Gruppo 25 aprile

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Dalla N alla P, sono solo coincidenze

Honni soit qui mal y pense – disse (in francese) il Re d’Inghilterra Edoardo III in onore della propria amante, la contessa di Salisbury, alla quale era caduta una giarrettiera durante un ballo a corte. La citazione è perfetta per questa quinta puntata della serie, il cui finale assomiglia a una caduta di giarrettiere e calze a rete.

N come Navi a Marghera:

in molti si sono chiesti come mai un sindaco da sempre paladino delle grandi navi da crociera – e dei lavoratori che vivono dell’indotto – abbia accettato senza battere ciglio la decisione del Governo di estrometterle dal bacino di San Marco per creare invece degli ormeggi a Marghera, esprimendo anzi soddisfazione. Con la dovuta cautela, è possibile ipotizzare che a tale soddisfazione non sia del tutto estranea la vicinanza dei nuovi ormeggi ai terreni da valorizzare in località Pili? Il rinvio alla lettera P diventa d’obbligo.

O come Oxley Grandeur:

acquirente di due Palazzi di proprietà comunale(Poerio Papadopoli sede del Comando della Polizia Municipale, e Palazzo Donà sede dei servizi sociali) è riconducibile ad imprenditore cinese di Singapore che, secondo la stampa locale, era in trattativa per bonificare e valorizzare i “Pili” di proprietà del Sindaco in carica. Sfumata quella ipotesi, sembra essersi evaporato anche lui e i due Palazzi sono attualmente vuoti:

https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2019/10/27/news/palazzo-dona-resta-chiuso-mister-kwong-non-paga-1.37793460

P come Pili:

Sui Pili è già scritto tutto o quasi, sulla stampa locale e nazionale. Il proprietario dei terreni ha cambiato 4 o 5 volte versione sul cosa farne, dal celebre “ai Pili non farò niente finché sono Sindaco” (campagna elettorale 2015) alle trattative citate alla lettera O come Oxley, a cavallo fra il 2017 e il 2018.

Nel 2020, grazie ad un esposto di Alberto Bernstein, sono emerse possibili anomalie sul perimetro “a geometria variabile” del terreno acquistato dal Demanio, e sull’aumento di area edificabile a benefico dell’acquirente, ma su queste circostanze è in corso un’indagine della Corte dei Conti e quando una questione è “sub iudice” la prudenza suggerisce di evitare ogni commento.

Recentemente è invece emersa – in modo documentato e incontrovertibile – l’intenzione di farne un “HUB” per i flussi turistici, “specializzato ad intercettare prevalentemente utenza turistica con servizi di navigazione a (prezzi di) mercato e con collegamenti ferroviari” (fonte: Comune di Venezia, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile detto “PUMS”). Il valore dei terreni è stato rivalutato di conseguenza, nel bilancio 2020 della LB Holding, con un plusvalore pari a 70 milioni di euro circa (poca cosa rispetto ai 150 di cui si era parlato per la precedente ipotesi di utilizzo ma comunque tanti rispetto ai 5 milioni pagati per acquisire i terreni).

Quando la stampa (e il quotidiano il Tempo in primis, grazie al giornalista Andrea Giacobino) ha cominciato a parlarne, all’inizio è stato un silenzio assordante ma la risposta è infine arrivata dall’amministratore delegato della “Porta di Venezia” SpA, che alla Nuova Venezia del 19 ottobre ha dichiarato: “Del PUMS io non ne ho mai saputo nulla, ho scoperto dai giornali che l’area dei Pili vi rientrava in parte”.

Lo ha scoperto dai giornali, e meno male che è l’amministratore delegato della società (controllata dal sindaco) a cui sono stati affidati i Pili. Nessuno gli aveva detto niente, nessuno sapeva niente. Roba da licenziamento in tronco, o quasi. Davanti a dichiarazioni come questa, ci confessiamo disarmati e impotenti.

Meglio “passare” alla prossima lettera. “Honni soit qui mal y pense“, per gli approfondimenti sulla lettera P rinviamo ai molti articoli già pubblicati dalla stampa quotidiana, e in particolare a questo:

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