Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

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i diarii di Marin Starnudo: Brugnaro ringrazia Brugnaro

i Diarii di Marin Starnudo, capitolo quinto

10 marzo 2016: in uno slancio di generosità, il Comune di Venezia ieri davanti al Notaio ha ceduto il suo (cioè nostro) 5% della Abate Zanetti SpA non già mettendo all’asta le sue (cioè nostre) azioni con gara pubblica, ma tramite cessione diretta alla Umana del Sindaco Brugnaro per 1.645 euro = il controvalore di 8 o 9 brocche in vetro di Murano come questa, vendute online a 190 euro:

AbateZanetti

http://www.abatezanettimurano.com/en/

.. il che equivale a dire che la gloriosa istituzione (ora SpA) fondata nel 1862 è stata valutata 32.900 euro (1.645 pari al 5%, moltiplicati per 20). L’imprenditore brugnaro (proprietario di Umana e già azionista principale della Abate Zanetti SpA) ringrazia il Sindaco Brugnaro e il cerchio si chiude. Etciù!

Le leggi di Murphy non reggono il passo dei tempi, Marin Starnudo propone di aggiornarle come segue:

  1. Niente è difficile come sembra e tutto richiede meno soldi di quanto si pensi, quando l’azionista che vende è il Comune e il compratore è il Sindaco;
  2. La svendita delle azioni che appartengono ai cittadini (precedente: SAVE) è deprecabile soltanto quando a beneficiarne direttamente non è il Sindaco in carica.

Abatezanetti2Per la cronaca, la gloriosa istituzione creata dall’Abate Zanetti, oltre ad essere diventata un venditore di manufatti che fa direttamente concorrenza ad altri meno fortunati che la “fornase” hanno dovuto edificarla e metterla a norma a caro prezzo, o rilevarla a prezzi di mercato, da quest’anno diventerà anche una scuola privata a pagamento.

Quali ne fossero l’origine e gli scopi lo racconta ancora (ma per quanto tempo ancora?) il sito ufficiale che dice:

“Aperta nel 1862 per iniziativa dell’abate Vincenzo Zanetti, la Scuola del Vetro di Murano che porta il nome del suo illuminato fondatore.. è soprattutto grazie all’operato dell’abate Zanetti, al suo appassionato impegno in favore dell’isola e ai suoi insegnamenti che Murano deve la riscoperta ottocentesca del suo storico primato nel vetro. Egli studia il glorioso passato, riscopre la grandiosità delle opere prodotte nell’antichità e la fama che da essa derivava, la divulga e trova in essa i motivi per un nuovo sviluppo. Sostiene e loda gli imprenditori e allo stesso tempo si batte per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle maestranze.

Nel 1862 Zanetti istituisce anche la Scuola di Disegno applicata all’arte vetraria, allo scopo di dare una solida formazione artistica ai maestri artigiani. All’Esposizione Universale di Vienna del 1873 la vetraria muranese, rappresentata dal Museo e dalla Scuola di Disegno, ottiene una medaglia d’oro, così come nel 1878 a Parigi, a Melbourne nel 1880 e a Milano nel 1881.”

Il tutto (compresi i 154 anni di storia, un marchio di assoluto prestigio e le scorte di manufatti in vetro di Murano) a quanto pare vale 32.900 euro. Marin Starnudo ne prende atto, e si riserva di contattare Vincenzo Zanetti per ottenere un suo parere sulla vicenda: pur non essendo coetanei, fra Sanudo e Zanetti ci sono soltanto tre secoli di distanza e cosa volete che sia, rispetto all’arte del vetro che è millenaria.

— Appendice: qualche dato sulla Abate Zanetti SpA (fonte: bilancio 2014) —

Valore della produzione caratteristico (al netto di altri ricavi): 1.194.135 euro

Margine operativo lordo: 85.560 euro

Liquidità immediate: 146.231 euro

Liquidità differite: 652.375 euro

Valore delle scorte: 492.601 euro.

Totale attivo: 1.537.766 euro

#Etciù! Il Sindaco Brugnaro ringrazia

I diarii di Marin Starnudo, edizione straordinaria.

Alla notizia dell’esito del referendum con cui i i dipendenti comunali hanno respinto al mittente con il 98,5% dei voti un’intesa negoziata dal Sindaco con un’unica sigla sindacale sconosciuta ai più, presentandosi in massa alle urne e bocciandola con 2.285 voti a 33 (tasso di partecipazione al voto: 77% degli aventi diritto) il sindaco medesimo ha cosí reagito:

Nell’ANSIA di ribadire l’inedito concetto secondo cui quello che conta è il non-voto della minoranza che non ha votato, il sindaco ha arrotondato a mille il numero dei non votanti, che è in realtà inferiore di qualche centinaio di unità, ma cosa importa: quello che conta è la forza persuasiva del ragionamento.

In anteprima assoluta, Marin Starnudo prova a indovinare i prossimi lanci di agenzia, facilmente rintracciabili grazie all’utilizzo degli hashtag #ringrazia e #referendum:

ANSIA 17.40 il Sindaco Luigi Brugnaro #ringrazia gli italiani che non hanno votato nel #referendum del 1946 e chiede il conseguente ripristino della Monarchia. Scavo del Vittorio Emanuele primo passo per ripristinare la Verità del Fatti. Entro il 2020 partirà anche lo scavo del canale Umberto II°, in attesa del raccordo anulare Portosecco – Burano che porterà il nome di “Luigi Primo”.

