Tassa di sbarco? Not in our name.
La tassa di sbarco o “contributo di accesso” per chi arriva a Venezia (con qualunque vettore) entrerà in vigore ai primi di maggio. Per le modalità bizantine con cui è stata articolata, ai residenti complicherà la vita senza risolvere nessuno dei problemi che denunciamo da anni.
Questa tassa serve solo a far cassa,
foglia di fico per dire all’UNESCO: “avete visto, che bravi?”
Mentre di fatto ci rende schiavi.
Ci rende schiavi di un turismo di massa,
che verrà usato per fare cassa,
e allora chi potrà più farne a meno?
Come una droga che crea dipendenza,
e poi si trasforma in sofferenza.
Venezia merita ben altra visione
un futuro diverso, e non questa finzione.
Chiedevamo case per i residenti,
non l’elemosina riservata ai pezzenti.
Chiedevamo botteghe per i nostri artigiani,
non questi trucchetti da ciarlatani.
A chi pensa che siano stati i veneziani a chiederla, la nostra risposta è:
Comunicato stampa
Venezia, 26 febbraio 2019
Questa tassa non l’abbiamo chiesta noi e non la riteniamo il modo corretto per affrontare un problema che è quello della capacità di carico della città, mentre gli accessi a pagamento (e potenzialmente illimitati) introdotti dal regolamento si basano soltanto sulla capacità di spesa di chi per mille motivi (non necessariamente turistici) si reca in visita a Venezia – trasformando l’accesso a una città intera e a tutte le isole lagunari in una merce a pagamento.
A nostro giudizio, il modo in cui lo strumento è stato declinato dalla Giunta in carica si tradurrà in ulteriori disagi e pastoie burocratiche per chi dovrà dimostrare di essere esente dalla tassa di sbarco, oltre che in potenziali intrusioni nella privacy delle persone, anziché fare qualcosa per risolvere i problemi che da anni sono sul tappeto.
Con spirito costruttivo avevamo reso note le nostre proposte migliorative (in calce a questo articolo, per chi non le conosce), e ringraziamo i gruppi consiliari che le hanno fatte proprie in forma di emendamenti.
Nel corso del dibattito odierno in Consiglio comunale, la Giunta in carica si è dimostrata sorda a tutto e con questo ha sprecato l’occasione di rimettere sui binari un treno che nel suo deragliamento rischia di fare soltanto danni, adottando un atteggiamento di arroganza e supponenza che appare dettato unicamente dalla fretta di fare cassa già da quest’anno.
Manifestare è un diritto costituzionale (articolo 17): «I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi». Per poterlo fare a Venezia dovranno pagare la tassa di sbarco?
Il regolamento esenta dal pagamento i partecipanti a manifestazioni sportive, spettatori compresi, e mille altre categorie rispetto alle quali ci sfugge la «ratio» dell’esenzione –a meno che non sia semplice permeabilità all’azione di lobby di alcune categorie – ma non chi si reca a Venezia per motivi di studio o culturali, convegni o appuntamenti in studi professionali, o per esercitare i suoi diritti costituzionali.
Al di là della cifra da pagare, sono intralci ulteriori che rischiano di accelerare e aggravare ulteriormente la delocalizzazione di tutte le attività economiche non legate al turismo.
Il gruppo25aprile denuncia questo ed altri paradossi del pastrocchio chiamato “contributo di accesso” e si riserva di contrastarne l’applicazione, quando il regolamento entrerà in vigore, anche manifestando e attuando forme di disobbedienza civile rispetto agli obblighi di autocertificazione a carico dei residenti e delle loro famiglie.
Il Gruppo25aprile
Le nostre proposte di emendamento all’allegato A) alla PD n. 54/2019 (contributo di accesso). L’unica che è stata accolta con emendamento di Giunta è l’esenzione dei “soggetti nati a Venezia”, ovunque siano residenti.
Articolo 2
Paragrafo 3, modicare come segue: «per vettore si intendono i seguenti soggetti che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali, ad esclusione di quelli non esplicitamente elencati».
Sopprimere lettera b)
Alla lettera d) sopprimere le parole «taxi, anche acquei»
Sopprimere lettera e)
Articolo 4
Paragrafo 1
Aggiungere: «i veneziani iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero)»
Paragrafo 2
Aggiungere: «ai residenti non è richiesta autocertificazione di alcun tipo, essendo sufficente la presentazione della carta di identità su richiesta dei soggetti abilitati a bordo del vettore».
Articolo 5
Paragrafo 1, aggiungere:
- i giornalisti (professionisti o pubblicisti) in servizio per le testate rispettive;
- I clienti/utenti con appuntamento in studi professionali o uffici pubblici ubicati nel territorio oggetto del Regolamento.
Lettera q) sopprimere le parole «fino al terzo grado del defunto».
Articolo 6
Paragrafo 2 (giorni di bollino verde)
«La misura del contributo di accesso per tali giorni è fissata in euro zero»
Articolo 7
Da sopprimere nella sua interezza.
Articolo 8
Al paragrafo 1, sopprimere le parole da «fatta eccezione per l’ipotesi di riscossione diretta» a «articolo 11 del presente regolamento» (NB anche perché si tratta di un refuso: la disposizione pertinente è l’articolo 10).
Articolo 10
Sopprimere il punto iii) l’Aeroporto Marco Polo di Tessera
Articolo 12
Paragrafo 4: modificare come segue: «la sanzione amministrativa pecuniaria qui fissata in Euro 100» sopprimendo le parole «da Euro 100 ad Euro 450».