Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivio per il tag “Felice Casson”

Primarie 15 marzo: i risultati

Dato definitivo NON ufficiale.

Votanti: 12.888

Felice Casson 7.178 voti pari al 55,62%

Nicola Pellicani 3.147 voti pari al 24,42%

Jacopo Molina 2.573 voti pari al 19,96%

Il bello e il difficile cominciano adesso.. e non intendiamo nasconderci le difficoltà. Senza trionfalismi, crediamo di aver contribuito a scegliere la persona giusta per affrontarle.

Non sarà sufficiente ma è la premessa indispensabile per ricostruire sulle macerie dell’anno zero.

VeniceRoofs

..e adesso tocca al centro-destra. Nell’interesse di Venezia, unica bussola di questo Gruppo, ci auguriamo che a sua volta esprima una candidatura autorevole e credibile, in grado di affrontare la situazione disastrata che erediterà dalle passate amministrazioni. In questo modo, chiunque vincerà le elezioni a maggio potrà contare sul nostro rispetto di Cittadini attivi. Con lo stesso criterio, ci auguriamo che in Consiglio comunale stavolta possa esserci anche un’opposizione vera che sia coscienza critica e sentinella non dormiente: quella che è mancata a Venezia in questi ultimi anni. Al M5S auguriamo di ricomporre le sue divisioni interne e di poter svolgere quel ruolo, nel prossimo Consiglio comunale.

Il Gruppo25Aprile

Venezia e isole: quanti siamo?

7marzo2015Foto: Stefano Barzizza

Elaborazione dati: Paolo Apice

Popolazione residente al 12 marzo 2015

Santa Croce 5068

San Marco 3849

Dorsoduro 6602

San Polo 4721

Castello 11995

Sant’Elena 1869

Cannaregio 16043

Totale sestieri

50.147

Giudecca 4560

Sacca Fisola 1482

Isola di San Giorgio 5

Totale sestieri e isole contigue:

56.194

ISOLE

Murano 4430

Burano 2534

Sant Erasmo 688

Mazorbo 287

Mazorbetto 2

Vignole 60

Torcello 16

Totale città insulare

64.211

LITORALE

Lido14657

Alberoni 1019

Malamocco 1013

 Pellestrina 3803

Totale generale

84.703

 

Quale futuro per Venezia? Incontro pubblico, sabato 7 marzo

7marzo2015 LocandinaPer preparare questo incontro, abbiamo elaborato alcune schede tematiche che verranno rese pubbliche dopo l’incontro. In particolare, al Senatore Casson intendiamo rivolgere domande e proposte sui seguenti temi:

  1. Arsenale, inteso anche come opportunità di insediamento per attività imprenditoriali, artigianali, istituzionali e associative;
  2. Casa e residenzialità (edilizia pubblica e privata);
  3. Mobilità acquea e Parco Laguna Nord;
  4. Salute, sicurezza e decoro urbano;
  5. Commercio, con particolare riferimento alle problematiche di Mestre.

Moderatore:

Marco Gasparinetti

Relatori:

Carlo Beltrame, Veronica Scarpa, René Seindal, Nicola Tognon, Alessandra Regazzi

Interventi:

Paolo Apice (sociologo), Paolo Lanapoppi (Italia Nostra),

Alice Veronese (Servizio Disabili Sensoriali della Provincia di Venezia)

NB l’incontro è aperto al pubblico e alla stampa; considerate le numerose adesioni già ricevute raccomandiamo puntualità a chi volesse trovare posto a sedere: la sala ha una capienza limitata.

Gruppo25Aprile e LiberaVenezia

Manca niente, in questa foto? Parliamone insieme, il 7 marzo

20150222_122725Domenica 22 febbraio, primo incontro pubblico fra i tre candidati alle primarie del centro-sinistra, a Venezia. Il Gruppo25Aprile nota con soddisfazione che, a partire da ieri, TUTTI i candidati sono pubblicamente contrari al progetto di scavo del Contorta perseguito dall’Autorità Portuale, e saluta con sollievo questo primo successo di un movimento di opinione che è nato proprio su queste pagine, sei mesi fa.

Al netto delle semplificazioni giornalistiche, una cosa invece ci preoccupa, alla lettura della stampa quotidiana: “tre candidati un programma” – titola il Gazzettino, che in locandina scrive “divisi solo sulle grandi navi” (con Molina e Pellicani in favore dell’opzione Marghera, e Casson più propenso all’opzione offshore) e nell’occhiello dell’articolo in prima pagina (edizione locale) scrive testualmente: “e qualcuno tra il pubblico si spazientisce: dite tutti le stesse cose”.

Gazzttino 23 febbraioLa ricostruzione giornalistica forse non riflette interamente la vivacità del dibattito, ma a preoccuparci non è tanto l’appiattimento dei candidati su un programma unico “preconfezionato” dal partito quanto l’assenza di proposte sui problemi che ci stanno più a cuore: se su quei problemi dicessero “tutti le stesse cose”, potremmo anche rallegrarcene ma così non è stato, finora.

