Gruppo 25 aprile

Piattaforma civica (e apartitica) per Venezia e la sua laguna

Archivi per il mese di “febbraio, 2016”

Emergenza #bricole: Lettera al Prefetto

L’appello lanciato su questa pagina e su quelle dei gruppi amici il 10 dicembre non è bastato: quella delle bricole è diventata un’emergenza che chiunque navighi in Laguna può toccare con mano, sperando di non “toccarla” anche con lo scafo della barca (di notte o con la nebbia, quando del pericolo ci si può accorgere soltanto quando rischia di essere ormai troppo tardi). Le foto che troverete su questa pagina sono state scattate oggi e oggi 5 febbraio, al Prefetto di Venezia è stata inviata la lettera che riproduciamo in calce.

Perché al Prefetto? perché nel balletto delle competenze fra Provveditorato (ex MAV, organo periferico del Ministero Infrastrutture e Trasporti, attualmente responsabile a pieno titolo) e Città Metropolitana di Venezia (neo-costituita, a cui verrà trasferita la competenza sulle bricole) il rischio è che non se ne occupi nessuno, e che nel frattempo ci scappi veramente il morto, come segnalato anche dai sindacati di settore.

Al Prefetto di Venezia Dottor Domenico Cuttaia, siciliano tutto d’un pezzo, riconosciamo competenza, integrità e senso dello Stato; in lui riponiamo le nostre speranze, memori del ruolo di stimolo e pungolo che ha già saputo svolgere con autorevolezza, in altre vicende dove le amministrazioni locali si rimpallavano le responsabilità (ultima in ordine di tempo quella dell’emergenza smog). A questo siamo costretti, da quando il “Magistrato alle acque” (antica e gloriosa istituzione veneziana, poi organo periferico del Ministero) è stato prima devastato dagli scandali (due ex Presidenti incriminati per corruzione nello scandalo del MoSe) e infine soppresso per decreto, con trasferimento delle competenze al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche.

Orfani del Magistrato alle acque di cui eravamo un tempo fieri, è dunque al Prefetto di Venezia che ci siamo rivolti, per richiedere un incontro urgente.

Bric NicolaBusato 5feb16Foto: Nicola Busato 5 febbraio 2016

La nostra lettera:

Venezia, 5 febbraio 2016

Alla cortese attenzione
del Signor Prefetto di Venezia
S.E. Dottor DOMENICO CUTTAIA
Prefettura di Venezia
Fondamenta Corner Zaguri, 2661
30124 – VENEZIA

INVIO CON POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA

OGGETTO: RICHIESTA DI INCONTRO URGENTE QUESTIONE SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE NELLA LAGUNA VENETA: STATO DI CATTIVA MANUTENZIONE BRICCOLE.

Egregio Signor Prefetto di Venezia S.E. Dottor Domenico Cuttaia,

le scriventi associazioni e/o gruppi intendono manifestare alla S.V. la profonda preoccupazione per lo stato di abbandono e di degrado dei sistemi di segnalamento dei canali di navigazione della laguna veneta.

A tale proposito gli stessi si rivolgono al Suo Ufficio affinché possa essere convocato urgentemente un incontro conoscitivo e di confronto sulla questione della scarsa o inesistente manutenzione delle Briccole nelle acque lagunari, elementi indispensabili per garantire la sicurezza nella navigazione dei canali lagunari.

(formula di saluto)

– Gruppo Diportisti Laguna Veneta: ref. Mirco Bodi;
– Gruppo25aprile: ref. Marco Gasparinetti;
– Associazione Gruppo Emergenza Burano: pres. Andrea Memo;
– Gruppo Pescare a Chioggia: ref. Stefano Stefanino Marigo;
– Assonautica Venezia: dir. Elena Magro;
– Associazione Guardia Costiera Ausiliaria del Veneto: dir. Elena Magro;
– Legapesca Veneto: dir. Antonio Gottardo;
– Associazione Pescatori Amatoriali di Cavallino-Treporti: pres. Valter Angiolin;
– Associazione Ambiente e Caccia: pres. Mario Perissinotto;
– Federcaccia Venezia: pres. Primo Cimarosto;
– Associazione Cavanisti 75: pres. Giuseppe Minucelli.

Alla lettera hanno aderito anche: Ambiente Venezia, Venessia.com, Associazione motonautica veneziana e Associazione Cavanisti 88; la lista delle adesioni è in costante evoluzione.

