Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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Le nostre proposte: 7) Isole dimenticate, di Carlo Beltrame

Atti dell’incontro pubblico del 26 aprile 2015 (Palazzo Da Mula, Murano)

Relatore: Carlo Beltrame

Il futuro delle isole dimenticate della laguna

Carlo Beltrame

Molte isole minori sono state smilitarizzate e quindi abbandonate negli anni ’70 e da lì sono state sottoposte a devastazione. Negli anni ’80 e ’90, è partita una corsa al restauro (definita salvaguardia) senza purtroppo una programmazione del destino di questi luoghi. Ancora oggi manca una progettazione a lungo termine, manca una visione globale. Soluzione unica in hotel di lusso oppure abbandono con conseguente sciacallaggio di ogni cosa asportabile.

Lavori promossi dal MAV ed eseguiti dal CVN con costi altissimi. Lavori in alcuni casi sovradimensionati e uso frequente di materiali considerati da molti specialisti non idonei e incompatibili con l’ambiente lagunare (cemento, cemento armato, palancole larsen…): esempio di Torcello dove il sen. F. Casson, allora magistrato, aprì un’inchiesta per danno al patrimonio e teorizzò per la prima volta l’illegalità del sistema chiuso controllore e controllato espresso dal CVN. Tutto ciò è stato spiegato molti anni dopo dalle dichiarazioni che P.G. Baita ha fatto ai magistrati: “prima del 2003 il CVN non sapeva come spendere i soldi e si inventava i lavori”…

Dal 2003, anno in cui il governo Prodi sdogana il MOSE, i lavori di salvaguardia in Laguna vengono chiusi per concentrarsi sulle bocche di porto dimenticandosi delle isole.

Su moltissime isole non si è ancora intervenuto ma esse avrebbero bisogno di un intervento di salvaguardia e di arginamento del fenomeno dello sciacallaggio: solo come esempi, si veda l’isola di S. Giorgio in Alga, vero gioiello di grandissima importanza storica, l’isola di San Secondo, in posizione strategica, lungo il ponte della Libertà; l’isola di S. Giuliano (che era la punta di S. Giuliano, quindi legata alla terraferma), che sta scomparendo per erosione.

Malgrado tutto, questi lavori hanno permesso anche di accumulare molte conoscenze, sia storiche sia ambientali, collazionate dal Servizio Informativo del CVN.

Informazioni storiche: acquisite durante attività di assistenza archeologica e ricerche storiche compiute da professionisti e ditte specializzate (Torcello, Burano, S. Cristina, Certosa ecc.).

Informazioni di tipo ambientale (sulle barene, sulle variazioni climatiche, sul livello del mare…).

Attività di ricerca ambientale e di archeologia preventiva, o di emergenza, costate molti milioni di euro ogni anno che devono restituire qualcosa alla collettività.

Chiuso il Servizio Informativo, tutta la documentazione è stata immagazzinata e rischia di andare perduta.

Anche le ricerche compiute negli ultimi anni dall’Università Ca’ Foscari (a San Lorenzo di Ammiana, La Cura-S.Ariano, S. Giacomo in Paludo, Torcello, Lazzareto Nuovo) e dalla Soprintendenza Archeologica (a S.Francesco del Deserto, Torcello, Burano, Murano (conterie) potrebbero essere valorizzate.

Murano ha l’opportunità di offrirsi come punto di riferimento, volano per un turismo culturale e ambientale delle isole.

Propongo quindi la creazione di un centro accoglienza visitatori (più che un museo tradizionale) da collocare in una delle tante fornaci o conterie dismesse. Centro moderno, con supporti multimediali, per raccontare la storia di Venezia (a cui manca un museo “della città”) e in particolare degli insediamenti nelle isole, dalle origini ad oggi, e delle attività produttive di questi luoghi.

Nel centro si potrebbero sviluppare molti temastismi: dalla storia dei lazzareti alla storia delle difese militari, dalla Repubblica alla Secondo Guerra Mondiale, solo come esempi.

Storia strettamente intrecciata con lo sviluppo dell’ambiente, ambiente molto dinamico, variato nei secoli.

Da Murano potrebbero partire imbarcazioni a basso impatto dirette al Lazzareto Nuovo, S. Giacomo in P., S. Lorenzo di Ammiana per una visita dei luoghi nel loro ambiente accompagnati da guide specializzate.

Progetto sostenibile anche attraverso fondi europei e realizzabile anche attraverso le potenzialità locali, ossia le università, il CNR, le soprintendenze e altri enti di ricerca.

Il Comune deve tornare ad essere interlocutore unico per progetti sulla laguna; deve essere messo in grado di coordinare e gestire progetti europei e ovviamente di ricevere fondi.

Esempi virtuosi di musei che funzionano e progettati in maniera intelligente e moderna, che ci vengono invidiati in tutto il mondo, non mancano e sono, ad esempio, il Museo di Storia Naturale. Sotto il cappello del Comune, ispirati anche da queste realtà di successo, pensiamo a richiamare i turisti nell’isola di Murano attraverso l’istituzione di una realtà divulgativa di questo tipo.

Le nostre isole

In questa sezione parleremo delle nostre isole, perché i problemi di cui intendiamo occuparci (e le soluzioni che intendamo proporre) non riguardano solo i sestieri del “centro storico” e della Giudecca, ma anche le altre isole della laguna.

Nella prima foto, gli uffici comunali di quello che dal 1806 al 1923 fu il Comune autonomo di Burano. Anche Burano ha i suoi sestieri (sono cinque) e conosce un problema di spopolamento simile a quello dei sestieri veneziani: la sua popolazione stabile è ormai scesa sotto i 3.000 abitanti.

BuranoAnagrafe

Se alla popolazione residente nei sestieri veneziani (e alla Giudecca) aggiungiamo anche le altre isole, la popolazione residente in laguna si aggira intorno agli 86.000 abitanti, per quel che riguarda il Comune di Venezia, a cui vanno aggiunti quelli di Chioggia e di Cavallino-Treporti, per un totale che supera i 100.000 residenti. Si tratta di numeri che rappresentano ancora una “‘massa critica” sufficiente a tramandare uno stile di vita unico in Europa, ma per quanto tempo ancora?

La superficie della laguna è pari a 550 km², di cui l’8% circa sono terre abitabili: il resto è un reticolo di canali, barene e ghebi, piane di marea, paludi d’acqua, casse di colmata. Fra le isole che ricadono nel Comune di Venezia, le più popolate sono (nell’ordine): Lido, Murano, Pellestrina, Burano, Sant’Erasmo e Mazzorbo. Alle Vignole risultano residenti 69 persone, 25 a Torcello e 10 a Mazzorbetto. Fra le isole abitate vanno considerate anche quelle che tuttora ospitano conventi o altre istituzioni religiose: San Francesco del Deserto, San Lazzaro degli Armeni e San Michele, per un totale di una trentina di residenti.

Nella prossima foto, il capitello che adorna il canale di ingresso a San Francesco del Deserto, venendo da Burano:

Capitello SFD

Alla situazione di crisi che attualmente colpisce il “distretto del vetro” di Murano intendiamo dedicare un approfondimento specifico. Nel frattempo, rinviamo a:

http://rialtofil.com/2014/01/15/il-tesoro-ritrovato-parte-quarta-vetri-arsenico-e-segreti/

e

http://www.veneziaconmurano.it/sono-con-noi/pieralvize_zorzi/

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