Nelle pagine interne, il resoconto del Gazzettino sottolinea differenze di approccio sulla programmazione dei flussi turistici, “con Casson favorevole a una city card e a una city tax diversificata in base all’arrivo e Pellicani più propenso alla sola city card” (fine citazione). Dibattito interessante ma che per noi viene DOPO e non prima, perché PRIMA delle primarie vorremmo conoscere la posizione dei candidati su una questione pregiudiziale, che abbiamo denunciato anche nel volantinaggio alla Fenice:

2211e nelle nostre domande pubbliche ai candidati:

https://gruppo25aprile.org/2014/11/26/dalle-proteste-alle-proposte-le-nostre-prime-domande-ai-candidati-sindaco/

Benissimo discutere della questione city card/city tax (per i pendolari del turismo, dato che gli stanziali già pagano la tassa di soggiorno) ma non vorremmo che la campagna elettorale in questa fase (primarie del centro-sinistra) si giocasse su quel tema, trascurando invece LA questione centrale che questo e altri gruppi (gli amici di venessia.com per primi, cronologicamente) denunciano da tempo: “salvare Venezia” da grandi navi e pendolarismo turistico di massa va bene, ma per salvare “cosa”?

La foto di copertina (quella pubblicata qui in alto) è stata scelta per la metafora che rappresenta: salvare una cornice priva di vita, come a Pompei? Dov’è finita la persona (Sant’Antonio o Madonna o Gesù bambino, non lo sappiamo) che animava quella nicchia nella pietra? Dove sono finiti i residenti? Se “salvare” Venezia vuol dire soltanto preservare quel pezzo di muro, avremo fallito.

Se la città che è anche civiltà anfibia, con i suoi abitanti e il suo stile di vita unico al mondo si riduce a conchiglia vuota non c’è grande opera che possa compensare la perdita.

Se la città continua a svuotarsi di residenti con il meccanismo perverso dei cambi di destinazione d’uso non sapremo che farcene, di un intervento “salvifico” che servirebbe soltanto a farne un palcoscenico asettico per turisti danarosi e annoiati a caccia di “selfies”, riproducendo la dicotomia che i residenti già conoscono: i ricchi di qua, i meno benestanti (turisti o abitanti che siano) “di là dal ponte”, a Mestre; taxi e lancioni Gran Turismo in Canal Grande, mentre canoe e kayak ne vengono espulsi come da recente ordinanza (entrerà in vigore il primo marzo).

Su questa pregiudiziale intendiamo incalzare i candidati alle primarie, prima di decidere una eventuale partecipazione attiva (con dichiarazione di voto) alle primarie del 15 marzo: sullo scavo del Contorta abbiamo incassato una prima vittoria, ieri, ma la battaglia a tutela della residenza appartiene al DNA di questo gruppo fin dalla sua fondazione, il 25 aprile 2014, e su questo misureremo i candidati Sindaco nelle prossime settimane.

Il 7 marzo alle 10.30 ne discuteremo pubblicamente qui: in Campo San Tomà, alla Scoletta dei Calegheri. La cittadinanza è invitata a partecipare, e con la cittadinanza chiunque abbia a cuore questa città.

San Tomà

Venezia, 23 febbraio 2015.

Il martedì grasso delle Primarie: Alea Iacta Est?

Prologo: al quartier generale di Galleria Matteotti, una sola domanda era da giorni sulle labbra degli strateghi incaricati di catapultare il proncosole cacciariano delle Gallie dall’omonima fondazione mestrina all’ambito posto di comando della Nuova Roma (Venezia): lo varcherà, o non lo varcherà, Nicola Pellicani? Oserà, o non oserà? Non si riferivano al Rubicone ma al braccio di laguna che separa Mestre dal Lido di Venezia e le politiche dell’ACTV hanno ormai reso periglioso quanto uno sbarco in Normandia sotto raffiche di vento che vaporetti vetusti non sono più in grado di sopportare, quali fuscelli in balia dei flutti quando si rompe l’invertitore e all’orizzonte appare una Costa crociere da 130.000 tonnellate di stazza, con il rischio che ai comandi ci sia il figlio segreto di Francesco Schettino.

RUBICONELa data inizialmente prevista per lo sbarco era martedì 17 febbraio, ma i fini strateghi consultarono il calendario romano e si resero conto che l’operazione militare in terreno ostile sarebbe coincisa con i numeri di prestigio del leggendario Mago Silvan (l’unico in grado di resuscitare il centro-destra dal Regno dei Morti, se solo lo volesse), che avrebbe attirato ben altre folle ed era capacissimo di inghiottire i candidati Sindaco nel suo cilindro per farli riapparire tra il pubblico con le sembianze di coniglietti, per non parlare delle simultanee sfilate carnevalesche del martedì grasso, poco propizie allo storytelling che si voleva aggressivo, epocale e glorioso.

