Emergenza #bricole: incontro con il Magistrato alle Acque
Mercoledì 13 aprile, Gruppo25Aprile e gruppo diportisti Laguna Veneta sono stati ricevuti dal Provveditore interregionale alle Opere Pubbliche (già Magistrato alle Acque) di Venezia ing. Roberto Daniele e dal suo staff in un lungo e proficuo incontro che ha permesso di fare il punto della situazione sull’emergenza bricole.
Grazie ai rilievi svolti dalla Polizia Lagunare, coordinata dal capitano Andrea Siega, è stato completato e aggiornato il censimento delle bricole in tutti i canali lagunari; la cartografia georeferenziata che ci è stata illustrata da Roberto De Rossi è suddivisa in 26 tavole e comprende un totale di circa 7.500 bricole, ad ognuna delle quali è stato attribuito un colore (rosso, giallo o verde) a seconda delle esigenze di manutenzione/sostituzione. Quelle “colorate” in rosso, che corrisponde ad un pericolo imminente, sono circa 300. Quelle in giallo sono circa 700, per un totale di circa 1.000 bricole su cui è necessario intervenire.
Sulla base di questo imponente lavoro di documentazione, che è la base conoscitiva indispensabile per ogni decisione ulteriore, il Provveditore si è rivolto ai Ministeri competenti sollecitando i fondi necessari per la manutenzione, che sconta un arretrato di dieci anni almeno per un malinteso senso delle “priorità” che a partire dal 2006 ha assorbito quasi tutti i fondi della Legge Speciale sacrificandoli alle esigenze di un’unica grande opera (il MoSe).
Nel corso dell’incontro abbiamo affrontato anche le ipotesi di razionalizzazione che potrebbero portare alla riduzione del numero complessivo delle bricole, in un’ottica di contenimento della spesa pubblica e di sicurezza della navigazione: a titolo di esempio, fila unica di bricole nei canali secondari o anche palo unico (al posto delle tre paline che compongono le bricole attuali) mediante l’utilizzo di materiali alternativi al legno, nei canali non interessati dalla navigazione promiscua. Sull’utilizzo dei materiali alternativi e già sperimentati, esiste già un protocollo siglato da Magistrato alle Acque, Soprintendenza e Comune di Venezia.
L’incontro ci ha dato modo di apprezzare il lavoro svolto in questi mesi e la serietà con cui gli uffici del Provveditore, pur essendo sotto organico, hanno affrontato il problema. La responsabilità è ora nelle mani dei Ministeri competenti, e innanzi tutto di quello delle Infrastrutture e Trasporti, che dovrà sbloccare i fondi indispensabili per permettere ai suoi uffici periferici di adempiere al loro compito istituzionale.
Alla richiesta del Provveditore, formulata attraverso i canali istituzionali come è giusto che sia, ci associamo nell’interesse collettivo della Città che su questo deve essere unita senza distinzioni di partito, come ha dimostrato di saper fare con la mozione approvata da tutti i gruppi consiliari il giorno successivo, in occasione del Consiglio comunale del 14 aprile:
Nelle foto: la sala che ha ospitato l’incontro e gli articoli di Nuova Venezia (Roberta De Rossi) e Gazzettino (Michele Fullin):
Non si puo piu’ tanto commentare un approccio di questo tipo. Si lascia nel dimenticatoio un lavoro durato quasi 15 anni ovvero il Protocollo dei materiali per le palificazioni autorizzate nella Laguna di Venezia, dove l’unica soluzione apprezzabile e’ sotto gli occhi di tutti e guarda caso nessuno ne parla – o meglio non vuole farlo – tantomeno in Laguna di Venezia dove correttezza e trasparenza sono in contrasto da sempre con le acque melmose, oggi inquinate e corrotte.
Ma volente o no proprio il legno le famose e insostituibili Bricole di legno dalla lunga durabillita’ – vedi il trattamento col metodo all’ossido di ferro – almeno per trenta e piu’ anni rimarranno li almeno se qualcuno per i soliti motivi sommersi non le vada a togliere in nome della prossima ondata di plastica che gia si sta preparando.
Il rammarico di sempre e’ quello che ad un esame come questo di documentata analisi, contraddicendo anche quanto di gia’ fatto, non si abbia mai il coraggio! ancor meno voglia di suggerire l’unica o almeno provata soluzione che gia’ esiste, forse perche’ troppo economica, compatibile e ambientalmente unica.