Lettera aperta al Patriarca di Venezia
Lettera aperta al Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia:
Al PATRIARCA di Venezia,
S.E. Mons. Francesco Moraglia
Ci rivolgiamo a Lei come Padre della Chiesa Veneziana e punto di riferimento della nostra comunità. Ascoltando i suoi numerosi interventi e le parole da Lei pronunciate il 6 ottobre al Padiglione Aquae, mentre ragionava sul contenuto dell’Enciclica “Laudato Sì” del Santo Padre, siamo rimasti positivamente colpiti dal suo insistere su questioni a noi particolarmente care: la vivibilità di Venezia e la necessità di porre dei limiti al turismo.
La città d’acqua, come è ben noto, si sta spopolando anche a causa di una pressione turistica di massa che ha assunto le forme di una vera e propria invasione che tutto travolge, tutto trasforma nella direzione di una monocultura di basso profilo che annienta il tessuto socio-economico. Tale pressione espelle residenti in favore di attività ricettive, fa cessare imprese artigianali e commerciali di qualità che vengono soppiantate da bar o attività, tutte uguali e ripetitive, di prodotti indegni e scadenti che nulla hanno a che vedere con la storia e la tradizione manifatturiera veneziana. Quello che conta è sfruttare l’oggi senza pensare al domani che diventa sempre più incerto.
Di fronte a questa situazione drammatica e alla sensibilità da Lei dimostrata, a Lei rivolgiamo un accorato e pubblico appello. Premesso che l’allarmante calo demografico dovrebbe trovare risposta in serie politiche abitative, che sono di competenza comunale e regionale, chiediamo anche alla Curia e alle comunità religiose presenti in città, di contribuire per quanto possibile ad invertire questa tendenza.
Sono molte le strutture e gli immobili (conventi, luoghi di preghiera, appartamenti) che sono adibiti in parte o completamente a uso foresteria, affittacamere, ricettivo. Se per esigenze economiche e per mancanza di vocazioni si rende necessaria una riconversione e riutilizzo di questi spazi, perché non pensarlo in funzione della città, per chi volesse continuare a viverci non potendosi permettere canoni di locazione astronomici? A famiglie che avessero difficoltà a reperire un alloggio, a genitori separati, ad anziani specie se soli, a lavoratori che volessero trasferire o riportare la loro residenza a Venezia?
Le parrocchie, le congregazioni, gli istituti privati paritari sono i primi che risentono della perdita di abitanti. Pochi bambini da iscrivere alle materne, fedeli sempre più rari o assenti, chiese vuote e chiuse, calo di offerte ed attività di volontariato. A parte qualche singola realtà che può considerarsi ancora un’oasi felice, il quadro complessivo a Venezia è per noi motivo di preoccupazione. A titolo di esempio, pensiamo al vasto complesso del convento di Sant’Alvise (ex Canossiane) il cui futuro è attualmente incerto; in spazi così vasti, è immaginabile creare delle nuove comunità tra religiosi e laici dove, nel legittimo rispetto delle esigenze di ognuno, possano vivere anche coppie con figli, dando speranza e futuro alla nostra comunità? Non sarebbe questa una grandissima occasione e opportunità per dar seguito concretamente alle preoccupazioni e questioni anche da Lei sollevate? Trasformare questo luogo per la città, in funzione di chi ci vive. Sarebbe meraviglioso ad esempio se nei vasti spazi al piano terra trovassero posto anche attività artigianali, compatibili con questi luoghi, per far vivere tradizioni ed eccellenze che rischiano di scomparire. Teniamo al momento nella mente e nel cuore le Sue parole:
“Venezia vive e viene dall’acqua e noi sopravviveremo solo se metteremo al centro l’uomo e le attività umane. Perché ci sono attività che non portano ricchezza immediata ma che nel tempo metteranno a frutto il patrimonio che ha da secoli questa città. Guardiamo al dopo, alle prossime generazioni “. E noi vorremmo tanto che di generazioni di veneziani residenti in città ce ne fossero ancora molte per l’avvenire.
