Marzo 17: croniche di un Podestà e del suo fondo di solidarietà
Narrano le croniche del XXI° secolo di un Podestà talmente ricco da “rinunciare allo stipendio” per devolverlo ad un “fondo di solidarietà” (risparmio per il contribuente: zero ducati, dato che quei soldi venivano comunque prelevati dalle casse comunali) e narrano anche che il fondo fosse talmente profondo da non poterne scorgere alcuna attività in favore dei più demuniti o dei diseredati, dei mendicanti o dei “senza più tetto” che (al ritmo di 6 sfratti esecutivi al giorno) venivano messi sulla strada dalla forza pubblica nel ridente Comune da lui amministrato.
Narrano i giornali quotidiani dell’epoca che il medesimo Podestà si prodigava in sforzi sovrumani per il bene comune, tanto da lavorare “18 ore al giorno” (le fonti agiografiche oscillano fra le 16 e le 18 ore diurne, a seconda delle dichiarazioni rese di volta in volta dall’interessato) senza altra ricompensa che non fosse la gratitudine dei sudditi, unita alla possibilità di piazzare tutta la sua corte ai vertici dell’amministrazione comunale e delle società partecipate, a spese del contribuente, per un importo complessivo di gran lunga superiore allo stipendio cui aveva graziosamente rinunciato – e non parleremo qui del fatto che la sua corte si trovava così a prendere decisioni cruciali per le molteplici attività economiche del Podestà che era anche Mercante.
Le croniche del mese di marzo narrano anche di un Consiglio comunale che non si riuniva più dal 23 febbraio, a causa dei troppi impegni del Podestà partito in vacanza in Brasile, con il risultato che alla seduta convocata per il dì 30 marzo alle ore tre pomeridiane (ore 15, in volgo anglosassone) risultavano la bellezza di 83 punti all’ordine del giorno, senza contare una selva di interrogazioni rimaste ahinoi senza risposta nonostante fossero da tempo scaduti i termini:
http://consigliocomunale.comune.venezia.it/?pag=cal_e_464+Venezia%2C+27+marzo+2017
Per ricostruire i molteplici impegni del Podestà in quel mese di marzo, gli esegeti contemporanei possono fortunatamente ricorrere a moderne diavolerie chiamate “twitter” e “facebook”, di cui il Podestà e la sua corte erano particolarmente ghiotti. Quella che segue è una ricostruzione assolutamente parziale, il cui unico scopo è dar conto della soverchiante mole di lavoro affrontata da colui che simultaneamente reggeva le sorti del Comune di Venezia e della Città Metropolitana di Venezia.
Dal 2 al 5 marzo: reduce dalle fatiche del carnevale appena concluso, il Podestà dimostra al Popolo e ai rosiconi che nulla può fiaccare la sua resistenza fisica, affrontando un periglioso viaggio nella località sciistica denominata Kreuzbergpass:
6-7 marzo: trasferta a Bruxelles per pronunciare un memorabile discorso di ben tre minuti al summit di “Eurocities”.
8 marzo: nessun segno tangibile della sua Divina presenza, ma nessuno di noi dubita della sua presenza in Città.
9 marzo: conferenza di presentazione del futuro sviluppo alberghiero dell’idroscalo delle Vignole, alla Borsa di Milano.
10 marzo, realizzazione di video promozionale con Red Ronnie.
11 e 12 marzo (sabato e domenica): ritiro spirituale nel villone di Mogliano (TV).
Dal 13 al 17 marzo: Colui che in quei giorni ci ha finalmente onorati della sua presenza lascerà ai posteri alcune pietre miliari quali: presenza al Premio Mestre di Pittura (13/3), conferenza stampa (14/3) e videointervista allo Schitto (15/3). Delibere di Giunta, progetti di delibera o altri segni tangibili di attività di governo: non pervenuti a questa redazione, ne chiediamo venia. In cambio abbiamo preso nota del suo pubblico impegno di creare un “blind trust”, che suona come primissima ammissione del rischio di confusione fra interessi pubblici e privati, finora negato ma ampiamente documentato dagli aneddoti pubblicati nelle “croniche” precedenti.
18 marzo: in trasferta a Mira per lanciare la campagna elettorale di una candidata Sindaca “amica”.
19 marzo: partenza per il Brasile, dove il novello Eroe dei Due Mondi coltiva cospicui interessi economici. Rientrerà in tempo per il Consiglio comunale del 30 marzo ??? Un Consiglio comunale che non si riunisce dal 23 febbraio..
Marin Starnudo non giudica, racconta e basta. Ai suo lettori lascia il giudizio sulla opportunità di percepire uno stipendio per un mese così trascorso: e difatti non verrà percepito dall’interessato, ma allora dov’è la liberalità? Nel fatto di poter dire “lavoro gratis, quindi faccio quel che mi pare?” Per le casse comunali, quello stipendio ci costa comunque come se il beneficiario lo percepisse, a meno che quella del fondo di solidarietà non sia una simpatica bufala. Se quel fondo esiste, chi lo gestisce e con quali criteri? Rispondere alla domanda permetterebbe di dissipare il dubbio.
Riassumendo: se l’importo corrispondente a tale stipendio (decurtato dalle imposte, che a quanto pare sono comunque dovute?) viene versato ad un fondo di solidarietà (e non solo “accantonato” da qualche parte, nelle pieghe del bilancio) a Marin Starnudo parrebbe cosa buona e giusta, e altrettanto giusto sarebbe conoscerne l’ammontare complessivo attuale e la destinazione finale (dato che comunque si tratta di soldi usciti dalle casse comunali).”Blind trust” anche per quello, e in tal caso chi lo amministra?
Siamo certi che, al suo ritorno dal Brasile, il Podestà vorrà pubblicamente soddisfare questa piccola curiosità, se non altro per corroborare le affermazioni rese in passato e la fama di Mecenate illuminato, prodigo e disinteressato che si è accuratamente cucito addosso: tanto accuratamente che nessuno ne dubita, ad eccezione di pochi scettici che sarà facile tacitare rendendo pubbliche le informazioni qui richieste.
Marin Starnudo, 28 marzo 17
Marin Starnudo è il nome d’arte collettivo di uno dei nostri gruppi tematici: quello sulla trasparenza amministrativa, che cerchiamo di affrontare in modo ironico, per non risultare eccessivamente noiosi. Il fatto che il Sindaco abbia deciso di privarsi del suo delegato alla trasparenza e all’anticorruzione, per ragioni non del tutto chiare, rende purtroppo necessaria una qualche forma di supplenza provvisoria in funzione di antidoto agli abusi eventuali, di cui faremmo volentieri a meno perché altre sono le priorità a cui vorremmo poterci dedicare.
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