Bric Hudd'Alessandro 5feb16Foto: Hud D’Alessandro, 5 febbraio 2016

Per approfondire:

  1. Il nostro appello del 10 dicembre, ampiamente ripreso dai quotidiani: https://gruppo25aprile.org/2015/12/10/operazione-bricole-per-la-sicurezza-della-navigazione-in-laguna/
  2. Alcuni degli articoli già pubblicati dalla stampa locale (nessuno dica “non sapevo”, e tanto meno gli organi periferici del Ministero preposto alle Infrastrutture e ai Trasporti, che hanno sede in Canal Grande). Nell’ordine, a titolo di esempio: Nuova Venezia 11 dicembre 2015, Gazzettino 3 gennaio 2016, Nuova Venezia 20 gennaio 2016.. e ultimo in data, l’articolo de la Nuova Venezia del 31 gennaio, con la notizia di un’interrogazione al Ministro competente:

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2016/01/31/news/bricole-vaganti-arriva-l-interrogazione-1.12877930

Per concludere e per completezza, segnaliamo l’interrogazione della consigliera comunale Monica Sambo, presentata il 14 dicembre 2015, alla quale non è ancora stata fornita alcuna risposta (ultima foto, in calce agli articoli). Un testo più articolato è stato successivamente presentato dalla consigliera comunale Sara Visman (M5S).

Una città intera attende risposte prima che arrivi la primavera, con 50.000 natanti LV in circolazione, senza contare quelli che non sono muniti di contrassegno (barche a motore di potenza inferiore a 10 cavalli).

Bricole NV 11dic15

MircoBodi 3gennaio2015

Bricole 20gennaio2016

Interrogazione MonicaSambo

Delibera Sant’Andrea: lettera di Lidia Fersuoch ai quotidiani

Breaking News: salvo errore da parte nostra, di questa lettera inviata ai giornali da Lidia Fersuoch (Presidente della sezione di Venezia di Italia Nostra) non vediamo per il momento traccia nei quotidiani locali. Visto che la versione “ufficiale” dei fatti tende logicamente a prevalere (in termini di spazio ricevuto) sulle eventuali voci critiche o dissonanti rispetto al megafono della maggioranza che al momento amministra Venezia, pubblichiamo la lettera con il risalto che merita, per la serietà e la gravità degli argomenti che solleva:

4TizianaPenzo

Lunedì 1 febbraio il Consiglio comunale ha purtroppo approvato, con tre soli voti contrari – uno del Movimento Cinque Stelle e uno del Pd -, la delibera del passaggio in proprietà al Comune di Venezia dell’Isola della Certosa e del Forte di Sant’Andrea.

Il sindaco e il suo capogruppo volevano convincere l’opposizione e il pubblico di cittadini che nella delibera si discutesse solo il passaggio di proprietà dallo Stato al Comune delle due isole, per cui lamentavano l’assurdità dell’opposizione a questo “regalo” del Demanio.

Peccato però che l’Accordo di valorizzazione, senza il quale non si può attuare il passaggio di proprietà (Accordo firmato a metà dicembre dai rappresentanti del Demanio, del Mibact, arch. Codello, e del Comune di Venezia, vicesindaco Colle, Lega), così reciti: «Il Comune di Venezia si impegna, anche attraverso la partecipazione di soggetti privati, a realizzare integralmente il Programma di valorizzazione presentato che si allega sotto la lettera C del presente accordo per farne parte integrante».

Cosa contemplano gli allegati C (che le opposizioni e i cittadini evidentemente avevano ben letto)? L’allegato C3 (Integrazione al Programma di valorizzazione), redatto nel 2015, divide gli interventi da realizzarsi nel Forte in più momenti, il primo della durata di 3 e 5 anni prevede interventi minimi e obbligatori (quali bonifica, messa in sicurezza dei percorsi, sfalcio dell’erba, cartellonistica, etc.) del partner privato che si aggiudicherà la gara, per il costo di un solo milione di euro; le tranche seguenti dei lavori, di medio-lungo termine fino a 25 anni, prevedono interventi solo «a facoltà de partner» e per «la sostenibilità socio economica del progetto». In una parola, facoltativi e a favore del partner, e fra questi c’è il progetto del restauro del Forte, il restauro dello stesso, un albergo, un anfiteatro, un ristorante, un bar etc. Per assurdo, il partner che si aggiudicherà la gara potrebbe attuare gli interventi minimi per un milione di euro e lasciare il Forte al suo degrado per altri 25 anni.

