Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il tag “MSC crociere”

Chiamiamole con il loro nome: queste non sono più navi

2 giugno 2019, festa della Sensa – la più sentita e la più antica fra tutte le feste (risale all’anno 1.000): regata sospesa a causa dell’incidente provocato dalla MSC Opera. Sono le immagini che hanno fatto il giro del mondo, e il mondo intero si è chiesto come mai – a 7 anni di distanza dal disastro della Costa Concordia – certe navi possano ancora passare a ridosso delle nostre case e dei nostri monumenti.

8 giugno 2019: la più grande manifestazione nella storia recente di Venezia, migliaia di persone in marcia per dire “basta”. Ci saremmo aspettati una pausa di riflessione, una lettera di scuse alla Città (mai scritta né inviata dalla MSC, che le sue “scuse” le ha presentate soltanto ai crocieristi) o un briciolo di autocritica, e invece..

9 giugno 2019, “Vogalonga”: un’altra MSC (ironia della sorte) si fa largo sgomitando a suon di fischi prolungati di sirena in mezzo alle centinaia di barche, rigorosamente a remi, che si erano date appuntamento per una tradizione più recente ma non meno importante, nata nel 1974 per protestare contro il moto ondoso e rivendicare un principio elementare: la Laguna non è un braccio di mare!

Vaporetti e barche ferme, c’è la Vogalonga. Ma passa la nave

 

293 metri di lunghezza, 93.330 tonnellate di stazza, la MSC Magnifica. Cosa ci faceva in mezzo alla vogalonga? Partenza ritardata, ci è stato spiegato. Quella foto, pubblicata nel nostro gruppo facebook e poi ripresa anche da altri, rende tuttavia ineludibile una domanda:

Se questi alberghi galleggianti che impropriamente chiamiamo “navi” non riescono a rispettare nemmeno due simboli come la Sensa e la Vogalonga, per quale ragione al mondo dovremmo continuare ad autorizzarne il transito nei nostri canali?

I soldi? A parte il fatto che i soldi non comprano la dignità, nelle casse comunali non versano un euro: i pochi soldi che pagano (pochi rispetto ad utili e fatturato) vanno a una società controllata da loro (la VTP) e all’Autorità portuale, che è statale.

L’indotto? Allo stato attuale rappresentano il 5% dei flussi turistici, in una città che di turisti ne ha già troppi, e il grande circo galleggiante che muovono incuranti delle proteste è comunque strutturato in modo tale da invogliare il passeggero a godersi tutte le comodità disponibili a bordo: lo scalo “visitato” è solo una quinta cinematografica per Instagram, lo sfondo di una cartolina da fotografare e postare su facebook per poter dire “I have been there” (anche quando il valente fotografo non ha mai messo piede a terra).

I posti di lavoro? Quelle navi continueremo a costruirle e ad esportarle perché possano solcare gli Oceani; chi le rifornisce continuerà a rifornirle anche se ormeggeranno qualche chilometro o qualche decina di chilometri più in là. I crocieristi che vogliono visitare Roma lo fanno scendendo dalla nave a Civitavecchia (secondo scalo italiano per il comparto crocieristico) e non ad Ostia antica.

Al ricatto e alle bugie di una delle lobby meglio organizzate del mondo è ora di reagire con la forza della ragione e dei fatti: il rischio di collisione documentato il 2 giugno, nonostante i due rimorchiatori con i loro cavi di acciaio, i costi ambientali (perdita di sedimenti al ritmo di un milione di metri cubi all’anno; inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico; alterazione dell’equilibrio idromorfologico della Laguna nel caso in cui volessimo costruire nuove autostrade in Laguna per farli passare un po’ più in là e arrivare dove arrivano adesso: a ridosso delle nostre case), per non parlare di una certa tendenza a barare con le regole o aggirarle, come documentato da questo articolo del New York Times:

Su questa pagina ci siamo finora occupati relativamente poco di loro, perché a contrastarle con indubbia efficacia c’è già un Comitato No Grandi Navi e perché in una ex Repubblica marinara come la nostra, NON siamo pregiudizialmente contrari alle navi (come potremmo mai esserlo?)

Il fatto è che queste ormai non sono più navi:  dal punto di vista funzionale ed economico sono alberghi o case da gioco galleggianti, che hanno ben poco a che fare con la marineria, e molto con l’assedio che ci opprime da tutti i lati, come evidenziato dal poster “profetico” con cui era stata decorata la sede UNESCO di Venezia, 4 giorni prima dell’incidente:

Nel momento in cui il Governo si appresta a dare risposte e alcuni invocano le risposte sbagliate (con lo scavo di nuovi canali, all’interno di una Laguna già martoriata dal canale dei petroli), non ci resta altra scelta se non quella di ritrovare lo spirito con cui siamo scesi “in trincea” e poi vinto la nostra prima battaglia, nel 2014: quella contro lo scavo del Contorta, e anche in questa occasione faremo “squadra” con le altre realtà associative che non si rassegnano alla svendita di una città unica al mondo, che tutto il mondo ci invidia e di cui tutto il mondo si chiede come possa – al prezzo della sua dignità – sopportare ulteriormente lo scempio che tutti hanno visto, nelle due ultime domeniche.

Come evidenziato da La Nuova Venezia, quella di sabato è stata una “vittoria della città”, ma la vera vittoria sarà quella del dare una soluzione stabile e duratura ad un problema che si trascina da anni. Nella battaglia che ci aspetta, e che sarà tutta in salita visti gli interessi in gioco, la città potrà contare su di noi e sul patrimonio di competenze che si è raccolto intorno al gruppo 25 aprile.

