Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Give Venice a chance – prima parte

#ReferendumVeneziaMestre 1/12/2019

Raccolta citazioni a cura di: Nicoletta Frosini

Antonio Alberto Semi (medico, saggista e giornalista):

”Che a Venezia e a Mestre si viva in modi differenti e che a Venezia esistesse in passato, e in parte ancora esiste, una comunità con un proprio stile di vita conseguente alla realtà sociale, storica, culturale, urbana di Venezia, dovrebbe essere ammesso tranquillamente. Il che non vuol dire che si debbano negare i fortissimi legami che ci sono tra queste due città, ma che possono essere utili due istanze che le rappresentano, proprio per poter dialogare. Tra realtà diverse. Perché se Mestre diventasse una succursale veneziana per il turismo mordi e fuggi, andrebbe anch’essa incontro alla catastrofe. E se Venezia non ritrovasse una propria popolazione semplicemente sparirebbe, turismo compreso. Solo un’istanza democratica legata al territorio, cioè un Comune di Venezia, sarà obbligata ad affrontare questi problemi. Perciò questo referendum ha a mio avviso un’altra domanda implicita: volete che Venezia esista come città o preferite lasciarla andare, come in fondo tante altre città del passato?”

Franco Avicolli (scrittore, giornalista, direttore spazio Micromega Arte e cultura):

“L’unione di Mestre e Venezia in un’unica amministrazione comunale si configura come progetto funzionale alla monocultura turistica. Il dato trova una risposta evidente nella caduta del livello politico, culturale e progettuale di ambedue le realtà urbane (..). L’autonomia di Venezia e Mestre va presa in seria considerazione appunto per ciò che manca: un progetto per Venezia e per Mestre. Tale mancanza non consente a Venezia e a Mestre di esprimere compiutamente le loro potenzialità. E’ umiliante per Mestre e la terraferma esistere come luoghi destinati a risolvere il problema abitativo di Venezia o creare i posti letto che le sono necessari. Votare SI’ significa rifiutare questa logica.”

Marco Balich (ideatore e produttore di eventi internazionali):

“Per salvare Venezia si deve votare Sì al referendum del primo dicembre. E’ l’ultima possibilità di salvare la città. Alla luce dei fatti degli ultimi giorni dobbiamo assolutamente intervenire in modo profondo per fermare la sua distruzione. (…) Anche Mestre deve ritrovare il senso di città, che dovrebbe poter investire sul suo sviluppo in modo indipendente, senza doversi occupare del restauro dei palazzi storici del suo territorio in modo libero ed indipendente. Il referendum del primo dicembre è l’occasione per i cittadini di Venezia per proteggerne l’unicità e la fragilità, e per quelli di Mestre di avere la possibilità di spiccare il volo. Votare il sì alla separazione tra Venezia e Mestre è il primo e unico passo per cambiare da un percorso di distruzione a una salvezza auspicata da tutto il mondo ma che dipende unicamente da noi”.

cit. Marco Balich

Marco Gasparinetti (portavoce Gruppo25Aprile)

“Il referendum per noi è il mezzo e non il fine. Il fine è una miglior selezione della classe dirigente, che sia più vicina ai cittadini e meno insensibile alle loro istanze; il fine ultimo è dare risposte concrete ai problemi reali, che nel calderone del Comune unico fanno fatica ad emergere. Sbaglia chi alimenta attese messianiche di palingenesi in caso di vittoria del sì e sbaglia chi, nell’ansia di far vincere il «no», punta su attacchi di panico collettivo come se la scissione in due Comuni potesse scatenare le sette piaghe d’Egitto. Il decentramento non è la panacea, ma permetterà di risolvere alcuni problemi. Altri richiedono risposte a livello regionale, statale ed europeo. Ma quei problemi che rientrano nella sfera di competenza comunale sarebbero più facili da affrontare con due sindaci, ognuno dei quali possa vivere nella città che amministra e toccarne con mano i problemi”.

13 Gasp by Julia

Petra Reski (scrittrice e giornalista):

Per Venezia il Sì significa un’amministrazione comunale che si occupa a tempo pieno degli interessi di Venezia e dell’Estuario, significa tutela per la laguna essendo il nostro polmone e la difesa della nostra salute: Venezia è la città portuale più inquinata dell’Italia. Il Sì rappresenta non solo il coordinamento dei flussi turistici, ma anche uno Statuto speciale per una città speciale – in base al Trattato di Lisbona, fino ad ora non ottenibile perché due terzi del comune si trovano in terraferma. Grazie allo Statuo Speciale potremmo ottenere esenzioni e sgravi fiscali per attrarre aziende e stimolare un’economia oltre la monocultura turistica. Venezia deve diventare un laboratorio per il futuro che si confronta con le due grande sfide dei nostri giorni: il clima e l’overtourism. La nostra lotta per l’autonomia di Venezia e di Mestre è molto più di una lotta per un’altra amministrazione locale. È una lotta per la sopravvivenza di una cultura contro la mercificazione della nostra vita quotidiana. Comunque vada l’esito del referendum, la miccia è accesa”.

cit. Petra Reski

Citazioni tratte dalla stampa nazionale e locale, novembre 2019; fonti utlizzate:

Corriere della Sera (Antonio Alberto Semi), Ytali. (Franco Avicolli), La Repubblica (Marco Balich), la Nuova Venezia (Marco Gasparinetti), il blog Beppegrillo.it (Petra Reski).

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Un pensiero su “Give Venice a chance – prima parte

  1. Marta. Sforni in ha detto:

    Buongiorno a tutti,
    Si fa ancora in Tempo a metter manifesti in Giro per Venezia…. un grande SI sarebbe sufficente , la popolazione che putroppo non legge giornali e non va agli incontri non e’ coscente dell importanza di questo Voto!
    NON C E Visibilita’.

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