Quando il gioco si fa duro..
Quando il gioco si fa duro e i partiti tradizionali fanno fatica a esprimere candidati Sindaco all’altezza di una città complessa come Venezia, cosa fa nonno Silvio? Dal cilindro del prestigiatore tira fuori nonna Mara Provoleri in arte Venier, ex conduttrice televisiva, dopo averci regalato un ex venditore di pubblicità (Publitalia) come Governatore della Regione Veneto, miseramente naufragato fra gli scandali, e dopo averci imposto una prima umiliazione nel 2010, quand’era all’apice della gloria e del potere, proponendo ai veneziani un candidato Sindaco “part time” (dal venerdi al lunedi mattina) che aveva già dichiarato di voler continuare a fare anche il Ministro.. e infatti venne sconfitto dall’avversario con lo slogan: “ogni giorno per Venezia”.
La candidata in pectore entusiasta oggi dichiara di aver ricevuto “centinaia di telefonate.. e pure un’attrice famosissima che si candida a fare l’assessore”. La città commossa ringrazia.. non aspettavamo altro.
“Quanti abitanti ha Venezia? Non lo so esattamente ma sono rimasti in pochi perché sono scappati tutti”. Come dire, se uno si candida a fare il Sindaco magari potrebbe informarsi prima di rilasciare interviste, sul numero di abitanti della città che intende amministrare, ma l’ineffabile Mara forse pensava che essendo “scappati tutti” le sarebbe bastato il voto della famiglia Brunetta o di quel che ne resta in laguna, per essere eletta.
Il Gruppo25Aprile, a nome di quelli che invece non sono “scappati”, ringrazia la pettoruta e propone di passare alle cose serie. Quali nuove sul fronte orientale? La direzione PD riunita oggi 10 dicembre dovrebbe adottare un “programma” di massima, frutto del lavoro dei suoi circoli (le ex sezioni) prima di fissare le “regole” per le primarie, che non sono le dottoresse dell’Ospedale civile come direbbe nonno Silvio ma saranno “primarie di coalizione” (quale coalizione? Ancora non è dato saperlo). Dopo 6 mesi di commissariamento non lo ha ancora fatto? Perché?
Il centro-destra tradizionalmente punta su “condoni e amnistia”, per difendere i suoi candidati più improbabili (quando non basta, van bene anche patteggiamenti e prescrizione); il centro-sinistra locale punta su “perdono e amnesia”, visto il bilancio fallimentare con cui si ripresenta agli elettori. Fra i suoi candidati più improbabili figurano il vice-Sindaco e un ex assessore della Giunta commissariata dopo lo scandalo del MoSe (che ha lambito anche il PD, per una questione di finanziamenti illeciti) come se negli ultimi mesi non fosse successo nulla, ma l’apparato arroccato sulle sue posizioni di rendita (partecipate e affini) sembra contare molto sulle virtù taumaturgiche dell’oblio.
La base non ci sta, l’ha fatto capire e ha prodotto un piccolo miracolo: quella che a Roma è minoranza interna, a Venezia potrebbe diventare maggioranza, sull’onda lunga dell’indignazione seguita allo scandalo del MoSe, se a candidarsi fosse una persona integerrima e apprezzata anche al di fuori del partito, come Felice Casson:
Nel sondaggio interno condotto dal Gruppo25Aprile (con voto nominativo e palese) Felice Casson è risultato ampiamente in testa fra i candidati Sindaco individuati come interlocutori potenziali, e le “parole chiave” utilizzate in questa intervista ci trovano in sintonia: “legalità, etica e rinnovamento”. Problema non indifferente: come fare per garantire che questo non rimanga soltanto uno slogan, fonte dell’ennesima delusione “made in PD”? Come si fa a garantire “rinnovamento” se Felice Casson sarà il candidato del partito che più di ogni altro è responsabile della situazione da noi denunciata, a Venezia?
Con questo sondaggio aperto al pubblico vorremmo provare a individuare gli scenari possibili, perché fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e nel caso di Venezia ci sono pure la laguna con i suoi canali e i suoi ghebi, le sue velme e le sue barene. L’acqua è elemento fluido e mobile, su cui gli steccati di terraferma non fanno presa. Il voto di appartenenza “fideistica” (il partito ha sempre ragione) è franato sull’onda degli scandali e della diffidenza generale, restano quello di “convenienza” e quello di opinione.
Cos’è che veramente “conviene” ai cittadini-elettori (convenienza intesa come interesse della civitas e dei suoi componenti) e come mobilitare l’elettorato di opinione intorno ad un progetto condiviso, che vada oltre gli steccati di partito? Proviamo a formulare qualche ipotesi, e a sondare i nostri simpatizzanti? Questo blog ha raggiunto 20.000 visite in pochi mesi, non pretenderemo di dare valore statistico al sondaggio ma le risposte ci interessano, perché analoga riflessione svilupperemo (con voto interno, nominativo e palese) fra gli aderenti al G25A.
Con quale delle seguenti affermazioni siete d’accordo?