Vennero indi consultate le previsioni meteorologiche e quelle degli aùguri, che giurarono e spergiurarono di avere visto uno stormo di pellicani cacciare (verbo sintomatico) tutti i piccioni e i gabbiani dai tetti della città da conquistare, per poi planare trionfanti in Piazza San Marco (Palazzo Ducale) e venne pertanto deciso che lo sbarco avrebbe avuto luogo il 18 febbraio,  mercoledì delle Ceneri e primo giorno della Quaresima, decisamente più propizio alla lettura del brano del profeta Gioele nel quale Iddio rivolge al suo popolo  il seguente richiamo alla triste realtà del bilancio comunale in dissesto: «Così dice il Signore: ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti» (Gioele, 2,12). E così fu.

Mercoledì 18 febbraio, dal nostro corrispondente al Lido di Venezia.

Partita in incognito da Piazzale Roma sotto lo sguardo perplesso di Alessandro Gassman, dopo aver sequestrato un vaporetto ACTV grazie ad un tanko addobbato con le bandiere #chiediaNicola e #chiediaNicolaLIMOB (parola d’ordine: “#l’IMOB non ce l’ha, l’ha dimenticato a casa”), la spedizione che avrebbe cambiato il corso delle primarie toccava terra in prossimità di Piazzale Santa Maria Elisabetta.

Per un tragico malinteso, l’avvertimento di rito del personale di bordo (“attenti al passo”) veniva erroneamente interpretato come riferimento al passo dell’oca con cui i locali esponenti di Forza Nuova avrebbero accolto (a suon di manganellate) il figlio del deputato comunista, secondo una vox populi destituita di fondamento ma sufficiente a mettere in fuga la truppa, poco adusa alle onde spaventosamente alte della laguna, terrorizzata dalla reputazione destrorsa dell’isola e già duramente provata dalla perigliosissima traversata, nonostante le scorte di farmaci per il mal di mare e l’assistenza spirituale di ben tre cappellani militari ai quali, a titolo precauzionale, era stato richiesto di impartire l’estrema unzione al candidato Sindaco prima che mettesse piede sul vaporetto.

Resosi conto di essere rimasto solo, il nostro Eroe dimostrava uno sprezzo del pericolo pari soltanto al sollievo di aver ritrovato qualcosa di simile alla terraferma: si inginocchiava per emulare il nobile gesto di Cristoforo Colombo dopo l’analoga traversata, onde baciare il suolo in segno di ringraziamento. Quale non fu la sua delusione quando, al momento di urlare “terra! terra!” si rese conto che Piazzale Santa Maria Elisabetta era in realtà un’immensa pozzanghera che, come ben noto ai residenti, risulta allagata per 250 giorni all’anno (quando va bene) grazie alla perspicacia degli uffici tecnici comunali.. Il sollievo cedette il posto al panico: acqua ovunque, circondato dall’acqua. Che fare? Abbandonare l’impresa o cimentarsi nell’impossibile?

Fu a quel punto che, circondato dalle onde del pozzangherone alte due centimetri almeno, lo sentirono urlare singhiozzando: “riportatemi a terra, chiamate subito Ceolin, voglio tornare al Palco!”

Tornare a terra, ma come?

pellicani.php

Abilmente sobillato dai civatiani infiltrati fra la folla, con Monica Sambo vestita alla marinara e Federica Travagnin in toga da udienza, il personale viaggiante dell’ACTV proclamava uno sciopero ad oltranza anche se non era venerdì, in spregio ad ogni nobile tradizione, ed essendo i marinai in maggioranza chioggiotti, gli osservatori più smaliziati ci videro lo zampino dell’altro candidato “forte”: Felice Casson che di Chioggia è originario.

Per convincere il personale della concorrente (ma non troppo) Alilaguna, generalmente refrattario agli scioperi, scendeva in campo il terzo candidato alle primarie: Sebastiano Bonzio con il megafono delle grandi occasioni, che rivendicava il diritto allo sciopero retribuito con premio di produzione garantito per le giornate di sciopero, accolto da applausi a scena aperta e inni a Che Guevara, con gli Inti Illimani leggermente acciaccati dai reumatismi a dargli manforte su una zattera appositamente noleggiata dagli amici di Forte Marghera.

bonzio

Che fare, per rientrare a Mestre nonostante il duplice sciopero? Nuotare? Volare?

Fu a quel punto che il perfido Molina, quarto candidato alle primarie e in leggerissimo svantaggio nei sondaggi, ebbe il colpo di genio: quello che avrebbe cambiato per sempre le sorti delle elezioni e con esse della Storia Patria. Appositamente istruiti dal fido Caberlotto, dal pontile del piazzale antistante arrivarono con passo felpato due taxisti d’acqua abusivi, e proposero l’indegno baratto al candidato spiaggiato in terra (anzi in acqua) ostile: “Le serve un taxi?” Gli occhi di Pellicani si illuminarono di immenso: “è il Cielo che li manda” – pensò, prima di udire l’indegna proposta a lui indirizzata dai medesimi: “Per Piazza Barche fanno 850 euro, pagamento anticipato in contanti.. o giuramento immediato di desistenza dalle primarie con dichiarazione di voto in favore del mite e buono Jaci Molina, che Dio lo benedica”.

