Le nostre proposte: 2) Arsenale e lavoro
Arsenale, quale futuro?
Premessa:
Il prossimo Sindaco, per rendere possibile la creazione di posti di lavoro che non siano soltanto quelli legati alla monocultura turistica, dovrà affrontare seriamente la questione Arsenale. L’Arsenale occupa tuttora una delle superfici più ampie della città ed è in buona parte inaccessibile alla cittadinanza. Della necessità di ridare vita allo storico cuore industriale di Venezia, con proposte e idee non sempre condivisibili, si parla da decenni ma nemmemo l’onda di entusiasmo dei primi anni del 2000 che proponeva la creazione di un grande museo del mare è arrivata a nulla. Il risultato di quella stagione fu un bando europeo della Marina Militare, con richieste assolutamente insostenibili, andato deserto. Fatto sta che allora venne persa una grande occasione in un periodo non ancora toccato dalla crisi economica che ora ci attanaglia. Alla prossima amministrazione comunale, oltre ad un dialogo costante con le associazioni riunite nel “forul futuro arsenale”, chiediamo fin d’ora:
- Accelerazione nell’applicazione del disegno complessivo espresso nel Documento Direttore dell’Arsenale (da ora DDA) del 2014. Ogni azione e progetto proposto dovranno rientrare in un disegno globale di apertura al pubblico di tutto l’Arsenale nella sua interezza. L’Arsenale è sempre stato un impianto industriale unitario, talmente unitario da essere stato organizzato anche per un armamento seriale delle imbarcazioni militari. Questo concetto è espresso chiaramente anche nel primo decreto di vincolo posto dal MiBAC nel 1986 e poi allargato dai successivi decreti alla parte nord.
A differenza di quanto previsto dal DDA, la percorribilità del complesso non dovrà essere spezzata ma unitaria, priva quindi di barriere. Andrà quindi trovato un accordo con la Marina Militare per aprire al pubblico anche gli spazi di proprietà demaniale militare (edifici sulla darsena grande e Arsenale Vecchio) il cui immenso valore storico impone di trovare una soluzione per una loro fruizione libera dagli attuali vincoli.
Le singole realtà istituzionali e imprenditoriali presenti nell’Arsenale dovranno garantire la circolazione al pubblico senza barriere anche negli interni più significativi.
- La Biennale dovrà garantire la visitabilità del complesso nei periodo di chiusura dell’attività espositiva. Un esempio felice è senza dubbio l’iniziativa di apertura nel Carnevale. Per sostenere i costi potrà chiedere un biglietto di ingresso. Gli spazi della Biennale dovranno essere organizzati con pannellistica e altri supporti anche multimediali in grado di raccontare al visitatore la storia dei singoli edifici. Particolarmente importante sarà curare questi aspetti per le Corderie, le Fonderie e le Sale d’Armi visto il loro immenso valore storico, perlopiù dimenticato dalle amministrazioni. La Biennale dovrà però anche liberare l’ingresso presso le Fonderie trattandosi dell’accesso migliore al complesso, previsto peraltro nel progetto di Museo del Mare.
- La complessità storica dell’Arsenale e il suo interesse culturale mondiale impone la costituzione di un organismo scientifico di alto profilo di consulenza che esprima pareri sulle scelte da prendere. Ogni azione e progetto dovranno essere vagliati quindi da un comitato di esperti che fornisca pareri tecnici alla Soprintendenza BAA e al Comune.
- La fruizione degli edifici non ancora restaurati dovrà ovviamente passare per una fase di risanamento per metterli perlomeno in sicurezza. Particolarmente urgente appare, per l’importanza storica, un celere intervento sulle tese delle Galeazze.
A questo proposito appare fondamentale accedere anche ai finanziamenti europei.
- All’ingresso dell’Arsenale (qualunque sarà la via di accesso scelta ma sicuramente la migliore è quella delle Fonderie) dovrà essere allestito un centro per l’accoglienza dei visitatori con ampio ristorante, bookshop e vendita di merchandisings; supporti multimediali dovranno spiegare al visitatore dove si trova e cosa sta per visitare facendogli percorrere virtualmente i 1000 anni di storia di questa parte della città.
- L’Arsenale non dovrà limitarsi a diventare un percorso museale ma dovrà essere vivo. A questo scopo dovrà essere favorito l’insediamento di istituzioni, di attività imprenditoriali e artigianali e associazioni sportive e culturali compatibili con il complesso. Andrà quindi favorito l’insediamento di:
– istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla conservazione del patrimonio storico di Venezia e del Mare;
– istituzioni preposte alla ricerca e alla salvaguardia nel campo marino;
– attività imprenditoriali nel settore della piccola nautica con preferenza per la cantieristica tradizionale e tutto il settore artigianale legato alle imbarcazioni; a differenze di quanto prescritto dal DDA le attività cantieristiche tradizionali dovranno essere insediate nella parte sud.
– attività imprenditoriali impegnate nel settore della ricerca e della conservazione nel settore dei beni culturali e degli studi sul mare (es. imprese che operano nel campo del monitoraggio dell’ambiente marino, dell’archeologia, del restauro ecc.);
– associazione sportive e culturali compatibili (ad es. remiere, associazioni di studi storici);
Andranno favorite quelle attività che possano integrarsi anche nel percorso di visita per la particolare attinenza alla funzione storica dell’Arsenale.