Primi firmatari:
- Nicola Tognon
- Alberto Alberti
- Flavia Antonini
- Philippe Apatie
- Stefano Barzizza
- Marco Baseggio
- Carlo Beltrame
- Alberto Benvenuti
- Enrica Berti
- Marilanda Bianchini
- Marina Biral
- Anna Bolcato
- Marco Borghi
- Matelda Bottoni
- Alessandro Bozzato
- Davide Bozzato
- Gaetano Brandini
- Roberta Bravin
- Margherita Bravo
- Stefano Bravo
- Cinzia Bubacco
- Massimo Callegari
- Gian Campi
- Carla Capone
- Elena Carpenedo
- Anna Cecchinato
- Francesco Ceselin
- Flavio Cogo
- Antonella Colussi
- Marisa Convento
- Simonetta Cordella
- Dalia Crestani
- Fabrizio Crociani
- Lorena Culloca
- Raffaele De Falco
- Valeria De Lazzari
- Tommaso De Michiel
- Davide De Sanzuane
- Mariuccia D’ Este
- Francesco Di Pumpo
- Riccardo Domenichini
- Bruno Fantin
- Daniela Foa’
- Paolo Fornelli
- Sabrina Forte
- Francesco Foschi
- Michele Fosco
- Nicoletta Frosini
- Orsola Frosini
- Marco Gasparinetti
- Chiara Gerardi
- Giorgio Griffon
- Federico Grubissa
- Adriano Kraul
- Rosanna Ligi
- Fabio Lombardo
- Mauro Magnani
- Salvatore Marchese
- Laura Marchetto
- Mara Marini
- Angelo Marzollo
- Anna Michieletto
- Chiara Mioni
- Giuseppe Mirisciotti
- Edda Molinari
- Maria Teresa Morini
- Elvira Naccari
- Francesco Nifini
- Silvia Nordio
- Lucia Papuzzi
- Saverio Pastor
- Magda Pattarello
- Beatrice Penso
- Tiziana Penzo
- Elena Perale
- Lucia Piastra
- Gianluigi Placella
- Bruno Politeo
- Tiziana Polito
- Gildo Pomentale
- Francesca Possiedi
- Silvana Quadri
- Lucio Regalini
- Alessandra Regazzi
- Liliana Romanato
- Cristina Romieri
- Marilena Rossetto
- Lucia Santini
- Veronica Sarti
- Rita Sartori
- Valentina Scapinello
- Roberto “Bart” Scarpa
- Veronica Scarpa
- Elisabetta Sciarra
- Claudio Sensini
- Franca Simoli
- Alberto Spernich
- Anna Tasso
- Giuseppe Tattara
- Annamaria Tissi
- Massimo Tomasutti
- Monica Tonussi
- Alice Veronese
- Dario Vianello
- Luciana Vianello
- Marco Vidal
- Matteo Visonà Dalla Pozza
- Francesca Voltolina
- Selina Zampedri
- Margherita Zocco
NB la lettera qui pubblicata in bozza verrà consegnata quando avrà raccolto un numero di adesioni statisticamente rilevante, all’interno e all’esterno del gruppo: i contenuti sono largamente condivisibili e la sottoscrizione dell’appello non richiede (né implica) adesione al Gruppo25Aprile.
Per aderire all’appello potete:
1) lasciare un commento con le vostre generalità (comprensive del Comune di residenza, se non è Venezia) su questa pagina;
2) inviare una email “aderisco all’appello al Patriarca” (firmandola con gli stessi criteri di cui sopra) a: tognon.nicola@gmail.com
3) partecipare alla discussione in corso nel gruppo: https://www.facebook.com/groups/Gruppo25aprileVenezia/
Valeria De Lazzari
Venezia
ben detto!
Grazie Valeria!
Carla Capone
Lodi
Grazie 🙂
aderisco molto volentieri a questa iniziativa.
Marisa Convento, bella lettera, aderisco
Grazie mille Marisa! “Non siamo comparse”, lo dice anche l’ottima campagna di Confartigianato, in cui ti abbiamo ammirato come “testimonial”!
Sottoscrivo. Bruno Politeo, nato a Zara, residente ad Avegno (GE) e domiciliato a Milano.
Grazie Bruno!
Orsola Frosini Venezia
Matteo Visonà Dalla Pozza e Valentina Scapinello
Residenti a Murano
Grazie Matteo!
Sottoscrivo e condivido in pieno la lettera al Patriarca. Marco Baseggio, Cannaregio 3556, 30121 Venezia
Aderisco perché mi pare una provocazione efficacissima, obbligando ad un posizionamento ineludibile. La chiesa (con la “c” minuscola, nell’accezione del termine che si riferisce all’istituto politico-finanziario) senza finanza è impensabile; semplicemente perché non sopravvivrebbe. Con buona pace di Bergoglio e di tutte le sue temerarie e lodevoli iniziative
quoto , come sempre !!!
Aderisco
Non ho messo il cognome, prima… pardon…ri-aderisco
Ricevuto! Grazie Marisa
aderisco e condivido
aderisco AS
Mi pare un’ottima iniziativa. Aderisco volentieri.
condivido le iniziativa, che sottoscrivo volentieri
Michele Fosco
Venezia
aderisco in pieno
Grazie Lucia, e a tutti quelli che hanno aderito all’appello direttamente su questa pagina! Domani 15 ottobre chiuderemo le sottoscrizioni alla lettera, che verrà consegnata al Patriarcato.