Il povero Nicola estrasse dal portafoglio 4 carte american express fra cui una platinum placcata d’oro con diamanti incastonati, regalo del padre.. e una dozzina di altre carte di credito tempestate di murrine made in Zelarino, ma non ci fu nulla da fare: diversamente dai taxi di terraferma, quelli d’acqua notoriamente non accettano carte di credito e tanto meno le accettano quelli abusivi.

Pellicani si arrese all’evidenza: dura lex sed taxi lex.. l‘alternativa era fra una morte certa ed orribile nel pozzangherone di Santa Maria Elisabetta, sotto lo sguardo beffardo del benzinaio Ugo, e un accordo di desistenza in favore dell’ineffabile Molina.

Jacopo Molina

Epilogo:

il nostro corrispondente dal Lido non ha potuto riferirci come sia finita la serata: preso da compassione e comprensibile pietas, ha abbandonato inorridito la scena del crimine quando il candidato ex favorito ha cominciato a urlare frasi sconnesse ma udibili fino a Pellestrina e financo a Sant’Erasmo: “nooooo di notte al Lido da solo col benzinaio nooooo non lasciatemi qui vi prego nooo ve lo chiede il Partito ve lo chiede la città ve lo chiede Cacciari ve lo chiede anche il Re nooooo da solo al Lido di notte con Ugo nooo”.

Disclaimer:

Non ce ne vogliano i Candidati Sindaco. Semel in Anno: era Carnevale e a Carnevale ogni scherzo vale. Da domani torniamo alle cose serie; saremo altrettanto caustici, ma in altre e più protocollari forme.

alessandrogassman

Il nostro registro di voto

Il Gruppo25Aprile non è un’entità virtuale: siamo persone in carne ed ossa, ci riuniamo regolarmente e a volte votiamo. Il nostro registro di voto viene utilizzato a fini interni ma abbiamo deciso di renderlo pubblico perché può dare qualche indicazione anche a chi ci segue su queste pagine, senza avere formalmente aderito al Gruppo.

Un dato su tutti, in vista delle primarie che si avvicinano. Abbiamo chiesto agli iscritti di rispondere (con voto palese e nominativo) a questa domanda: “Come gruppo stiamo preparando una lista di domande per i candidati Sindaco, e alcuni li vorremmo anche incontrare, per parlarne a voce. Voi chi vorreste incontrare, fra i candidati probabili?” Risultato: in cima alle preferenze figura Felice Casson con 53 voti, in coda Nicola Pellicani, con zero voti. (fra i due, ad una certa distanza ma con un buon risultato, i candidati del M5S e la “non candidata” della Lega: Francesca Zaccariotto). Pochi, tanti? Siamo un movimento di opinione e come in tutti i movimenti di opinione, il voto interno del “direttivo” informale (gli attivisti) è solo la punta dell’iceberg.

A questo punto, la domanda che sorge spontanea è: se le primarie del centro-sinistra le vincesse Pellicani, che nel voto interno ha ricevuto zero preferenze, il Gruppo cosa farebbe?

Si tratta di uno scenario che abbiamo discusso in riunione il 25 gennaio, e siamo pronti a quell’eventualità, anche se crediamo di poter contribuire ad evitarla. Come? Chi ci segue su queste pagine lo capirà presto; nel frattempo troverà qui in calce il risultato del voto che rappresenta anche il “mandato” all’interno del quale il suo portavoce si muoverà, nei prossimi giorni.

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Registro di voto Gruppo25Aprile

  • Scavo del Canale Contorta

Votanti: 87

Scavo Contorta SI: zero voti

Scavo Contorta NO : 87 voti.

  • Pubblicazione lettera da Londra (« restituite le chiavi »)

Votanti : 46

Sfavorevoli alla pubblicazione : zero voti

Favorevoli alla pubblicazione con tagli : zero voti

Favorevoli alla pubblicazione integrale senza commenti : 14 voti

Favorevoli alla pubblicazione con « endorsement » iniziale : 32 voti.

  • Dimissioni di Paolo Costa

Votanti : 82

Favorevoli alla richiesta di dimissioni immediate: 74

Vada in pensione (ne ha già tre) e si occupi dei nipotini : 8

Rimanga al suo posto : zero voti.

  • Quali candidati Sindaco vogliamo incontrare ?

Felice Casson : 53 voti

Elena La Rocca : 38

Davide Scano : 26

Francesca Zaccariotto : 22

Jacopo Molina : 17

Enrico Zanetti : 6

Nicola Pellicani: zero voti.

