Lettera aperta ai dipendenti comunali
SE IO FOSSI UN DIPENDENTE COMUNALE.. quel referendum lo andrei a votare, perché la “meritocrazia” in salsa Brugnaro l’abbiamo già vista all’opera: consiste nel nominare ai vertici delle partecipate, nei CdA e nel gabinetto del sindaco persone provenienti dalle sue aziende o candidati non eletti (in gergo politico: i “trombati”) della sua lista, e quando non bastano la scelta si estende a compagni e compagne di vita dei suoi consiglieri comunali – criteri di nomina che come piattaforma civica abbiamo già documentato, insieme con le opposizioni in Consiglio comunale.
Se fossi un dipendente comunale andrei a votare perché questo non è un sindaco come gli altri, e il sistema “premiale” che intende introdurre rischia di premiare non già il merito ma il servilismo e la duttilità rispetto ad interessi che nulla hanno a che vedere con l’interesse generale, operando una selezione alla rovescia di cui già abbiamo visto i primi sintomi.
DA CITTADINO AUSPICO un’amministrazione comunale al servizio dei cittadini tutti senza distinzione politica, che faccia rispettare le norme senza favoritismi basati sull’affiliazione politica o sulla necessità di ingraziarsi i potenti, e quindi “forte con i deboli e debole con i forti”.
Da cittadino auspico una macchina comunale che lavori per il bene comune, non per gli interessi privati di un sindaco che di interessi ne ha molti e non avrà nemmeno bisogno di “chiedere”, perché il dipendente comunale già sa quello che deve fare per non cadere in disgrazia, che si tratti dei Pili o della Misericordia o delle molteplici attività economiche del sindaco o dei suoi accoliti. Quel meccanismo premiale camuffato da “meritocrazia”, in mano a questo particolare Sindaco potrebbe diventare una clava da usare contro chi semplicemente fa il suo dovere nel garantire una pubblica amministrazione imparziale.
Quando una persona si rivolge agli uffici comunali, noi tutti vorremmo che la sua pratica venisse considerata nel merito con l’imparzialità e l’efficienza che dovrebbero essere i cardini della Pubblica Amministrazione, e non sulla base di altri criteri quali “Lei non sa chi sono io” o “mi manda Picone”. Ne va anche della vostra dignità di lavoratori della funzione pubblica, che rispetto ad altri hanno il privilegio e l’opportunità di poter contribuire a rendere migliore questa Città che tutti amiamo.
Buon voto a tutti,
Marco Gasparinetti, cittadino residente nel Comune di Venezia
NB Non sono mai stato iscritto a un sindacato e non ne faccio parte nemmeno adesso. Questa lettera aperta è maturata dopo aver letto l’appello di segno opposto del Sindaco, che fra le sue prerogative ha quella di potervi raggiungere individualmente al vostro indirizzo di posta elettronica, mentre noi semplici cittadini possiamo soltanto scrivervi “qui”, sperando che alcuni di voi ci leggano; se questa lettera porterà alle urne qualche persona in più, comprese quelle che decideranno di votare SI al contratto collettivo proposto dal sindaco, sarà già un successo perché democrazia è partecipazione, qualunque sia l’esito del voto.
Il 25.5.2017 Luigi Brugnaro ha voluto un consiglio comunale straordinario per i lavoratori dell’Ilnordi Scorzè, dichiarandosi preoccupato (vedi tg reteveneta) Al 31.12.2016 Luigi Brugnaro ha lasciato a casa 119 lavoratori precari non più ricollocabili vista l’età. 76 lavoratori al 19 .12 a cui non è mai stato consentito di appellarsi al decreto 165 per fare un concorso, 43 in graduatoria del concorso 2014. Il 30 gennaio 2017 con delibera n. 12 si promuove un concorso per amministrativi ora sospeso. Il peggior sindaco di Venezia mai avuto prima crea disoccupazione, degrado, disinteresse per i cittadini e chiude i servizi servizi, con la macrostruttura e la chiusura della Municipalità ha portato alla paralisi della macchina comunale. Cosa si aspetta a far cadere un sindaco che fa solo i SUOI affari?
Patrizia Pensa
Patrizia Pensa, la scrivente, non ha mandato solo questa di lettera, ne ho scritte altre, ma senza esito. sono la sola che mostra la faccia. Nessuna risposta da nessuno. Ho scritto a tutto il Consiglio del Comune di Venezia, ad Assessori anche regionali, al Presidente della Regione del Veneto, al Papa, al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Presidente della Repubblica, a vari segretari di partito, non ricordo altro tanto ho cercato aiuto. Accetterei anche una pernacchia pur di avere una risposta, niente. A parte due interpellanze fatte da Monica Sambo e la sua disponibilità, nessun altro. I sindacati non li menzioniamo non ne vale la pena. Vorrei ma non ne vale la pena di fare anche altri nomi di politici che mi hanno ascoltato (se mi hanno ascoltato). I politici fanno la loro strada lo stesso senza i consensi degli emarginati del Comune di Venezia.
Dimenticavo una cosa, è stato proprio il Pd di Giorgio Orsoni e di Sandro Simionato allora vicesindaco ed Assessore al Personale a non voler più i precari. Incontrai personalmente Sandro Simionato fuori la sala giunta ero in compagnia di altri (pochi) precari. La sua risposta fu “non vi ho assunti io”. Detta dall’assessore al personale non va neanche commentata. Pochi giorni dopo Giorgio Orsoni fu arrestato, ora gongola.