Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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Give Venice a chance – seconda parte

#ReferendumVeneziaMestre 1/12/2019

Raccolta di citazioni recenti (novembre 2019) a cura di: Nicoletta Frosini

Alberto Peratoner (accademico e saggista)

“L’assolutamente unica specificità territoriale di Venezia richiede un’Amministrazione INTERAMENTE DEDICATA e CONSAPEVOLE delle sue peculiarità. L’unione di Venezia e Mestre è un’innaturale combinazione decretata da una legge fascista del 1926, in un’epoca in cui si pensava a Mestre come valvola di sfogo di un’espansione urbanistica e industriale impraticabile in laguna….Nessuno sostiene che il referendum sia in sé la soluzione di tutti i problemi. Senza dubbio, però, in questa situazione, è la necessaria condizione per affrontarne seriamente alcuni, e della possibilità di un’inversione di tendenza e di un recupero di residenzialità e di vita. Mestre stessa avrebbe l’opportunità, considerata la stessa posizione centralissima che occupa nel Triveneto, di evolvere finalmente in una Città vera e propria, e sdoganarsi dall’avvilente considerazione di semplice periferia di Venezia. La separazione di Venezia e Mestre non è questione di becero campanilismo, come l’ultimo e più ottuso argomento-rifugio vorrebbe far credere. È questione di sopravvivenza. Perché alla fine si tratta solo di questo.”

Guido Fuga (architetto e fumettista):

“Il referendum sulla separazione di Venezia da Mestre ci ha già visti protagonisti nel passato e io, pur se precedentemente ho votato no, penso che questa occasione vada colta come un’opportunità di definire finalmente una prospettiva per Mestre e Venezia, che abbiamo visto recentemente invasa da un’orda di visitatori che l’hanno occupata oltre i limiti possibili. Qui ci vuole qualcosa anche d’impopolare che delinei un’idea nuova della città, dobbiamo aspirare ad un ruolo diverso da quello parassitario dell’accoglienza ai turisti… Non ho mai sentito di qualche iniziativa delle nostre amministrazioni che si prefissasse di regolare il mercato degli affitti, l’unicità della nostra città doveva richiedere politiche mirate a prescindere dal decreto Bersani, ma per fare questo dobbiamo esigere uno statuto speciale…. Il mio maestro Pratt è morto da 25 anni e quando veniva a trovarmi e andavamo in giro per la città mi diceva sempre “ma non vedi cosa stanno facendo?” Lui all’epoca già coglieva il mutamento che era in atto e non ha visto come siamo messi ora…Credo che anche a Mestre siano stanchi di questa sorta di sudditanza al turismo di Venezia, che li sta riempiendo di nuovi alberghi e vogliano pensare a un nuovo orizzonte che li riqualifichi e gli offra un’idea nuova di futuro, quel futuro che è lasciato al caso. Perchè al mestrino non va riconosciuto un legittimo orgoglio con una sua specificità progettuale per le sue nuove generazioni?… Per cui non sopporto che gli ultimi primi cittadini si siano espressi per l’astensione. Bisogna avere il coraggio di riconoscere i vari fallimenti tipo città metropolitana che sento sempre evocare e non ha mai funzionato. Non mi resta che sognare una città legata all’ Europa e rifondata con nuove genti che disegnino un futuro creativo e arrestino questo degrado.. Cerchiamo di cogliere quest’occasione come un possibile nuovo inizio che guardi al futuro, come una volta si guardava al mare, che ci liberi dal disastro in cui siamo caduti.” (La Nuova Venezia, 27.11.2019).

Salvatore Settis (Archeologo, Storico dell’Arte, Scrittore)

“Sta per scadere, forse è già scaduto, il tempo in cui si può ancora “salvare Venezia”. Tutti sembrano essere d’accordo, ma non è così e non sarà così finché non si abbandona la facile retorica dello slogan “salvare Venezia”, e non si ricomincia dal considerare l’ecosistema città-Laguna come un insieme da tutelare: senza “grandi navi”, senza scavare nuovi canali, ma semmai restituendo a Venezia la sua Laguna, risarcendo i danni che le sono stati inflitti. Se per questo è necessaria una nuova sensibilità, e se questa nuova sensibilità richiede la separazione amministrativa di Venezia da Mestre, dovranno giudicarlo i Veneziani. Ma, io spero, con in mente non calcoli elettorali né clientelari, ma la loro (la VOSTRA) responsabilità storica: farsi interpreti di un lungo passato di enorme attenzione al regime delle acque e alla salute della Laguna, reagire al recente passato di ignoranza e indifferenza, pensare alle generazioni future, al loro diritto di godere di una Venezia ricca non solo di memorie, ma di vita, di giovani, di lavoro.”