ANSIA 17.55 il sindaco Luigi Brugnaro #ringrazia gli italiani che nel 1987 non hanno votato il #referendum sul nucleare e comunica la conseguente apertura di una centrale nucleare al centro dell’isola di Poveglia – smentendo sdegnosamente le voci che parlano di una sua possibile ripicca per la mancata assegnazione dell’isola a sè medesimo, in occasione del celebre bando.

ANSIA 18.05 il sindaco Luigi Brugnaro #ringrazia gli italiani che NON hanno votato il #referendum sul divorzio del 1974 e comunica il conseguente annullamento dell’assegno di divorzio di Veronica Lario. Il cav. Silvio Berlusconi #ringrazia Luigi Brugnaro e lo designa come suo legittimo erede alla guida di Forza Italia, nel frattempo ribattezzata “Fucsia Italia”.

ANSIA 18.06 il sindaco Luigi Brugnaro #ringrazia gli italiani che NON hanno votato il #referendum sull’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e ne comunica il ripristino immediato limitatamente ai partiti che rispondono a due requisiti: 1) essere guidati da un leader che possieda almeno una squadra di basket; 2) avere già perso le elezioni in due collegi elettorali a scelta fra Chioggia e Mira.

Dalla U alla Zeta passando dalla W: il gran finale

U come Umana

Il patrimonio netto del gruppo Umana è cresciuto di pari passo con la carriera politica del suo fondatore nonché azionista principale. Quando il medesimo dice di aver rinunciato ai suoi compensi da Sindaco (che peraltro restano a carico del bilancio comunale, e vengono semplicemente girati a soggetti scelti da lui) sarebbe forse il caso di dire che dal 2015 a oggi ha potuto togliersi ben altre soddisfazioni, sul piano economico e patrimoniale:

V come Vetro di Murano

Nel maggio 2015, un mese prima di essere eletto sindaco, Brugnaro compra la Salviati, che è la prima azienda ad esporre al Fontego (ottobre 2016). In vendita esclusiva al Fondaco è la collezione di cento calici Salviati per celebrare i cento anni della Select (parte del ricavato supporterà le attività didattiche della Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano, vedi infra).

Presidente della Sezione Industrie del Vetro della Confindustria locale è Martina Semenzato, che è anche Presidente della Salviati Srl, Ex Presidente della Scuola del Vetro Abate Zanetti Srl, consigliere d’amministrazione della Scuola Grande Misericordia Spa, Consigliere in Attiva Spa – Umana Holding, Ex dirigente sportiva Reyer, Ex istruttore direttivo presso il Servizio Formazione del Comune. Da marzo 2020 la Salviati ha i forni chiusi e il personale in cassa integrazione, ma suoi sono i bicchieri Dolce & Gabbana, che alla Misericordia hanno lanciato la loro linea Home.

Della Salviati sono i premi donati alla presentazione della cinquina finalista del premio Campiello, tenutasi alla Misericordia, e i lampadari in alcuni alberghi di nuova apertura.

Il precedente sfortunato della Abate Zanetti: nel 2010 Brugnaro, tramite Umana Forma srl, compra la Abate Zanetti. Nel 2016 quando è già sindaco il Comune gli cede il restante 5% pubblico al prezzo nominale delle azioni, per 1.600 euro circa:

https://gruppo25aprile.org/?s=brugnaro+ringrazia+brugnaro

Scatta una modifica di oggetto sociale per permettere alla Abate Zanetti di diventare scuola privata, oltre che produttrice di manufatti in vetro, ma l’esperienza si traduce in un flop anche a causa del Covid-19 che ne determina la chiusura.  Dopo la pandemia, con un passivo totale di quasi 1 milione e mezzo, la Abate Zanetti, ormai in liquidazione, viene riconsegnata al Comune come scatola vuota (le attività scolastiche sono state cedute alla Parini, i muri sono già di proprietà comunale, macchinari e manufatti sono stati trasferiti alla Salviati).

W come W Ugo

I beneficiari della variante urbanistica numero 49, già citata alla lettera R, non si limitano a società controllate dal sindaco: fra di loro troviamo infatti una vecchia conoscenza delle cronache cittadine, nota per essere il luogo di ritrovo del mondo legato a Renato Chisso, a volte frequentato dall’assessore Boraso e dallo stesso sindaco in carica: la Trattoria da Ugo, di Giovanni Zanon. Già proprietario del Canova, alloggi, bar e tabaccheria a fianco del ristorante e dell’Antica Fenice, hotel e ristorante sempre in via Orlanda, il ristoratore si vede riconoscere la possibilità di edificare su terreni agricoli grazie alla scheda 18.

Dettaglio curioso: oltre alle sue terre, la scheda comprende anche parte del mappale adiacente, di proprietà del Comune di Venezia. La spiegazione? Nell’agosto del 2019, pochi mesi prima dell’adozione della variante che li rende edificabili, quei terreni comunali vengono frazionati dal resto della proprietà e venduti al Signor Zanon. A quale prezzo? 7 euro a metro quadrato. Sette, avete capito bene.

W la Trattoria da Ugo e il suo ottimo pesce crudo. Alla lettera Z non avremo “viva Zapata” ma una sigla più prosaica: ZTL.

Z come ZTL sul ponte della libertà

Esempio da manuale di come una proposta apparentemente volta a perseguire l’interesse generale[1] possa tradursi (anche) in un vantaggio per l’interesse particolare di chi dispone delle aree attrezzate a parcheggi nel posto giusto: se il ponte della Libertà sarà accessibile soltanto ai residenti, dove parcheggeranno i poveri turisti? Ai piedi del Ponte, dove casualmente troviamo l’area dei Pili, proprietà del sindaco.