Il ParaDosso del PD, e l’incognita della società civile

Vox populi a Tessera (VE), 26 gennaio 2015. Pubblicare la foto di questa scritta non significa condividerne i contenuti, ma semplicemente esercitare il diritto di cronaca per porsi una domanda, in vista delle elezioni: se il PD locale viene percepito in questo modo da una parte della popolazione, con una forzatura dialettica che comunque esprime la rabbia incosciente di chi ha vergato queste parole in un’area ben sorvegliata dalla telecamere (quella dell’aeroporto), cosa c’è che non torna, nell’immagine di un Partito che si definisce Democratico e quindi per essenza antitetico rispetto all’epiteto della scritta?

20150126_104820Il PD governa il Comune di  Venezia, direttamente o per interposta persona, dal 1993. Non proveremo qui a fare un bilancio di questi 22 anni di governo, ma ci limiteremo a dire che in questo periodo non c’è stata nomina o promozione, ai vertici della macchina comunale e delle numerose partecipate (le ex “municipalizzate”) su cui questo partito non abbia avuto un “diritto di riguardo” – per usare un gentile eufemismo – a volte trattando le nomine con gli altri partiti della coalizione (e a volte anche con l’opposizione, con il premio di consolazione rappresentato da qualche impiego ben retribuito al Casinò), a volte con un Sindaco “esterno” al partito ma pur sempre “dipendente” dai voti del PD in Consiglio comunale.

Nel bene e nel male, di quanto fatto e di quanto non fatto a Venezia negli ultimi 22 anni il partito porta una certa responsabilità e della situazione di bilancio che lascerà in eredità al prossimo Sindaco porta una responsabilità schiacciante, comunque si voglia esaminare la questione: se il bilancio disastrato è colpa del patto di stabilità con il Governo centrale, perché quel governo “sordo” è comunque targato PD e si fregia di due sottosegretari veneziani all’economia; se invece è il risultato di scelte sbagliate o clientelari a livello locale, in quelle scelte il PD ha avuto un ruolo preponderante.

Come uscirne, garantendo il necessario rinnovamento? Fino a poche settimane fa, le “primarie” più volte rinviate (e già questo dovrebbe fare riflettere) vedevano in campo 6 contendenti potenziali, fra cui un candidato esterno al partito e due che (pur essendo iscritti al partito) si presentavano all’insegna della “discontinuità” con l’amministrazione uscente (quella commissariata a seguito dello scandalo del MoSe). Una candidatura renziana (di un renziano della primissima ora) e una candidatura all’insegna della legalità: quella del Senatore Felice Casson che aveva (invano) chiesto elezioni anticipate per evitare alla città l’agonia di un commissariamento lungo un anno, in cui i “poteri forti” non avrebbero (e non hanno) trovato nessun contrappeso politico e avrebbero (hanno) approfittato della situazione per “spingere” alcuni costosi progetti a loro cari, come ad esempio lo scavo del Contorta. In queste primarie, che si dicono “aperte”, partecipa anche un candidato della società civile: Giovanni Pelizzato, proprietario della libreria più antica di Venezia (la Toletta) e neo-eletto Presidente regionale della ALI (Associazione Librai Italiani).

Tre candidature nel segno della (necessaria) rottura con il passato: un passato dominato dai finanziamenti di un’oligarchia di imprese e faccendieri che, mentre il Consiglio comunale dibatteva delle cose più disparate, si occupavano delle cose “serie”: quelle che gonfiano il portafoglio (il loro e accessoriamente, come abbiamo appreso, quello di alcuni politici e funzionari conniventi o compiacenti) grazie ai finanziamenti dell’ignaro contribuente italiano e a strani meccanismi denominati “aggio”, “concessionario unico” et similia. Mentre i pochi si arricchivano, Venezia perdeva altri 4.000 residenti (dal 2010 a oggi) e per la prima volta cominciava a perdere abitanti anche Mestre, con la crisi del commercio di vicinato (sacrificato sull’altare dei grandi centri commerciali) e altri effetti collaterali su cui ritorneremo, nelle prossime settimane.

In questi lunghi mesi, la società civile si è trovata a svolgere un ruolo di “supplenza” inaspettata e ha saputo sorprendere la classe politica a più riprese: opponendosi ad alcune alienazioni immobiliari (l’isola di Poveglia, villa Heriot) e creando una mobilitazione senza precedenti quando, in reazione al “blitz” agostano dell’Autorità portuale, ha creato in brevissimo tempo un movimento di opinione inedito e trasversale per difendere la Laguna di Venezia dall’ennesimo scempio.