L’altro allegato, C2, del 2011, prevede interventi anche sull’area alle spalle del Forte, area che fa parte dell’idroscalo Miraglia, ancora in gestione al Ministero della Difesa ma in via di dismissione. Sono interventi pesantissimi, definiti dall’allegato C3 «un considerevole compendio di nuova edificazione nell’area di pertinenza del Forte, verso nord»: e cioè due alberghi, un centro benessere e pure una piscina a filo d’acqua (proprio alle spalle del limite del bastione nord, fronte Laguna). L’opposizione, in particolare la documentata e precisa Monica Sambo, ha chiesto dunque di stralciare, eliminare l’allegato C2 che prevedeva queste edificazioni nell’area esterna, non compresa nel presente passaggio di proprietà. Niente da fare. La maggioranza non ha voluto eliminare l’allegato C2, pur dichiarando che tali interventi non si faranno.

Leggiamo l’Accordo di valorizzazione, vincolante (perché se non realizzato lo Stato si riprende il bene): «Qualora al Comune di Venezia pervenga la disponibilità di spazi acquei, rive, banchine, etc. …, pertinenziali alle isole, che come detto non rientrano nel presente accordo ai fini del trasferimento, lo stesso Comune si impegna a destinarli ad usi compatibili ed integrati con i progetti di valorizzazione sopraccitati». Cioè quando il Demanio Militare dismetterà l’area alle spalle del Forte, ecco già ratificato il Piano di Valorizzazione C2, con alberghi, centro benessere, altro ristorante, piscina a pelo d’acqua: un resort di lusso per turisti di alta fascia, che sorridenti e festosi, sorseggiando aperitivi sul bordo della piscina guarderanno i nostri figli in barchetta al Bacan, in perfetta continuità concettuale con l’operazione Fontego dei Tedeschi della giunta precedente.

Lidia Fersuoch

presidente sezione di Venezia di Italia Nostra

Sant’Andrea: rassegna stampa e video (seconda parte)

30gennaio2016Grazie a Loredana Spadon, le relazioni introduttive dell’incontro pubblico del 30 gennaio sono disponibili sul suo canale youtube:

https://www.youtube.com/channel/UC3a004OcrqzizDhxmdodVvA

Sullo stesso canale troverete un estratto del dibattito in Consiglio comunale, che spiega il riferimento fatto dalla stampa quotidiana ad eventuali ricorsi contro la delibera approvata (a notte fonda, dopo tre ore di dibattito) in data primo febbraio:

Per concludere la rassegna odierna, l’articolo che il Corriere ha dedicato alla vicenda in data 3 febbraio, a firma Elisa Lorenzini:

3febbraio2016 sant'andrea

 

 

 

 

#Santandrea in Consiglio comunale: la testimonianza di chi c’era

Ieri sera una ventina di persone, di cittadini, di provenienza politica differente e trasversale, hanno deciso di rimanere nelle sale di Ca Farsetti fino a notte inoltrata in rappresentanza dei duecento che avevano affollato la Sala San Leonardo sabato scorso.

Erano li a dare testimonianza dell’ennesimo scempio perpetuato ai danni della nostra città. Di fronte a loro al di là di una balaustra, un altro gruppo di cittadini, eletti, di provenienza politica altrettanto trasversale, votava o si “asteneva dal votare contro” alla letterale regalia di un’intera isola dal Comune di Venezia a un singolo privato.

Colpisce ma non sorprende la prepotente e a tratti arrogante narrazione secondo la quale chi si opponeva a questa “valorizzazione” null’altro sarebbe che un miope retrogrado che non accetta e rifiuta un “regalo dallo stato a costo zero”.

E’ l’accusa più banale e più frequente che viene mossa a coloro i quali tengono alla tutela del patrimonio culturale del nostro paese e che si oppongono alla mera mercificazione dello stesso. Ma non stupiamoci se su molti media sarà passata così.

Non stupiamoci ma assolutamente non stanchiamoci nemmeno di raccontare, a nostra volta, quanto sia evidente e imbarazzante, ripercorrendo la metafora del regalo, come il Comune di Venezia abbia deciso di accettare il “pacco dono” con la mano destra e regalarlo a un privato con la mano sinistra (o viceversa, scegliete voi, gli addendi “destra e “sinistra” in questo moto direzionale sono tranquillamente intercambiabili e sovrapponibili).

A nulla è servita l’opera di opposizione tenace e preparata di Monica Sambo e del Movimento 5 Stelle; a nulla è servito l’educato intervento del Presidente della Municipalità Giovanni Andrea Martini, a nulla è servita un’assemblea di 200 cittadini, a nulla è servita l’elezione di una nuova giunta che avrebbe dovuto “poderghea far”.