Paolo Barbieri (giornalista, scrittore) e Francesco Giavazzi (Docente Economia Politica alla Bocconi, giornalista):

Da anni, le amministrazioni comunali assistono inermi allo svuotamento del centro storico (i residenti sono sotto le 53 mila unità, con una perdita del 70 per cento della popolazione rispetto al 1951) e all’invasione di negozi che vendono paccottiglia varia al fiume di turisti che ogni giorno inonda, questo sì, la città …. Se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, l’acqua alta della scorsa settimana ha mostrato in maniera lampante quanto ormai siano differenti i problemi di due città diverse come Mestre e Venezia e quanto non abbia senso porre in capo a un’unica amministrazione comunale la gestione delle due aree…. Che fare dunque se il Mose non è la soluzione e i politici nulla fanno se non lamentarsi solo durante le emergenze? Fortunatamente una prima occasione di riscatto si presenterà tra poco, il prossimo 1° dicembre, e mette gran parte della responsabilità nelle mani di mestrini e veneziani. I primi avranno la possibilità di staccare il cordone ombelicale con una realtà che, inevitabilmente, finisce per canalizzare tutte le attenzioni e poter così avere un sindaco e un’amministrazione concentrati sulle necessità e le problematiche di una città di quasi 200 mila abitanti. E i veneziani potranno finalmente eleggersi un primo cittadino che abbia come solo interesse Venezia e quindi abbia la forza per difenderla, proteggerla e salvarla da un fenomeno naturale assolutamente prevedibile.”

Giuseppe Tattara  (accademico, economista):

Votiamo ancora una volta sulla separazione, segno evidente che molti problemi che affliggono le due città, Mestre e Venezia, non hanno avuto soluzione soddisfacente dalle ultime amministrazioni. La separazione può essere oggi un passo avanti? Credo di sì. In precedenza molti, io tra questi, hanno visto le due città, Mestre e Venezia, come parte di uno stesso “disegno” urbano; una realtà che andava governata con uno sguardo unitario. In questi ultimi trent’anni Venezia ha subito un veloce e inarrestabile processo di perdita della popolazione e di attività di servizio e di rapido, anzi rapidissimo sviluppo della monocultura turistica. La separazione delle due amministrazioni costituisce un passo avanti nella via di una gestione più accorta della principale industria veneziana, il turismo appunto. Non ci illudiamo che, separati i due comuni, il sindaco di Venezia insulare sia alieno da pressioni di breve periodo volte a sfruttare il numero dei turisti. Esiste tuttavia una parte della popolazione, che ha fatto investimenti in città, sia esistenziali che materiali, che ha un orizzonte di lungo periodo e che è sensibile a una politica che limiti gli escursionisti giornalieri di cui sopporta i costi esterni (congestione, deterioramento della qualità dell’abitare) nella vita di ogni giorno senza averne vantaggio. Ne sono parte residenti, artigiani, negozianti, studenti. Per gestire una città come Venezia occorre una nuova Legge Speciale con decisi poteri in mano ad una persona dallo sguardo lungimirante. L’attuale sindaco ha già delineato i punti fermi della sua amministrazione. Opponiamoci e chiediamo un Primo Cittadino che abbia come interesse principale ed unico la difesa di Venezia, tuteli la bellezza dei luoghi, l’essere Venezia città diversa dalle altre città, promuova la vita cittadina e rifugga dal trasformarla in una Las Vegas qualsiasi.”

Votare SI non è di destra o di sinistra. E’ richiedere il cambiamento indispensabile di cui Venezia ha bisogno per tornare a vivere. Gruppo25 Aprile

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