Tradizionalmente, a Venezia, la società civile dimostra una grande capacità di mobilitazione sulle singole battaglie ma alla fine dei conti, quando si tratta di votare, preferisce “delegare” la politica ai partiti, fingendo di non sapere che ogni problema nasce da un contesto e quel contesto lo determina la politica: con gli strumenti di pianificazione territoriale, le scelte di bilancio e quelle edilizie, con le nomine negli enti che contano e nella macchina comunale che gestisce gli aspetti pratici del vivere quotidiano. Stavolta poteva/potrebbe essere diverso, perché quel meccanismo di delega in bianco si è inceppato.

Cos’è che non piaceva ad alcuni, in questo scenario? Non erano abbastanza ligi a certi interessi, i tre candidati di cui sopra? Sta di fatto che l’apparato del PD si è affannosamente messo alla ricerca dell’ennesimo candidato esterno ma politico (come lo erano stati Paolo Costa e Giorgio Orsoni) da presentare come candidato “di sintesi” (fra chi e cosa? o fra chi e chi?) artificialmente individuato nella figura del segretario generale di una fondazione principalmente nota per l’organizzazione di un “festival della politica” a Mestre. Che il tentativo sia riuscito, in apparenza almeno, lo dimostra l’impressionante sfilza di correnti che si sono prontamente schierate con il candidato di sintesi (errata corrige: le correnti nel PD non esistono, come non esistono le nomine pilotate e gli appalti teleguidati – ci scusiamo quindi per questo involontario refuso). Fossimo al posto del candidato esterno (quello vero: Giovanni Pelizzato, uomo libero e di grande cultura) ci chiederemmo, a questo punto, se i giochi non siano già fatti e decisi a tavolino, e se sia il caso di prestarsi a fare da “foglia di fico” per permettere al Partito di affermare che le primarie erano “aperte” alla società civile (opportunamente confinata in un angolo e messa in condizione di non nuocere ai manovratori, ovviamente).

Comunque vada a finire, la prima uscita pubblica del “candidato di sintesi” ha raggiunto vette ineguagliabili di ironia involontaria: all’ingresso, un grande pannello con la scritta “Nicola Pellicani Sindaco. Cambiamo insieme”; all’interno, i protagonisti del “cambiamento”: una mezza dozzina di assessori comunali uscenti e tutta la nomenklatura del PD locale. Fra le dichiarazioni virgolettate riprese dalla stampa locale (Nuova Venezia del 25 gennaio), questa perla di bravura: “Ho implementato il programma del PD che condivido” (implementato, strano anglicismo che in lingua inglese corrisponde a “ho attuato, realizzato”). Segno di bravura (programma di 80 pagine, già realizzato prima ancora di insediarsi) o atto di sottomissione del candidato “esterno”? A qualche chilometro di distanza (Lido di Venezia) parlava il Senatore Casson, che al PD è formalmente iscritto; molti cittadini e rappresentanti dei comitati spontanei che hanno difeso il territorio in questi mesi, assente la nomenklatura che era invece schierata ad ascoltare l’esterno “designato” (il terzo, dopo Paolo Costa e Giorgio Orsoni). Sono i paradossi del PD locale: il partito ParaDossale.

Nulla di nuovo sotto il sole, ma con una grande e inedita incognita: la società civile stavolta cosa farà? Se ne starà seduta sugli spalti a sgolarsi, dividersi in opposte tifoserie per poi ritrovarsi unanime a brontolare 6 mesi dopo, come da tradizione, o deciderà finalmente di mettersi in gioco, nella consapevolezza che le circostanze stavolta sono diverse e irripetibili? Se rinnovamento deve essere, lo delegherà al partito che da 22 anni ininterrotti governa la città o si farà carico della sua parte di responsabilità? Da questa incognita dipenderà, in larga misura, l’esito di queste elezioni.. che scontato non è, contrariamente a quanto vorrebbero farci credere.

Quando il gioco si fa duro..

canalettoMap

Quando il gioco si fa duro e i partiti tradizionali fanno fatica a esprimere candidati Sindaco all’altezza di una città complessa come Venezia, cosa fa nonno Silvio? Dal cilindro del prestigiatore tira fuori nonna Mara Provoleri in arte Venier, ex conduttrice televisiva, dopo averci regalato un ex venditore di pubblicità (Publitalia) come Governatore della Regione Veneto, miseramente naufragato fra gli scandali, e dopo averci imposto una prima umiliazione nel 2010, quand’era all’apice della gloria e del potere, proponendo ai veneziani un candidato Sindaco “part time” (dal venerdi al lunedi mattina) che aveva già dichiarato di voler continuare a fare anche il Ministro.. e infatti venne sconfitto dall’avversario con lo slogan: “ogni giorno per Venezia”.

La candidata in pectore entusiasta oggi dichiara di aver ricevuto “centinaia di telefonate.. e pure un’attrice famosissima che si candida a fare l’assessore”. La città commossa ringrazia.. non aspettavamo altro.