Con la lettera Zeta torniamo dunque alla casella da cui eravamo partiti: nella prima puntata avevamo premesso che l’interesse privato e quello collettivo possono anche convergere o comunque non confliggere fra loro. “Il conflitto (di interessi) latente emerge soltanto quando ricorrono due condizioni cumulative: 1) l’interesse privato viene perseguito a scapito dell’interesse collettivo e 2) i mass media o le opposizioni sono in grado di dimostrare che ciò avviene, andando oltre i proclami ufficiali e portando alla superficie la realtà soggiacente”.

Con questo riteniamo di avere esaurito il nostro compito civico. Ad altri spetta trarne le conclusioni sul piano politico e giuridico.

Il G25A


[1] Nuova Venezia 31 agosto 2021: “Venezia, il ponte della libertà diventerà una ZTL”.

I “pretoriani del sindaco”, la caserma e il Monastero

ASSEDIO AL MONASTERO – SECONDA PUNTATA

Nel “trailer” pubblicato qualche ora fa, è stato abbozzato un ritratto (un po’ caricaturale, esercitando il diritto di satira) degli attori protagonisti di questo film. Andiamo a conoscerli più da vicino?

FISPMED è la creatura del dipendente comunale (primo protagonista in ordine di apparizione); partorita nel lontano 2004. FISPMED sta per “Federazione internazionale per lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povertà nel Mediterraneo-Mar Nero”.

Cosa c’entri in questa operazione e cosa c’entri la Cina con il Mar Nero – di cui non risulta essere Paese “rivierasco” – lo vedremo fra poco, ma andiamo per ordine.

Nei suoi primi 16 anni di attività, la FISPMED produce molti convegni e conferenze finalizzate a “fare rete” e reperire fondi, pubblici e privati, del cui utilizzo non appare traccia alcuna di rendicontazione sul suo sito.

Nel 2016, LA SVOLTA:

Dal suo profilo ufficiale su Twitter (peraltro assai poco frequentato) partono una serie di tweet di cui sfugge l’attinenza con la lotta alla povertà nel Mar Nero o nel Mediterraneo, come questo del 18 marzo:

“@LuigiBrugnaro Sindaco siamo con Lei.. Avanti così.. saremo i suoi pretoriani”

All’epoca ne avevamo sorriso ma, con il senno di poi, quel Tweet si rivela illuminante per non dire profetico: chi dice “pretoriani” dice “Imperatore” (Vespasiano o Nerone che sia) e i bravi pretoriani dovranno pur dormire da qualche parte.

Nel maggio del 2019, in maniera piuttosto rocambolesca che è stata anche oggetto di interrogazioni  parlamentari (al Senato) la FISPMED si aggiudica infatti la gara per l’affidamento dell’ex caserma Pepe, al Lido di Venezia . Dismessa nel 1999, la gloriosa caserma fondata nel 1595 ospitava 2.000 fanti da mar, quindi non è certo lo spazio che manca e nemmeno le camerate o le camere da adibire a foresteria.

A quanto pare non basta. I pretoriani devono pur mangiare e nella loro mente fervida si affaccia l’immagine del vicino Monastero, che diversamente dalla povera caserma (vedi foto) si trova in ottime condizioni ed è proprietà del Comune.

Bingo! Il Monastero risulta già affidato ad altri, con un contratto 9+9, ma cosa importa..

Quando nella prossima puntata parleremo del loro programma di “valorizzazione” se ne capirà meglio il perché, ma riprendiamo il filo cronologico dei fatti.

In rapida successione e a ridosso delle elezioni amministrative del 2020, si verificano i seguenti eventi che forse (e sottolineiamo il forse) potrebbero essere collegati da un unico filo conduttore:

  • il 18 giugno 2020, una delegazione congiunta di FISPMED e CASME (alla sua prima apparizione pubblica in questa vicenda) viene ricevuta dalla presidente del Consiglio comunale e dal consigliere delegato al Lavoro, Paolino D’Anna. Sulla pagina ufficiale del Comune di Venezia l’incontro viene così descritto: “Una delegazione composta da rappresentanti di Casme – Associazione nazionale delle piccole e medie aziende cinesi, e di Fispmed – Federazione internazionale per lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povertà nel Mediterraneo-Mar Nero, due realtà che collaborano tra loro allo sviluppo di progetti culturali e sociali a Venezia. Gli ospiti cinesi hanno donato al Comune di Venezia ventimila mascherine chirurgiche monouso, che si aggiungono alle cinquemila già regalate dall’inizio della pandemia.. Ringraziando per il gradito segno di vicinanza e per le ottime opportunità per la città avviate grazie alla collaborazione tra Fispmed e Casme, il consigliere D’Anna ha poi ricordato che gli ospiti visiteranno in questi giorni anche l’area di Porto Marghera, zona strategica per la città”.
  • in pari data (18 giugno) con lettera su carta intestata del Comune indirizzata ai Presidenti di CASME e FISPMED (in quest’ordine) il vicecapo di Gabinetto del Sindaco Derek Donadini rivolge parole di apprezzamento per “la proposta” (non protocollata, forse perché consegnata brevi manu) avente ad oggetto il “Centro di cooperazione e condivisione economica per lo sviluppo della Piccole e Medie Imprese tra Cina e Venezia metropolitana” da realizzarsi come parte integrante del progetto di valorizzazione dei“beni storico artistici di San Nicolò del Lido, dell’ex Monastero e dell’ex Caserma Pepe”;
  • Il 24 giugno 2020, la rivista online L’Aquilablog annuncia il ruolo di “General Contractor” che sarebbe stato riconosciuto (su beni demaniali e comunali) all’imprenditore e  “consigliere aquilano della Fispmed-Onlus”, Eliseo Iannini, a commento della giornata conclusiva dei lavori per la firma del memorandum, definito “Casa delle Piccole Medie Imprese Italo-Cinese”, che riconosce a Venezia il ruolo di hub culturale della via della Seta[1];
  • Il primo luglio 2020, FISPMED sul suo profilo Twitter “ringrazia Mr. KING LI per il generoso impegno dedicato a sostenere lo sviluppo della città di Venezia”;
  • Il 7 Agosto 2020, in piena campagna elettorale, il rappresentante ufficiale di CASME per il Veneto Mr. STEFANO YANG sulla sua pagina Facebook pubblica il “santino elettorale” con l’invito a votare il candidato consigliere comunale Paolino D’Anna (lista Brugnaro Sindaco).

