Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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La via delle vacche al posto della via della Seta

Sior Sindaco, qua no se imbarca cuchi..

I diarii di Marin Starnudo, capitolo sexto

Venezia, 11 marzo 2016

Con tripudio e trepidazione avevamo preso conoscenza del comunicato stampa con cui il Sindaco Brugnaro alle ore 17.52 annunciava “urbi et orbi”:

Di primo acchito, a un cronista attento come Marin Starnudo sfuggivano purtroppo i legami storici fra Venezia (grande Repubblica marinara) e il simpatico borgo di Chiusi: annunciato in pompa magna come se si trattasse di un accordo con l’antica Bisanzio o per lo meno con Parenzo e Rovigno o con la Repubblica di Cipro, il comunicato del Sindaco non poteva che solleticare la nostra curiosità. Curiosità presto soddisfatta alla lettura dell’articolo che segue:

http://www.primapaginachiusi.it/2015/05/corre-fare-il-sindaco-venezia-limprenditore-della-mega-stalla-tra-due-laghi/

La tenuta agricola del Sindaco Brugnaro, strategicamente posizionata alle porte di Chiusi, potrebbe forse spiegare la sollecitudine con cui l’intesa è stata firmata, più di quanto non facciano le frasi pompose utilizzate per indicarne le motivazioni ufficiali:

l’analisi delle assonanze, similitudini e differenze tra le due civiltà e città in relazione ad aspetti specifici quali i valori identitari dell’essere umano nel suo rapporto con l’essere e l’apparire, individuando come tema conduttore il rapporto tra maschera e persona, in un affascinante percorso che possa ad esempio arrivare dai canopi etruschi fino alla Commedia dell’arte”

e ancora:

“Nel passato tra gli antichi popoli di Venezia e Chiusi ci sono stati tanti contatti commerciali e pacifici che noi vorremmo raccontare in una logica di riscoperta dell’Italia nel suo complesso” (Luigi Brugnaro).

Firmato un protocollo tra Venezia e Chiusi per la realizzazione di iniziative culturali congiunte (Comunicato stampa – 10 marzo 2016)

Porca vacca, ma non era più semplice dire la verità? Chiusi e la val di Chiana sono note anche per la chianina, cosa ci sarebbe di male se la Fondazione Musei Civici di Venezia (firmataria dell’intesa) si interessasse anche al patrimonio immateriale rappresentato da tale succulentissima tradizione gastronomica?

In attesa di saperne di più sui tanti contatti commerciali che ci legano a Chiusi e alla val di Chiana, ci sovviene la grigliata per 2.000 persone graziosamente offerta in campagna elettorale, di cui non abbiamo trovato traccia nelle rendicontazione ufficiale, e la celebre frase che una leggenda metropolitana ben radicata vuole essere stata pronunciata fra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali, quando i sondaggi avevano previsto un “testa a testa”:

“copemo venti vache, ga da magnar gratis tutti quanti”.

Fu questa la frase che cambiò la Storia.. e il seguito lo conosciamo.

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Etciù! Diarii di Marin Starnudo, capitolo primo

Etciù, i Diarii di Marin Starnudo

(detti anche: diari fantozziani dell’era fucsia)

Etciù perché il Gruppo25Aprile è allergico al servilismo, alle menzogne, alla manipolazione delle masse trattate come pecore o parco buoi, e ogni qual volta ci troviamo di fronte ad un episodio ascrivibile ad una delle categorie di cui sopra, lo starnuto scatta spontaneo: Etciù! (risposta: “salute”, perché lo starnuto notoriamente permette di espellere corpi estranei, microbi e altre piccole nefandezze prima che penetrino nel sistema respiratorio e da lì ai polmoni, provocando danni irreparabili).

Marin Starnudo (Marino Starnuto) in omaggio al celebre erudito che nei suoi diarii ci ha consegnato una cronaca quotidiana della vita a Venezia dal 1496 al 1533: Marin Sanudo. Nella definizone che ne dà la Marciana, “fu un attentissimo osservatore e scrupoloso annotatore di tutto quanto accadeva a Venezia e nel mondo allora noto nell’età del Rinascimento, dagli eventi politici alle feste, alle notizie di guerra e alla cronaca nera”.. ma Venezia allora era una grande Capitale, la più ricca di quante se ne contassero in Europa, e contava il triplo degli abitanti che ha oggi.

Ci perdoneranno quindi i lettori se il tono di questi Diarii sarà più leggero. Leggero ma veritiero: questo non è Lercio e non è il Vernacoliere (troppo bravi per essere anche solo imitati): le notizie che contiene sono state verificate e sono vere: la realtà a volte supera la satira, e Venezia sta vivendo uno di quei rari momenti. Quando la realtà supera la satira, perché qualcuno ha perso il senso del ridicolo, noi ci saremo.

Starnuto numero 1:

18 dicembre, dipendenti comunali “convocati” per un Brindisi natalizio (Brindisi con la B maiuscola, nell’invito: tanto che qualche dipendente comunale più zelante degli altri è corso in stazione a comprarsi un biglietto per il treno) ma al terminal 103 della Venezia Terminal Passeggeri: un posto totalmente avulso dalla città, addobbato come il salone più kitsch di una nave da crociera per pensionati texani ultrasettantenni, dove Sindaco due assessori e il comandante della Polizia Municipale si sono esibiti in un “trenino” fantozziano con dirigenti megagalattici al seguito. Come resistere alla tentazione di sorriderne? Etciù! Non ci credete? Sorbitevi pure il video:

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/trenino_sindaco_brugnaro_venezia/notizie/1744627.shtml

Starnuto numero 2:

19 dicembre, la nuova tessera IMOB, detta anche “Venezia unica” perché è l’unica che permette di evitare i 7,5 euro pro-capite (30 euro per una famiglia di 4 persone, 60 euro l’andata e ritorno) per ogni giro di giostra sui vaporetti vetusti della flotta ACTV. Meraviglia delle meraviglie, la tessera IMOB ha cambiato colore. Credevamo che fosse uno scherzo, ma abbiamo dovuto arrenderci all’evidenza, in presenza della prova fotografica che qui riproduciamo cancellando i dati personali dell’abbonato che l’aveva appena acquistata, oggi.. e di che colore è, la nuova “Venezia unica”? Etciù numero 2!

IMOB

Ma certo, e come poteva essere diversamente? Sarà anche una coincidenza o un difetto di stampa (della stampante) ma Venezia Unica che era di un bel rosso veneziano sembra aver fatto una cura di varechina o di candeggina per avvicinarsi al colore del Partito Unico Fucsia: il PUF! Per i non veneziani (quelli che pagano le tariffe di cui sopra) va subito precisato che, avendo l’ACTV speso milioni per riempire la città di tornelli anziché rinnovare una flotta vetusta, quella tessera dobbiamo portarcela addosso e tirarla fuori ad ogni tornello, un  po’ come la tessera annonaria del Fascio.

Stanchi di vedere quella tinta in tutte le sue sfumature ovunque, dalla facciata di Ca’ Farsetti ai palloncini ai Brindisi natalizi offerti dal Sindaco? Provate a fare due passi a Mestre.. magari andrà meglio; oppure no?

NATALE

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