La velocità, la totale mancanza di trasparenza e comunicazione con i cittadini, il professionale pressapochismo con il quale è stato redatto un documento (che nella precedente versione, poi emandata, riportava addirittura per iscritto il nome del privato in questione!!!) mostrano come si sia volutamente messo in piedi un castello fatto ad incastro, tra documenti ed allegati. L’intero edificio della bozza null’altro è che l’attorcigliarsi di un filo rosso-bianco-fucsia il quale, una volta dipanato, si mostra legare con doppio nodo la sorte del Forte di Sant’Andrea a quello delle vicende della vicina Isola della Certosa.

Personalmente non ho nulla contro l’operato di Vento di Venezia all’isola della Certosa, non ne conosco le specificità e mi astengo da qual si voglia giudizio. Vero è che lo stato dell’arte attuale ci obbliga a prendere una posizione netta e di contrasto, non tanto nei confronti dell’operatore, ma certamente nei confronti di un progetto povero, banale, non delineato, assolutamente non contestualizzato o partecipato e di respiro breve, che vuole quel medesimo operatore come unico interlocutore.

Personalmente credo che la questione non debba finire qui, sono convinto che la vicenda vada portata su altri tavoli.

Venezia, con la sua millenaria cultura, non è un giocattolo, non è un “prodotto”, un “brand” da apporre sulla porta dell’ennesimo albergo con SPA e piscina a sfioro, è un valore universale che va difeso sin dalla singola piccola pietra.

Pier Paolo Scelsi

(la testimonianza che qui ospitiamo esprime il punto di vista dell’autore, e non rappresenta una presa di posizione del gruppo25aprile)

25gennaio2015 ConsiglioComunale

#Santandrea Comunicato Ambiente Venezia

Con piacere ospitiamo anche il seguente

COMUNICATO AMBIENTEVENEZIA del 2 febbraio 2016

CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DEL FORTE DI SANT’ANDREA

Il consiglio comunale di Venezia nella riunione del 1 febbraio 2016 ha approvato intorno alla mezzanotte “a colpi di Maggioranza” la contestatissima delibera di acquisizione e “valorizzazione “ del compendio dell’isola della Certosa e del Forte di Sant’Andrea.

  • Gli appelli delle associazioni e dei comitati,
  • le richieste delle centinaia di cittadini presenti nella grande assemblea in Sala San Leonardo del 30 gennaio,
  • le richieste della Municipalità di Venezia,
  • le proposte di rinvio, gli ordini del giorno, le contradizioni, le irregolarità evidenziate dai consiglieri comunali di opposizione

A NULLA SONO SERVITI !!!!!!

Tutta la maggioranza che sostiene il sindaco Brugnaro continua il suo percorso “ a rullo compressore” senza rispettare lo stesso Statuto del Comune di Venezia e i percorsi di trasparenza e partecipazione previsti dalle leggi nazionali e dagli accordi internazionali

Si sono particolarmente distinti nella difesa di questa nefasta delibera i consiglieri Maurizio Crovato, Giovanni Giusto e Renzo Scarpa

Ringraziamo le consigliere e i consiglieri comunali dell’opposizione che hanno tentato in tutti i modi di fermare questa delibera proponendo percorsi democratici e partecipativi che l’avrebbero sicuramente migliorata.

Dobbiamo precisare che pesantissime responsabilità ricadono anche sulle precedenti amministrazioni comunali che hanno agevolato e consentito l’evoluzione del percorso burocratico di finti programmi di valorizzazione e recupero del Forte.

Ma non abbiamo alcuna intenzione di consentire la privatizzazione del Forte di Sant’Andrea!

Possiamo sicuramente presentare ricorsi legali contro questa delibera che “fa acqua da tutte le parti” e continuare le mobilitazioni cittadine per garantire un uso pubblico del Forte di Sant’Andrea.

Luciano Mazzolin per AmbienteVenezia

saldi

AmbienteVenezia ha sottoscritto l’appello del tutto inascoltato che contiene alcune proposte che riportiamo di seguito:

IL COMUNE GESTISCA AL MEGLIO E IN PROPRIO

LA GRANDE OCCASIONE DEL FORTE DI SANT’ANDREA!

 

E’ ampiamente positiva la volontà del Sindaco, del Vicesindaco e della Giunta di avviare il trasferimento gratuito al Comune della proprietà dell’isola del Forte di Sant’Andrea, dichiarata di interesse culturale ai sensi del Codice dei Beni Culturali.