La vicenda si fa interessante? Appuntamento alla prossima puntata di questa saga. La pubblicheremo in tempo utile per la seduta pubblica della VII commissione, convocata per il 7 aprile p.v. con il seguente ordine del giorno: “Audizione dell’Associazione FISMED ONLUS in merito alla valorizzazione dei beni demaniali ad interesse storico-artistico nel Comune di Venezia, il ruolo del terzo settore e relative procedure. La proposta di valorizzazione degli immobili dell’ex Caserma Pepe e Bellemo e dell’ex Monastero di San Nicolò del Lido”.


[1] https://www.laquilablog.it/venezia-costruttore-aquilano-in-prima-linea-nella-valorizzazione-culturale-dellex-caserma-dartiglieria-ora-accordo-con-i-cinesi-per-la-via-della-seta/

Venezia non è un museo!

Venezia è un museo a cielo aperto” ha oggi dichiarato in aula l’assessore Zuin nel presentare le finalità della tassa di sbarco.
La sua dichiarazione fa il paio con la maldestra affermazione “‘il futuro di Venezia è a Mestre dove c’è la gente che vive” (Luigi Brugnaro 2016), che credevamo accantonata e superata per sempre, viste le aperture che avevano fatto seguito alle nostre proposte (Ateneo Veneto gennaio 2017) e proteste (MiNoVadoVia, 2 luglio 2017).

A questa visione distorta che nega un futuro a Venezia come città viva e completa di residenti ci siamo opposti nel 2016, lanciando la campagna “Il mio futuro è Venezia”, e ci opponiamo oggi nel rispedire al mittente la definizione dell’assessore al bilancio che in Venezia sembra vedere soltanto una slot machine con cui fare cassa.

“Museo” è un luogo chiuso dove si entra pagando un biglietto o sottoponendosi a controlli per dimostrare di essere esenti da pagamento.

“Museo” è un luogo che chiude a una certa ora, e come residenti non vogliamo sentirci chiedere “a che ora chiude Venezia” o anche “quand’è che avete aggiunto l’acqua intorno alle vostre case, per attirare i turisti”?

Se con la tassa di sbarco si intende trasformare Venezia e le sue isole in un museo a pagamento, noi risponderemo con questa richiesta: un RedditoDiGuardiania per i residenti che tengono aperto il “museo” vivendoci tutto l’anno.

#VeneziaMeritaDiMeglio

#NonSiamoUnMuseo

Il gruppo25aprile ringrazia il presidente della commissione consiliare Rocco Fiano per averci dato oggi la parola  nel corso della seduta congiunta delle tre commissioni consiliari che stanno esaminando la delibera istitutiva della “tassa di sbarco”.

A quella tassa (o “contributo di accesso”, come è stata pudicamente ribattezzata dagli esperti di marketing che ci governano, per indorare la pillola) non eravamo pregiudizialmente ostili e lo abbiamo scritto; ma se con questa tassa si intende completare la trasformazione di una città viva in “museo a cielo aperto” con controlli ai varchi di accesso, la nostra posizione sarà di ferma e motivata opposizione.

La cittadinanza è fin d’ora invitata al secondo dibattito che stiamo organizzando su questo tema, domenica 24 febbraio in Bragora, alla vigilia del voto con cui il Consiglio comunale è chiamato ad approvare la delibera:

https://www.facebook.com/events/321850758434953/

Alle forze politiche presenti in Consiglio comunale chiederemo un voto contrario se nel frattempo non saranno stati fugati i dubbi sulla vera finalità del nuovo tributo.

A chi vorrà farli propri in tutto o in parte offriamo – come contributo costruttivo al dibattito – gli emendamenti che rendiamo pubblici in calce a questa pagina: perché come piattaforma civica non ci limitiamo a evidenziare i problemi e non cerchiamo il “muro contro muro”, ma offriamo sempre soluzioni ragionate e vie di uscita dal tunnel in cui qualcuno vorrebbe cacciarsi.

Il Gruppo25Aprile

Nella foto: un’immagine della seduta odierna a Ca’ Farsetti (foto Francesco Foschi)

13 feb 19 ca' farsetti

Gruppo25Aprile

Emendamenti all’allegato A) alla PD n. 54/2019 (contributo di accesso)

Articolo 2

Paragrafo 3, modicare come segue: «per vettore si intendono i seguenti soggetti che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali, ad esclusione di quelli non esplicitamente elencati».

Sopprimere lettera b)

Alla lettera d) sopprimere le parole «taxi, anche acquei»

Sopprimere lettera e)

Articolo 4

Paragrafo 1

Aggiungere: «i veneziani iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero)»

Paragrafo 2

Aggiungere: «ai residenti non è richiesta autocertificazione di alcun tipo, essendo sufficente la presentazione della carta di identità su richiesta dei soggetti abilitati a bordo del vettore».