Sarà opportuno prevedere la creazione di servizi comuni come in una sorta di incubatore di imprese e istituzioni così da permettere l’abbattimento dei costi e facilitare il superamento dei problemi burocratici particolarmente forti in questo luogo sottoposto a vincolo dal MiBAC.
Andrà infine favorito l’insediamento di grandi istituzioni di ricerca internazionali che potrebbero portare competenze di alto livello, posti di lavoro e un buon indotto a tutto il quartiere di Castello.
- Tra i progetti compatibili potrà rientrare anche quello di costruzione del Bucintoro ma solo dopo attenta valutazione dell’aspetto storico-filologico dell’iniziativa che dovrà portare alla costituzione di un laboratorio storico navale nella fase di costruzione. Va detto comunque che a questo progetto sarà certamente da preferire quello di recupero, documentazione, studio, consolidamento ed esposizione della galea trecentesca di S. Marco in Boccalama il cui interesse scientifico è indiscutibile e il cui richiamo turistico sarà probabilmente meglio spendibile. E’ bene che tutti sappiano che si tratta dell’unica galea medievale conservata, di un relitto in ottieme condizioni e forse del più importante ritrovamento archeologico-navale in assoluto: Il mondo si chiede come è possibile che non sia già stata recuperata. Il progetto di recupero della galea, di intesa con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, andrà comunque sostenuto con la costituzione di una Fondazione in grado di raccogliere i fondi privati necessari. La collocazione del relitto, nella parte sud, era già prevista nel progetto di constituzione del Museo del Mare, allora coordinato dalla Marina Militare, curiosamente ignorato del tutto nel DDA. Parte della progettazione dell’operazione, con studi di fattibilità, è già disponibile da tempo in uno studio commissionato dal CVR.
- Il Museo Storico Navale, di proprietà della Marina Militare, dovrà essere rilanciato sulla base di un accordo tra Ministero della Difesa e Comune. La sua collezione è straordinaria ma il suo allestimento è anacronistico e del tutto inadeguato e va quindi ripensato anche sulla base del progetto elaborato per il Museo del Mare dell’Arsenale. Il rilancio dovrà passare per un progetto di restauro, rilievo e studio delle barche utile per la creazione di un percorso espositivo adeguato.
Il Museo Storico Navale e il Padiglione delle Navi vanno integrati nel percorso di visita dell’Arsenale.
Conclusioni:
- Il nostro gruppo propone che il Documento Direttore dell’Arsenale, redatto dal Comune nel 2014, venga attuato nelle sue grandi linee in tempi rapidi. Questo documento, condivisibile nell’impostazione generale, appare lacunoso sulla questione dei rapporti tra Comune e Biennale e del rapporto tra quest’ultima e il complesso arsenalizio. La nostra proposta è che si arrivi a quell’unitarietà del percorso di visita dell’Arsenale, raccomandato dal Documento Direttore, chiedendo alla Biennale di liberare l’ingresso delle Fonderie e di rendere percorribili gli spazi occupati semestralmente (almeno le Corderie e le Sale d’Armi) nei mesi di chiusura delle attività espositive.
- Il nostro gruppo propone che in Arsenale, anche nella parte resa di recente disponibile dalla Marina Militare, vengano ospitate istituzioni nazionali ed internazionali di prestigo possibilmente legate al mare e ai beni culturali, e che si attraggano aziende ed imprese artigianali, compatibili con il complesso storico, nell’ottica che l’Arsenale non debba diventare solo un grande museo ma anche un complesso storico vivo in cui sia possibile creare posti di lavoro sia nel settore turistico-culturale sia in altri ambiti.
Relatore : Carlo BELTRAME
Nato a Venezia nel 1969 dove ho sempre vissuto. Laureato a Padova, specializzato a Trieste e dottorato ad Haifa. Insegno Archeologia all’Università Ca’ Foscari dove, tra le altre cose, mi occupo della storia e dell’archeologia della navigazione veneziana. Per molti anni sono stato libero professionista. Per ricerca ho organizzato missioni in Italia e all’estero. Ho lavorato volontariamente sul progetto di museo del Mare in Arsenale voluto dalla Marina Militare. A Venezia ho organizzato convegni e corsi che hanno visto la partecipazione di studenti e studiosi da tutto il mondo. Per lavoro ho avuto modo di conoscere bene la laguna e le sue isole: un ambiente perfetto per compiere opere inutili e costose fuori dagli sguardi indiscreti che andrebbe invece salvaguardato con meno cemento e più materiali tradizionali.
Non mi sono mai candidato in precedenza nè ho mai militato in un partito. Sono fortemente convinto che nella politica cittadina sia prioritario concentrare le energie per bloccare l’emorragia di residenti; per fare questo sono convinto che sia necessario promuovere attività lavorative qualificate, forme di incentivo e defiscalizzazione, il recupero degli immobili inutilizzati per farne abitazioni, il blocco immediato dei cambiamenti d’uso e verifiche capillari e severe delle forme di affittanze turistiche.