Faraonate virtuali del sindaco e città reale
Venezia si ritrova con un sindaco che oggi, nella conferenza stampa di fine anno, ha pomposamente annunciato:
a) semafori e telecamere nelle nostre calli, come se fossimo a Milano e come se questa fosse una soluzione quando i flussi turistici vanno invece regolati a monte e non “a valle” (piazza San Marco) con trovate folkloristiche buone soltanto per buttare i soldi del contribuente al vento;
b) un faro “Ramses 2” che produrrà “un fascio di luce alto 12 chilometri, perché” – ha testualmente spiegato nel comunicato stampa ufficiale – “Porto Marghera si deve vedere e va proiettata in un futuro di crescita e sviluppo”.
Il senso delle priorità di chi vive e lavora a Venezia è ben diverso, si chiama vita reale. I nostri iscritti hanno votato un sondaggio interno con queste richieste:
- Destinare risorse alla residenzialità, cosa che finora non è stata fatta;
- Smetterla di vendere i beni comuni;
- Bloccare l’apertura di nuovi alberghi;
- Stabilire una soglia di carico per il numero di turisti che possiamo accogliere;
- Prendere misure concrete contro il moto ondoso che sgretola le nostre rive;
- Contrastare la chiusura di botteghe artigiane e negozi di prossimità;
- Migliorare il servizio di trasporto acqueo che è al collasso.
Ci sfuggono invece l’urgenza e l’importanza delle grandi innovazioni oggi annunciate dal sindaco e il costo del faro “Ramses” per la collettività, nello stesso giorno in cui l’ANSA ci annuncia questa stangata di Capodanno, con bollette in rialzo del 5%:
Al sindaco che ci vuol rifilare (a spese nostre) un sontuoso faro con il nome di un faraone, diciamo semplicemente:
basta fanfaronate o faraonate, i problemi che attendono risposta sono ben altri: lasci perdere il suo faro d’Egitto e cominci ad occuparsi dei problemi veri.