Articolo 5

Paragrafo 1, aggiungere:

  • i giornalisti (professionisti o pubblicisti) in servizio per le testate rispettive;
  • I clienti/utenti con appuntamento in studi professionali o uffici pubblici ubicati nel territorio oggetto del Regolamento.

Lettera q) sopprimere le parole «fino al terzo grado del defunto».

Articolo 6

Paragrafo 2 (giorni di bollino verde)

«La misura del contributo di accesso per tali giorni è fissata in euro zero»

Articolo 7

Sopprimere nella sua interezza.

Articolo 8

Al paragrafo 1, sopprimere le parole da «fatta eccezione per l’ipotesi di riscossione diretta» a «articolo 11 del presente regolamento» (NB anche perché si tratta di un refuso: la disposizione pertinente è l’articolo 10).

Articolo 10

Sopprimere il punto iii) l’Aeroporto Marco Polo di Tessera

Articolo 12

Paragrafo 4: modificare come segue: «la sanzione amministrativa pecuniaria qui fissata in Euro 100» sopprimendo le parole «da Euro 100 ad Euro 450».

 

 

La “politica per la casa” della giunta in carica

Venezia 24 maggio 2017

Congratulazioni alla consigliera comunale della lista Brugnaro che con due delibere ad personam ha realizzato una plusvalenza di qualche milione di euro grazie al cambio di destinazione d’uso dei suoi appartamenti in Calle delle rasse, a cui viene finalmente riconosciuta la vocazione alberghiera.

Locatelli 24 maggio

Nella foto, un momento del dibattito odierno con l’intervento contrario del consigliere Ottavio Serena (già delegato del Sindaco per la trasparenza e la lotta alla corruzione) e i cartelli del gruppo consiliare grillino. Le opposizioni compatte hanno abbandonato l’aula al momento del voto, lasciando che a votare la delibera e ad assumersene la responsabilità morale fossero i 20 consiglieri della maggioranza “fucsia”.

La politica per la casa della giunta in carica si riassume in queste due delibere ad personam: della prima avevamo già parlato con un certo risalto, della seconda non parleremmo nemmeno se fosse stata accompagnata da misure concrete a tutela della residenzialità di cui invece non si è vista la minima traccia, in questi due anni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/10/venezia-ok-al-cambio-duso-delle-case-della-consigliera-immobili-rivalutati-del-500/2206289/

All’UNESCO che chiede di riequilibrare il rapporto fra turismo e residenzialità per ripristinare l’armonia perduta, la giunta in carica ha finora risposto autorizzando la costruzione di nuovi alberghi per migliaia di nuovi posti letto, se contiamo anche quelli recentemente autorizzati a Mestre e a Murano: i 402 alberghi già recensiti sul territorio comunale a quanto pare non bastano per saziare gli appetiti.

Il Gruppo25aprile “ringrazia”, e di concerto con altre realtà associative prepara una sua risposta all’UNESCO, per colmare le lacune e le dimenticanze della risposta “ufficiale” e tardiva con cui il Comune mira soltanto ad ottenere un rinvio della temuta bocciatura.

2016, un anno in sintesi. Prima parte: gennaio – giugno

Cronologia di un anno straordinario sotto molti aspetti, tanto che pur selezionando le notizie abbiamo dovuto dividerla in tre parti. Questa è la prima, la seconda verrà pubblicata a breve.

30 gennaio: il gruppo25aprile organizza e coordina una pubblica assemblea in cui 20 associazioni e comitati prendono posizione contro il progetto di delibera sulla concessione della fortezza di Sant’Andrea; la delibera, adottata dal consiglio comunale pochi giorni dopo, a notte fonda e fra le proteste del pubblico presente, verrà successivamente annullata dal tribunale amministrativo regionale (v. cronologia del mese di maggio).. segno che forse non avevamo tutti i torti.

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13 febbraio: continua la “battaglia delle bricole” lanciata a dicembre di concerto con altre realtà associative fra cui il gruppo diportisti Laguna veneta. Prima tappa, lettera al prefetto Cuttaia che ci risponde nel giro di 24 ore, a conferma della gravità del problema da noi sollevato, oltre che della serietà di un Prefetto Gentiluomo al quale formuliamo i più sinceri auguri di successo nel suo nuovo e prestigioso incarico a Roma.

Seconda tappa: diffida al ministro Delrio e al Provveditore interregionale per le opere pubbliche (ex Magistrato alle Acque) che da lui dipende.

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23 marzo: primo successo nella “battaglia delle bricole”, con la circostanziata risposta del Provveditore alla nostra diffida: primi fondi in arrivo e censimento completo di tutte le bricole lagunari, suddivise in tre tipologie a seconda delle necessità di manutenzione o sostituzione, di cui nessuno ancora conosceva il numero esatto.

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1-31 marzo: il gruppo25aprile pubblica una serie di articoli sulla galassia di imprese che fanno capo al sindaco in carica e a volte fanno buoni affari con le partecipate comunali; le nostre denunce trovano eco anche nella carta stampata:

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La reazione del sindaco, vista dalla satira:

12779280_10207194778880817_7620071145844447223_o..ma la realtà supera la satira, e la previsione di cui sopra si è puntualmente avverata, con l’inedito caso di un sindaco che “blocca” decine di cittadini dal suo profilo twitter. Lezione per il futuro: mai mettere il naso negli intrecci di interessi fra pubblico e privato, anche se la mappatura da noi pubblicata era semplicemente il risultato di visure camerali accessibili a tutti.