Le sottoscritte associazioni, unite a numerosi abitanti, auspicano che su un evento di tale valore, atteso da molti anni e finalmente avviato, si coinvolga la città presentando pubblicamente la proposta degli obiettivi, del progetto di massima e delle strategie per realizzarli (previsti da una bozza di Accordo di Valorizzazione secondo il decreto del 2010) sollecitando ogni utile suggerimento propositivo e collaborativo.

In tale intento partecipativo si avanzano fin d’ora alcune proposte.

Innanzitutto è opportuno separare la gestione dell’isola della Certosa, già avviata da tempo e  con specifici propri problemi, dalla nuova situazione che si deve avviare relativa al Forte di Sant’Andrea.

Nel grandioso e magnifico complesso di Michele Sanmicheli (già oggetto di due restauri statici negli anni ’60 e ’70 e di un restauro conservativo nel ’80-’90) è possibile realizzare un complesso museale dell’intero Sistema delle Fortificazioni Lagunari, dal Forte stesso alla Torre Massimiliana, alle moltissime altre opere medie e minori in tutta la Laguna e nei litorali fino al Cavallino e al Forte di San Felice a Chioggia; tenendo comunque anche una connessione con il sistema trincerato della Terraferma da sviluppare a Forte Marghera.

Una struttura museale rappresentativa di queste emergenze e capisaldi storici può e deve essere collegata ad un Museo della Laguna rappresentativo delle più complessive, ma diverse e articolate, straordinarie valenze paesaggistiche e naturalistiche dell’intera Laguna inserita nel suo contesto territoriale.

E’ possibile, come già ipotizzato, che negli spazi disponibili si possa aggiungere una biblioteca specializzata, un bar-ristorante ed anche esposizioni temporanee ed eventi; non hanno invece senso in tale contesto una piscina ed ennesime strutture ricettive.

Tutto questo va inserito e organizzato per la fruizione cultuale nell’insieme degli itinerari turistico-culturali che sempre più devono svilupparsi nell’intero territorio.

Con lo sterminato patrimonio storico, culturale e scientifico disponibile il Comune ha tutte le condizioni per gestire in proprio tale operazione, valorizzando al meglio le proprie competenze urbanistiche, progettuali, amministrative e tecniche senza delegare tale operazione a soggetti privati.

La Fondazione dei Musei Civici può guidare la progettazione, l’organizzazione, l’allestimento delle attività museali ed espositive. I settori culturali possono curare gli eventi, la Direzione Lavori Pubblici puo’ garantire e guidare le realizzazioni.

In particolare, per il reperimento delle risorse europee, l’Ufficio Politiche Comunitarie e Fondi Strutturali ha già il compito di rapportare l’Amministrazione Comunale con la programmazione europea e di costruire progetti che offrano l’opportunità di ottenere finanziamenti comunitari (ovviamente il Sindaco dovrà attivarsi presso la Regione che gestisce le procedure per questi finanziamenti).  La nuova Agenzia comunale per lo sviluppo può inoltre ricercare utili e coerenti collaborazioni private che rafforzino il progetto e l’intervento pubblico.

Caro Sindaco, La invitiamo a gestire questa grande occasione promuovendo al massimo l’apporto e la partecipazione della città che ha voglia di fare e che te ne sarà grata. Per questo è necessario separare il percorso deliberativo di Certosa e Sant’Andrea. Un rinvio, breve ed operoso, consente di meglio individuare obiettivi e strumenti per recuperare finalmente alla città un bene così significativo.

Venezia, 1 febbraio  2016

Primi firmatari: Italia Nostra sez. di Venezia, Venessia.com, Forum Futuro Arsenale, Estuario Nostro, Ambiente Venezia, Lido d’amare, Venezia Cambia,   Comitato Ambientalista Altro Lido,   Ecoistituto del Veneto Alex Langer,  Comitato Certosa e Sant’Andrea,   Assonautica Venezia,  Pax in Aqua, Società di mutuo soccorso Ernesto De Martino, Amico Albero, Movimento Consumatori.

 

 

#Sant’Andrea Comunicato stampa 2 febbraio 2016

saldi

Communiqué de Presse : Les soldes d’hiver de la Mairie de Venise

Venise, le 2 février 2016

L’ile de St. André n’est pas « n’importe quelle ile » : c’est la porte d’eau de Venise, celle qui depuis des siècles accueille les visiteurs arrivant de la mer, la première que les touristes de nos jours peuvent encore admirer depuis les paquebots ; et encore, c’est là où nous fêtons chaque année  le « mariage avec la mer » depuis l’an 1.000, et c’est l’ile forteresse qui a permis de préserver l’indépendance de la République de Venise jusqu’à la fin, en barrant l’accès aux ennemis avec ses 42 canons qui, le 20 avril 1797, firent leur dernière preuve en arrêtant le « Libérateur d’Italie » de l’armée d’Italie conduite par un général en chef nommé Napoléon, en le coulant à pic.