“Quanti abitanti ha Venezia? Non lo so esattamente ma sono rimasti in pochi perché sono scappati tutti”. Come dire, se uno si candida a fare il Sindaco magari potrebbe informarsi prima di rilasciare interviste, sul numero di abitanti della città che intende amministrare, ma l’ineffabile Mara forse pensava che essendo “scappati tutti” le sarebbe bastato il voto della famiglia Brunetta o di quel che ne resta in laguna, per essere eletta.

10dicembre2014MaraVenierIl Gruppo25Aprile, a nome di quelli che invece non sono “scappati”, ringrazia la pettoruta e propone di passare alle cose serie. Quali nuove sul fronte orientale? La direzione PD riunita oggi 10 dicembre dovrebbe adottare un “programma” di massima, frutto del lavoro dei suoi circoli (le ex sezioni) prima di fissare le “regole” per le primarie, che non sono le dottoresse dell’Ospedale civile come direbbe nonno Silvio ma saranno “primarie di coalizione” (quale coalizione? Ancora non è dato saperlo). Dopo 6 mesi di commissariamento non lo ha ancora fatto? Perché?

Il centro-destra tradizionalmente punta su “condoni e amnistia”, per difendere i suoi candidati più improbabili (quando non basta, van bene anche patteggiamenti e prescrizione); il centro-sinistra locale punta su “perdono e amnesia”, visto il bilancio fallimentare con cui si ripresenta agli elettori. Fra i suoi candidati più improbabili figurano il vice-Sindaco e un ex assessore della Giunta commissariata dopo lo scandalo del MoSe (che ha lambito anche il PD, per una questione di finanziamenti illeciti) come se negli ultimi mesi non fosse successo nulla, ma l’apparato arroccato sulle sue posizioni di rendita (partecipate e affini) sembra contare molto sulle virtù taumaturgiche dell’oblio.

La base non ci sta, l’ha fatto capire e ha prodotto un piccolo miracolo: quella che a Roma è minoranza interna, a Venezia potrebbe diventare maggioranza, sull’onda lunga dell’indignazione seguita allo scandalo del MoSe, se a candidarsi fosse una persona integerrima e apprezzata anche al di fuori del partito, come Felice Casson:

10dicembre2014CassonNel sondaggio interno condotto dal Gruppo25Aprile (con voto nominativo e palese) Felice Casson è risultato ampiamente in testa fra i candidati Sindaco individuati come interlocutori potenziali, e le “parole chiave” utilizzate in questa intervista ci trovano in sintonia: “legalità, etica e rinnovamento”. Problema non indifferente: come fare per garantire che questo non rimanga soltanto uno slogan, fonte dell’ennesima delusione “made in PD”? Come si fa a garantire “rinnovamento” se Felice Casson sarà il candidato del partito che più di ogni altro è responsabile della situazione da noi denunciata, a Venezia?

Con questo sondaggio aperto al pubblico vorremmo provare a individuare gli scenari possibili, perché fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e nel caso di Venezia ci sono pure la laguna con i suoi canali e i suoi ghebi, le sue velme e le sue barene. L’acqua è elemento fluido e mobile, su cui gli steccati di terraferma non fanno presa. Il voto di appartenenza “fideistica” (il partito ha sempre ragione) è franato sull’onda degli scandali e della diffidenza generale, restano quello di “convenienza” e quello di opinione.

Cos’è che veramente “conviene” ai cittadini-elettori (convenienza intesa come interesse della civitas e dei suoi componenti) e come mobilitare l’elettorato di opinione intorno ad un progetto condiviso, che vada oltre gli steccati di partito? Proviamo a formulare qualche ipotesi, e a sondare i nostri simpatizzanti? Questo blog ha raggiunto 20.000 visite in pochi mesi, non pretenderemo di dare valore statistico al sondaggio ma le risposte ci interessano, perché analoga riflessione svilupperemo (con voto interno, nominativo e palese) fra gli aderenti al G25A.

Con quale delle seguenti affermazioni siete d’accordo?

Il G25A incontra il Senatore Casson

Felice Casson

30 novembre 2014 – incontro con il Senatore Felice Casson

In data 30 novembre il Gruppo25Aprile ha incontrato il Senatore Felice Casson per una prima discussione sulle convergenze e le divergenze potenziali (in termini di squadra e di programmi) nel caso di una sua, non ancora decisa, candidatura come Sindaco alle elezioni comunali del 2015.