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13 aprile: emergenza bricole, terza tappa. Incontro con il Provveditore alle opere pubbliche, ing. Roberto Daniele che con il suo staff ci presenta i risultati del censimento effettuato e i problemi di finanziamento, che trovano subito ampio risalto nella stampa locale:

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Emergenza bricole, quarta tappa: i risultati del censimento e le cartografie realizzate vengono presentati in un incontro pubblico con la cittadinanza alla scoletta dei calegheri:

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Emergenza bricole, la nostra battaglia  continua con un blitz a sorpresa: delle bellissime bricole in scala ridotta, prodotte a spese nostre, che a sorpresa compaiono sui banchi del consiglio comunale il 14 aprile a sostegno della mozione presentata dal gruppo consiliare M5S e approvata all’unanimità (!!!) grazie anche alla nostra visibile presenza in aula.

2016-aprile-consiglio-comunale2016aprile15 G25A

29 aprile: la nostra reazione al “blitz” con cui il sindaco aveva appena portato in consiglio comunale una sorprendente mozione in cui si spacciava lo scavo delle tresse come il “progetto scelto dai cittadini veneziani”, mentre in campagna elettorale ci era stato esplicitamente garantito che no, non serviva affatto scavare nuovi canali:

30-aprile-2016

26 maggio: il tribunale amministrativo regionale accoglie il ricorso di Italia Nostra e annulla la delibera da noi contestata, con riferimento alla Fortezza di Sant’Andrea, per mancata consultazione della Municipalità di Venezia il cui Presidente Andrea Martini aveva fatto mettere a verbale questo macroscopico vizio di procedura, in occasione del dibattito sulla delibera contestata.

TAR 26maggio

29 maggio, il sindaco di Venezia (!!!) dichiara “il futuro di questo Comune non è Venezia, è Mestre dove c’è la gente che vive” e per noi si apre un capitolo nuovo. La città si sente tradita, sembra quasi senza parole, da più parti ci viene chiesto di organizzare una risposta forte: siamo o non siamo quelli che a sorpresa sono riusciti nella “beffa della Fenice”? Siamo o non siamo il gruppo che ha coordinato la memorabile campagna contro lo scavo del Contorta?

La nostra risposta cova sotto la cenere, si organizza con il passaparola e prende forma poche settimane dopo: si chiama “il nostro futuro è Venezia”, si concretizza in una mobilitazione lampo senza precedenti e segna l’inizio di una campagna di opinione dal nome #Veneziamiofuturo, ma di questo parleremo nella seconda parte della cronologia di un anno fuori dal comune, dove ci sarà spazio anche per i doverosi ringraziamenti a chi l’ha reso tale.P1000054

AAAAA Comune di Venezia cerca interpreti e traduttori

Con l’approvazione del bilancio 2017 da parte del Consiglio comunale, le spese di “cerimoniale” e quelle di comunicazione del Sindaco sono state triplicate.

Oggi 21 dicembre 2016 si apre quindi una nuova era della comunicazione “istituzionale”, in cui i Diari di Marin Starnudo (che a volte fanno da “controcanto” alla narrazione trionfalistica ufficiale) dovranno far fronte ad un’alluvione di propaganda assortita da gadgets vari (alla voce “cerimoniale”) e imparziale come potevano esserlo la Pravda e l’Istituto Luce negli anni trenta: “il Duce è la vera Luce”, ma per Brugnaro stanno ancora cercando la rima giusta dopo aver scartato “somaro”, “magliaro” e “bovaro” in quanto palesemente inadatte allo scopo.

Al contempo si aprono tuttavia nuove prospettive professionali per i giovani in cerca di occupazione. Abbiamo chiesto a Marin Starnudo di spiegarci perché e abbiamo fatto una scoperta interessante:

il Comune di Venezia si accinge ad assumere un’armata di interpreti e traduttori, e in questa pagina troverete qualche “trucco” utile per vincere il concorso, indetto al nobile scopo di rendere il Verbo del Sindaco comprensibile anche alla stampa italiana ed estera.

Le frasi da tradurre nella prova scritta spaziano da “Vegno a torte a casa” (le pasticcerie non c’entrano, attenti al tranello!) a “Te speto fora” passando da un delizioso “Va fora, cori, va via” pronunciato all’indirizzo di un consigliere comunale di opposizione, in data odierna.

I Diarii di Marin Starnudo, capitolo XIII°

Ci fu un tempo in cui l’inclita Civitas Venetiarum per i suoi atti ufficiali si esprimeva in un latino perfetto, via via sostituito da una lingua neolatina consacrata da Dante e dal Petrarca. La popolazione a sua volta sviluppò una sua lingua molto vicina al latino a cui restò fedele ma con caratteristiche sue proprie e assolutamente originali: il veneziano.

Solo gli ignari e gli ignavi possono tuttavia pensare che a Venezia, nell’anno di grazia o di disgrazia 2016, la lingua ufficiale sia una di quelle sopra indicate: l’idioma dominante è l’inglese parlato dai turisti che ormai sovrastano la popolazione residente, ma non è di questi che stiamo parlando, e nemmeno della varianti dialettali di Cannaregio bassa e Cannaregio alta, Castello est e Castello ovest ove il “mi è piaciuto” può diventare “me ga piasso”, me ga piasto” o “me ga piasesto” a seconda delle origini giudecchine, muranesi o buranelle dell’interlocutore.

No, le croniche di Marin Starnudo si riferiscono alla lingua parlata nei Palazzi del Potere, là dove si decidono le sorti della città, e qual’è l’idioma utilizzato oggiogiorno nei Palazzi del Potere veneziani? Sicuramente non è l’italiano, e nemmeno il latino.

