Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Venezia “capitale verde europea” 2022?

Premessa numero 1: in guerra, in amore e in campagna elettorale tutto o quasi è lecito, e nulla vieta a un/una candidata di ricorrere alle promesse più fantasiose, compresa la candidatura di Venezia a capitale mondiale dello sci alpino, per raccogliere qualche voto. Se invece parliamo di candidare Venezia ad essere “capitale verde europea” un minuto dopo aver sostenuto – nella medesima conferenza stampa! – che l’aria è irrespirabile e la città invivibile a causa dell’iperturismo, come ha fatto qualcuno in questi giorni, allora diventa necessario fare chiarezza per evitare che il tutto si riduca ad una “boutade” o spot elettorale rovinando il potenziale di quella che poteva anche essere una buona idea: questo per noi è fare informazione, che è cosa diversa dal fare polemica o campagna elettorale.

Premessa numero 2: quello di “capitale verde europea” (European Green Capital) è un titolo onorifico della durata di un anno, che viene riconosciuto dalla Commissione UE alle città che sanno proporsi come modello o esempio virtuoso per le altre (“The city’s capacity to act as a role model, inspiring other cities, promoting best practices and further raising awareness” – fine citazione). La capitale verde per il 2019 è Oslo; la procedura di selezione per il 2022 segue un calendario ben preciso e regole altrettanto precise. Vediamo di riassumerle, basandoci sulla procedura pubblicamente consultabile?

  1. Maggio 2019 apertura del concorso; luglio 2019: workshop per le città candidate; ottobre 2019: deposito delle candidature con tutti gli allegati (piano di azione e strategia di comunicazione, in particolare). Novembre 2019 – Marzo 2020: valutazione delle candidature: aprile 2020: pubblicazione della “shortlist”; giugno 2020 (vigilia di elezioni comunali, nel caso di Venezia): proclamazione della capitale verde europea per il 2022.
  2. Ad essere candidato può essere soltanto un Comune nella sua interezza, e non sue singole parti o articolazioni territoriali (Municipalità); il Comune in questione deve avere popolazione pari o superiore a 100.000 residenti. Il Comune di Venezia nel suo insieme è un modello o esempio virtuoso?

Alla luce dei due punti che precedono, correttezza istituzionale vorrebbe che eventuali candidature per il 2022 venissero proposte al Sindaco in carica, unico abilitato a candidare il Comune nei termini sopra indicati (cioè entro il mese di ottobre 2019) anziché annunciate in una conferenza stampa con la tecnica di chi tira fuori un coniglio dal cappello, tanto per raccogliere qualche “ooh” di meraviglia e approvazione.

Se invece quanto annunciato alla stampa è il risultato di un involontario errore o refuso, sarebbe bene che chi vuole candidare Venezia a capitale verde europea dicesse anche qual è il suo progetto, e magari si candidasse direttamente a fare il Sindaco per attuarlo al fine di rimuovere le cause ostative alla candidatura, che saranno qui riassunte nel modo più semplice e sintetico possibile:

  1. La valutazione delle candidature è basata su 12 indicatori ambientali da coprire sulla base di a) un piano di azione e b) una strategia di comunicazione che illustri da un lato il coinvolgimento dei cittadini e dall’altro le azioni da promuovere come ambasciatori verdi (“Citizen communication and involvement to date in relation to the 12 environmental indicators” e “How they intend to fulfill their role of EU Ambassador, inspiring other cities” – fine citazione); il tutto entro il mese di ottobre.
  2. Fra le cause ostative alla proclamazione, se guardiamo alle edizioni precedenti, figura la “litispendenza” intesa come esistenza di procedure di infrazione della legislazione europea in uno o più dei 12 temi ambientali assunti ad indicatore, ed è qui che il quadro si fa drammatico, per Venezia. Limitandoci alle procedure che sono già in fase avanzata, basterà citarne tre per capire quanto sia velleitaria una candidatura “prematura”:

I) Qualità dell’aria: lo sforamento sistematico e da molti anni del valore limite giornaliero per le PM10 sul territorio comunale (tutte le centraline, nessuna esclusa) è già stato oggetto di una prima sentenza di condanna ed è attualmente oggetto della Causa C-644/18 (Corte di Giustizia dell’Unione europea) senza nessuna prospettiva di miglioramento alle porte, come dimostrano i dati dei primi due mesi dell’anno;

II) Il trattamento delle acque reflue (fognature), su cui sta per partire una seconda causa europea come riportato anche dalla stampa locale pochi giorni fa, e anche in questo caso Venezia è nella lista dei Comuni inadempienti;

