Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il tag “San Giacomo in Paludo”

Al Sindaco che verrà: Trilogia demaniale, capitolo primo

Chi si illude che il Sindaco di Venezia abbia pieni poteri sul territorio comunale, deve tener conto di una realtà ben diversa: aree strategiche per il futuro per la città sono in realtà gestite in quasi totale autonomia da tre soggetti terzi: Porto, Aeroporto e Agenzia del Demanio. Altre come l’Arsenale, che sono state recentemente “restituite” alla città, sono in gran parte vincolate (dalla legge che le ha restituite) sia dal punto di vista della destinazione d’uso (Biennale, MoSe) sia dal punto di vista della gratuità (!) di cui beneficiano gli illustri occupanti, privando il Comune di importanti risorse finanziarie.

Porto, Aeroporto e Arsenale rappresentano altrettanti volani per lo sviluppo e per la creazione di posti di lavoro, in relazione ai quali il Sindaco deve poter interloquire con autorevolezza, ed è per questo che per Venezia vorremmo un Sindaco autorevole, capace di trattare alla pari con chi quelle aree gestisce. A quelle tre aree strategiche ne vanno aggiunte altre, che nei piani dell’Agenzia del Demanio (e/o della Cassa Depositi e Prestiti) sono destinate ad un futuro diverso da quello che come cittadini auspichiamo: si tratta di alcune isole minori della Laguna e di Punta San Giuliano.

Cominciamo questa trilogia con l’isola di San Giacomo in Paludo, che rischia di diventare l’ennesimo albergo, ospitando lo “stato degli atti” aggiornato che ci è stato cortesemente fornito da Dario Vianello. Nelle prossime due puntate ci occuperemo di Punta San Giuliano e di un’altra isola demaniale di cui si mormora che verrà alienata per farne ancora un altro albergo (!) Per finire, ricordiamo che sempre dall’Agenzia del Demanio dipende il futuro dell’isola di Poveglia, di cui ci siamo già occupati come gruppo aderendo alle iniziative di “Poveglia per tutti” e scrivendo per primi al Demanio, allo scopo di scongiurare l’assegnazione dell’isola a quello che è ora diventato un candidato Sindaco, e in quanto tale ha dichiarato di rinunciare (per adesso) a ogni pretesa sull’isola:

https://gruppo25aprile.org/tag/agenzia-del-demanio/

SGP2

L’isola di S. Giacomo in Paludo ex polveriera dell’Esercito Italiano ha un importante passato storico e archeologico essendo stata nello scorso millennio scorso prima Ospizio per Pellegrini poi Convento Cistercense Femminile e successivamente Priorato dei Frati Minori, per poi diventare parte del sistema difensivo militare lagunare ad opera degli occupatori Austriaci

“Un’isola per Venezia un impegno per l’ambiente”: con questo slogan VAS iniziò la sua avventura legata a S. Giacomo in Paludo con l’ottenimento, nel 1999, della concessione per 6 anni a fronte di un progetto di recupero e restauro conservativo finalizzato alla creazione di un Centro Studi Ambientale Lagunare che favorisse l’utilizzo pubblico e partecipato del sito.

Dal 1999 al 2005 durante il periodo della prima concessione vennero completati i lavori di marginatura e alcune campagne di scavo archeologico ricostruirono la storia documentata del sito. In quel periodo VAS si attivò per ottenere un rinnovo più duraturo che potesse garantire almeno 20 anni di concessione per favorire gli investitori interessati al progetto. Invece il primo rinnovo, nel 2006, fu ancora di 6 anni riproponendo le citate difficoltà aggravate dalla crisi economica in atto.

Nel 2012, alla scadenza della concessione, la richiesta di rinnovo venne rifiutata ed ebbe inizio una difficile fase di contenzioso con l’Agenzia del Demanio che nel frattempo aveva inserito S.Giacomo in Paludo, con Poveglia e un Palazzo Veneziano, nel progetto Valore Paese-Dimore finalizzato alla concessione per 99 anni di beni demaniali destinati a una “riqualificazione turistico ricettiva”. Durante alcuni contatti avuti con i referenti locali dell’Agenzia del Demanio ci fu detto che l’isola non poteva più essere data in concessione diretta, ma che Vas avrebbe potuto comunque partecipare al bando di assegnazione. Nell’autunno del 2013 il legale di Vas inoltrò ricorso al TAR del Veneto contro la scadenza della concessione e per conferma del rinnovo e nel marzo 2014 il Tribunale Amministrativo accolse il ricorso imponendo la conferma della concessione per altri 6 anni. E’ da sottolineare come a fianco dell’Agenzia del Demanio, del ministero dell’Economia e Finanze e di Invitalia Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa Spa si sia schierato anche il Ministero dei Beni e Attività Culturali. Nel frattempo alla sentenza del TAR veniva fatta opposizione al Consiglio di Stato e dagli atti scoprimmo che l’isola insieme ad altri beni lagunari era stata ceduta alla Cassa Depositi e Prestiti con atto notarile del 28 dicembre 2013 che risulta a tutti gli effetti essere ora la nuova proprietaria. Il 26 febbraio 2015 il Consiglio di Stato ha accettato il ricorso e ha annullato la sentenza del Tar e quindi la CDP ha inviato comunicazione di sfratto.

Le domande che ci poniamo sono due:

  • tutta questa operazione immobiliare, perché di questo si tratta, che svende i beni dei cittadini a soggetti privati è stata fatta nella legalità? Poteva il Demanio negare il bene al Comune in base alla norma della legge sul Federalismo Demaniale e poi invece venderla alla CDP togliendola dal progetto di valorizzazione? Il tutto con una sentenza del Tar che aveva decretato il diritto di Vas al rinnovo della concessione.
  • È lecito che lo stato venda i beni dei cittadini contro la loro volontà? è lecito che ai cittadini venga sottratto parte del loro territorio a causa di meri fini speculativi immobiliari che magari favoriscono “gli amici degli amici” senza portare nessun beneficio al territorio stesso?