A beneficio dei giovani e delle giovani che vorranno cimentarsi con il concorso pubblico per l’assunzione di traduttori e interpreti, Marin Starnudo in anteprima assoluta vi offre il “manuale del traduttore”che – edito dalla libreria Toletta del vicepresidente del Consiglio comunale – costituirà il testo di riferimento per il Giurì di concorso, nominato dal Sindaco fra le persone di provata fede fucsia.

Dante

Il manuale del traduttore, ad uso del Consiglio comunale e del Consiglio metropolitano delle Città di Venezia, Zelarino e Chirignago

A sinistra, il testo originale da tradurre. A destra, la versione che andrà comunicata ai giornalisti. NB il sindaco dà sempre del tu a tutti, ma nella traduzione per la stampa si suggerisce il Lei che conferisce al Primo Cittadino una maggior parvenza di serietà.

“Va fora, cori, va via. Dentro quel cerveo c’è il nulla”. Traduzione: “la parola al capogruppo delle opposizioni, che illustrerà i suoi emendamenti nell’atrio di Ca’ Farsetti perché in aula non c’è posto, per le opposizioni”.

“Speta che te spiego”. Traduzione: l’emendamento è respinto, in quanto presentato dall’opposizione è sbagliato per definizione, e il discorso vale anche per le mozioni collegate. (Perché? E adesso no sta  farme perder tempo, ti xe come i putei sempre a chiedar “perché, perché”).

“Te speto fora” o “Vieni che ne parliamo fuori”(rivolto a uno studente che nel corso di un’assemblea pubblica aveva fatto una domanda sgradita). Traduzione: “La democrazia è partecipazione, il futuro è dei giovani come Lei e il Sindaco è orgoglioso di poter continuare codesta conversazione in un contesto più informale”.

“Vegno a torte a casa” (in piazza Ferretto, rivolto a chi gli ricordava le promesse elettorali tradite): “La democrazia è partecipazione. Mi rendo conto che le 9.000 firme raccolte per il ripristino di due Comuni distinti sono tante, è dunque mia intenzione venire casa per casa a ringraziare i firmatari e confermare gli impegni da me assunti e sottoscritti in campagna elettorale, che comprendevano quel referendum. A proposito, per gli omaggi alla Sua Signora preferisce fiori o torte”?

“Fora i schei”(rivolto a Elton John): “nel contesto attuale di bilancio che mi ha costretto a scelte dolorose come l’aumento delle mie spese di cerimoniale e il contestuale aumento della TARI pagata dai residenti, sarebbe cosa buona e giusta se un Grande Artista come Lei si facesse carico del problema organizzando ad esempio un concerto gratuito alla Misericordia per i dipendenti della Umana Spa e delle società collegate“.

Mi so’ el sindaco democraticamente eletto. E ti te la magni, se no te va ben, ti va fora”. Traduzione: questo è un tavolo di consultazione democratico, il sindaco è stato democraticamente eletto e chiunque faccia domande scomode al sindaco non è un vero democratico, quindi è pregato di togliere il disturbo.

“Paiasso” (rivolto ad un celebre giornalista RAI, colpevole di non averlo intervistato): “ma lo sa che Lei ha uno spiccato e ammirevole senso dell’umorismo? Sono le persone come Lei che io ammiro ed invidio, essendone io totalmente sprovvisto”..

 NB tutte le frasi in grassetto sono state realmente pronunciate dal sindaco di Venezia in carica, nell’esercizio delle sue funzioni. Quanto a Marin Starnudo, se proprio ci tenete lo trovate anche su twitter:

Le interviste di Marin Starnudo: #Tresse, il taglio come lo vuole?

“Il progetto scelto dai cittadini veneziani” – recita la mozione approvata ieri dal Consiglio comunale – peccato che i cittadini veneziani non l’abbiano mai visto, e che nemmeno su internet se ne trovi traccia!

Marin Starnudo ha quindi deciso che l’unico modo per saperne qualcosa è intervistare i consiglieri comunali della maggioranza che ieri l’hanno approvato con slancio e senza approfondimenti di alcun tipo (nemmeno un passaggio in commissione consiliare) – il che significa che loro almeno sanno di cosa si tratta, anche se il testo del progetto di scavo non era disponibile in aula al momento del voto.

Per motivi di privacy, i consiglieri intervistati ci hanno chiesto di non essere citati per nome, cognome o soranome; ci atterremo quindi scrupolosamente al loro desiderio.

Domanda al Consigliere comunale n°1 (Lega Nord): “Lei ha votato il taglio delle Tresse, ieri. Cosa può dirci del progetto, visto che NON è stato nemmeno distribuito in aula?”

Risposta: “il taglio delle Tresse, lo go votà perché xe ora de dirghe BASTA ai capelloni, BASTA al degrado, BASTA alle treccine rasta ai libri gender ai radical chic e basta col reggae”!

Proviamo col prossimo saremo più fortunati?

Skardy-Fahrenheit-4511Consigliera comunale n° 2, in quota Forza Italia: “Consigliera, cosa sa dirci del progetto di scavo che avete votato ieri? Lei lo ha letto?”

Risposta: “mi? e ci mancherebbe altro, le mozioni xe come i baci Perugina: vanno comprate a scatola chiusa, il messaggio a sorpresa che ogni bacio contiene va assaporato col cioccolatino, e se i consiglieri comunali ne conoscessero in anticipo il contenuto, che mozioni sarebbero? Noi non votiamo mozioni, noi regaliamo emozioni: pensi alle cure termali per la popolazione anziana, coi fanghi delle Tresse“!