Questo primo incontro, strettamente informale, è il risultato del nostro voto interno sugli interlocutori potenziali con cui costruire le alleanze necessarie all’attuazione dei punti sollevati nel nostro volantinaggio alla Fenice, riassunti nelle “pregiudiziali” rese pubbliche sulla nostra pagina Internet, e ha anche permesso un giro di orizzonte preliminare su alcune delle domande ulteriori che abbiamo pubblicato nei giorni successivi. Nel corso dell’incontro sono emersi apprezzamento per il nostro gesto simbolico alla Fenice e sintonia di vedute sui seguenti aspetti:

  1. Questione “case” e, in particolare, necessità di un blocco temporaneo ai cambi di destinazione d’uso nella città d’acqua, che di alberghi è già satura;
  2. Limiti dimensionali alle grandi navi in laguna e contrarietà allo scavo del Contorta, privilegiando un’ottica di sviluppo sostenibile delle attività portuali (“mantenere il porto guardando al futuro”); a questo proposito Felice Casson ha sottolineato la necessità di rispettare l’ordine del Giorno del senato approvato quasi all’unanimità per la comparazione di tutti i progetti in campo.
  3. Questione “lavoro” con particolare riferimento alla necessità di una strategia di ricupero dell’Arsenale recentemente restituito alla città;
  4. Necessità di programmazione dei flussi turistici, con modalità non discriminatorie sul piano sociale;
  5. Statuto speciale per Venezia, da conseguire nell’ambito della nuova legge speciale per Venezia e la sua laguna;
  6. Agevolazioni fiscali o altri incentivi “a prova di ricorso” per determinate attività produttive e artigianali;
  7. Ricorso a forme di democrazia diretta (referendum) per le scelte che riguardano il territorio, modificando ove necessario  lo Statuto comunale;
  8. Decentramento amministrativo in determinate materie (competenze circoscritte ma più incisive per le Municipalità, in attesa del riordino complessivo che potrà essere conseguito con la creazione della città metropolitana);
  9. Efficienza e rinnovamento della macchina comunale e delle società partecipate;
  10. Migliore utilizzo degli introiti ricavabili dalla tassa di soggiorno, da potenziare con l’introduzione di una “tassa di sbarco” per chi ne è attualmente esente (navi da crociera).

Nell’eventualità di una sua candidatura, abbiamo chiesto a Felice Casson con quali criteri formerebbe la sua “squadra”; ci ha risposto che le parole chiave saranno: integrità (assenza di precedenti penali o procedimenti penali in corso), trasparenza, competenza e dedizione. Alla domanda sulla necessità di evitare Sindaci part-time o commistioni di interesse, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che Venezia merita ed esige amministratori (Sindaco e assessori) a tempo pieno, liberi da conflitti di interesse con altre attività, incarichi o “clientele” professionali.

Per quel che riguarda Consiglio comunale e Municipalità, Felice Casson si è detto favorevole ad una coalizione aperta alla società civile sia nell’elaborazione dei programmi sia in termini di candidature e abbiamo convenuto di approfondire questo aspetto in futuro, se deciderà di candidarsi alla guida della nostra Città.

 Gruppo25Aprile: nato per riflettere, discutere, agire

25aprile2015@gmail.com

https://www.facebook.com/groups/Gruppo25aprileVenezia/

#Anteprima Fenice: le reazioni dei presenti

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Felice Casson, Senatore: “è quasi un programma da campagna elettorale – sono temi validi che condivido” (Corriere, pagina 8).

Vittorio Zappalorto, Commissario straordinario: “Contorta a parte, sono d’accordo praticamente su tutto. Il blocco dei cambi di destinazione d’uso? è nel mio programma, ci stiamo già lavorando  in questi giorni, riguarderà soprattutto le aree limitrofe all’area marciana già satura di alberghi e altre zone residenziali: Venezia ha già troppi turisti, non ne servono di più, mentre bisogna difendere i residenti. L’ampliamento ulteriore del turismo va contrastato ad ogni livello. Lavoriamo ad un blocco per tutte le tipologie d’albergo, grande e piccolo: ne ho già parlato con la Sovrintendente Codello. Alcune zone sono già sature e non si può far nulla, ma in altre è un dovere  intervenire in difesa della residenzialità. Anche in difesa dei negozi di vicinato storici imporremo un vincolo, non è possibile che si trasformino tutti in negozi uguali cinesi. Ponendo vincoli per zone specifiche si può fare” (Nuova Venezia 23 novembre, pag. 20).

Paolo Costa, Presidente dell’Autorità Portuale: “Ce l’hanno con me? Ma no, parlano di alberghi.. una protesta viscontiana, niente di cui preoccuparsi” (ibidem).

Vittorio Zappalorto, Commissario straordinario:”Direi che è stata una forma di protesta molto civile. Certo, non posso condividere il no allo scavo del Contorta perché la decisione dovrà essere democraticamente presa, ma sono d’accordo ai limiti alla stazza delle navi.. Come difficile è vincolare gli introiti della tassa di soggiorni a spese specifiche; ci sono esigenze di bilancio. Ma per il resto è perfetto, sottoscrivo” (ibidem).

NdR: al Presidente dell’Autorità Portuale confermiamo: “niente di cui preoccuparsi”, in termini di ordine pubblico. Sul piano politico vedremo, ma questo è un altro discorso.

..e le reazioni dei lettori? Eccone qui un campione interessante, in calce all’articolo di uno dei blogs che hanno riferito la vicenda:

http://winckelmann.wordpress.com/2014/11/23/viva-lamarmora-i-volantini-di-nuovo-allopera/

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