Testo di Dario Vianello, presentato in occasione dell’incontro pubblico “Diamo un Futuro alle nostre Isole”, organizzato dal Gruppo25Aprile in data 26 aprile 2015.

Foto: Marco Gasparinetti

SanGiacomo Aprile2015

Le nostre proposte: 7) Isole dimenticate, di Carlo Beltrame

Atti dell’incontro pubblico del 26 aprile 2015 (Palazzo Da Mula, Murano)

Relatore: Carlo Beltrame

Il futuro delle isole dimenticate della laguna

Carlo Beltrame

Molte isole minori sono state smilitarizzate e quindi abbandonate negli anni ’70 e da lì sono state sottoposte a devastazione. Negli anni ’80 e ’90, è partita una corsa al restauro (definita salvaguardia) senza purtroppo una programmazione del destino di questi luoghi. Ancora oggi manca una progettazione a lungo termine, manca una visione globale. Soluzione unica in hotel di lusso oppure abbandono con conseguente sciacallaggio di ogni cosa asportabile.

Lavori promossi dal MAV ed eseguiti dal CVN con costi altissimi. Lavori in alcuni casi sovradimensionati e uso frequente di materiali considerati da molti specialisti non idonei e incompatibili con l’ambiente lagunare (cemento, cemento armato, palancole larsen…): esempio di Torcello dove il sen. F. Casson, allora magistrato, aprì un’inchiesta per danno al patrimonio e teorizzò per la prima volta l’illegalità del sistema chiuso controllore e controllato espresso dal CVN. Tutto ciò è stato spiegato molti anni dopo dalle dichiarazioni che P.G. Baita ha fatto ai magistrati: “prima del 2003 il CVN non sapeva come spendere i soldi e si inventava i lavori”…

Dal 2003, anno in cui il governo Prodi sdogana il MOSE, i lavori di salvaguardia in Laguna vengono chiusi per concentrarsi sulle bocche di porto dimenticandosi delle isole.

Su moltissime isole non si è ancora intervenuto ma esse avrebbero bisogno di un intervento di salvaguardia e di arginamento del fenomeno dello sciacallaggio: solo come esempi, si veda l’isola di S. Giorgio in Alga, vero gioiello di grandissima importanza storica, l’isola di San Secondo, in posizione strategica, lungo il ponte della Libertà; l’isola di S. Giuliano (che era la punta di S. Giuliano, quindi legata alla terraferma), che sta scomparendo per erosione.

Malgrado tutto, questi lavori hanno permesso anche di accumulare molte conoscenze, sia storiche sia ambientali, collazionate dal Servizio Informativo del CVN.

Informazioni storiche: acquisite durante attività di assistenza archeologica e ricerche storiche compiute da professionisti e ditte specializzate (Torcello, Burano, S. Cristina, Certosa ecc.).

Informazioni di tipo ambientale (sulle barene, sulle variazioni climatiche, sul livello del mare…).

Attività di ricerca ambientale e di archeologia preventiva, o di emergenza, costate molti milioni di euro ogni anno che devono restituire qualcosa alla collettività.

Chiuso il Servizio Informativo, tutta la documentazione è stata immagazzinata e rischia di andare perduta.

Anche le ricerche compiute negli ultimi anni dall’Università Ca’ Foscari (a San Lorenzo di Ammiana, La Cura-S.Ariano, S. Giacomo in Paludo, Torcello, Lazzareto Nuovo) e dalla Soprintendenza Archeologica (a S.Francesco del Deserto, Torcello, Burano, Murano (conterie) potrebbero essere valorizzate.

Murano ha l’opportunità di offrirsi come punto di riferimento, volano per un turismo culturale e ambientale delle isole.

Propongo quindi la creazione di un centro accoglienza visitatori (più che un museo tradizionale) da collocare in una delle tante fornaci o conterie dismesse. Centro moderno, con supporti multimediali, per raccontare la storia di Venezia (a cui manca un museo “della città”) e in particolare degli insediamenti nelle isole, dalle origini ad oggi, e delle attività produttive di questi luoghi.

Nel centro si potrebbero sviluppare molti temastismi: dalla storia dei lazzareti alla storia delle difese militari, dalla Repubblica alla Secondo Guerra Mondiale, solo come esempi.

Storia strettamente intrecciata con lo sviluppo dell’ambiente, ambiente molto dinamico, variato nei secoli.

Da Murano potrebbero partire imbarcazioni a basso impatto dirette al Lazzareto Nuovo, S. Giacomo in P., S. Lorenzo di Ammiana per una visita dei luoghi nel loro ambiente accompagnati da guide specializzate.

Progetto sostenibile anche attraverso fondi europei e realizzabile anche attraverso le potenzialità locali, ossia le università, il CNR, le soprintendenze e altri enti di ricerca.

Il Comune deve tornare ad essere interlocutore unico per progetti sulla laguna; deve essere messo in grado di coordinare e gestire progetti europei e ovviamente di ricevere fondi.

Esempi virtuosi di musei che funzionano e progettati in maniera intelligente e moderna, che ci vengono invidiati in tutto il mondo, non mancano e sono, ad esempio, il Museo di Storia Naturale. Sotto il cappello del Comune, ispirati anche da queste realtà di successo, pensiamo a richiamare i turisti nell’isola di Murano attraverso l’istituzione di una realtà divulgativa di questo tipo.

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