Ce fut d’ailleurs le prétexte que Napoléon utilisa pour l’ultimatum qui mettra fin à la République de Venise. Dans la mémoire collective des vénitiens, cette forteresse n’est donc pas un monument comme les autres : son importance n’a d’égal que dans le Palais du Doge. La forteresse dans sa forme actuelle fut terminée en 1549 et c’est l’œuvre d’un génie nommé Michel Sanmicheli ; sa silhouette allongée (300 mètres de large) épouse les formes de la lagune en offrant une leçon d’harmonie avec l’environnement qui l’entoure et, en même temps, un avertissement très efficace pour ceux qui voudraient s’approcher à la Lagune avec des intentions hostiles.

Au moment où l’État italien, qui l’a hérité de l’Empire d’Autriche qui l’avait hérité de la France suite au Traité de Versailles, décide enfin de rendre un bien d’une telle valeur à la ville qui l’avait conçu et réalisé, que est-ce que la Mairie propose? Dans n’importe quelle autre ville européenne, nous aimons penser que la nouvelle serait accueillie avec joie et suivie d’un concours d’idées, d’une mise en valeur respectueuse de l’histoire et de la sensibilité des citoyens, peut-être même d’une consultation des associations actives dans la défense du patrimoine, afin de choisir la meilleure solution parmi toutes les options disponibles, au lieu de se précipiter vers la solution la plus banale, la plus offensive, la moins porteuse d’avenir : un autre hotel, dans une ville qui regorge d’hotels, et encore un restaurant et un bar, dans une ville qui comptera bientôt plus de bars que d’habitants..

Nous nous réjouissons donc de la volonté de l’État italien de « rendre » l’ile à la ville, et en d’autres circonstances nous ferions la fête ce soir même, mais est-ce que l’approche choisie par la Mairie qui reçoit le bien est vraiment à fêter? Elle pourrait l’être, si les documents annexés à la « delibera » (décision) adoptée lors de la séance du 1er février n’étaient source d’inquiétude pour le futur qu’ils dessinent, sans aucune consultation préalable et avec une valeur contraignante pour l’administration, qui s’efforce de nier ce fait pourtant évident à la lecture des documents déjà signés par le Maire adjoint.

C’est avec tristesse que nous accueillons la décision d’élus locaux qui devraient nous représenter et pourtant viennent de cautionner les « soldes d’hiver » les plus absurdes qui soient : tristesse pour l’occasion ratée car les documents dont nous avons pris connaissance montrent que l’accord de « mise en valeur » risque d’être un « cadeau » (pour employer les mots du Maire) non pas pour Venise mais pour l’entrepreneur qui va recevoir les clés des lieux, dont le nom circule déjà même s’il y aura un appel d’offres. Pourquoi tant de précipitation, avant même d’avoir effectué un état des lieux du bien, dont les « clés » n’ont pas encore été remises à la ville ?

Lorsque les institutions locales ne sont plus capables de défendre l’intérêt général, il y a des moments exceptionnels où il incombe aux citoyens de reprendre l’initiative pour défendre un patrimoine historique et monumental dont nous sommes seulement les dépositaires et non pas les propriétaires, car il nous a été confié par nos ancêtres pour être remis aux prochaines générations et leur rappeler d’où nous venons, abstraction faite de la majorité qui régit la ville à un moment donné.

Honneur aux élus qui ont levé leur voix aujourd’hui au Conseil communal, avec des arguments, des motions et des amendements que la majorité actuelle n’a pas voulu prendre en compte, et qui auraient permis de prendre le temps d’une décision mieux réfléchie, dans l’intérêt de tous ; honneur au Président de la Municipalité de Venise qui a donné aux élus une dernière chance d’éviter l’adoption d’un acte qui pourrait être entaché d’illégalité. Honneur aux journalistes de la presse écrite qui ont couvert le sujet depuis qu’il a été rendu public ; à partir de demain, leur effort sera relayé par la mobilisation citoyenne, avec tous les moyens légaux et pacifiques d’un État de droit, où nul n’est au-dessus des lois.