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Consigliere comunale n°3, lista Brugnaro: “Consigliere, perché ha votato quella mozione? Lo sa che comporta grandi scavi e il taglio di un’isola piena di fanghi tossici, chiamata “Tresse”?

Risposta: “Mi ghe sboro, io Venezia la odio

Domanda: “Ci dica, e perché odia Venessia“?

Risposta: “perché Venessia fa schifo”!

Credits: https://www.youtube.com/watch?v=Ria-rbE9qTE

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Consigliere comunale n° 4, lista SS (“Schei, Schei”). Domanda: “Consigliere, con Lei almeno siamo certi che una mozione così importante è stata preceduta da un’analisi costi-benefici: Allora, quali sono i costi del progetto e quanti soldi portano a Venezia queste Grandi Navi supplementari”?

Risposta: “e chi se ne frega di quanti soldi portano a Venezia, al mio partito interessa sapere quanti ne portano A ME, e a la mi famegia. Ma lei lo sa che mi hanno appena regalato un posto sulla crociera della Reyer? Si rende conto? A la mi muger ghe piase tanto, e cussì i me fa sentir importante“!

bacio3Consigliere comunale n° 5. Domanda: “ma questo canale delle Tresse che avete votato ieri, in quale parte della Laguna si trova?

Risposta: “canale? perché mi parla di canali? Gigio lo ga dito chiaro e tondo, che non si scavano nuovi canali. Non è un canale, è un’autostrada. Mi scusi ma mi so de Zelarin e vivo a Marcon, gera ora che completasse la tangenziale di Mestre, col taglio delle Tresse!“.

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Consigliere comunale di maggioranza n° 6: area cattolica integralista. La risposta precede la domanda: “Anale dee Tresse? Anale, perché mi parla di “anale”? sarà mica gay anche Lei come tutti i giornalisti? Guardi che io vado solo con i transessuali, e li pago anche bene“. Fine intervista.

Consigliere di maggioranza n°7: “Mi no rilassio dichiarasioni a nissuni. Go votà perché lo ga dito el Parón e adesso mi scusi, devo tornare a cuccia”.

 

Per la cronaca, la mozione sbucata dal nulla e approvata dal Consiglio comunale ieri è stata pubblicata qui:

Etciù etciù: la democrazia al macello delle Tresse

Post Scriptum, per chi non ha seguito le puntate precedenti.

L’idea di tagliare in due un’isola per piegare la Laguna alle esigenze delle Grandi Navi, votata ieri a maggioranza dal Consiglio comunale, non era mai stata evocata in campagna elettorale, e nemmeno nelle rassicuranti dichiarazioni rese del Sindaco neoeletto alla RAI (dal 22° al 32° minuto, intervista di Carla Marzocchi):

1) “Non è una grande opera” 2) “il canale c’è già, non serve fare nuovi canali“; 3) “non c’è da scavare, c’è da risistemare” (lo diceva intorno al 25° minuto):

http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-f4dad304-2af7-40b7-a7d5-3685d194b01e.html

NB l’intervista di Carla Manzocchi è vera ed autentica, diversamente dalle altre 6 qui pubblicate 🙂

Per le foto pubblicate più sopra, ringraziamo Sir Oliver Skardy (Pitura Freska) e la Perugina (per gli omonimi baci).

 

 

I diari di Marin Starnudo: Lutto nel mondo della musica

La Civitas Venetiarum che diede i natali a Vivaldi, a Baldassare Galuppi e a Pino Donaggio, il faro di civiltà che seppe innovare la musica italiana del XX° secolo con le Orme, i Pitura Freska e Patty Pravo, e che in terraferma sembrava ancora dare prova di effervescenza e vivacità sorprendenti, nell’anno di grazia 2016 ha invece abdicato all’evidenza: in città non c’era più nessuno in grado di organizzare un LIVE MUSIC MESTRE.

Cercarono e ricercarono, ma non trovarono nessuno all’altezza del compito.

Dopo tre giorni di lutto e quattro notti insonni, le Autorità cittadine contrite chiesero aiuto all’ENI, che grazie all’intermediazione della Presidente del Consiglio comunale prontamente indicò la persona in grado di riuscire nell’impresa che nessuno avrebbe potuto altrimenti compiere: 4 giorni di musica e 108.000 euro di fatturato, coperti dagli sponsors, dal 22 al 25 aprile, affidati a qualcuno di cui nessuno aveva mai sentito parlare, fino alle elezioni del 2015:

SimoneRossatoIl Fato o il Caso vollero che il medesimo tecnico ENI, qui ritratto nella sua foto ufficiale, fosse anche candidato nella lista del Sindaco per la Municipalità di Chirignago-Zelarino poco meno di un anno fa, ma solo delle malelingue trinariciute e radical-chic potrebbero sollevare dubbi sull’oculatezza della scelta operata, con i criteri di “merito e competenza” già dimostrati anche nelle nomine ai vertici delle partecipate comunali, in un siffatto momento di pericolo per la Storia Patria, alla vigilia del 25 aprile che si voleva festeggiare come la ricorrenza merita anzi impone.

La cittadinanza intera ringrazia, e proclama la fine del lutto cittadino: una Stella è nata, nel firmamento musicale italiano, anzi mondiale, e a Marin Starnudo spetta l’onore di presentarlo con le sue proprie di Lui parole:

“La musica sta cambiando” – dice nel video?

Etciù, qualcuno gli dica che la campagna elettorale è finita da un pezzo:

http://www.brugnarosindaco.it/project/simone-rossato/

Qualcuno troverà questa cronica impertintente? Nella rubrica delle lettere, i quotidiani locali hanno già pubblicato commenti ben più eloquenti:

NV

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