III) Bonifiche e discariche abusive, a causa delle quali siamo in fase di pagamento delle  multe UE per non avere ottemperato alla sentenza precedente: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2018/12/04/con-bonifica-28-discariche-risparmiati-11-milioni-multa-ue_c9df6d09-11cf-4fc1-ba72-12a102c48ef7.html

Dato che fra gli indicatori figurano anche l’acqua e la biodiversità, si potrebbe aggiungere che il piano morfologico e ambientale della Laguna di Venezia, obbligatorio in base alla legislazione europea è stato “respinto al mittente” dal Ministero dell’Ambiente, stando a quanto riportato dalla stampa locale e anche dal documento ufficiale che ne chiede una profonda revisione ed è scaricabile a questo indirizzo: https://va.minambiente.it/it-IT/Comunicazione/DettaglioUltimiProvvedimenti/1302

In queste circostanze, chi candida Venezia ad essere “capitale verde europea” avrà l’onere di spiegare come intende rimuovere le cause ostative alla proclamazione, se non vuole coprirsi e coprirci di ridicolo. Al momento siamo certamente conosciuti come capitale europea dell’overtourism, a cui stiamo sacrificando proprio oggi un migliaio di alberi per permettere l’ampliamento dell’aeroporto. Chi ci ha candidati a “capitale verde” sarà presente anche oggi?

Conclusione

Candidare il Comune di Venezia a “European Green Capital” potrebbe essere una buona idea?

Sì, nonostante tutte le difficoltà del percorso potrebbe esserlo anche secondo noi, ma a tre condizioni:

  1. Un arco temporale più lungo, che non sia strumentale alla campagna elettorale per le europee ma al conseguimento dei risultati necessari: è la differenza fra progettualità al servizio della Città e “siparietto” o teatrino al servizio del singolo candidato, il cui palco rischia di crollare non appena se ne verificano le basi, come nel caso di una candidatura veneziana per l’anno 2022 (che non regge, per i motivi sopra esposti).
  2. La capacità di catalizzare uno slancio corale e non di parte o di fazione o di corrente di un singolo partito, coinvolgendo tutte le forze politiche di buona volontà e le molte realtà che per l’ambiente stanno facendo qualcosa di concreto, a Venezia. Un programma fatto di impegni precisi e non fumosi, che veda come obiettivo intermedio le elezioni del 2020 ed eventualmente una candidatura di Venezia per il 2025, quando i cambiamenti necessari avranno portato i frutti necessari – se ci sarà la volontà per attuarli.
  3. La capacità di creare un percorso partecipato in cui la cittadinanza capisca i vantaggi ma anche i sacrifici necessari (e li accetti) perché l’operazione abbia successo; a giudicare dalla grande mobilitazione giovanile in corso, non è una missione impossibile ed è proprio a questi ragazzi e a queste ragazze che dobbiamo essere riconoscenti per la grande lezione che ci stanno dando in questi giorni: la lezione è che mobilitazioni di massa così ampie sono possibili soltanto se i suoi protagonisti non si sentono “usati” da altri e se nessun partito, sindacato o associazione cerca di metterci sopra il suo “cappello”.

Venezia, 19 marzo 2019

Fonti citate:

http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/index_en.htm

Nell’immagine: le città candidate per il 2021 (il termine scadeva nell’ottobre 2018, e la “capitale” verrà proclamata a giugno di quest’anno). Copyright Commissione europea

Green Capital 2021

 

 

 

 

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4 pensieri su “Venezia “capitale verde europea” 2022?

  1. Dissera Francesca in ha detto:

    I veneziani amano poco il verde e quel poco che c’è non lo curano! Propongo invece la realizzazione di un meraviglioso giardino botanico nell’Isola delle Grazie (ricomprandola dalla Stefanel!) per il piacere nostro e, perché no, anche dei turisti!

  2. Bravo Marco. People must understand that these titles are EXTREMELY competitive and the cities have to prove beyond a shadow of a doubt that they are MORE imaginative, MORE engaged concretely (and financially) and that its citizens are FULLY and actively committed and part of all decision and policy making. I’m this case, we who love Venise can only dream. The problem is: it could be done. If only….

  3. Ettigirb in ha detto:

    The absolute uniqueness of Venice is it’s architecture, not it’s gardens (which are mostly private and invisible to passers-by). If I want so see green stuff in Venice I take a boat to S. Erasmo. Why should Venice run for the honour title of Green CAPITAL which would be so inappropriate that it will never ever be granted? Why should Venice’s population engage and pay for such a soap bubble? Considering all the problems to be solved by the most beautiful city in the world, this idea is just heartbreaking ridiculous.

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