Le porte-parole

Sant’Andrea 30 gennaio: l’intervento di Lidia Fersuoch

Atti dell’incontro pubblico del 30 gennaio

La relazione introduttiva di Lidia Fersuoch (Presidente Italia Nostra, sezione di Venezia)

Lunedì doveva essere discussa in Consiglio comunale la proposta di delibera riguardante – cito – «il trasferimento in proprietà al Comune di Venezia dei complessi immobiliari dello stato denominati “Isola della Certosa” e “Forte di Sant’Andrea”». Beni che il comune dice – cito ancora – «strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali» e per i quali lo stesso comune «ritiene possibile un loro recupero nel tessuto urbano». Fin qui nulla da eccepire, anzi!

Come avviene però la cessione da parte dello Stato? Secondo il decreto legge 85/2010 che «disciplina le modalità di attribuzione» agli enti territoriali «di beni di proprietà dello Stato»: i beni immobili di interesse culturale possono essere trasferiti in proprietà a enti territoriali che ne facciano richiesta «nell’ambito di specifici accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici».

L’Accordo di Valorizzazione per il passaggio al Comune dell’Isola della Certosa e del Forte di Sant’Andrea, esiste ed è stato sottoscritto dal Mibact (rappresentato dall’arch. Codello, che è tornata a Venezia come Segretario regionale), l’Agenzia del Demanio e il Comune di Venezia, rappresentato dal vicesindaco Colle. Con l’Accordo, cito, «il Comune … si impegna … a realizzare integralmente i Programmi di Valorizzazione». I Programmi (per la Certosa e per S. Andrea), che sono definiti parte integrante dell’accordo stesso, hanno anche Integrazioni al 2015.

Quindi la proposta di delibera non riguarda solo «il trasferimento in proprietà al Comune di Venezia di Certosa e Sant’Andrea: approvando la delibera, il Consiglio comunale approva l’Accordo di Valorizzazione e tutti i Programmi di Valorizzazione.

Italia Nostra e le tutte le altre associazioni hanno chiesto di rinviare la discussione. Lunedì la delibera non è stata discussa per mancanza di numero legale.

Ma vediamo velocemente i punti inaccettabili del Programma di Valorizzazione (e dell’Integrazione) di S. Andrea.

Per trovare la copertura finanziaria al progetto, il comune prevede «il ricorso alla finanza di progetto, concessione in valorizzazione o affidamento per la realizzazione e gestione» individuando il «partner privato» con una «procedura di evidenza pubblica» (allegato C3, p. 12).

Gara pubblica dunque, com’è ovvio che sia, ma … al punto 6.4.4. del programma si dice: «il progetto è strettamente legato al progetto di valorizzazione della Certosa, quali compendi complementari e strettamente interconnessi tra di loro. Senza il complesso della Certosa, infatti, quello dell’isola di Sant’Andrea pare di difficile realizzazione». E ancora: «Il Presente PEF prevede che le attività di organizzazione dell’Isola di S. Andrea siano gestite attraverso le strutture della vicina Isola della Certosa» (C3, p. 16).

Legare in maniera definitiva le due isole rischia tuttavia di precostituire l’esito di una futura procedura ad evidenza pubblica, minando i principi del Trattato CE che impongono all’Amministrazione «di operare con modalità che preservino la pubblicità degli affidamenti e la non discriminazione delle imprese, mercé l’utilizzo di procedure competitive selettive». Nell’eventualità che venisse approvato la proposta di delibera si aprirebbe la strada a un ricorso al Tar.

Nel Programma, si dice che queste pattuizioni con il soggetto privato sono «a beneficio della collettività» (C3, p. 17). Vediamo questi benefici per la collettività.

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Le Integrazioni del 2015 prevedono un cronoprogramma degli interventi: divisi da un discrimen molto pesante:

Gli interventi a breve e medio termine (3/5 anni), per un costo stimato di 1 milione di euro, sono a carico del soggetto privato che si aggiudicherà la gara e prevedono:

progettazione dell’intervento di “messa in sicurezza”; analisi del rischio ai fini della bonifica bellica, caratterizzazione ed eventuale bonifica del suolo; conferimenti a discarica; messa in sicurezza di percorsi ed edifici, anche tramite demolizioni selettive; realizzazione di percorsi, illuminazione e cartellonistica; sfalci e riqualificazione delle aree verdi. Tutto qui. Non si prevede il Progetto per il recupero dell’isola, per il restauro del Forte, né tantomeno il restauro del forte stesso, ma neppure un ormeggio.

Tutti gli altri interventi, che sono a medio-lungo termine e a lungo termine (da 5 anni a, si presume, 25) sono dichiarati interventi di facoltà del partner per la sostenibilità socio economica del progetto cioè a esplicita discrezione del partner e in favore del partner, e «verranno realizzati solo ed in quanto verrà valutato economicamente conveniente e saranno reperite le necessarie risorse».

