Venezia non è un museo!
A questa visione distorta che nega un futuro a Venezia come città viva e completa di residenti ci siamo opposti nel 2016, lanciando la campagna “Il mio futuro è Venezia”, e ci opponiamo oggi nel rispedire al mittente la definizione dell’assessore al bilancio che in Venezia sembra vedere soltanto una slot machine con cui fare cassa.
“Museo” è un luogo chiuso dove si entra pagando un biglietto o sottoponendosi a controlli per dimostrare di essere esenti da pagamento.
“Museo” è un luogo che chiude a una certa ora, e come residenti non vogliamo sentirci chiedere “a che ora chiude Venezia” o anche “quand’è che avete aggiunto l’acqua intorno alle vostre case, per attirare i turisti”?
Se con la tassa di sbarco si intende trasformare Venezia e le sue isole in un museo a pagamento, noi risponderemo con questa richiesta: un RedditoDiGuardiania per i residenti che tengono aperto il “museo” vivendoci tutto l’anno.
#VeneziaMeritaDiMeglio
#NonSiamoUnMuseo
Il gruppo25aprile ringrazia il presidente della commissione consiliare Rocco Fiano per averci dato oggi la parola nel corso della seduta congiunta delle tre commissioni consiliari che stanno esaminando la delibera istitutiva della “tassa di sbarco”.
A quella tassa (o “contributo di accesso”, come è stata pudicamente ribattezzata dagli esperti di marketing che ci governano, per indorare la pillola) non eravamo pregiudizialmente ostili e lo abbiamo scritto; ma se con questa tassa si intende completare la trasformazione di una città viva in “museo a cielo aperto” con controlli ai varchi di accesso, la nostra posizione sarà di ferma e motivata opposizione.
La cittadinanza è fin d’ora invitata al secondo dibattito che stiamo organizzando su questo tema, domenica 24 febbraio in Bragora, alla vigilia del voto con cui il Consiglio comunale è chiamato ad approvare la delibera:
https://www.facebook.com/events/321850758434953/
Alle forze politiche presenti in Consiglio comunale chiederemo un voto contrario se nel frattempo non saranno stati fugati i dubbi sulla vera finalità del nuovo tributo.
A chi vorrà farli propri in tutto o in parte offriamo – come contributo costruttivo al dibattito – gli emendamenti che rendiamo pubblici in calce a questa pagina: perché come piattaforma civica non ci limitiamo a evidenziare i problemi e non cerchiamo il “muro contro muro”, ma offriamo sempre soluzioni ragionate e vie di uscita dal tunnel in cui qualcuno vorrebbe cacciarsi.
Il Gruppo25Aprile
Nella foto: un’immagine della seduta odierna a Ca’ Farsetti (foto Francesco Foschi)
Gruppo25Aprile
Emendamenti all’allegato A) alla PD n. 54/2019 (contributo di accesso)
Articolo 2
Paragrafo 3, modicare come segue: «per vettore si intendono i seguenti soggetti che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali, ad esclusione di quelli non esplicitamente elencati».
Sopprimere lettera b)
Alla lettera d) sopprimere le parole «taxi, anche acquei»
Sopprimere lettera e)
Articolo 4
Paragrafo 1
Aggiungere: «i veneziani iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero)»
Paragrafo 2
Aggiungere: «ai residenti non è richiesta autocertificazione di alcun tipo, essendo sufficente la presentazione della carta di identità su richiesta dei soggetti abilitati a bordo del vettore».
Articolo 5
Paragrafo 1, aggiungere:
- i giornalisti (professionisti o pubblicisti) in servizio per le testate rispettive;
- I clienti/utenti con appuntamento in studi professionali o uffici pubblici ubicati nel territorio oggetto del Regolamento.
Lettera q) sopprimere le parole «fino al terzo grado del defunto».
Articolo 6
Paragrafo 2 (giorni di bollino verde)
«La misura del contributo di accesso per tali giorni è fissata in euro zero»
Articolo 7
Sopprimere nella sua interezza.
Articolo 8
Al paragrafo 1, sopprimere le parole da «fatta eccezione per l’ipotesi di riscossione diretta» a «articolo 11 del presente regolamento» (NB anche perché si tratta di un refuso: la disposizione pertinente è l’articolo 10).
Articolo 10
Sopprimere il punto iii) l’Aeroporto Marco Polo di Tessera
Articolo 12
Paragrafo 4: modificare come segue: «la sanzione amministrativa pecuniaria qui fissata in Euro 100» sopprimendo le parole «da Euro 100 ad Euro 450».