Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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Muneghette. Lettera aperta al Patriarca

Lettera aperta al Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia

Venezia, 5 dicembre 2019

Con un certo disappunto leggiamo comunicati stampa del Patriarcato in cui viene minimizzato e sottostimato il numero delle persone alloggiate alle Muneghette, e ci coglie pertanto il dubbio che il Patriarcato sia stato male informato dalla CARITAS che gestisce la struttura: la settimana scorsa erano ancora 16 e non 8, attualmente sono 12 e non 4 come invece affermato dal comunicato stampa di ieri sera.

Nel rivolgerci a Lei useremo le parole di saggezza che ci avevano fatto ben sperare, quando l’Avvenire aveva pubblicato questa Sua dichiarazione, il 14 novembre scorso: “È desolante vedere zone di Venezia che sono a poche centinaia di metri dai flussi turistici e completamente disabitate, sole, è davvero sconfortante. Una volta ho detto che Venezia non è più una città abitata, non è più una città dove si sentono le voci dei bambini, gli anziani sono pochi, sono confinati in appartamenti con scale che sono difficilmente percorribili. Ecco dobbiamo cercare di ripensare la città non tagliando fuori nessuno”.

Se l’intento è quello di “non tagliar fuori nessuno“, come non pensare agli ospiti delle Muneghette fra cui ci sono famiglie con bambini in tenera età e una donna incinta al sesto mese, persone anziane (80 anni) e persone invalide ivi collocate dalla CARITAS o dai servizi sociali, che nel comunicato stampa vengono invece definite come “abusivi” solo perché la loro permanenza si è protratta in quei luoghi per assenza di soluzioni alternative da parte di chi poteva e doveva indicarle, e in questi mesi non lo ha fatto?

Se il lodevole intento è quello di sentire ancora le “voci dei bambini” a Venezia, come pensare che tutto si risolva sradicandoli dal loro sestiere per trasferirli in un albergo a Marghera, come imposto dalla CARITAS con un preavviso di sole 24 ore, lontani dal loro asilo e senza nessuna garanzia di una collocazione rispettosa della dignità umana, una volta trascorsi quei 30 giorni?

Se a Venezia “gli anziani sono pochi” perché contribuire a imporne uno sradicamento che, nelle parole del comunicato stampa, prevede solo una “soluzione abitativa in terraferma”? La Curia non dispone di alloggi o proprietà immobiliari a Venezia?

Il comunicato stampa di ieri sera ha provocato sconcerto nei nostri cuori, perché parlare di “occupazione abusiva” potrà anche essere corretto sul piano giuridico, una volta scaduti i termini legali impartiti per lo sgombero coatto dei luoghi, ma ci pare poco consono alla “pietas” e alla “caritas” cristiana, che nel caso di Roma ha invece visto il cardinale Konrad Krajweski, elemosiniere di Papa Francesco, compiere un gesto nobile e di segno opposto a difesa dei più deboli e degli ultimi:

Cardinale riattacca la luce. Parolin e il Vicariato giustamente lo difendono

A Venezia invece abbiamo incaricati della CARITAS impegnati a “staccare” acqua calda e riscaldamento in una struttura gestita da loro, che nessuno ha “occupato” dato che gli inquilini sono stati ivi collocati proprio dalla CARITAS o dai servizi sociali.

Il nostro sconcerto è aumentato quando abbiamo appurato che nel Pensionato Muneghette, nonostante gli SOS degli inquilini,  è stata fatta mancare anche la manutenzione ordinaria, al punto che l’acqua alta del 12 Novembre è diventata pretesto per lasciare senza riscaldamento e senza acqua calda, senza gas e senza luce nelle parti comuni, persone già fragili al solo scopo di accelerarne la partenza, sollecitata con tutti i mezzi compresi i più subdoli.

Il modus operandi di singoli assistenti sociali e/o incaricati della CARITAS, per eccesso di zelo e drammatica assenza di empatia o compassione, in queste difficili giornate appare come una nota stonata o un gesso che stride sulla lavagna, rispetto ai valori che nella parola stessa (“caritas”) ci richiamano al comandamento che a tutti noi richiede “amore del prossimo”.

Se vorrà ascoltare questa supplica, saremo al Suo fianco per aiutare i residenti più deboli a restare in questa città e contrastare la deriva mercantilistica che vede solo il denaro e il profitto come bussola da parte di chi usa Venezia per fare cassa, espellendone gli ultimi cittadini rimasti.

Semplicemente e umilmente vorremmo che alle Sue nobili parole seguissero i fatti di chi, come gli incaricati della CARITAS, dipende dalla Sua autorità e con i suoi atti o le sue omissioni rischia invece di minarne l’autorevolezza.