Tali Interventi di facoltà del partner per la sostenibilità socio economica del progetto non sono solo previsti nell’area demaniale oggetto dell’attuale richiesta del Comune ma interessano anche un’area alle spalle del Forte, tra questo e l’idroscalo Miraglia, ancora in gestione al Ministero della Difesa.

Gli interventi, essendo al di fuori dell’area in discussione non sono contemplati nel Programma di valorizzazione del 2015. Ma sono ben dettagliati invece nel Programma più vecchio, che sappiamo far parte integrante dell’Accordo di Valorizzazione che la Delibera in discussione al consiglio comunale approverebbe.

E che cosa contemplano?

2 alberghi (chiamati eufemisticamente Foresterie), una “residenza”, un centro benessere, e una piscina a filo d’acqua proprio alle spalle del limite del bastione nord, fronte Laguna.

Ma non è finita: nella proposta di delibera si prevede, cito: «di dare mandato ai competenti uffici comunali di rendere compatibile, ove necessario, la strumentazione urbanistica vigente ai Programmi di valorizzazione allegati alla presente delibera»: secondo i vigenti piani, strutture ricettive, piscina etc. non potrebbero essere realizzati, e dunque gli strumenti urbanistici si piegano dinnanzi ai programmi di valorizzazione! Ciò incarna quella “deregulation urbanistica” invocata da un soprintendente qualche anno fa.

Come per il Fontego, ma peggio del Fontego (almeno lì il Comune previo lo stravolgimento di un edificio importantissimo per la storia istituzionale di Venezia ottiene 6 milioni) qui si concede di tutto al privato per, cito, «minime operazioni di messa in sicurezza e le minime attività per rendere fruibile il forte e l’area anche per un iniziale parziale sfruttamento economico».

Cito ancora: «Il criterio organizzativo proposto vede coinvolto il gestore privato a cui affidare la conservazione valorizzazione socio-economica del bastione monumentale a fronte dello sfruttamento economico di un considerevole compendio di nuova edificazione nell’area di pertinenza del forte, verso nord» (C3, p. 17).

Cioè per «minime operazioni» e «minime attività» garantite gli si concede di costruire un considerevole compendio di nuova edificazione. e il resto a discrezione del privato che se vuole restaura il forte e se non gli conviene lo lascia così, per 25 anni.

Se poi facciamo bene i conti, le «minime operazioni» e le «minime attività» per un investimento obbligatorio di 1 milione, diviso i 25 anni di concessione, fanno 40 mila euro annui, cioè 3.333 euro al mese.

E’ possibile che l’Amministrazione cittadina voglia privare la città di tale bene, per una cifra così ridicola e a fronte di gravi, impattanti, umilianti nuove edificazioni?

Né si può invocare il beneficio della creazione di nuovi posti di lavoro: nella fase obbligatoria «Il corrispondente personale dedicato .. sarà di … 1 unità a regime. (C3, p. 16).

Questi sono i principali evidentissimi motivi per cui il Comune deve intervenire, sospendere la delibera e riprogettare i piani di Valorizzazione.

Ma per Italia Nostra il motivo principale, il peccato primigenio da cui discende tutto alla base di tali programmi, anche se fossero riformulati in forma conveniente per l’amministrazione, sta nella visione ristretta di un ennesimo programma di valorizzazione sostenibile soltanto con attività turistiche ricettive – di cui Venezia sta morendo.

Noi riteniamo che un serio programma di valorizzazione culturale – e non economica – di Sant’Andrea, simbolo del potere militare e marittimo della Repubblica, possa invece accedere a finanziamenti europei, e non per costruire nuovi alberghi ma per costruire un polo culturale, gestito dalla Fondazione musei. è pensabile non un generico museo della Laguna (che si farà altrove) bensì un museo della fortificazioni veneziane (che si apprestano a diventare sito Unesco). Con un progetto che coinvolga altri stati adriatici ove sono attestate fortificazioni veneziane, si può pensare di rientrare nell’obiettivo di “Cooperazione territoriale europea” e quindi ai fondi Interreg, che sono facilmente ottenibili.

E per questo è necessario un progetto unitario, uno sguardo lungo che abbracci e coinvolga tutte le fortificazioni veneziane, dalla Laguna all’immediato entroterra. Si tratta di un grandissima eredità e patrimonio culturale, che non può essere gestito in modo parcellizzato, senza una visione di insieme, come un problema, un fastidio, di cui sbarazzarci con sollievo il più presto possibile, affidandolo a un privato come con una cambiale in bianco.

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