A chiusura di questo editoriale non vi proponiamo una delle tante immagini trionfali del corteo, ma quella di una imbarcazione che sabato 8 giugno ha manifestato con noi, e nella sua unicità rappresenta meglio di qualunque altra l’orgoglio, la generosità e la tenacia di chi ancora difende questa città: è una barca appositamente costruita per i diversamente abili; costruita da persone che a questa barca hanno sacrificato i sabati e le domeniche, scelto i legni e saldato l’acciaio per la pedana a pantografo (foto: Francesco Maniero).

8 G Franesco Maniero

“Diversamente abili” nella città probabilmente più difficile e ostica per chi si trova nelle loro condizioni fisiche, senza automobili senza ascensori e piena di ponti da attraversare. Eppure anche per loro, che mille motivi avrebbero per andarsene, vale il nostro motto:

MiNoVadoVia

Navi da crociera? A distanza di sicurezza dai centri abitati!

Dichiarazione congiunta delle realtà civiche operanti nei siti UNESCO di:

Cipro, Corfù, Creta, Firenze, Ragusa, Rodi, Venezia

Il 2 giugno 2019 una nave da crociera ha provocato un incidente nel momento in cui l’equipaggio ha perso il controllo dell’imbarcazione schiantandosi contro una banchina e coinvolgendo un’imbarcazione turistica nel pieno centro storico di Venezia, lungo il canale della Giudecca.

Alcuni anni fa una nave da crociera della stessa compagnia (MSC) causò gravi danni alle condutture sottomarine tra Dubrovnik e l’isola di Lokrum, con conseguenti disagi alle forniture idriche ed elettriche durati per settimane.

Oltre ai danni alle imbarcazioni attraccate tra Dubrovnik e Lokrum ed alle infrastrutture sottomarine nel 2004, nel 2013 Dubrovnik é stata considerata la città con l’aria più inquinata della Croazia (dati relativi alla qualità dell’aria).

Questi incidenti dimostrano che, dato l’elevatissimo impatto ambientale, le gigantesche navi da crociera rappresentano una concreta ed imminente minaccia per le nostre comunità.

Le città di Dubrovnik e di Venezia soffrono da troppi anni, e in modo sempre più accentuato, di una cattiva gestione del turismo di massa e per questo hanno bisogno di un’azione urgente atta a preservare il loro specifici modi di vivere, la loro residenzialità, i loro ecosistemi ed il loro patrimonio culturale.

Fino ad oggi, lo status di Patrimonio Mondiale dell’UNESCO non è stato in grado di assicurare l’adozione e l’implementazione di Piani di Gestione che tenessero in considerazione la capacità di carico turistico di ciascun sito.

Come membri della Rete Civica e Sociale delle Città Storiche del Mediterraneo, che include anche città protette dall’UNESCO, oltre alle isole di Corfù, Cipro, Creta e Rodi, sollecitiamo tutte le parti in causa ed i responsabili a prendere una decisione definitiva per tenere le navi da crociera ad una distanza di sicurezza dal delicato ecosistema della Laguna di Venezia e dal centro storico di Dubrovnik, nonchè dalle altre città e isole riconosciute come siti Partimonio Mondiale dell’UNESCO.

L’appello in grassetto è aperto alle adesioni di tutte le associazioni e comitati che ne condividono la sostanza. Per aderire è sufficiente una email a:

25aprileVenezia@gmail.com

Lo hanno finora sottoscritto (in ordine alfabetico) le seguenti realtà associative:

Associazione Progetto Firenze

ex-Artis Cultural Association Paphos (Cipro)

Gruppo25aprile Venezia

Regno di Candia Creta

Rhodes International Culture & Heritage Society (RICHeS) Rodi

San Giacomo Association Corfù

Save Cork City, Cork, Irlanda

Udruga Grad Dubrovnik (Ragusa, Croazia)

JOINT STATEMENT (English version)

On June2nd, a cruise ship caused an accident when the crew lost control of the ship and it smashed into a dock and a tourist river boat in the very historical center of Venice (Giudecca canal).

A few years ago, a cruise ship of the same company (MSC) at anchor in front of the Old City damaged the pipelines between Dubrovnik and the island of Lokrum, trying to avoid a near collision accident caused by strong wind. The ship’s anchor tore up phone lines, electricity and water pipes causing a 30,000 Euro a day loss on the island. Regrettably, the Dubrovnik city authorities’ response to the accident consisted in concentrating the cruise ship anchoring in the Bay of Gruž, which is a densely inhabited area, physically too narrow to accommodate large cruise ships, and on top of all recently inscribed as a buffer-zone to the UNESCO site of the Old City of Dubrovnik.

These incidents prove that, on top of their environmental impact, giant cruise ships represent an immediate threat to our communities.

The cities of Dubrovnik and Venice, which are particularly suffering from mismanagement of mass tourism, need urgent action in order to preserve their way of life, inhabitants, ecosystem and cultural heritage.

Until this very day, not even their World Heritage UNESCO status has been able to secure the adoption and implementation of Management Plans that would take into account the carrying capacity for each site.

As members of the Civil Society Network of Mediterranean Historical Cities, which also includes the UNESCO protected cities and islands of Corfu, Paphos (Cyprus), Crete and Rhodes, we urge all parties responsible to finally make a decision to keep cruise ships at a safe distance from the delicate ecosystem of Venetian Lagoon and from the historical centres of Dubrovnik and other cities and islands recognized as UNESCO World Heritage Sites.

Signed by (in alphabetical order):

Associazione Progetto Firenze

ex-Artis Cultural Association Paphos (Cyprus)

Gruppo25aprile Venezia

Regno di Candia Crete

Rhodes International Culture & Heritage Society (RICHeS) Rhodes

San Giacomo Association Corfu

Save Cork City, Cork, Ireland

Udruga Grad Dubrovnik

 

 

Navigazione articolo