Con stima

Il gruppo25aprile

“Con l’amore del prossimo il povero è ricco, senza l’amore del prossimo il ricco è povero”.
(Sant’Agostino)

Nella prima immagine: il pensionato Muneghette, fotografato il 27 novembre scorso

Nella seconda: Corriere del 5 dicembre 2019, l’articolo di Elisa Lorenzini

Muneghette. Diritto di replica a: “Gente Veneta”

Premessa per chi non conosce la vicenda:

Per chi non conosce la vicenda, già denunciata dalla stampa locale, le persone ospiti del pensionato “Muneghette” sono senza acqua calda e senza riscaldamento, senza gas e senza luce nelle parti comuni dal 12 novembre, nonostante la richiesta scritta di riattivare i servizi minimi formulata da due persone particolarmente fragili, in quanto affette da invalidità, in data 18 novembre.

A tale richiesta non è mai stata data risposta. Il 3 dicembre si sono invece ritrovati una lettera attaccata con lo scotch sulla porta di casa, che intima a tutti di fare le valigie entro il 4 dicembre con destinazione Marghera, per una sistemazione provvisoria della durata massima di 30 giorni. Con quali garanzie per il “dopo”, considerando che per le Muneghette sono previsti lavori di lunga durata, di cui nemmeno si conosce la data di inizio?

24 ore di tempo per decidere. Fra le persone con cui abbiamo parlato ci sono famiglie con bambini, un’anziana ottantenne e due persone invalide.

Diritto di replica, in forza di procura speciale degli interessati:

Con riferimento all’articolo pubblicato oggi nell’edizione online di “Gente Veneta”, facciamo presente quanto segue:

I°) 24 ore per fare le valigie, è stato detto agli italiani di Pola nel 1947. Sono metodi da comunisti titini, più che da “Caritas” italiana.

II°) il trasferimento coatto oltre il ponte (Marghera) vista la distanza dal sestiere di Castello equivale a uno sradicamento, in particolar modo per i bambini che frequentano l’asilo a Venezia.

III°) le garanzie offerte (un mese di ospitalità) hanno l’aria di essere soltanto un espediente per evitare scandali sotto Natale: un mese soltanto, e poi l’Epifania, che tutti i disperati si porta via?

IV°) Il progetto di ristrutturazione del complesso denominato “Muneghette” deve essere approvato dalla Soprintendenza. Lo è stato? I lavori inizieranno il 5 dicembre? Se non è cosi, perché tanta fretta nell’intimare lo sgombero entro 24 ore?

V°) Le persone presenti nel pensionato sono 16 e non otto. Fra loro ci sono quattro bambini e due donne invalide, nonché una persona ottantenne. Definirle “abusivi” non è un atteggiamento degno della “caritas” cristiana: anche se la permanenza nei locali è attualmente “sine titulo”, nessuno è entrato in quegli alloggi abusivamente o forzando la porta (gli è semplicemente scaduto un contratto che la Caritas non vuole rinnovare).

VI°)  La caldaia è del 2016 e il nostro sopralluogo del 27 novembre permette di smentire la favoletta della “rottura definitiva della centrale termica” addotta come pretesto per privare gli inquilini di acqua calda e riscaldamento, quando la riparazione del guasto – conseguente all’acqua alta del 12 novembre – è invece un atto di manutenzione ordinaria che fa capo alla CARITAS.

L’articolo di Gente Veneta a cui facciamo riferimento:

Muneghette, entro domani il trasferimento degli occupanti

A scanso di equivoci, precisiamo che la manutenzione ordinaria dell’immobile spetta alla CARITAS che l’ha ricevuto in comodato gratuito dall’IRE, e che la gestione del “pensionato Muneghette” è sua precisa responsabilità sotto tutti gli aspetti (civile e anche penale, per gli atteggiamenti intimidatori tenuti dai suoi incaricati nei confronti di alcuni inquilini).

Al di là degli aspetti giuridici, riteniamo che chi gestisce un bene che è proprietà di un Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza (IPAB) sia tenuto ad ispirarsi a valori di “pietas” e di rispetto della dignità umana, e questo perché al di là di ogni obbligo di Legge esistono valori universali di cui è custode.

La proprietà dei luoghi (IRE) risulta assolutamente estranea all’uso che ne viene fatto in questi giorni, e alle ipotesi di reato che ci è parso di ravvisare in alcuni specifici episodi.

Venezia 3 dicembre 2019

Il Gruppo25Aprile

Chiostro Muneghette

Non tutto è oro ciò che luccica da fuori: dietro al bel portone (che peraltro non si chiude) vivono donne sole e famiglie con bambini in queste condizioni, senza luce nelle parti comuni e senza acqua calda né riscaldamento dal 12 novembre. La caldaia è stata cambiata nel 2016 e anziché riattivarla almeno fino a Natale si è preferita la strada dello sgombero entro 24 ore.

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