimo scegliere fra limiti irragionevoli o irrealistici e pertanto disapplicati (dalle categorie professionali in particolare) e limiti di velocità ragionevoli ma rispettati, la nostra preferenza va ai secondi, ferma restando l’esigenza di contenere i danni del moto ondoso che rischiano di comprometterela stabilità delle nostre case. Si aggiornino le regole e si facciano rispettare, è la nostra richiesta.

In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro in vista della conferenza del 25 febbraio Le porgiamo, Signor Sindaco, cordiali auguri di buon lavoro.

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Post scriptum:

Il cenno di riscontro non è mai arrivato. Ben altro era stato l’approccio della Municipalità di Venezia, che al moto ondoso aveva dedicato l’incontro (di cui riproduciamo qui la locandina) facendo seguito alla petizione firmata da più di 1.200 residenti. Forse non a caso, la capacità di ascolto della Municipalità è stata “premiata” con il ritiro di tutte le deleghe ad essa affidate, deliberata dal Consiglio comunale a maggioranza fucsia proprio ieri, 25 febbraio. Per celebrare degnamente la ricorrenza, resta solo da designare tale data come “Festa della democrazia” in salsa fucsia.. e “se no te va ben, ti va fora

locandina moto ondoso def

 

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